venerdì 26 giugno 2015

Equità italiana

Uno pensa: se devo 100 a Tizio, 90 a Caio, 80 a Giulio, 70 a Lucio e sanno che ho solo metà della somma dovuta, mi par giusto dare 50 a Tizio, 45 a Caio, 40 a Giulio e 35 a Lucio. Ma se il debitore è Renzi pensa sia giusto dare 35 a Tizio, 40 a Caio, 45 a Giulio e 50 a Lucio. 
Tizio  vanta 100 riceve 35 cioè 35%
Caio   vanta  90 riceve 40 cioè 44%
Giulio vanta  80 riceve 45 cioè 56%
Lucio  Vanta  70 riceve 50 cioè 71%
TOTALE       340       170 cioè 50%
Similmente il governo italiano, dopo la sentenza della Corte Costituzionale in materia di pensioni, stabilisce che non può dare tutto a tutti e applicare la sentenza, ma decide di pagare una piccola parte del  dovuto "ovviamente" in maniera inversamente proporzionale all'ammontare del credito.
È vero che la Costituzione recita "Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." ma qui si tratta di altra cosa, si tratta di creditori (pensionati) e debitore (INPS). Ma se anche in questo caso si vuole applicare la "progressività", basterebbe rifondere a tutti la stessa cifra ed automaticamente i crediti maggiori sarebbero rimborsati in misura meno che proporzionale dei minori. 

Questa ossessione per la progressività mi sembra esagerata e che tenda al livellamento, a rendere uniformi i redditi di tutti - casta esclusa - in modo da disincintivare qualsiasi ambizione personale, qualsiasi voglia di fare di più per avere di più: insomma la realizzazione del comunismo.
Ma mentre si ricordano sempre dell'art.53, nessuno mai pensa a "Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose."  Mentre beneficiano i crediti (pensioni) più bassi non tengono in nessun conto della situazione familiare. Poniamo che una coppia di sposi abbia crediti (pensioni) 100+0 e un'altra 70+70: la più povera riceverà 35, la più ricca 100. Equità secondo Matteo.


venerdì 19 giugno 2015

Due conti


Marito e moglie guadagnano insieme ben 36152€ lordi annui, in pratica circa 1050 euro netti mensili ciascuno. Pur essendo entrambi oltre i 65 anni non hanno diritto all'esenzione dalla tassa detta "ticket": in base ad un calcolo fatto nel 1994 con l'equivalente in lire di 36151,98€ di reddito allora si era considerati straricchi, indegni di beneficiare dell'esenzione e siccome l'adeguamento del limite è da decenni "all'attenzione del Ministero della Sanità e del Governo tutto" ma non è stato cambiato nemmeno di 0,02€ per arrotondarlo, oggi in due superano quel limite e devono pagare la tassa. 
Se fossero più giovani e avessero dei figli, con quel reddito non godrebbero dell'esenzione prevista per i minori di 6 anni (e sarebbe peggio).  
Non capisco come si riesca - per quanto accurati si sia - a trovare l'esatto limite sotto il quale sì e sopra il quale no; ancor meno capisco perché non ci sia una qualche gradualità in modo che chi ha un centesimo in più non si trovi alla fine ad avere un sacco di soldi meno di chi ha un centesimo in meno.
Ma quello che trovo del tutto illogico è considerare esente un singolo che da solo guadagni 36151€ e non due sposi che in due guadagnino 36152€, cioè 18076€ ciascuno, la metà.
Il fatto che il limite sia sempre quello fissato 20 anni fa, nel secolo scorso, ai tempi della lira, prima dell'avvento devastante dell'euro è semplicemente indecente: ma questo anche Renzi non lo sa o finge di non saperlo.
Facendo poi due conti, quei coniugi trovano che  un presunto profugo, senza avere mai lavorato, mai pagato contributi e tasse, mai contribuito in qualche modo al benessere del paese, tanto o poco che sia, guadagna (sia pure indirettamente) più di loro: 1085€ al mese e ha diritto gratuitamente a quelle prestazioni sanitarie per le quali a loro due viene richiesto di pagare la tassa.
Se razzismo è atteggiamento discriminatorio a danno di gruppi di persone con caratteristiche comuni, per me questo è razzismo bell'e buono.


lunedì 8 giugno 2015

Illegalità


Mi basta guardare dalla finestra di casa per averne un'idea.

Trovo:
Codice della strada – (VEDI)
Art. 41. Segnali luminosi.
5. .. Le luci delle lanterne semaforiche pedonali sono a forma di pedone colorato su fondo nero. I colori sono:
a) rosso, con significato di arresto e non consente ai pedoni di effettuare l’attraversamento, né di impegnare la carreggiata;
b) giallo, con significato di sgombero dell’attraversamento pedonale e consente ai pedoni che si trovano all’interno dello attraversamento di sgombrarlo il più rapidamente possibile e vieta a quelli che si trovano sul marciapiede di impegnare la carreggiata;
c) verde, con significato di via libera e consente ai pedoni l’attraversamento della carreggiata nella sola direzione consentita dalla luce verde.

articolo 40: Segnali orizzontali
1. I segnali orizzontali, tracciati sulla strada, servono per regolare la circolazione, per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni od utili indicazioni per particolari comportamenti da seguire.
....
c) attraversamenti pedonali o ciclabili; .....
Attraversamenti pedonali .........Strisce pedonali "Zebre"
AMPIEZZA sezione di attraversamento
 2,50 m MIN (locali, quartiere) 4,00 m MIN (altre strade)
SPESSORE singola striscia 0,50 m
DISTANZA tra strisce successive 0,50 m
Colore bianco
 
articolo 190: Comportamento dei pedoni
....
2. I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l'attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri.
....

Dalla finestra vedo un crocevia con tanto di strisce e semafori pedonali e nessuno, proprio nessuno aspettare l'omino verde per attraversare, a meno che non ci sia un veicolo molto prossimo in arrivo; ma  qualcuno neanche allora. Nessuno segue il tracciato pedonale se trova più comodo ignorarlo. Per chi va da Nord a Sud sul lato Ovest della strada, tirare diritto e attraversare dove non ci sono semafori e strisce pedonali è senz'altro più comodo che seguire il tracciato e aspettare tre volte il verde: 1. per passare sul lato Est, 2. per passare a Sud, 3. per tornare sul lato Ovest e proseguire verso Sud. Ma non vedo mai nessuno così paziente.


Se non si pensa "rispetto le regole perché vanno rispettate" ma "rispetto le regole se e quando mi conviene" può benissimo capitare che convenga non aspettare il proprio turno, guidare l'auto col telefonino in mano poggiato sull'orecchio,  evitare di pagare i tributi, rubacchiare il poco o il molto secondo possibilità, magari condannando chi fa lo stesso ma in scala maggiore. E può benissimo anche capitare che chi dovrebbe far rispettare le regole trovi conveniente non farlo.


Non posso pensare che tutti, proprio tutti i miei concittadini ignorino le norme o le violino abitualmente. Forse in qualche altro art. sta scritto che l'osservanza  delle regole è facoltativa o che il Sindaco può emettere un'ordinanza di deroga per cui nell'ambito comunale:
a) rosso, significa dare la precedenza ai veicoli;
b) giallo, significa che seguirà il rosso;
c) verde, significa che si può senz'altro attraversare.
Forse così non è ma così tutti pensano che sia: giovani, vecchi, bambini, italiani, albanesi, nordafricani, subsahariani, indiani, cinesi, mahori, boscimani, ucraini, russi, maschi, femmine, ecc.. E magari sarebbe giusto che così fosse. Non incentiva il rispetto della legalità constatare che tutti o gran parte dei cittadini non osservano le norme magari non solo per propensione all'illegalità ma principalmente perché é troppo gravoso rispettarle, perché le ritiene inadeguate o vessatorie o stupide. E nessuno pensa ad abolirle o a cambiarle e renderle rispettabili e rispettate: tacitamente riconoscono la loro inutilità o impraticabilità o erroneità o assurdità, ma si limitano a tollerare la non osservanza, confermando l'impressione che tutte le leggi siano facoltative e che chi le osserva sempre e comunque non è un cittadino onesto ma fesso. Sempre che ci sia qualcuno in grado di conoscere e osservare tutte le molte leggi che lo possono riguardare nel vivere quotidiano.