lunedì 20 febbraio 2012

Redditi

Già mi irrita dover rinunciare a parte del mio reddito per pagare stipendi dieci volte più grandi a persone che in qualche modo posso scegliere (votando la persona o la lista cui appartiene), m'irrita ancor di più se la rinuncia è per strapagare persone scelte dai vertici RAI ed avere in cambio predicozzi o scemenze che mi costringono a cambiar canale. Grazie Rai.


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sabato 11 febbraio 2012

Chiacchiere

Credo li chiamino talk-show: un conduttore, alcuni invitati e tante ciacole. In alcuni politici e giornalisti parlano di politica, di economia e altro. "Si deve cominciare a parlare delle cose serie, delle cose importanti, di quello che serve al Paese" ripetono sovente. Sempre meglio parlare di queste cose che di "Grandi Fratelli" o "Isole dei Famosi" (programmi che non amo, ma in vero non conosco: potrebbero essere bellissimi e non lo so), sempre meglio che parlare sempre di S.B. e della sua corte, sempre meglio che spettegolare di questo e di quello. Ma quando anche si cominciasse a parlare di cose serie, di cose da fare, per mesi anni lustri saranno sempre e solo discussioni: io ho ragione, tu hai torto, questo è sbagliato, quello è giusto, meglio così di cosà, altre sono le priorità, bisogna pensare al Mezzogiorno, alla mattina e alla sera. Ancora e solo ciacole. Forse qualche volta sarebbe bene cominciare a fare cose serie, cose importanti, quello che serve al Paese: ma si sa, "tra il dire il fare in mezzo c'è il mare".


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venerdì 3 febbraio 2012

La ministra Fornero.

Non vuole essere chiamata la Fornero. E va bene: non chiamiamola "la Fornero", non perchè sia meglio chiamarla "Fornero".
Da sempre famigliarmente premettevo l'articolo al nome di donna e l'omettevo davanti al nome di uomo: la Lucia e Marco; poi  ho scoperto che qui fanno il contrario: Stefania e lo Stefano(1).
Con i cognomi quasi  tutti usano l'articolo se si riferiscono a donne o bambine, conseguentemente senza articolo si sa che si riferiscono a maschi: tutto qua, senza offesa per nessuno.
Personalmente ritengo preferibile fare come  fanno abitualmente i francesi: [la] signora Fornero e [il] signor Fornero.
Da noi non usa molto e comunemente si dice Mussolini e la Pettacci, Caruso e la Callas, Napolitano e la Jotti, magari preceduti dal titolo on. dott. avv. ecc.
Io non la chiamerò il ministro Fornero, nemmeno il signor ministro Fornero solo perché per moltissimo tempo ci sono stati solo ministri maschi, come non chiamo signora maestra il signore che insegna a mio nipote solo perché tutte le altre insegnanti sono maestre.
Cosa mai dovrei dire? Il ministro Fornero è basso [o alto], porta [o non porta] i tacchi a spillo, è un professore sposato con Deaglio?
Se proprio la disgusta essere detta "la Fornero" dirò "la signora Fornero", "la ministra Fornero" o "la signora Ministra Fornero" a meno che siamo per l'abolizione assoluta della distinzione tra i sessi e ci sia indifferente cantare da basso o da soprano, andare dal ginecologo o dall'andrologo.

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(1) Lo Stefano tuttora mi suona ostico, abituato com'ero fra amici a  non usare mai l'articolo "lo" - tranne apostrofato davanti a vocale - e  sempre "el"(il).


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Magistrati

Dopo più di 24 anni (quasi 1/4 di secolo) dall'8 novembre 1987, quando il popolo cosidetto sovrano chiedeva con 80% di sì la responsabilità civile dei magistrati, finalmente qualcosa si è mosso. Non sarà la perfezione ma chissà che finalmente questa sia la volta buona che la legge uguale per tutti valga anche per chi la legge dovrebbe applicare. Naturalmente l'associazione dei magistrati insorge: non è accettabile che anche i magistrati come tutti se sbagliano paghino. Fanno pagare chi sbaglia ma loro non sbagliano o non pagano mai. 
Mi sembra evidente che se uno deve pagare deve essere colpevole, sia esso magistrato o ingegnere idraulico: se un magistrato perchè non sa fare bene il suo mestiere sbaglia a condannare un ingegnere che ha fatto bene il suo mestiere non deve pagare l'ingegnere o io (lo Stato) ma il magistrato.
Non giudico se la norma vada bene così o vada migliorata, l'importante è che finalmente si rispetti la volontà del "popolo sovrano".
Non mi convince chi dice che "i magistrati sarebbero terrorrizzati e non emetterebbero più sentenze a rischio": ma perché non dovrebbe essere terrorrizzato l'ingegnere che oltre a rischiare di fare male il suo lavoro rischia anche per il lavoro mal fatto dal magistrato che lo dovesse giudicare? Eppure continua a fare il suo lavoro, cercando di farlo bene. Non capisco perchè i magistrati lo ritengano inaccettabile e non mi pare che siano sottopagati per il lavoro che dovrebbero fare e fare bene.
Ora non sono terrorrizzati e alcuni o molti di loro si comportano "allegramente", da "irresponsabili" quali sono essendo esclusi dalla responsabilità civile.



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giovedì 2 febbraio 2012

PràivaSi.

Un tempo c'era riservato, privato, personale, riservatezza, discrezione, intimità, etcetera. Anche allora c'erano pettegoli e pettegolezzi (ora gossip), curiosi e impiccioni ma le persone educate non s'intromettevano nelle altrui faccende private.
Oggi abbiamo la pràivaSi (scritta privacy) e abbiamo un ben pagato garante della pràivaSi, un'Autorità (in italiano Authority) che non capisco cosa garantisca o tuteli: ovunque andiamo siamo controllati da videocamere; con le carte-cliente sanno chi siamo, quanti siamo, cosa compriamo, cosa mangiamo e quante volte defechiamo; di chi usa un telefonino sanno dov'è e dov'è stato, con chi ha parlato, chi ha contattato o fotografato; di chi usa bancomat o carte di credito sanno quanto spende e dove. Ora possono curiosare a piacere sui nostri conti bancari, sapere quanto guadagnamo e quanto spendiamo: se spendiamo troppo rispetto a quanto dichiariamo per noi sono guai, se spendiamo troppo poco sono fatti nostri. Forse manca solo una qualche "fibra ottica" nella carta igienica e sapranno davvero tutto: è la pràivaSi.
 



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