lunedì 21 giugno 2010

Pensionate

Tempo fa leggevo titoli scadalizzati perché la metà dei redditi dichiarati dagli italiani è sotto i 10000 euro annui, evidenziando mendacità ed evasione fiscale. Non ho letto gli articoli, ma mi meravigliavo dello scandalo considerato che in casa mia è realtà: il mio reddito è sopra ma quello di mia moglie ben al di sotto di 10000 euro, uno su due come nello scandalo. Forse nel testo avrei potuto capire che erano esclusi i redditi esenti da "dichiarazione".
Ora trovo che il 72% dei pensionati (altra fonte dice 8 milioni) riceve meno di 1000 euro al mese (46% meno di 500 e 26% tra 500 e 1000: media meno di € 9000 all'anno) e che mediamente le donne percepiscono 5200 meno degli uomini, cosa che può rattristare ma non meravigliare. Le donne vanno in pensione cinque anni prima degli uomini e questo "diritto irrinunciabile" ha il suo costo: una pensione inferiore almeno del 10%. Inoltre, molte delle donne attualmente pensionate non hanno "lavorato" sempre: matrimonio e famiglia erano una cosa seria e importante e hanno preferito o dovuto privilegiare la famiglia rispetto al lavoro retribuito. Tutti invocano la Costituzione, ma ricordano solo gli aticoli che gli convengono: chi cita l'art. 21 non cita l'art.15 o viceversa e l'articolo che prevede la tutela della famiglia è quasi dimenticato. Non c'era denatalità, non c'erano asili nido né tutti gli elettromestici e aiuti d'oggi, non tutte avevano una madre cui affidare i figli, non tutte trovavano lavoro: se il marito aveva un impiego che permettesse di vivere con parsimonia, potevano preferire badare alla famiglia, alla casa, crescere "bene" i figli occupandosene personalmente e, perchè no, curarsi del marito permettendogli di sacrificarsi nel lavoro e guadagnare di più. Questo può oggi apparire impensabile, ma - basandomi sulla mia limitata esperienza personale - penso che allora ci fosse meno egoismo, meno "necessità" di consumare, divertirsi, stordirsi, drogarsi e più spirito di sacrificio, senso di responsabilità, solidità e solidarietà familiare.Il marito lavorava e loro erano "casalinghe" cioè facevano un lavoro gravoso e impegnativo senza retribuzione e contribuzione, magari potevano versare contributi volontari, ma la pensione maturata restava bassa. Giustizia vorrebbe che, avendo concorso al "benessere" della famiglia e permesso al marito di guadagnare stipendio e pensione ne fossero contitolari e partecipi. Questo in pratica succede nella mia famiglia e credo in molte altre, in tutte quelle intese come "unità" con impegni, doveri e rispetto reciproci. Ma non è previsto e nemmeno tutelato dalla legge, per la quale non esiste un diritto della famiglia ma tanti diritti individuali. Prevede sì, almeno per ora, la pensione di reversibilità riconoscendo in qualche modo la compartecipazione di un coniuge alla formazione della pensione dell'altro, ma non riconosce un "reddito" familiare se non per penalizzare. Una famiglia di 5 persone con reddito 50000 dovrebbe essere tassata come 5 persone con reddito 10000, indipendentemente dal numero dei componenti che concorrono con entrate e spese a formare quel reddito; invece si tiene conto del reddito familiare solo se permette l'esclusione da esenzioni o riduzioni di tasse (ticket). Naturalmente dovrebbe essere ben chiaro cosa s'intendende per famiglia meritevole della particolare attenzione della Costituzione, con giustizia equità chiarezza e senza finzioni burocratiche esclusivamente formali, magari precisando se il matrimonio ha tuttora valore legale o è solo occasione di risate (da risi/risa), mangiate, bevute e gogliardate.
Si parla di conflitto generazionale, si dice che i giovani pagano per i vecchi e che staranno peggio di loro. Sarà vero, ma forse è solo parzialmente vero. Molti dei pensionati attuali hanno cominciato a lavorare giovanissimi, anche a meno di 14 anni, con scarsa retribuzione e nessuna contribuzione, 48 ore di lavoro alla settimana, due settimane di ferie e 17 festività all'anno; la pensione di vecchiaia a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini pare meritata.
Certo fra i pensionati ci sono anche quelli che lavoravano una ventina d'ore alla settimana, avevano tre mesi di ferie e vacanze varie all'anno, si lamentavano per il basso stipendio e sono andati in pensione prima dei 40 anni: è sempre dura rifiutare o abolire privilegi.

domenica 20 giugno 2010

Speranze

Le frasi fatte mi provocano una sorta di irritazione allergica, specialmente quando penso siano sbagliate.
Capita spesso di sentire alla TV politici, giornalisti, persone importanti constatare, condannare, auspicare, promettere, dire "una svolta a 360 gradi", intendendo un capovolgimento, un testa-coda, un ribaltamento, un dietro-front, un'inversione dell'andamento precedente.
Io ho preso il goniometro ed ho provato: partendo da zero dopo avere contato 360 gradi mi sono ritrovato al punto di partenza. Non credo sia questo che vogliono dire quelle meritevoli persone: chissà se un giorno qualcuno - magari un figlio piccoletto - spiegherà loro che trecentossessanta gradi è sì il massimo, ma è un "angolo giro" e che la nuca si trova a soli 180 gradi dalla fronte. Centottanta è forse troppo modesto per loro, ma più giusto: si accontentino.

sabato 12 giugno 2010

Dicono

Dal 2000 al 2007 il reddito medio è aumentato meno del 24% per i dipendenti privati e più del 47% per i pubblici che si indignano se gli negano altri aumenti nel prossimo biennio e dicono di essere gli unici a pagare e confrontano i loro stipendi con quello dei tedeschi e la loro produttività con quella dei greci e dimenticano che i soldi che prendono e le imposte che versano sono pagate dagli altri lavoratori italiani con meno privilegi e col diritto di poter dire "abbiamo già dato".
Grosso modo in dieci anni quello che costava mille lire costa almeno un euro, le spese sono aumentate più del 100%, gli stipendi pubblici più del 45%, quelli privati più del 25% e la mia pensione meno, ma i limiti di reddito per godere di benefici fiscali sono aumentati ben dello 0%.
Nelle istruzioni per la compilazioni del mod.730/2001 trovo "Coniuge e familiari a carico...Sono considerati fiscalmente a carico se nel 2000 non hanno posseduto redditi ...per un ammontare superiore a lire 5500000 pari a euro 2840,51 ..."; in quelle del mod. 730/2010 la dicitura è identica, manca solo "lire 550000 pari a".
Nel 2000 erano esenti da tasse sanitarie "Bambini sotto i 6 anni - Anziani sopra i 65 anni di età con redditi familiari fino £.7000000 (€ 36151.98)", nel 2010 invece è "fino € 36151.98". In questo caso oltre al ridicolo limite arrotondato al centesimo c'è la trovata del "reddito familiare", cioè del nucleo familiare che comprende "il cuniuge, non legalmente ed effettivamente separato, anche se non convivente con il dichiarante". Peccato che analoga norma non valga anche per le spese sostenute: alcune sono detraibili solo se il coniuge è fiscalmente a carico, per altre deve essere convivente. Capita che con il reddito sotto i limiti fissati nel secolo scorso un coniuge non possa (se poteva) sopravvivere senza l'aiuto dell'altro; capita che il suo reddito superi i famosi (dopo così tanti anni) € 2840.51 ma non € 7500 euro: eventuali spese non saranno riconosciute alla sua famiglia perchè è troppo povero per dover pagare imposta e troppo ricco per essere a carico del coniuge. Capita che da persona all'antica non pensi nemmeno al divorzio e viva sempre col coniuge, che se ci sono soldi ci sono per entrambi, se si deve riparare la sua casa si fa; sono previste agevolazioni fiscali di cui possono benificiare tutti, ma non loro: uno è escluso perché troppo povero, l'altro perché è sì convivente per sé, per la lingua italiana, per tutti ma non per il fisco che scrive "convivente" e legge "con residenza angrafica nello stesso comune" e capita che loro l'abbiano in comuni diversi.
Si diceva che l'inflazione è la tassa più iniqua, subdola e odiosa; con l'euro e relativi impegni, anche da noi non è terrificante come un tempo ma l'inflazione c'è ed è disonesto non cambiare nominalmente nulla e di fatto tassare di più redditi in realtà scemati: un reddito che dieci anni fa una famiglia considerava un sogno oggi è un incubo, maggiormente tassabile.
Di queste iniquità, di queste nefandezze ne parlo da anni ma - pare - sono il solo a farlo.
Ministri, parlamentari, sindacalisti: nessuno se ne lamenta, loro e il loro stipendio - opportunamente adeguato - è al di sopra di queste piccolezze. Eppoi di questi tempi meglio non parlare di queste cose: magari diminuirebbero di pochissimo l'entrate dell'erario, meno di quanto uno dei tanti sprechi ne aumenti l'uscite, ma creerebbero un pericoloso precedente di equità. Meglio mantenere le cose come sono, fra dieci anni nessuno si troverà a poter beneficiare di agevolazioni che andavano bene nel XX secolo, nessuno potrà lamentarsi perché gudagnando un centesimo in più di un altro ne deve prendere qualche centinaio in meno (limiti non graduali) et similia.
E così ogni anno di questa stagione devo controllare che la somma delle nostre pensioni, con cui si compra sempre meno ma vengono rivalutate - non adeguatamente - per l'inflazione, non sia arrivata a superare i 70 milioni di lire (pardon, € 36151.98) lordi, obbligandoci a spese maggiori col crescere dell'età e il diminuire della salute.
Dicono di pensare alle famiglie, ai lavoratori, ai pensionati, alle "fasce più deboli". In realtà pensano solo alla poltrona, ai lauti compensi a spese di chi dicono di difendere. Sì pensano alla famiglia, alla loro famiglia, a come assicurare seggi o "careghete" a sé, mogli, figli, parenti e magari amanti e amici, anche e specialmente quelli che gridano al conflitto di interessi.
Pretendono (non disinteressatamente) che il cittadino sia onesto con il fisco: se ci fosse reciprocità forse non avrei dubbi a considerare mai l'evasione fiscale come legittima difesa.

La chiavetta

Magari mi sbaglio, ma penso proprio che la colpa sia della chiavetta, la chiavetta USB, la pendrive. Te lo vedi un cronista, cui è stato dato accesso ai faldoni delle intercettazioni, copiarsi a mano in uno sgabuzzino del tribunale migliaia di pagine, milioni di parole per poi leggersele con calma, trarne un sunto (credo impensabile altrimenti) e mandarlo al linotypista? Questo sarebbe successo un tempo, ma poi arrivarono le fotocopiatrici e già andava meglio. Con i nuovi mezzi i faldoni nascono da bit, da dati binari, da 0/1, da cariche elettriche +/-, facilmente memorizzabili, facilmente trasferibili in supporti sempre più capienti e sempre meno ingombranti. Oggi in una chiavetta ci sta tutto, il risultato di mesi, anni di intercettazioni su vasta scala (beh, forse no: la necesssità di intercettare sembra non avere limiti): basta inserirla per poco tempo nel computer giusto e si ha tutto in mano e tutto immediatamente stampabile. Solo il costo della carta forse obbliga ad un lavoro di taglia-incolla o forse un senso di pietà verso i lettori meno appassionati delle privatezze altrui.

mercoledì 9 giugno 2010

Province

Non so se sia bene o male abolire le province, tutte o solo alcune. Pare che verranno abolite quelle con meno di 200 mila abitanti e noto una stranezza. Vercelli che fino a 15-20 anni fa era una provincia con circa 360 mila abitanti è ora divisa in quelle di Biella e di Vercelli, ognuna con meno di 200 mila abitanti. Fosse restata unica non rischierebbe di sparire, invece le due attuali dovrebbero confluire in quelle limitrofe: penso Novara per Vercelli e Torino per Biella. Biella però potrebbe sopravvivere perchè prevalentemente montana e annettersi Vercelli: si tornerebbe così all'antico, ma con ruoli invertiti. Tutto un po' strano.
Se l'ente è inutile vanno abolite tutte le province, se è utile può non esserlo quando comprende Biella e Susa lontana 150 Km oppure, come si è ritenuto, Vercelli (agricola) e Biella (industriale).
Non vedo poi un gran risparmio nell'accorpamento di sole 4 province né uno scandalo nella loro sopravvivenza: ben più scandalosi sono i privilegi delle varie caste (politici, magistrati, giornalisti, burocrati, ecc.) e delle regioni a statuto speciale. Queste sì che mi piacerebbe fossero abolite, non come regioni ma come speciali. Se poi Valle d'Aosta (regione-provincia con 127 mila abitanti) e Trentino-Alto Adige vogliono essere Francia e Austria sempre Europa sono, se Sardegna e Sicilia vogliono diventare africane pazienza, spero che Friuli-Venezia Giulia resti Italia.

Una volta che le regioni italiane avranno pari diritti e doveri, se diventeranno responsabili delle loro entrate e spese potranno giudicare ed essere giudicate dai loro abitanti sull'opportunità o meno di creare o abolire province: se la Sardegna può permettersi di avere Carbonia-Iglesias (130 mila abitanti), Medio Campidano (103 mila), Ogliastra (53 mila), Olbia-Tempio (154 mila) forse anche il Piemonte può tenersi Vercelli (180 mila), Biella (187 mila), Verbania-Cusio-Ossola (163 mila) senza chiedere nulla ad altri, né pareri né quattrini.

lunedì 7 giugno 2010

Spiagge

Sei una turista straniera, arrivi in Italia, vai in spiaggia e mentre ti stai godendo il sole arriva qualcuno che vuole venderti qualcosa che non t'interessa e gentilmente rispondi "No, grazie". Se sei fortunata quello altrettanto gentilmente ti saluta e se ne va, se non lo sei insiste, insiste ma alla fine capisce e cambia aria. Ti appresti a goderti la giornata di sole e subito arriva qualcun altro a proporti le stesse cose o qualcos'altro e la scena si ripete. Vigili urbani appostati chissà dove vedono la scena e non intervengono: è vietato vendere quella merce? Sì e loro lo sanno, ma non intervengono per impedire che avvenga: aspettatano che la malcapitata stanca o impietosita alla fine compri qualcosa per precipitarsi e farle una multa di 1000 euro, ritenendo molto più possibile incassare da una presunta ricca turista che da un povero venditore abusivo. Penso che questo succeda solo nel nostro bel paese, in qualsiasi altro cercherebbero di proteggere i turisti dai fastidi che li fanno preferire altri lidi, fermerebbero l'importunatore (ben visibile, in piedi, con tutta la merce in mostra, vestito fra tanti nullafacenti stesi seminudi), lo sanzionerebbero e magari lo rispedirebbero donde è venuto. Sei straniera e pensi che l'Italia sia un paese civile, non ti passa quindi per la mente che possa esistere una norma assurda, che non si punisca il ladro ma il derubato, non l'importunatore ma l'importunato: se è permesso vendere merce sotto gli occhi di vigili, carabinieri, poliziotti, guardia di finanza, guardiamarina, bagnini, bagnanti pensi che dev'essere lecito comprarla, ma così non è. Qui capita che chi lascia i giocattoli dei figli sul pavimento o resiste allo scippo sia più colpevole del ladro che v'inciampa o dello scippatore che cade, che chi è troppo povero viene escluso dai benefici statali, che non si punisce chi trafuga notizie riservate ma chi le riporta. Se la turista si fosse informata prima su questo bel paese, forse sarebbe andata altrove.

Io non sono donna e sono un po' all'antica; non conosco le "griffe" e non mi va portare marchi ed etichette; non compro borsette, ma penso che se dovessi comprarne una guarderei solo se mi serve e se mi piace: se compro una borsa da dieci euro è perchè non sono disposto a spenderne 300 e non ne comprerei mai una a quel prezzo, ma se proprio ne volessi una che valesse tanto non la comprerei in spiaggia. Ma non sono donna.

Un bell'impiccio

Per carità, il mio parere vale meno che niente: ma lo dico lo stesso. Non capisco tutta 'sta moda, questa ossessione di molte donne di aumentare artificialmente gli attributi sessuali secondari. A me pare che costituiscano un bell'impiccio: qualcuno metterà l'accento su bel, altri sull'impiccio, ma rimangono un bell'impiccio. O no?
Scritto il alle 19:55

sabato 5 giugno 2010

Contropensieri.

Contro gli sprechi. Centinaia, migliaia di persone sprecano il proprio tempo e il denaro altrui per condannare gli sprechi degli altri.
Pagare le tasse. Pagare le tasse per avere servizi comuni è un dovere morale: ma quando le tasse alimentano sprechi pubblici, ricchezze private e magari criminalità organizzata, resta un dovere morale?
Disoccupati. Circa tre milioni di italiani disoccupati, circa sei milioni di stranieri occupati in Italia: senza gli stranieri altri tre milioni di italiani dovrebbero fare due lavori.
Rendite finanziarie. I guadagni in borsa vanno tassati, ma per equità in caso di perdita l'imposta va rimborsata. Se qualcuno ci guadagna qualcun altro ci perde e la tassazione equivale al rimboso: tanto lavoro per nulla?
Crescita. Il governo deve incentivare la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro che i giovani italiani non vogliono fare e accogliere nuovi immigrati regolari. Se per ogni immigrato regolare utile ne giungono quattro di inutili o dannosi, pazienza.
Creatività. Voglio creare un giornale politico, una fondazione, un partito, un ente culturale, voglio fare un film, voglio inventare un "lavoro socialmente utile": tutto questo non servirà a nessuno, ma io voglio avere i contributi statali.
Sacrifici. I sacrifici degli altri sono sempre i migliori.

giovedì 3 giugno 2010

Segnaletica.

Dicono che si devono pagare imposte e tasse perchè i servizi costano, ma se i servizi che costano non servono tanto varrebbe abolirli e abolire le imposte, specialmente in tempi di vacche magre. Non voglio parlare di Giustizia che quando arriva arriva tardi (fuori tempo massimo si direbbe al Giro e al Tour), tiene in carcere presunti innocenti che libera quando ne accerta la colpevolezza, è pronta alla pubblicità e lenta alle sentenze, costa nella realtà e resta un sogno. Non voglio parlare di politici sovrabbondanti, inefficienti se non "pro domo sua", sempre affamati di poltrone e prebende, prova vivente che "l'appetito vien mangiando". Mi limito alla segnaletica stradale. Abbiamo imparato a sostituire i semafori con le "rotonde": ce ne sono di belle, ampie con buona visibilità e altre troppo piccole o pensate più per favorire l'ambizione e le clientele di qualche politico che la viabilità dei cittadini, con alberi e monumenti (a volte magari belli) che impediscono la visibilità ma consentono di spendere il pubblico denaro. Dovremmo imparare ad usarle (chissà perché chi è lontano dalla rotonda si sente in diritto di entrarvi prima di chi é al suo limite, purchè lo faccia velocemente e non troppo distanziato da chi lo precede) e a farle al meglio. Non sempre prima della rotonda sono indicate le destinazione delle strade che vi confluiscono e non sempre sono logiche. Sulle strade francesi c'è l'indicazione della destinazione ultima e di volta in volta quella più vicina per ognuna delle strade che confluiscono nella rotatoria: si seguirà l'indicazione per A finchè non si trova l'indicazione per B. Sulle nostre strade, mettiamo, si trova l'indicazione per Casale, alla rotonda successiva non c'è più Casale ma c'è Torino, dove sarà Casale? Si pensa che Torino é a ovest e Casale a sud, non si prende per Torino, si gira nella rotonda, si vede l'indicazione per Vercelli e in fondo la città, si continua nella rotatoria e si prende per Torino, sperando nella buona stella: alla rotonda successiva sparisce Torino e c'è Alessandria; si sa che Casale è in quella direzione e si va fino alla prossima rotonda dove sparirà Alessandria e tornerà Casale. Più o meno così è la segnaletica sulle nostre strade comuni; non mancano poi cartelli con limiti di 30 km orari dimenticati in un cantiere chiuso da anni e altre stravaganze.

Si dirà che ora c'è il navigatore satellitare: per chi lo usa e per chi conosce la strada le indicazioni sono inutili, per gli altri sono spesso ingannevoli. Se sono inutili o inservibili tanto varebbe abolirle del tutto, ma sicuramente anche su esse qualcuno ci guadagna. E qualcun altro paga.