martedì 23 aprile 2013

Alleluia!

Alleluia! Finalmente ce l'ho fatta, finalmente sono ricco! Quest'anno non mi è arrivato e non mi arriverà CUD 2013. Non so cosa significhi l'acronimo, ma è la certificazione della pensione corrisposta e dell'imposte trattenute dall'INPS nell'anno 2012. Quest'anno per averlo ho dovuto cercarmelo nel sito www.inps.it, scaricarlo e stamparlo: meno male che il computer funziona, che ho da poco sostituito la stampante e cartucce e che ho ancora un po' di carta, altrimenti avrei dovuto sopportare spese o code presso non so chi.
Così ora dispongo dei CUD 2013 mio e di mia moglie e facendo la somma dei nostri redditi annui imponibili ho superato quota 36151,98 euri: siamo ricchi!
In realtà la mia pensione lorda non è aumentata rispetto all'anno precedente e quella netta è diminuita essendo aumentate non di poco le ritenute, ma quella di mia moglie è aumentata anche se non tanto da avere imposta superiore alle detrazioni spettanti. Ma non disperiamo: prima o poi con gli euri che prenderà potrà comprare la metà del poco che può comprare ora ma avrà la soddisafazione di pagare Irpef.
Sta di fatto che ora siamo più ricchi e più vecchi, avremo più bisogno di cure mediche ma non saremo più esenti da tasse sanitarie (ticket). 

Nominalmente più ricchi, in realtà più poveri: gli adeguamenti delle nostre pensioni sono stati inferiore all'aumento dell'indice del costo della vita che da gennaio 1993 a dicembre 2012 è stato 63,1% (VEDI) mentre i 70.000.000 di lire considerati equi 20 anni fa sono diventati 36151,98 euri in base al cambio 1936,27Lit=1euro, applicato a pensioni e limiti ma non a frutta e verdura, carne e pesce, questo e quello.
Pensando a queste cose m'irrita sentire un Monti parlare di "fedeltà fiscale", chiedere ai cittadini di essere onesti col fisco mentre il fisco è subdolamente disonesto con i cittadini: lo stesso importo non può essere congruo prima e dopo 20 anni di inflazione: o non lo era prima o non lo è dopo o non lo è mai.
Rimane per me un mistero il criterio con cui vennero (vengono) fissati i limiti: magari perché il numero 7 è simpatico o perché qualcuno antipatico ha un reddito superiore o qualcuno simpatico l'ha inferiore, ma dispetto o favore lo si fa una tantum, poi il numero resta quello e chi è sopra paga e chi è sotto no e amen.
Succede così che se la tassa fosse 100 euri, con un euro di reddito in più del limite il "ricco" la paga e il "povero" con un euro in meno no e così il povero sarà di 98 euri più ricco del ricco.
Il bello è che il limite si applica al reddito famigliare, forse attribuendo il significato "ostacola" al verbo "agevola" usato nella Costituzione: "La Repubblica agevola con misure economiche [la famiglia .. fondata sul matrimonio]". Così mentre per un singolo o una coppia non unita in matrimonio si considera il reddito individuale, per le coppie regolarmente sposate  si sommano i redditi di marito e moglie, cioè devono avere metà del reddito richiesto agli altri. Per questo mia moglie sta pensando di chiedere il divorzio, cosi almeno lei potrebbe beneficiare dell'esenzione dal ticket, visto che avendo un reddito troppo alto per essere a mio carico e troppo basso per essere capiente né io ne lei possiamo beneficiare di eventuali detrazioni per le sue spese mediche. Divorzio consensuale e spero solo formale.


giovedì 11 aprile 2013

Tasse occulte

Dicono che lo Stato siamo noi cittadini, dicono che imposte e tasse vanno pagate per avere disponibilità e utilizzo di servizi. A parte il fatto che difficilmente si riesce a trovare la corrispondenza tra  imposte pagate e servizi disponibili e che chi paga più imposte deve pagare più tasse (cioè più uno contribuisce ai servizi resi a tutti più deve contribuire per quelli che riceve), il cittadino deve anche pagare imposte occulte. Una forma di imposta è l'inflazione,  attualmente per fortuna meno pesante del passato: svalutando la moneta lo Stato incentivava l'esportazioni e riduceva il suo debito facendone pagare il costo ai cittadini risparmiatori e a quelli impossibilitati ad adeguare il loro reddito. Non so se si fa ancora la giornata del risparmio, un po' una beffa considerato che il risparmio viene rosicchiato dall'inflazione e dall'imposta patrimoniale e se frutta un qualche interesse è gravato da imposte su un reddito che per i piccoli risparmiatori non arriva a compensare la perdita del potere di acquisto.
Altro modo truffaldino di sfruttare pro fisco l'inflazione è quello di non aggiornare i limiti di reddito sotto i quali si possono avere benefici fiscali (detrazione per i figli, esenzioni dal ticket, ecc.). Così può capitare ad un pensionato che nel 1990 aveva una pensione ben al di sotto del limite previsto per le esenzioni dal ticket si trovi oggi ad avere superato tale limite per solo effetto dei parziali adeguamenti della pensione al costo della vita: ha potere di acquisto diminuito ma rischia di essere sanzionato come truffatore se non si accorge di essere diventato fiscalmente ricco a sua insaputa. 
Un'altra tassa occulta consiste nel trasferire sui privati i costi propri dello Stato, inteso nel senso più ampio di Servizio Pubblico, INPS compreso. Prendiamo per esempio la riscossione delle imposte. Per risparmiare (e meglio colpire) anni fa lo Stato ha delegato la riscossione delle imposte ai sostituti d'imposta. In questo modo lo Stato come ente spende meno, ma se si considera tutto il lavoro che grava sugli altri probabilmente Noi-Stato spendiamo di più. In un'azienda non avrebbe senso abolire un ufficio che costa 100 per assegnare il suo lavoro ad altri con costo complessivo 150 e meno efficienza, analogalmente se lo stato risparmia 100 e fa pagare 100 in meno di imposte ma grava i cittadini di lavoro, spese, perdita di tempo per 150 non fa l'interesse di Noi-Stato ma solo quello dello Stato-padrone.

Anni fa ai sostituti d'imposta fu fatto obbligo di provvedere anche al ritiro della denuncia dei redditi mod.730 e ad effettuare eventuali conguagli. Un'altra furbata per dissimulare un'imposta aggiuntiva. Non so se le cose stanno ancora così, ma so che il mio sostituto d'imposta - l'INPS - non lo fa più.  Prima avevo un servizio rapido e disponevo subito della certificazione "provvisoria" e mi inviava quella definitiva, ora devo rivolgermi a un Caf non altrettanto efficiente (altri saranno più organizzati ma anche più intasati), che invierà via web i miei dati all'INPS che  effettuerà il conguaglio e  li invierà all'Agenzia delle Entrate intestataria del modulo e destinataria finale. Magari l'INPS ha un costo in meno ma qualcun altro ha un costo in più e qualcuno ci guadagna, ma non certo Noi-Stato. Lo scorso anno dopo aver perso il mio tempo per compilare il mod.730 l'ho portato al Caf  che bellamente non ha poi provveduto a inoltrare i dati nelle forme richieste ed io non ho avuto il conguaglio che mi spettava: si trattava solo di inserire in un computer per elaborare e trasmettere i dati da me forniti , cosa che potrei fare anch'io con maggiore sicurezza e senza perdere più tempo di quello che perdo per compliare il mod. 730 a mano, farne una copia, portarlo al Caf e tornare a riprendermi l'elaborato: basterebbe fosse fornito il programma adatto e poter scegliere se farlo da me o rivolgermi ad altri, valutando i costi. 
Mi viene spesso da chiedermi se tutte le complicazioni burocratiche inventate nel nostro paese sono davvero necessarie o se servono principalmente per dar lavoro a Caf, commercialisti, avvocati e magari introiti extra a pubblici funzionari.
Ora l'INPS, credo sempre per ridurre i costi, non invia più il mod. CUD: lo si trova in rete. Per carità, bella semplificazione: ma non tutti usano internet e, per quelli che l'usano, stampante, inchiostro, carta, tempo non sono sempre disponibili e sono comunque un costo supplettivo a quello del computer: un'altra tassa occulta.


giovedì 4 aprile 2013

Stipendi pubblici

Resto del mio parere: i superstipendi a pubblici dipendenti, parlamentari compresi, dovrebbero essere parametrati alla pensione dei cittadini comuni. Quando un dipendente pubblico che riceve dai cittadini italiani 300 mila euro annui si aumenta lo stipendio di altri 60000 euro pensando di meritarseli, ha anche la faccia tosta di dire che i suoi 60000 euro in più costano a ciascun cittadino italiano solo 0,001 euro e quindi, abbia o non abbia l'aumento, non può praticamente cambiare nulla né per i singoli cittadini né per il bilancio statale su cui incide ancor meno. Se però l'aumento del 20% del suo stipendio comporta automaticamente pari aumento per i milioni di pensionati la scusa non regge: o ci sono i soldi per consentire un aumento del 20% a lui e ai pensionati o non ci sono per nessuno. Lo stesso ragionamento vale per lo stipendio iniziale, che andrebbe rapportato alla pensione minima INPS o qualcosa di simile, tipo l'indennità di disoccupazione. Se non possiamo permetterci pensioni minime di 2000 euro mensili non possiamo nemmeno permetterci parlamentari o supermanager a 10000, 20000 o 30000. Si stabilisca per ogni funzione pubblica il rapporto massimo con la pensione minima (esempio: Capo dello Stato 30/1, Primo ministro 15/1, parlamentare 10/1) e lo si sottoponga a referendum: se poi a qualcuno quel rapporto non garba sicuramente ci sarà qualcun altro cui farà gola e non è detto che il primo sia sempre migliore del secondo. Naturalmente nella retribuzione così parametrata vanno compresi tutti gli eventuali benefici in natura.

Presidenziali

Si discute come dovrà essere il nuovo Presidente della Repubblica, non solo se deve essere una persona capace e competente, onesta ed equilibrata, di questa di quella o di nessuna area politica. Dopo anni che si parla di parità fra i sessi si discute ancora se deve essere uomo o donna o per non far torto a nessuno pensare a Vendola. Non vorrei che di questo passo un domani si dovesse decidere se la persona scelta deve essere grassa (Ferrara?) o magra (Fassino?), con occhi chiari o scuri, non avere o avere barba o capelli biondi castani neri o rossi, essere alta o bassa, celibe nubile sposata separata divorziata accompagnata, con o senza figli o nipoti, bocciofila o bibliofila, eccetera,  avendo ogni categoria di persone il diritto ad essere giustamente rappresentata, specialmente se minoritaria.