martedì 29 novembre 2011

Ridere e piangere

Euro 36151,98 è il reddito massimo familiare per esenzione da tasse sanitarie (ticket).
Riporto: "ESENZIONE DALLA PARTECIPAZIONE ALLA SPESA SANITARIA PER PRESTAZIONI SPECIALISTICHE, FARMACEUTICHE E DI PRONTO SOCCORSO PER MOTIVI DI REDDITO" spetta a "SOGGETTO <6 ANNI O >65 IN NUCLEO CON REDDITO <= 36151,98 EURO │ CODICE ESENZIONE E01".

Euro  2840,51
è il reddito massimo per essere considerato "Soggetto fiscalmente a carico di altri".

Euro   185,92 è il limite di reddito da "terreni" massimo per l'esonero dalla presentazione della dichiarzione dei redditi con pensione di 7500 euro.

Euro 28158,28 è il limite massimo di reddito per compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche per l'esonero dalla dichiarazione dei redditi.

Euro  9296.22
è il limite massimo per il non assoggettamento a IRPEF dei compensi erogati per lavori socialmente utili.

Non mi meraviglia se uno Stato che usa simili parametri si becca all'estero qualche risolino, essendo inimmaginabile che i calcoli fatti per stabilire un discrimine tra chi può e chi non può avere diritto a un beneficio siano talmente scientificamente precisi da arrivare al centesimo di euro all'anno: a mio parere per quanto ben calibrati non potranno mai essere equi, al massimo sperabilmente meno iniqui.

Vedendo quelle cifre, a chi è vissuto solo nell'era euro viene da ridere: le considera il frutto della fantasia di un buontempone in vena di scherzi.


A chi invece è vissuto anche nell'era della lira viene da piangere, pensando che sono frutto della divisione per 1936,27 di importi tondi che se potevano essere equi nell'ultimo decennio del secolo scorso non lo possono certamente essere nel secondo decennio di questo secolo, ammesso e non concesso che il divisore fosse perfetto.

Ora il governo Monti vuole distinguersi per sobrietà e equità, quindi mai più parametri ridicoli e iniqui: staremo a vedere.



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sabato 19 novembre 2011

Perché no

Non so se le prossime elezioni saranno sotto la neve o il solleone, con le foglie verdi o gialle, non lo so e non m'importa saperlo: in qualsiasi stagione saranno credo che non andrò a votare.
Avrei voluto votare per chi avesse adeguato al costo della vita i limiti di reddito giudicati equi vent'anni fa o eliminato iniquità evidenti, ma nessuno dei politici - sempre in altre faccende affaccendati - l'ha fatto e non voterò.
Non voterò perché il mio voto, ogni voto è inutile. La maggioranza degli elettori sceglie da chi vuole essere governata, ma qualche magistrato decide se permettergli di governare.
Non voterò perché chi viene eletto non si assume le sue responsabilità e qualcuno decidendo per tutti chiamerà qualcun altro a fare il suo lavoro.
Non voterò perché con qualsiasi legge elettorale il mio voto è ininfluente: scelgo un partito, ma chi viene eletto poi non rispetta il programma di quel partito; scelgo una persona, ma questa non ha nessun obbligo di restar fedele alle promesse fatte, anzi se gli conviene si allea con chi ha fatto promesse contrarie.
Non voterò perché a chiunque vada il mio voto a parole dirà di fare tutto per il bene del Paese ma in pratica farà tutto per il suo bene o per quello del suo paesello.
Non voterò perché comunque governerà chi vuole la magistratura o la BCE o il Capo dello Stato, naturalmente nel rispetto formale delle regole e solo perché gli eletti non sanno e non vogliono lavorare per il Paese: tutti d'accordo nel tutelare i propri vantaggi, in disaccordo su tutto il resto.
Neve, sole, afa, pioggia: qualunque cosa sia quando andranno a votare a me non interessa, salvo imprevisti.



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lunedì 14 novembre 2011

Doppia imposta

Provo a fare un po' di conti teorici.

In un anno guadagno 1000, pago 20% d'imposta diretta, mi restano 800. Faccio acquisti per 500, più IVA 20%, totale 600, mi restano 200.

A. Investo 200 al  2%. Dopo un anno ho 4 di interesse lordo, 1,08 di imposta al 27%, netto 2,92.
Considerando l'inflazione annua al 3%, il risparmiato 200 vale 194 che diventa 196,92 con gli interessi. Su una perdita di 3,08 pago 1,08 d'imposta: c'è chi lo ritiene iniquo perché troppo poco.

B. Con 200 pago il mutuo della casa in cui vivo. Per disporre di 200 ho già pagato 50 d'IRPEF e per l'acquisto della casa ho pagato l'IVA: c'è chi ritiene iniquo non pagare l'ICI sul valore della casa e ovvio non pagare nulla se invece di comprare la casa spendo 200 con le meretrici.

Un gruppo di 10 persone va al bar, spesa 120. Democraticamente scelgono fra ognuno paga la propria quota e chi può paga per tutti. Nove hanno 100, uno ha 200. 

Risultato della votazione: 9 a 1. Uno paga per tutti.


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