domenica 20 febbraio 2022

Vergognosa ipocrisia

 Si vergognano a chiamare le cose col loro nome capito da tutti e usano l'inglese. L'inglese è perfetto: non solo non si legge com'è scritto ma nemmeno significa quello che dice.

Così per la certificazione vaccinale dicono "green pass": si legge "grin" ed è tradotto "verde" ma non è verde. Dicono che verde sta per quello semaforico, quello che permette di passare: ma non basta "pass" che  anche in italiano può essere inteso come abbreviazione di passaporto o di lasciapassare? Potevano chiamarlo vaccino pass o anche Pippo pass o anche coso19 o coso21.

Per la tassa sulle prestazioni sanitarie dicono "ticket", nome grazioso e polivalente che Google traduce in biglietto, scontrino, tessera, cartellino, etichetta, marca ma invece è tassa.

Per salvare  il pianeta, una piccola parte dei suoi abitanti sì impone di abbandonare fonti di energia ancora disponibili per alternative e costose fonti rinnovabili. E così abbatte alberi per far passare pale eoliche da sistemare sui valichi e dove c'era un prato ora c'è una distesa di pannelli solari. Ed anche per questo usano l'inglese: dicono che è green che si legge grin e Google traduce in verde, fresco, giovane, acerbo, inesperto, novellino. Evidente provano un po' di vergogna qualificare "verde" la distruzione di piante e prati: green è altra cosa.


 

 

giovedì 17 febbraio 2022

Corvée

"corvée ‹korvé› s. f., fr. Nel diritto feudale, serie di prestazioni personali dovute al signore ".

In sostanza è un'imposta pagata non in denaro ma con prestazioni. Ora si parla tanto di ammodernare la Pubblica Amministrazione, ma in pratica si tratta di un ritorno al medioevo e si aggiunge l'antica tassa detta corvée alle imposte e tasse pagate in contanti o, sempre più, con trasferimento di denaro immateriale.

Per ridurre le spese del personale si automatizza, si mettono robot, col risultato che quello che prima faceva un impiegato addestrato in 10 minuti viene fatto da dieci utenti inesperti ciascuno dei quali impiega, quando va bene, 2 minuti. Complessivamente quello che ai cittadini costava 10 costa 20 e non si pensa nemmeno di ridurre la tassazione per quel 10 risparmiato.

Ma non basta. Nessuno ne parla, ma, con la furbata di non adeguare limiti di reddito calcolati nel 1993 al costo della vita aumentato più del 60%, sempre più cittadini, diventati più poveri, devono pagare la tassa sanitaria detta ticket. Un tempo per pagare ai cittadini bastava perdere tempo agli sportelli senza far niente, ora con la procedura modernizzata devono attivarsi per dialogare con macchine non sempre comprensibili o dedicare tempo per pagare tramite banche o altri enti convenzionati e pagare le commissioni. E meno male che hanno abolito la tassa fissa di 10 euro a prescrizione. Però la PA beneficia di risparmi ma il cittadino paga tasse supplementari in corvée e commissioni che sarebbe più logico fossero pagate da chi ne beneficia. L'Italia non risparmia ma spende di più.