mercoledì 23 marzo 2022

Foto

Credo di avere sempre fatto foto. Non foto particolarmente belle o artistiche, semplici ricordi di persone care, di fatti, di luoghi. Non ne facevo molte: costavano care e i soldi non abbondavano. Poi sono arrivate le fotocamere digitali: con quelle le foto non stampate si possono sempre vedere e non costano nulla. 

Magari somo curioso e mi pice girare e così girando a piedi, in bici o in auto facevo foto per ricordarmi dei posti dov'ero stato. Oggidì quasi tutti hanno il telefonino e lo usano per scattare un'infinità di foto o video. Io normalmente non lo uso, le mie foto sono tante ma non tantissime. Con più difficoltà a girare per le strade e più tempo per farlo in Internet sono entrato in siti dove vengono messe foto: traggo dal mio pc qelle attinenti e le pubblico, per il piacere di condividere il mio piacere. Sono solo foto, senza pretese, sono ricordi. Solitamente metto il titolo con cui le ho archiviate, tipo "05VI Vicenza N1101838" per dire che la foto è stata fatta in Veneto (05) nella provincia di Vicenza (VI), nell'anno 2011 (11) in gennaio (01) e il suo numero finiva con 838. Solitamente a me basta, ma a volte se avevo tempo e voglia posso avere annotato altri dettagli, ma non sempre.

Capisco che chi le vede s'incuriosisca e voglia saperne di più. Io faccio foto non la guida turistica, le faccio per testimoniare quello che vedo, non per stimolare altri a vederlo di persona ma di guardare la foto. Per le cose interessanti che meritano una visita ci sono altre pubblicazioni. Al massimo io potrei dire dove precisamente ho scattato la foto: a chi cortesemente lo chiede se lo so, lo trovo o  ricordo, cortesemente rispondo. Non penso che quando lo sa si precipiti in loco per vederlo, credo serva solo per capire se può o non può averlo visto. Se non lo so, il più delle volte c'è chi lo sa e lo scrive sicuramente meglio, per gli abitanti locali, di quanto potrei farlo io. A chi non è del luogo credo non dica nulla, non gli interessa e non gli è utile conoscerlo. Agli altri non voglio togliere il piacere della scoperta: come ho trovato io possono trovare tutti. 

Non capisco invece chi i dettagli non li chiede ma li "pretende", non gli basta quello che passa il convento, non dice dov'è ma vuole che dica esattamente dov'ero e magari non lo so. E non so perché vuole saperlo. Quelli così mi irritano: sono pochi, ma se fossero molti non metterei più nemmeno il titolo e magari nemmeno la foto.


 

 

venerdì 18 marzo 2022

Ucraina

 Sono decenni che sento parlare di eguaglianza fra maschi e femmine, sono anni che sento parlare di indifferenza dei sessi, che sento dire essere solo una convenzione e che si è maschi o femmine a seconda delle proprie preferenze o di come ci si sveglia al mattino, che sento discutere seriamente se si debba usare la desinenza maschile o femminile o meglio nessuna desinenza. E lo chiamano progresso.

Ora scopro che l'Ucraina è un popolo di retrogradi, che lì le femmine sono donne e i maschi sono uomini secondo natura, che donne e bambini devono andare in salvo e gli uomini restare (volenti o nolenti?) a combattere per difendere la nazione, l'identità nazionale, la Patria.

Tutte cose aborrite dai progressisti: le nazioni non esistono,  Patria è oscena parola obsoleta, identità nazionale è razzismo. Ci dicono che  quelli che scappano dall'Africa fuggono da guerre. Sembra che colà usi così: gli uomini fuggono le donne restano, tanto non contano nulla. Pare che in Ucraina la pensino diversamente.

Anche nel resto d'Europa un tempo la si pensava così: donne e bambini vanno salvati per salvare la vita del popolo,  prima le donne e i bambini, la Patria va difesa, gli uomini sono uomini e le donne donne  con pari doveri e diritti ma non necessariamente gli stessi.

Naturalmente esistono sempre le eccezioni.