mercoledì 23 marzo 2011

Tre parole

Solo tre parole. La frase che spesso sento dire alla TV è "non ho parole". Non "non so cosa dire" o "non so come esprimere la mia gioia (la mia meraviglia, il mio orrore, la mia sorpresa, il mio stupore, il mio dolore, la mia paura)": solo e sempre "non ho parole".
Con tutti i vocaboli che ci sono nella lingua italiana com'è mai possibile che uno non trovi quelli che servono al caso o almeno una frase diversa per dire che non sa cosa dire, non vuole parlare, ha un nodo alla gola o viceversa ha troppo da dire e preferisce tacere, che è senza fiato, senza idee o senza opinioni, che non riesce a rendere quello che pensa. Potrebbe magari dire "non mi pronuncio", "non commento", "s'immagini cosa penso", o magari un veneto "ma 'l tasa ", "no 'l me diga" per esprimere tutto e niente.
Potrebbe dire è terrile, spaventoso, mostruoso, inaccettabile, incredibile, fantastico, meraviglioso, stupendo, magnifico, celestiale, demoniaco, infernale, inumano, bestiale.
E invece sempre e solo "non ho parole", anche quando invece mancano argomenti, idee, pensieri, opinioni.



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mercoledì 16 marzo 2011

Coerenza

Se pensando al Giappone si può pensare di non volere centrali nucleari, non si dovrebbero volere neanche porti, città e paesi sul mare o ad esso vicini, non si dovrebbe vivere in case ma in arche di Noè. Pensando che ogni tanto cade un aereo non se ne dovrebbero più fabbricare, pensando ai tanti incidenti stradali non si dovrebbe più costruire auto, pensando ai morti per armi da taglio non dovrebbero essere fatti coltelli da cucina, pensando che possono attirare i fulmini meglio non piantare alberi; pensando alle dighe che crollano dovrebbero chiudere le centrali idroelettriche, pensando ai danni del carbone, del gas, del petrolio dovremmo far chiudere le altre centrali elettriche; pensando che  pannelli solari e pale eoliche sono brutti da vedere dovremmo anche rinunciare all'energia alternativa; pensando che si produce anidride carbonica non potremmo nemmeno produrre elettricità pedalando; pensando che produrre energia in ogni caso qualche danno comporta non dobbiamo usare elettrodomestici, telefonini, auto elettriche, lampadine; non dobbiamo avere ospedali, ferri chirurgici, protesi dentarie, biciclette, supermercati, CD, PC, contenitori di plastica, pellicce sintetiche, pale eoliche, pannelli solari e ogni altro prodotto moderno: per coerenza dovremmo vivere come si viveva un tempo, senza energia elettrica e magari con le sole energie "naturali" e degli schiavi. Pensando che potremmo fare la fine dei dinosari, che potrebbe arrivarci un grosso meteorite dovremmo vivere nel terrore; pensando che prima o poi a chi nasce succede di morire si può pensare di non avere figli e magari maledire i nostri genitori per essere nati.

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venerdì 11 marzo 2011

Paura.

Ho sentito ieri in TV (Otto e mezzo - La7) il segretario generale dell'ANM dottor Cascini dichiarare la sua contrarietà alla riforma della Giustizia che - dice - in realtà non riguarda la Giustizia ma i Giudici e i magistrati che non potrebbero più agire secondo coscienza ma secondo paura, paura del Parlamento, paura del Governo. Diceva don Abbondio "Il coraggio, uno non se lo può dare": se affermano che i magistrati potranno avere paura, devo pensare che anche ora non tutti i magistrati fanno il loro dovere in coraggiosa onestà, che possono avere le stesse paure anche se provocate da altri. Quei signori maestosamente in toga possono come tutti anche avere paura, subire pressioni, commettere errori: ma chi non ha paura ora non l'avrà neanche allora e viceversa. Credo di sapere cos'è la paura: ho paura di essere intercettato, di essere frainteso, di essere indagato, di essere incarcerato, di vivere anni nell'ansia di essere giudicato, di essere ingiustamente condannato. Non mi occupo di grandi cose e non uso quasi mai il telefono, non è quindi una grande paura la mia, ma non si sa mai. Si dice anche che la paura è necessaria nella vita; è bene avere paura di commettere errori, di doverne pagare le conseguenze, di danneggiare gli altri, di non osservare la legge, di credersi infallibili e impunibili, di non fare bene il proprio lavoro, di non osservare il proprio dovere, di dovere rispondere dei propri atti, aver paura delle proprie responsabilità: non un irragionevole terrore ma una sana giusta paura.
Non vorrei che quello che i magistrati paventano fosse non di perdere autonomia e libertà ma preminenza e privilegi, non di avere paura ma di non fare paura, non di essere ricattati ma di non poter ricattare; non penso che i delegati del popolo siano più temibili e pericolosi di quelli dei magistrati o della malavita.
Forse non tutti i magistrati pensano che tutto va bene, che non c'è bisogno di una riforma ma solo di più disponibilità economiche; non penso che la riforma proposta dal governo sia il meglio del meglio: va letta, discussa, criticata e possibilmente migliorata anche ascoltando la magistratura. I magistrati più di tutti dovrebbero però sapere che spetta a loro applicare le leggi ma spetta ad altri farle: ognuno faccia il suo mestiere e lasci agli altri fare il proprio, non agiti la Costituzione ma l'osservi e non s'immagini provvedimenti punitivi come un bimbo che è stato cattivo.


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giovedì 3 marzo 2011

Repetita iuvant?

Tentar non nuoce: ritorno su una questione vecchia di 17 anni, sperando che a qualcosa serva.
Mi riferisco al limite di reddito oltre il quale cessa il diritto ad esenzioni da tasse sanitarie e non solo.

Il Ministero della Salute dice
FAQ - Esenzioni per reddito
3. Il limite di reddito cui si fa riferimento per il riconoscimento del diritto all'esenzione viene periodicamente aggiornato?


No, è fissato dalla legge e può essere aggiornato solo con una modifica legislativa. Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo.


Il tempo passa e l'attenzione del Governo, come quella dei governi succedutisi dal 1993, non porta a nulla: dobbiamo sperare nei governi futuri? Intanto ...campa cavallo che l'inflazione cresce.
Cliccare QUI  per leggere l'ultimo dei precedenti miei interventi sull'argomento. 

Repetita iuvant? Insisterò.


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