venerdì 15 dicembre 2017

Illegalità

Non so se in tutta Italia è come nella mia città. Basta osservare i pedoni per capire che il rispetto delle regole non fa parte delle loro abitudini. Nessuno aspetta l'omino verde per attraversare se non ci sono veicoli molto prossimi. Ne deduco che nessuno conosce le norme del codice stradale o se le conosce non intende rispettarle.Si può pensare che l'illegalità sia insita nel carettere, ma forse non è cosi. Forse non rispettano le regole perché le ritengono manifestamente sbagliate e tante volte lo sono, trovano stupido osservare norme per loro evidentemente stupide e non le osservano. E chi dovrebbe far rispettare le leggi la pensa allo stesso modo, ma invece di adoprarsi per renderle meno stupide si limita ad ignorarle. Questo non capita solo per i semafori pedonali e i comportamenti dei pedoni non sono i più riprovevoli. L'idea che le leggi non siano fatte per essere osservate nè fatte osservare probabilmente è molto diffusa e le leggi mal fatte e considerate da tutti non meritevoli di rispetto sono abbondanti e in continua crescita. Nella mia città basterebbe fare un giro a piedi per accorgensi di quanto siano illogici i percorsi pedonali: inutili prolungamenti, omino rosso anche quando le auto non possono passare, inutile durata semaforica. Se la legge fosse meno perentoria (l'omino rosso è “con significato di arresto e non consente ai pedoni di effettuare l’attraversamento, né di impegnare la carreggiata”) e la segnaletica più intelligente la gente si sentirebbe meno stupida a rispettarla e sarebbe più portata ad osservarla. E magari a non pensare che l'omino rosso significhi solo “guarda se non ci sono veicoli molto prossimi prima di effettuare l’attraversamento”.

 

 

giovedì 14 dicembre 2017

Per equità

Forse non hanno fatto esattamente il contrario di Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri, forse non hanno tolto ai poveri per dare ai ricchi ma sicuramente i governi di sinistra hanno tolto ai più poveri per dare ai meno ricchi, ai meno poveri.
Per equità, secondo loro, come lo stravolgimento etico è sempre per civiltà.
Per questioni di equità hanno dato 80 euro mensili a chi già ne aveva 1500 e il doppio alle famiglie di più persone con due redditi da 1500 ma non a chi ne aveva meno di 800 euro e alle famiglie di più persone con un solo  reddito di 1550 euro o uno di 1550 e uno di 300.
Io penso che per chiunque dare 100, non ricevere 100 o sprecare 100 si equivalga. Ma anche per i governi di sinistra non è così: sprecano 100, concedono di pagare 100 in meno, ma non cipensano nemmeno di dare 100 a chi non ha niente e niente da pagare. E così concedono sconti sulle spese per per questo e per quello a chi ha abbastanza reddito da pagare irpef e non a chi non ne ha. Concedono rimborsi a chi ha abbastanza soldi da poter fare certe spese ma chi non ne ha abbastanza paga le tasse che servono ai rimborsi e nulla riceve. Sempre per questioni di equità. E per equità due sposi pagano le tasse sanitarie (ticket) guadagnando insieme 36152 euri lordi annui e un singolo che ne guadagna 36151 è esente. E le tasse sanitarie sono centinaia di euri annui, e il limite di reddito è stato calcolato 25 anni fa e mai rivalutato. Per equità si danno 500 euro a chi compie 18 anni in un periodo limitato e non a chi è nato prima (abbastanza logico) o dopo (meno logico). Per equità e antirazzismp spendono per ogni persona che senza invito arriva dall'Africa quanto un italiano a malapena guadagna per mantenere una famiglia di più persone.
Sempre per equità e antirazzismo permettono ai meno pallidi di vendere quello che vogliono senza licenza, senza pagare tasse, senza dare ricevuta e viaggiare sui trasporti pubblici senza pagare biglietto. Agli autoctoni è severamente vietato, ma ovviamente se possono eludono il divieto, per equità.
Per equità e antirazzismo chi non ha mai pagato tasse e contributi ha più diritti di chi li ha pagati per generazioni.
Per equità e giustizia condannano alla galera e al risarcimento chi si difende da rapina o furto ma non chi questi reati commette. Forse perché chi subisce il reato è sempre reperibile e chi lo commette no, forse perchè prendere la roba altrui è un diritto e impedirlo è un delitto.
Per equità e prodigalità tassano e ritassano il reddito da lavoro. Una prima volta quando si riceve, una seconda quando si compra qualsiasi cosa legalmente, una terza quando si risparmia per le necessità future e non contenti di prendere più d'un quarto degli eventuali interessi a difesa del potere d'acquisto pretendono ogni anno il 2 per mille del capitale. E non per fornire adeguati servizi ma per comportarsi come uno che toglie alla sua famiglia per fare il prodigo con questo e con quello e con gli estranei al bar.


 

 

giovedì 23 novembre 2017

Cattolici

Devono averla combinata ben grossa, devono essere stati molto cattivi i cristiani cattolici europei se il loro capo auspica e incoraggia l'invasione musulmana dell'Europa e la conseguente sottomissione all'Islam dei cristiani.
E pensare che è evidente la superiorità morale dei vangeli cristiani sul Corano islamico, un trattato politico del VII secolo dopo Cristo spacciato per testo divino al solo scopo di renderlo immutabile e incensurabile e inattacabile, uno strumento legslativo ideale per governanti dispotici e tirranici.
Se nello statuto fondativo di qualche associazione si trovasse contro i non soci  "Uccideteli ovunque li incontriate" sicuramente sarebbe considerata un'associazione a delinquere. Ma questo sta scritto contro i "miscredenti" (tutti i non islamici) nella Sura V del Corano,  documento fondativo dell'Islam. E si continua invece a considerarlo una religione.
Chissà per quali interessi personali o di parte molti politici italiani non denunciano l'evidente incompatibilità  tra Corano e Costituzione e vogliono dare a tutti la cittadinanza italiana, anche a chi considera assolutamente prevalente il primo sulla seconda, la legge "divina" su quella umana.
E il capo della Chiesa Cattolica non invita i cristiani a far conoscere il Vangelo, a evidenziare quanto sia moralmente superiore ed accettabile un testo che non stabilisce regole e sanzioni come fa il Corano (documento politico) ma indica comportamenti etico-morali (documento religioso), ma invita i fedeli ad accogliere indiscriminatamente tutti gli invasori, senza escludere quelli che ritengono loro dovere uccidere chi non è islamico o non vuole più esserlo.
Per persone libere da minacce e pregiudizi basterebbe confrontare i testi evangelici e quelli coranici per scegliere quello più umano ed esclusivamente religioso e meno strumento politico totalitario, quello per gente pacifica e quello per gente bellicosa.

VANGELI
« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la Terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli »   (Matteo 5,3-12)
 « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti »   (Matteo 22,37-40)

CORANO
33. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso" [Sura V, Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita)]
Corano,
191. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti. [Sura II, Al-Baqara (La Giovenca)]

Chissà di cosa sono colpevoli i cristiani europei per meritare di essere islamizzati. E come l'islam si è sempre espanto Benedetto XVI l'ha ricordato ma è stato zittito e  non sembra preoccupare Francesco.

 

 

martedì 21 novembre 2017

Promesse

Caro Berlusconi, in vista delle prossime elezioni lei promette di portare le pensioni minime a 1000 euro mensili per 13 mensilità. A garanzia di questo lei afferma che aveva promesso di portare le pensioni minime a 1 milione di lire mensili e questo il suo governo ha fatto. Un milione di lire sono 516€ al mese. La mia pensione mensile è di 499,45€ e solo grazie a governo diverso dal suo c'è una "14ma mensilità". Vorrei capire se si tratta di un errore o se non è vero che tutte le pensioni sono state portate a 516€ al mese. Nel primo caso dovrei far presente l'errore all'INPS e chiedere rettifiche e conguagli, nel secondo caso non posso crederle quando afferma che saranno portate tutte a 1000€. Siccome anche mia sorella si trova nella mia condizione, stento a credere alla coincidenza di due errori simili e penso che per altri motivi le nostre pensioni pagate con anni di contributi siano appena confrontabili con quelle di persone che mai ne hanno pagati e magari sono venute qui solo per beneficiare di quelli altrui.
Ma anche ammesso che si avveri la sua promessa, per quelle di noi sposate si presenterà un altro problema.
Salvo errori, per una pensione netta di 1000€ euro quella lorda è 1120€. Se il marito ha una pensione lorda di 1665 euro insieme superano i 36151,98 euro lordi annui, limite di reddito oltre il quale non hanno più diritto all'esenzione dal ticket sanitario. Questo in forza di una norma calcolata ai tempi in cui lei è entrato in politica e mai aggiornata da allora. Norma che non considera la perdita del potere d'acquisto in questo quarto di secolo, punisce le famiglie più numerose non considerando il numero dei componenti e discrimina i coniugi, tassati quando il loro reddito medio supera la metà del limite per i non sposati. Una vera e propria tassa sul matrimonio e in contrasto con gli articoli 29 e 31 della Costituzione. Le tasse sanitarie non sono poca cosa e  crescono col crescere degli anni di età.
Va bene che la Costituzione prevede la progressività della tassazione, ma mi sembra un tantino esagerato che aumenti col diminuire della capacità contributiva e col crescere dell'età. Ma questo è successo: grazie all'inflazione abbiamo superato il limite di reddito per l'esenzione dal ticket, siamo diventati più poveri ma dobbiamo pagare una tassa  prima non dovuta, siamo diventati più vecchi e malati e dobbiamo pagare più ticket.
Paradossalmente lo Stato considera il matrimonio comunione delle entrate ma non delle spese: se la somma dei redditi supera il limite si paga il ticket, ma le spese sostenute per il coniuge con pensione tra 2840,52 e 7750 euro non possono essere da lui detratte perché incapiente né dal coniuge perché non ne è a carico.
Magari, signor Berlusconi, potrebbe anche impegnarsi di rimediare a questi obbrobri, anche se forse non riguardano moltissimi elettori e rimediarvi non costa moltissimo.

 

 

Egoisti

Mi pare pacifico che mentre i giovani hanno buone possibilità di diventare vecchi, i vecchi non hanno assolutamente nessuna possibilità di diventare giovani. Non capisco il risentimento degli attuali giovani verso chi più non lo è, considerato che loro saranno i vecchi del futuro. I "giovani" di 40 anni forse non pensano che quelli che ora di anni ne hanno 75 alla loro età avevano già lavorato per 20-25 anni e che per più di 40 anni  hanno pagato contributi per avere una pensione. Se poi i contributi che pagavano sono serviti invece per pagare le pensioni ai loro padri non se ne può fare una colpa. Altro consueto addebito è che la loro pensione non è contributiva ma retributiva. In realtà questa tiene sì conto delle ultime retribuzioni ma anche del numero di contributi versati, se non del loro ammontare. Sono sempre stato contrario a un sistema pensionistico che ha permesso a non pochi furbetti di gonfiare la loro pensione gonfiando le ultime retribuzioni, specialmente nel settore pubblico o semipubblico. Sarebbe stato molto più equo un sistema che considerava i contributi versati purchè equamente rivalutati. Avendo avuto problemi negli ultimi anni di lavoro, io credo di essere stato danneggiato dal calcolo su retribuzione reale inferiore rispetto a quella percepita negli anni precedenti, ma sarebbe stato peggio considerare senza equa rivalutazione i contributi versati nei miei primi anni di lavoro, quando la mia retribuzione era l'equivalente di 18,08 euro al mese, lavorando 44 ore alla settimana per 50 settimane all'anno. Non credo che i giovani attuali la accetterebbero, ma molti di quei vecchi egoisti non se la sentivano di rifiutarla.

 

 

giovedì 19 ottobre 2017

VOTATEVI


Cari deputati e senatori della maggioranza, alle prossime elezioni votatevi pure: io non lo farò.
Sono passati i tempi in cui dicevate che se le cose andavano male era tutta colpa di Berlusconi che aveva governato mille anni negli ultimi cinque. Da anni avete governato voi ed è tutta colpa vostra. Magari l'opposizione avrebbe potuto farsi di più sentire, anche se contro la vostra incostituzionale ma legittima maggioranza ben poco poteva fare.
Vi impegnate nel Rosatellum, nello ius soli, nelle beghe pro e contro Renzi, nella rottamazione e riesumazione di vecchi esponenti, vi occupate della Banca d'Italia, di partito, di padriboschi e renzi, della tutela delle vostre poltrone e prebende. Vi vantate di avere creato mille nuove leggi che si aggiungono ai milioni di leggi esistenti, prevalentemente sbagliate, inutili o dannose, dimenticate, inosservate, complicate. Vi vantate di avefe reso ancor più intricata la foresta legislativa e non di averla sfoltita e resa più praticabile dai cittadini. Nessuna persona normale può attraversarla senza pagare qualcuno che le faccia da guida. Tante leggi sono fatte apposta per rendere indispensabili avvocati o  patronati dei sindacati che ovviamente non lavorano gratis. E mentre siete in tutt'altre faccende affacendati non potete pensare all'INPS, che pure qualcosa costa ma non riesce a far bene il suo lavoro. Sento di innumerevoli errori da essa commessi nel calcolo delle pensioni e di conseguenti richieste ai pensionati di rimborsi per migliaia di euro e di pensionati che hanno chiesto e ottenuto dall'INPS rimborsi. Ma mentre l'INPS cerca e trova gli errori che hanno comportato pensioni superiori al dovuto non fa altrettanto per quelle liquidate in misura inferiore. La leggi sono tante e complicate, ma ci si aspetta che l'INPS sappia almeno calcolare il giusto: errori possono esserci, ma l'intervento dei patronati dovrebbero essere l'eccezione.
Poi si scopre che chi, nato o arrivato in Italia, non ha versato all'INPS un centesimo e gode di pensione sociale a carico della comunità può percepire grazie ai patronati anche 650 euro mensili mentre chi ha lavorato e versato i contributi per anni non arriva ai 500 (499,43). Chissà se è per l'assurdità della legge o solo perché sbagliando si fida dell'INPS e non ritiene giusto foraggiare i sindacati.
Non vi voterò, cari parlamentari di maggioranza, perché tutti impegnati ad approvare leggi che dite di equità e civiltà non trovate il tempo per leggi eque e civili.
Avete detto questione di equità dedicare tempo e trovare il modo per dare i famosi 80 euro al mese a chi ne aveva 800 ma non per darli a chi ne aveva meno, per darne 160 alle famiglie che ne avevano 1400+1400 e zero a quelle con 1600+zero o 650+650. Lo stesso per dare 500 euro per il divertimento e avere il voto di chi diventava maggiorenne nell'anno ma non per il vitto di chi non arrivava a fine mese.
Dite questione di civiltà approvare a tappe forzate lo ius soli, cioé sostituire l'esistente legge sulla cittadinanza con una molto più permissiva e molto meno meritoria ma non trovate il tempo per superare il fatto che "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo." e per civiltà aggiornare i limiti calcolati 25 anni fa.
Dite questione di civiltà avere trovato tempo e modo di approvare le unioni civili, ma non lo avete trovato per modificare la norma sui ticket sanitari che  penalizza il matrimonio esentando dal pagamento le persone singole o non sposate con reddito annuo lordo fino a 36151,98€ mentre per le persone sposate tale limite è raggiunto sommando quelli dei due coniugi. In pratica le persone sposate sono esenti solo con reddito medio pari alla metà di quello delle persone non sposate, in evidente contrasto con la bella costituzione che dice: "Art. 29.La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia".
Cari deputati e senatori dei partiti di governo votatevi pure.



 

 

martedì 3 ottobre 2017

FAQ


Uno va sul sito internet del ministero della salute e trova
"Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo."
Pensa allora: "Ma che bravi quelli del Ministero della Salute e quelli del governo tutto, che bravi la ministra Lorenzin e il primo ministro Gentiloni: si preoccupano per evitare iniquità, per evitare che la progressività dell'imposta significhi che, per colpa dell'inflazione, uno più diventa povero  e più tasse deve pagare."
Poi scopre che quella cosa là è sul sito ministeriale almeno da un decennio e che  Lorenzin e Gentiloni non sono migliori dei ministri e primiministri che li hanno preceduti. Come quelli continuano a prenderci in giro e a non fare niente, a meno che i collaboratori del ministero della sanità e del governo non siano talmente pigri o incapaci da impiegare decenni per risolvere un problema non molto complicato.
Ma se davvero la soluzione richiede moltissimo tempo ne spieghino i motivi: di bilancio, di voti o di semplice calcolo proporzionale.

 

 

lunedì 25 settembre 2017

Cittadinanza

Un tempo la cittadinanza era una cosa seria, questione di nascita, questione di patria, questione di sangue. Ora è solo una questione elettorale.
Non importa se l'allogeno non è riconoscente per i benefici che ha senza merito e solo grazie al lavoro di generazioni di italiani. Non importa se pensa che tutto gli sia dovuto, magari solo per avere pagato lo scafista. Non importa se non si sente italiano. L'importante è che sia riconoscente verso chi gli da diritto di votare regalandogli la cittadinanza italiana ed europea e alla prima occasioni gli dia il suo voto.
Il voto è l'unico diritto che ora non ha e che comunque non potrà far valere prima della maggiore età, praticamente come ora se davvero vuole.
Ma ogni promessa è un debito e il PD deve aver promesso lo "ius soli" alla sua rappresentante africana in Europa e ius soli deve essere, anche se non assoluto: questione di civiltà, non importa quale.
Non basta che casualmente uno sia nato in Italia, che capisca e parli l'italiano e magari il dialetto locale, che abbia frequentato le elementari italiane se non si sente italiano, se la sua idea di civiltà è incompatibile con la civiltà italiana che disprezza, se la fede in cui crede è in contrasto con la nostra civiltà e la nostra Costituzione. Se è un bravo credente l'unica legge che rispetta è quella pensata quattordici secoli fa per bellicosi maschi desiderosi di sottomettere donne e infedeli. Con o senza la cittadinanza italiana, un credente non vuole e non può integrarsi con noi miscredenti, ma dominarci o eliminarci.
I miei bisnonni erano veneti da prima che il Veneto fosse Italia; poi sono stati anche italiani come i miei nonni e i miei genitori perché il Veneto era Italia. Io che non vivo in Veneto da più di 40 anni mi sento sempre veneto e quindi italiano se il Veneto è Italia ed europeo se l'Italia è Europa. Penso che anche per gli afroasiatici sia la stessa cosa, ma mentre il Veneto è parte della storia e della civiltà d'Italia e d'Europa non so se si può dire lo stesso delle patrie africane o asiatiche.

 

 

sabato 26 agosto 2017

Papi

Non mi aspetto che Papa Francesco indìca crociate contro i musulmani come fecero suoi lontani predecessori, non mi aspetto che promuova sante alleanze per contrastare il dominio islamico come fece Pio V ma che almeno pensi ai cristiani e non favorisca senza se e senza ma l'invasione islamica e la trasformazione dell'Italia e dell'Europa da paese cristiano a paese musulmano. Già l'Europa e l'Italia si stanno scristianizzando o non sono più cristiane da tempo, ma non è proprio il caso che la svanente religione cristiana sia sostituita da quella islamica,  una religione palesamente pacifica da una palesemente bellicosa, una religione che dice "date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare" da una in cui questa distinzione è inimmaginabile, a prescindere dai comportamenti effettivi di cristiani e islamici. L'eventualità di assimilazione di musulmani e di loro conversione al cristianesimo è quasi inesistente ed è molto più facile che un cristiano in cerca di religiosità si converta all'islam anche perchè il sentimento fideistico è forte presso i seguaci di Maometto e debole fra quelli di Cristo e questo dovrebbe preoccupare il capo della cristianità. Ma il motivo principale è che l'Islam è religione violenta che si impone con la forza e con la forza impedisce la conversione ad altre religioni. Benedetto XVI aveva chiara questa caratteristica islamica ma Francesco sembra subirla senza opporsi. Basta leggere i Vangeli e il Corano per capire quanto siano moralmente superiori i primi al secondo, che, a parer mio, non è nemmeno un testo religioso ma una raccolta di regole politiche presentate come dettate da Dio per essere osservate dai credenti. Regole fatte per un popolo di guerrieri conquistatori di 14 secoli fa, un'ideologia da imporre con la forza come il nazismo e marxismo. Il cristianesimo si fonda sulla forza della ragione di persone pacifiche, l'Islam sulla ragione della forza di persone bellicose. Il capo dei cristiani non dovrebbe accettare il prevalere di queste regole violente e del tutto contrarie ai principi cristiani, invocare l'accoglienza indiscriminata senza nemmeno un cenno di condanna dei precetti coranici, non solo contrari al cristianesimo ma anche inaccettabili e anacronistici nel mondo occidentale. Pur auspicando l'accoglienza dovrebbe mettere in guardia i cristiani dai pericoli dell'islamizzazione, dovrebbe chiedere agli islamici non di non credere in Allah ma di considerare Corano e Maometto per quello che evidentemente sono: un programma politico e un capopolo.
Libero Francesco di pensarla come vuole sullo ius soli, libero di applicarlo nello Stato di cui è monarca, però i governanti italiani non possono pensare all'intero mondo come deve fare il capo della Chiesa Cattolica ma prima di tutto agli interessi dei cittadini italiani, anche ricordandosi delle parole di Cristo: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (Marco 7,27). 

 

 

giovedì 27 luglio 2017

Dire e fare


Uno apre la Costituzione della Repubblica Italiana e trova:
 "Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio......Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose......".
Pensa sia bene che nella Costituzione sia scritto questo ed è certo che il legislatore abbia fatto e faccia di tutto per osservare il dettato costituzionale.
Ma poi si rende conto che l'unica famiglia di cui i politici attuali si siano occupati per favorirla è quella fondata sul matrimonio uomo-uomo o donna-donna, cui sicuramente settanta anni fa i costituenti non avevano pensato.
Si sono sì occupati anche di quella fondata sul matrimonio cui pensavano i padri costituenti come tutti al mondo,  ma certamente non per favorirla. Settant'anni fa non immaginavano che i figli si scegliessero e ordinassero in internet: è questione di civiltà, ci dicono. Ma i nostri padri costituenti erano incivili, come tutti a quel tempo. A quel tempo tutti ma proprio tutti con matrimonio intendevano quello uomo-donna, quello da cui possono nascere figli; a quel tempo pensavano che il matrimoio dava una certa stabilità alla famiglia e maggior tutela ai minori .
Per la legge italiana vigente quel matrimonio è qualcosa di abominevole da punire quanto più possibile. E così il matrimonio vale per sommare i redditi dei coniugi ed escludere per eccesso di reddito la famiglia dai benefici che senza matrimonio altrimenti avrebbe. Ma non vale per sommare le spese dei coniugi e consentire sempre a carico del coniuge "capiente" le spese sostenute per il coniuge "incapiente". E così le persone sposate sono penalizzate rispetto a quelle con uguale reddito non sposate: capita per la tassa sanitaria (ticket), per il trattamento pensionistico, per le spese sanitarie, per le spese di ristrutturazione e per tutte quelle che prevedono agevolazioni fiscali (di cui peraltro non godono nemmeno i non sposati a basso reddito).
Considerando che nel matrimonio all'antica spesso capitava che per dedicarsi alla famiglia e crescere i figli uno dei coniugi non potesse prestare normale lavoro retribuito,  il matrimonio (per ora) vale per la pensione di reversibilità e gli omossessuali lo pretendono. L'unica speranza è che gli sposi gay si trovino danneggiati come gli altri, che si facciano sentire come loro sanno ben fare e che quanto subito otterranno sia esteso anche agli sposi all'antica.

 

 

mercoledì 28 giugno 2017

Vorrei capire


Vorrei capire, vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale motivo nessuno si preoccupa di rimediare ad una norma palesemenente ingiusta. Parlo dell'esenzione  dal pagamento della tassa sulle prestazioni sanitarie (detta ticket) per i minori di 6 e i maggiori di 65 anni di età.
Ammesso che sia opportuno un trattamento di favore per queste fasce di età, la norma vigente, che fissa in 36151,98 euro il reddito complessivo famigliare lordo annuo (RCFLA) superato il quale non spetta l'esenzione, è palesemente ingiusta perché:
  • applica a redditi del 2017 un valore calcolato per redditi anteriori al 1994;
  • dal dicembre 1994 a maggio 2017 l'indice del costo della vita in Italia è aumentato del 53,8% (vedi);
  • il limite che allora era Lit 70 milioni è ora € 36151,98, cioè lo stesso di allora ma espresso in euro (70.000.000/1936,27);
  • un valore anche se giustamente calcolato che era valido per il 1994 non può esserlo nel 2017, o era giusto allora e sbagliato ora o viceversa;
  • tenendo conto dell'inflazione il limite attuale dovrebbe essere   € 55600;
  •  36151,98 oltre a non essere rivalutato, anche se "il problema dell'adeguamento al costo della vita è da tempo (10-15 anni) all'attenzione del Ministero della Salute e del governo tutto", è pure ridicolo, non è nemmeno arrotondato e manifesta la sua origine novecentesca preeuro;
  • una persona o una coppia sposata o una famiglia che nel 1994 era esente perché il suo RCFLA era ben 30% sotto il limite se è ancora viva nel 2017 deve pagare il ticket, bastando avere avuto da allora un aumento del reddito del 45%, insufficiente per adeguarlo al costo della vita  ma più che sufficiente per superare il limite mai rivisto, in pratica è diventata più vecchia, più malata, più povera e più tassata;
  • con RCFLA 36151,98€ si è esenti, con 36152€ si paga la tassa e se questa in un anno supera € 0,02 (e lo supera sicuramente) il tassato diventa più povero dell'esentato per tutta l'eccedenza;
  • essendo il limite uguale sia per famiglie di 1, 2 o più persone più queste sono numerose e più basso è il reddito medio oltre il quale sono tassate;
  • un pensionato non sposato è esente con il doppio del reddito medio di una coppia sposata;
  • le coppie regolarmente sposate pagano la tassa mentre non la pagano quelle con uguale reddito non sposate, in disprezzo alla Costituzione della Repubblica Italiana che recita "Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio......Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenzela formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose......".
Poichè nessuno parla di modificare questa norma (e altre, vedi) vorrei sapere se qualcuno mi può chiarire:
  • se mi sbaglio a ritenerla iniqua essendo invece giusta e non anacronistica;
  • se pur considerandola sbagliata a nessuno interessa renderla più equa in quanto riguarda un numero troppo piccolo di persone, troppo pochi elettori;
  • se, al contrario, non si vuole modificarla perché riguarda un grandissimo numero di persone e renderla equa comporterebbe un enorme costo, insopportabile per le casse statali.
Io sono convinto che ai politici non interessa se una cosa è giusta o sbagliata, non interessa se grava molto o poco sul bilancio statale, interessa solamanete quanti voti può fruttare. E non mi piace.

 

 

mercoledì 24 maggio 2017

Lotta alla povertà

Ora tutti i politici di ogni colore si riempiono la bocca con "lotta alla povertà"  da fare così o cosà. Per il momento si continua invece la lotta ai poveri, come si fa da sempre, con i governi di ogni colore. Capita tutti i giorni di essere troppo poveri e di non potere conseguentemente beneficiare dei vantaggi concessi a chi è meno povero. Così con un provvedimento definito di equità dai  governanti si è dato ottantaeuroalmese a chi aveva un certo reddito ma non a chi aveva meno: lotta ai poveri. Così se uno deve ristrutturare la casa dove vive ma non è abbastanza ricco da pagare abbastanza Irpef per potervi detrarre le agevolazione previste non ha alcuna agevolazione: troppo povero. E la lotta ai poveri continua con mille altre agevolazioni riservate ai ricchi o ai meno poveri: se uno compra una poltrona, una caldaia, un condizionatore e non so cos'altro lo pagherà di più di chi non è povero quanto lui: lotta ai poveri. E per potere dare le agevolazioni agli altri deve pagare più di IVA e di tasse: il danno e la beffa. Anche se si ammala non potrà avere i rimborsi concessi ai più ricchi perché troppo povero e nemmeno le esenzioni dalla tassa sulla salute (in italiano detta ticket) concessa ai più poveri o autoproclamatisi tali perché non abbastanza povero. Se poi ha avuto la malaugurata idea di sposarsi e mettere su famiglia peggio per lui. Se non è abbastanza ricco da potersi permettere le detrazioni potrebbe beneficiarne un familiare ma con più di 2840,51€ all'anno non si può essere a carico di nessuno e nessuno può addossarsi spese e detrazioni. 2840,51€ all'anno sono 7,78€ al giorno, un quinto di quelli che servono per mantenere un finto profugo, un decimo di quelli necessari per un minore straniero: ma per un italiano sono considerati bastanti per poter essere autosufficienti. Naturalmente se sei un italiano onesto e il reddito è 2840,52€ lo stato lo sa e nessuno avrà i benefici spettanti, ma se sei un africano in Africa nessuno può sapere quanto guadagni e il tuo familiare in Italia continuerà ad avantaggiarsene. 2840,51 sono il valore in euro di 5.500.000 lire calcolate 25 anni fa e da allora mai aggiornato. Anche ammettendo che fosse congruo allora non lo può essere ora: per potere essere considerati a carico si deve essere più poveri di 25 anni fa.
Risale a quel tempo anche il limite di 36151.98€ di reddito familiare complessivo annuo sotto il quale chi ha meno di 6 anni o più di 65 è esente dalle tasse sanitarie. Erano lire 90.000.000 nel 1994, un limite piuttosto alto per quel tempo ma anche allora iniquo valendo parimenti per famiglie di una, due o più persone: evidentemente quante più persone vivono con un certo reddito complessivo tanto più basso è il reddito medio pro-capite e tanto più povere sono. Al cambio di 1936,27 lire per un euro quell'importo è ora 36151.98€, nemmeno arrotondato a 36152, ma con questo reddito si è molto più poveri che nel 1994. Ma nient'altro è cambiato: una persona non sposata ultrassessantacinquenne con 36151€ di reddito non paga "ticket" mentre due coniugi ultrasessantacinquenni con reddito di 18075€ ciascuno o 30000€ l'uno e 6152€ l'altro lo pagano entrambi. Sempre lotta ai più poveri.
Mi piacerebbe che invece di parlare inutilmente di lotta alla povertà si abolisse la lotta ai poveri.


 

 

sabato 20 maggio 2017

Vodafone addio?


Credo che non metterò più piede in un negozio Vodafone, sicuramente non andrò mai più nel negozio Vodafone de "il Gabbiano" di Savona. Credo che appena potrò non sarò mai più cliente di Vodafone, dopo 18 anni.
Ho linea fissa, uso poco il telefono, abbastanza Internet (10 Giga/mese) e per qualche mese all'anno non sono dove ho la linea e non la posso usare per niente. Penso di disdirla e passare a rete mobile. Sul telefonino ricevo un sms: "17:11 10/02/17 Da Vodafone. Solo per te, in eclusiva, Giga Extra Special:10GB in 4G a 10 euro ogni 4 settimane! E a soli 10 euro hai anche il Mobile Wi-Fi incluso, fino a esurimento scorte. Offerta valida su nuova SIM dati entro il 26/02. Approfittane subito nei negozi Vodafone". Mi interessa. vado in un negozio Vodafone e ne parlo con un addetto. Avevo però visto anche un'offerta "15 Gb al mese, 149 euro per un anno, 40 euro per il Mobile Wi-Fi".  Chiedo all'addetto se posso attivare questa offerta pagando però 10 euro il Mobile Wi-Fi. Mi risponde affermativamente e mi va benissimo: costa qualcosa in più ma con 15 Gb mensili, posso star tranquillo. Scoprirò poi che questa mia richiesta è stata una pessima idea, ma allora mi parve ottima cosa. Non avevo il pc e non ho potuto controllare come fosse realmente l'offerta. Molto tempo dopo mi è stato detto che valeva solo se fatta direttamente da me on line. Allora non sapevo e ora non so se davvero fosse così, ma in un negozio Vodafone mi aspetto che l'esperto lo sappia e me lo faccia presente, che mi dica che l'offerta non è 15 Giga al mese ma 7 ogni quattro settimane. In ogni caso non mi aspetto che possa davvero capire che preferisco avere 30% di Giga in meno pagando il 15% in più, non mi aspetto che a mia insaputa mi venda un'offerta evidentemente improponibile e inaccettabile. Sbagliando, gli sono grato per avermi fatto avere 15 Giga e il Mobile Wi-Fi a 10 euro, ma in realtà i Giga sono 7 e l'aggeggio l'avrei avuto comunque a 10 euro anche con 10 Giga a 10 euro ogni quattro settimane. Solo dopo avere staccato la linea fissa e cominciato a usare la rete ho scoperto la fregatura: avevo pagato 160 (149+10-2+x) per avere 3Gb meno di quello che potevo avere con 140 (10*13+10) e non so a cosa sia dovuto +x.
Naturalmento ho protestato in negozio,in fb Vodafone, in Reclami Vodafone.
Niente da fare, sembra proprio che per Vodafone il cliente abbia sempre torto.
Per carità, con un po' di accortezza, di connetti e sconnetti, anche 7 Giga si possono far bastare, ma non è quello che ho chiesto e neppure almeno quello offertomi con sms: l'esperto Vodafone non poteva assolutamente  pensare che fosse quello che volevo.
Dopo questo trattamento trovo una beffa le varie offerte Vodafone "10 Giga a 10 Euro" o "10 Giga a 7 euro" che non ho nemmeno modo di accettare. Peccato, perché VodafoneMobileWiFi mi piace. Sarebbe bastato poco e potrei essere soddisfatto: corretta informazione in negozio prima o riconoscimento e correzione dell'errore dopo.


 

 

mercoledì 8 marzo 2017

Vergogna

Uno stato che tassa pesantemente il reddito e quando viene prodotto e quando viene speso e quando viene risparmiato e sugli interessi e sul capitale e sull'inflazione non ha titolo per chiedere ai cittadini tassati di vergognarsi se non pagano tutte le tasse ma dovrebbe vergognarsi di essere così esoso per non sapere usare con giudizio il denaro altrui. Dico stato per dire quelli che di stato vivono e che non si vergognano a pretendere lauti stipendi pagati da cittadini molto più poveri senza fornire loro un servizio adeguato. Parlo di governanti e politici attuali o passati che hanno creato una montagna di leggi inapplicate, inapplicabili, inutili o dannose un mare magnum dove sguazzano furbi e furbetti e gli onesti affogano. Parlo di tutti quelli inutilmente strapagati col pubblico denaro, non di quelli che hanno un giusto compenso per un utile lavoro.
Uno stato che non  difende il suo territorio dalle invasione straniere ma le favorisce, che si vanta di salvare vite straniere e non difende le vite dei suoi cittadini non può chiedere la loro fiducia. Uno stato che più i suoi cittadini diventano poveri e più li tassa non ha titolo per chiedere la loro lealtà. Chi vent'anni fa non doveva pagare tasse sanitarie (ticket) oggi è più povero, più vecchio e più malato e le deve pagare solo perché furbescamente lo stato non ha adeguato al costo della vita il  limite di reddito  per esserne esenti: uno stato che si comporta furbescamente non ha titolo per chiedere ai cittadini di non fare i furbetti Uno stato razzista che antepone il mondo intero ai propri cittadini, che favorisce spudoratamente stranieri e minoranze d'ogni etnia a danno dei propri contribuenti non ha titolo per chiedere loro di accettare entusiasti questa discriminazione o di accusarli di razzismo.Uno stato in cui i ladri hanno diritto ad essere indennizzati e le vittime rischiano il carcere non è uno stato serio.

 

 

venerdì 3 febbraio 2017

Avidità

Dopo avere lavorato una vita e pagato tributi e contributi, una pensione lorda di 100 diventa netta 75. Usando metà di questa per le necessità quotidiane si spende 37,5 e si paga  8,25 di IVA. Il valore netto utilizzato o utilizzabile per se stessi scende a 66,75. Se si deposita in banca il restante 37,5 su quest'importo verrà pagato 0,075 di imposta di bollo. Una piccola cifra ma pagata non sul reddito bensì sul patrimonio, su importi che già hanno pagato imposta. Il netto sarà 66 dopo 10 anni , 65,25 dopo 20 e 64,5 dopo 30 e ancor meno per tasse e accise mentre il valore reale diminuirà ulteriormente per effetto dell'inflazione.
Chissà se "governo ladro" è solo un modo di dire. Avido lo è. E poi dicono disonesto chi magari riesce solo a non essere derubato.
A quanto pare, l'imposta patrimoniale è impostata a criteri di equità all'italiana. Se non ho capito male, su un deposito di 6000 euro é 34,20€ (0,57%), su uno di 30000€ è 60€ (0,20%). Per chi è abituato a difendersi dal fisco o può permettersi validi consulenti, sapendo quando viene calcolata l'imposta (2 per mille sul saldo del conto), è facile ridurne l'importo riducendo il saldo. Un poverocristo che confida in un improbabile fisco onesto paga di brutto.  Sarà opportuno verificare come stanno realmente le cose.

 

 

venerdì 20 gennaio 2017

Equità all'taliana

Tutti o quasi, maggioranza e opposizione, affermano di operare per l'equità. Tutti prima o poi hanno governato, eppure l'equità in Italia mi pare piuttosto strana.
Se sei abbastanza ricco, se hai abbastanza reddito puoi beneficiare di agevolazioni statali per acquisti o interventi di ristrutturazione, Se invece non sei abbastanza ricco o ricca  dovrai sostenere utte le spese senza agevolazione alcuna, penso per castigo della tua incapacità di far soldi.
D'accordo: se non hai abbastanza Irpef da pagare non puoi ridurla più di tanto, se non ne hai da pagare non puoi ridurla ulteriormente. Ma se lo Stato vuole agevolare chi compra bicchieri o case che costano 100 rimborsando il 30%  dovrebbe essere del tutto indifferente ricevere 30 in meno di Irpef o togliere 30 dall'Irpef ricevuta. Almeno per me e credo per tutti è indifferente ricevere 70 invece di 100 o ricevere 100 e dare 30 o ricevere 85 e dare 15: in ogni caso potrò disporre solo di 70. Ma per lo Stato italiano trattare allo stesso modo abbienti e meno abbienti è contrario al suo senso di equità: chi può dare può dare meno, ma chi non può dare non deve ricevere.
Parimenti funziona per le spese mediche. Se hai abbastanza reddito puoi chiedere il rimborso di una parte della spesa, se non ne hai no. Magari se sei disoccupato o disoccupata e non hai reddito non devi pagare il ticket nemmeno per il coniuge se guadagna meno di 2840,51euro all'anno, Se ne guadagna di più ma meno di 11362,05 tu sei esente ma la moglie non è a carico, deve pagare ticcket e se guadagna meno di 7500 euro annui non "è capiente" per eventuali detrazioni. Anche se vivi sola o solo e hai più di 65 anni puoi essere esente da ticket e puoi detrarre parte delle spese se hai reddito lordo tra 7500 e 36151,98 euro annui, ma se sei sposato o sposata e sommando il reddito del coniuge arrivi a 36151,99 euro  entrambi dovete pagare il ticket, mentre se guadagni più dt €2840,51 non sei a carico del coniuge che non può detrarre le tue spese e se guadagni meno di €7500  non hai Irpef da pagare su cui effettuare le detrazioni. Tutto chiaro, semplice ed equo.
Altrettanto equo è per lo Stato italiano non adeguare i limiti di reddito calcolati quasi un quarto di secolo fa ai tempi della Lira in ragione dell'aumento del costo della vita che nel periodo è stato di oltre il 50%
Si può dire che questo anomalo senso di equità viene dal passato, ma i governi recenti non vi hanno posto rimedio, anzi si sono comportati egualmente anche con provvedimenti recenti. I famosissimi 80 euro ("grande momento di equità" secondo il governo che li ha elargiti) sono finiti solo a chi aveva sì meno di 24000 (parzialmente fino a 26000)  ma  più di 8000 euro annui. Due comiugi con reddito totale di 7999+26001 non hanno avuto niente, con 23999+23999 hanno avuto il doppio, coerentemente col criterio italiano di equità.
Così lo Stato italiano trova equo spendere per profughi e truffatori stranieri 35 euro al giono e il doppio per quei minori ma da oltre 20anni considera che moglie e figli nostrani possono  mantenersi con 7,78 euro giornalieri: 2840,51 euro lordi anni è infatti il limite oltre il quale non possono più essere considerati a carico di un familiare. Per equità ed essere trattata come una famiglia di profughi o sedicentt tali, la mia fmiglia di 5 persne avrebbe dovuto disporre di 12775 euro netti mensili e non pagare tasse: assolutamente mai successo.
Pare anche che una persona in Italia non dalla nascita ma solo da qualche tempo e che mai ha versato un centesimo di contributi o imposte al superamento di una certa età abbia diritto alla pensione sociale mentre un italiano figlio di italiani che qui sempre è vissuto e per molti anni ha pagato contributi e imposte abbia solo diritto ad una pensione uguale o di poco superiore.
Un trattamento speciale è poi riservato agli sposati, forse in considerazione della Costituzione che prevede agevolazioni per le famiglie come società naturali fondate sul matrimonio- Pare esista l'integrazione al minimo della pensione, ma non per una persona sposata e se il coniuge ha un reddito decente la sua pensione può essere di soli 250 euro mensili. Si sommano i redditi dei coniugi per il raggiungimento della soglia oltre la quale non spettano esenzioni dalle tasse sanitarie, ma le spese dei coniugi sono cumalabili per eventuali detrazione solo se il reddito di uno dei due non supera 2840,51 euro lordi annui, ben 7,78 euro giornalieri sempre che risultino conviventi anagraficamente e non solo di fatto.
Probabilmente rientra nel concetto nazionale di equità tassare il reddito man mano che si forma e ritassarlo qualora si decidesse di depositarlo in banca anziché sotto il materasso, magari solo per evitare molto possibili rapine.