lunedì 15 ottobre 2012

Pensione ai defunti

Com'è possibile che venga erogata la pensione INPS a persone defunte "anche da 25 anni"? Sembra non siano solo i cinesi in Italia ad essere immortali, come si narra. Magari 25 anni fa il Comune non aveva la carta per comunicare all'INPS il codice fiscale delle persone morte nel mese o nell'anno, ma chissà perchè non dovrebbe comunicarlo oggi con computer, web e tessera elettronica: come registra il decesso di qualcuno ne viene informato l'INPS che in pochi secondi sa se il defunto percepiva pensione e gliela sospende. Credo che un Comune venga sempre a sapere della morte di una persona se non altro perché - tranne nel caso di certi delitti e di cinesi, appunto - in qualche cimitero deve pure essere seppellito o cremato con tutto il contorno di certificati e autorizzazioni. Per il passato - se non è già stato fatto - non dovrebbe essere impossibile verificare almeno se sono vivi pensionati aventi più di 90 o 100 anni, prima che diventino maggioranza .
 

sabato 13 ottobre 2012

Preferenze

La discussione sulla legge elettorale non mi appassiona: l'attuale legge è criticata da quando è nata, da allora tutti dicono che va cambiata, da anni discutono su come cambiarla e se la cambieranno cominceranno a criticare la nuova legge e a discutere su come cambiarla.
Tuttavia ipotizzo dei calcoli. 

Gli italiani sono circa 60 milioni, di cui 47,5 aventi diritto al voto, votando l'80% i votanti sono 38 milioni, gli eleggibili circa 1000: se tutti esprimessero una preferenza la media sarebbe di circa 38000 preferenze per ogni eletto e potrebbe andare con pogressione aritmetica da un minimo di 1 ad un massimo di 76000 o magari mediamente da 1000 preferenze per il 90% degli eletti a 371000 per il restante 10%.  Se solo il 50% esprime una preferenza si ha media 19000 (da 1 a 38000 o 90% 1000 e 10% 181000), che diventa 57000 (da 1 a 114000 o 90% 1000 10% 561000) se le preferenze esprimibili sono tre. Ovviamente ferma restando la media, le preferenze individuali possono essere le più svariate tra 1 e il totale di preferenze meno il numero degli eletti.
Per evitare i brogli collegati a preferenze multiple basterebbe separare il voto alla lista dalle preferenze: una scheda per il primo più altre tre (piccole e tutte uguali) su ciascuna delle quali esprimere una preferenza. Pur non escludendo altri brogli, così non sarebbe possibile dare un significato alle varie combinazioni dei nomi. 

Non essendo in grado di ben valutare i molti candidati continuerò a non dare preferenze, rimettendomi al giudizio di chi crede di saperlo fare o del partito preferito, sempre che ce ne sia uno.
 

venerdì 12 ottobre 2012

Equità (secondo Monti)


Se non capisco male, supponendo un'inflazione al 3% il blocco della perequazioni funziona cosi:

A) Pensione di 2305 euro mensili = 29,04€ di aumento mensile

=  70% del 3% su 1382,91
B) Pensione di 2304 euro mensili = 66.35€ di aumento mensile

= 100% del 3% su 1382,91 
+ 90% del 3% su (2304-1382,91) 
C) Pensione di 1382 euro mensili = 41,46€ di aumento mensile 
= 100% del 3% su 1382

In pratica:
A ha un adeguamento dell' 1,26%, B del 2,88% e C del 3%
A ha un aumento lordo annuo di 377,52€, B di 862,55€, C di 538,98€
A subisce una perdita lorda di 521,43€, B di  36,00€, C di   0,00€
A avrà pensione lorda annua di 30.343€, B di 30.815€, C di 18.505€
e grazie all'iniquità intrinsica degli scaglioni
A che riceveva 13€ più di B avrà 472€ meno di B.
Ovviamente quisquilie anche per chi avesse solo lo stipendio (pardon, indennità) di senatore a vita.

Naturalmente, se vale quanto ha stabilito la Corte Costituzionale, le perdite di pensione equivalgono a imposta e non è ammissibile sia pagata solo dai pensionati.
 

giovedì 4 ottobre 2012

Popolo sovrano.


"Abbiamo la Costituzione più bella del mondo", "La costituzione non si cambia" dicono, proclamano. Ma non c'è nessuna necessità di cambiare la costituzione, basta ignorarne i punti sgraditi. Partiti e sindacati non sono proprio come i costituenti li pensavano, ma chi se ne frega. La sovranità appartiene al popolo, ma chi se ne frega. Il popolo sovrano consultato con referendum afferma che non vuole più sovvenzionare i partiti: ma chi se ne frega, basta cambiare nome ai finanziamenti e chiamarli rimborsi e tutto continua come prima, peggio di prima. Cambiano perfino il significato dei vocaboli italiani, chi se ne frega. Il rimborso - "Restituzione di denaro speso per interesse di altri" - viene dopo spese rimborsabili debitamente documentate, ma loro chiamano rimborso quello che attribuiscono ai partiti o ai gruppi consiliari (cioè  a se stessi) in così larga misura  da poter disporre - tolte tutte le spese per il partito, utili o inutili - di un sacco di denaro che chiunque di loro può usare come meglio crede. "La democrazia costa", "la politica costa". Quanto costi sembra non lo sappia nessuno: nel dubbio abbondano e si assegnano importi che non riescono nemmeno a sprecare per il solo partito e devono ricorrere a sprechi e vizi dei singoli. Non c'è lavoro, non so fare mestiere alcuno? Chi se ne frega, fondo un partito e arrivano soldi a palate.  Chi non paga le "tasse" ruba, ma chi le paga è, volente o nolente, complice di ladri: imprecare contro chi non contribuisce alla tavolata conviviale e nulla dire contro chi ruba le vivande è indecente.