Di scuola non me ne intendo e probabilmente meglio di così non si può fare o non è come me l'hanno detta.
Mia nipote fa la terza media e il prossimo settembre frequenterà le superiori. Mi dicono che devono decidere entro gennaio. Loro - lei e i suoi genitori - hanno già deciso: frequenterà la stessa scuola che padre e madre hanno frequentato. Nessun problema quindi, ma mi sorprende questa scelta precoce: cosa mai avranno da fare gli organi competenti per avere bisogno di almeno sette mesi di preavviso? E se poi non fosse promossa? Naturalmente le lezioni non inizieranno ai primi di settembre e subito ci sarà il consueto periodo di assestamento e di protesta.
Non sarà che tutto questo tempo necessita perchè in questi tanti mesi ce ne sono troppi in cui gli interessati sono in tutt'altre faccende affaccendati? Che so: ferie, figli, genitori, mariti e altre cose molto più importanti del lavoro per cui li paghiamo? Sarà che sono troppo vecchio per capire che oggi in cui ricerche, calcoli, combinazioni, comunicazioni, selezioni e quant'altro viene fatto da macchine ultraveloci in realtà serve più tempo di quello che penso. O forse le macchine non ci sono o non le sanno o non le vogliono usare o non servono: magari si tratta solo di problemi sindacali, politici, burocratici in cui le macchine non ci capiscono un'acca e la velocità operativa non giova a complicare le cose. Forse è giusto che un genitore decida per tempo dove lavorare, vivere e mandare i figli a scuola lasciando a chi di scuola si occupa ampio tempo di manovra: in fin dei conti è cosa loro, pare.
Ma, come ho premesso, io di scuola non me ne intendo.
mercoledì 26 dicembre 2012
sabato 15 dicembre 2012
Omissione di soccorso
Se mi capiterà di investire qualche animale (selvatico, randagio, sfuggito al proprietario responsabile) forse non mi fermerò per rane o ricci, forse sì per lepri o conigli mentre per cani, galline, oche, pecore, capre, mucche, cavalli, asini magari mi fermerò per verificare i danni ed eventualmente chiedere risarcimento.
Anche per cervi o cinghiali quasi sicuramente mi fermerò. E poi che faccio? Il cinghiale é pericoloso e non oso avvicinarmi, il cervo è grosso e caricarlo in auto non posso, non ce la faccio e l'auto è piccola. Chiedere aiuto (a chi?) è impossibile perché non uso telefonino: se non è obbligatorio averlo a bordo come le catene non mi resta che aspettare che passi qualcuno rischiando di morire di freddo o di fame o andarmene a cercare o no aiuto e rischiare di essere incriminato per omissione di soccorso, se qualche albero del bosco mi denuncia o i carabinieri - non avendo niente di meglio da fare - indagano.
Anche per cervi o cinghiali quasi sicuramente mi fermerò. E poi che faccio? Il cinghiale é pericoloso e non oso avvicinarmi, il cervo è grosso e caricarlo in auto non posso, non ce la faccio e l'auto è piccola. Chiedere aiuto (a chi?) è impossibile perché non uso telefonino: se non è obbligatorio averlo a bordo come le catene non mi resta che aspettare che passi qualcuno rischiando di morire di freddo o di fame o andarmene a cercare o no aiuto e rischiare di essere incriminato per omissione di soccorso, se qualche albero del bosco mi denuncia o i carabinieri - non avendo niente di meglio da fare - indagano.
mercoledì 12 dicembre 2012
Populismo
Quando sento parlare di populismo penso subito ad una cosa buona: cosa c'è di male ad "esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari"? Anche la Costituzione dice che "la sovranità appartiene al popolo" e in Europa ci sono i Popolari.
Penso che chi accusa qualcuno di populismo è antipopulista, contro il popolo. Ma poi penso che il populismo è come il colesterolo: c'è quello buono e quello cattivo, ma i malevoli pensano sempre e solo a quello cattivo. "Omnia munda mundis" e viceversa.
-----------------
populismo
[po-pu-lì-smo] s.m.
1 Atteggiamento o movimento politico tendente a esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari
2 spreg. Atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità
3 Movimento rivoluzionario russo della fine del sec. XIX, che propugnava l'emancipazione delle classi contadine e dei servi della gleba attraverso la realizzazione di una sorta di socialismo rurale
4 In ambito artistico, raffigurazione idealizzata del popolo, presentato come modello etico positi
VEDI
Penso che chi accusa qualcuno di populismo è antipopulista, contro il popolo. Ma poi penso che il populismo è come il colesterolo: c'è quello buono e quello cattivo, ma i malevoli pensano sempre e solo a quello cattivo. "Omnia munda mundis" e viceversa.
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populismo
[po-pu-lì-smo] s.m.
1 Atteggiamento o movimento politico tendente a esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari
2 spreg. Atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità
3 Movimento rivoluzionario russo della fine del sec. XIX, che propugnava l'emancipazione delle classi contadine e dei servi della gleba attraverso la realizzazione di una sorta di socialismo rurale
4 In ambito artistico, raffigurazione idealizzata del popolo, presentato come modello etico positi
VEDI
Atto di fede
Insistono dell'affermare e nel non dimostrare che "Prodi aveva già tolto l'ICI ai meno abbienti", stamattina è toccato a Francesco Boccia.
L'ICI alla Prodi non è mai stata vigente e verificabile a posteriori, ma i miei calcoli dicono che l'avrei dovuta pagare, meno di prima ma pagare.
Godendo - si fa per dire - di una pensione allora di 450 euro mensili, le ipotesi potrebbero essere:
Io propendo per quest'ultima ipotesi, non posso fidarmi di loro fino a quando non mi dimostreranno matematicamente che sbaglio e sarò sempre più convinto che sia l'ipotesi giusta ogni volta ripeteranno il mantra chiedendomi un atto di fede.
L'ICI alla Prodi non è mai stata vigente e verificabile a posteriori, ma i miei calcoli dicono che l'avrei dovuta pagare, meno di prima ma pagare.
Godendo - si fa per dire - di una pensione allora di 450 euro mensili, le ipotesi potrebbero essere:
- non sono considerata fra i meno abbienti;
- sbaglio fare i conti;
- sbagliano a fare i conti o non li hanno mai fatti;
- devo credere a quello che dicono perchè mai mentono;
- mentono in malafede e c'ingannano.
Io propendo per quest'ultima ipotesi, non posso fidarmi di loro fino a quando non mi dimostreranno matematicamente che sbaglio e sarò sempre più convinto che sia l'ipotesi giusta ogni volta ripeteranno il mantra chiedendomi un atto di fede.
sabato 8 dicembre 2012
Lavoro
Dicono che Monti non ha fatto nulla per il lavoro, ma non è vero.
Con l'IMU (Imposta Municipale Unica) altrimenti detta anche IMUP (imposta municipale propria) ha ottenuto più risultati:
Si potrebbe obiettare che non sono lavori produttivi, anche se socialmente utili: magari una manna per chi ci guadagna ma un costo per il paese, come i molti UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici). Complicare le regole per dar lavoro agli specialisti mi pare come gettare le cartacce per strada per dar lavoro agli spazzini.
Quando qualcosa aumenta di 10 le entrate della P.A. può capitare che qualcuno pensi di salvare così il paese e non gl'importi che ai privati cittadini costi 100 in tempo e denaro.
Per consentire a tutti di sbagliare e all'amministrazione di sanzionare si fanno leggi complicate e ambigue: se ti è chiaro come devi fare, magari non sbagli e poi quando verifico non trovo errori e non ti posso sanzionare. "Meglio prevenire che punire" è una regola forse in contrasto con la buona amministrazione all'italiana.
Se un conoscente ti dice che paga 450 euro di IMU per l'abitazione principale in periferia di un Comune di 5000 abitanti mentre tu ne paghi meno di 40 in centro di uno di oltre 50000 per qualcosa che ti pare equivalente, non sai se sei fortunato o sbagli a fare i conti. Vai in rete, cerchi i siti dei due comuni per le aliquote, quello dove ti danno il valore catastale degl'immobili e quello dove calcolano l'IMU , controlli, ricontrolli e ti pare tutto giusto, ma ti resta il dubbio.
Trovi l'indirizzo e-mail del Servizio comunale per l'IMU, vorresti verificare il conteggio ma ti rispondono che non effettuano controlli preventivi sui calcoli operati dai contribuenti: e se poi pagano il giusto, come li possono sanzionare? Oltre a minori entrate non ci sarebbe lavoro per molte altre persone.
Con l'IMU (Imposta Municipale Unica) altrimenti detta anche IMUP (imposta municipale propria) ha ottenuto più risultati:
- ha aumentato le entrate dell'erario;
- ha fatto disperare i contribuenti;
- ha dato lavoro a molte persone (fiscalisti, commercialisti, cafisti, psicoterapisti, ecc.)
Si potrebbe obiettare che non sono lavori produttivi, anche se socialmente utili: magari una manna per chi ci guadagna ma un costo per il paese, come i molti UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici). Complicare le regole per dar lavoro agli specialisti mi pare come gettare le cartacce per strada per dar lavoro agli spazzini.
Quando qualcosa aumenta di 10 le entrate della P.A. può capitare che qualcuno pensi di salvare così il paese e non gl'importi che ai privati cittadini costi 100 in tempo e denaro.
Per consentire a tutti di sbagliare e all'amministrazione di sanzionare si fanno leggi complicate e ambigue: se ti è chiaro come devi fare, magari non sbagli e poi quando verifico non trovo errori e non ti posso sanzionare. "Meglio prevenire che punire" è una regola forse in contrasto con la buona amministrazione all'italiana.
Se un conoscente ti dice che paga 450 euro di IMU per l'abitazione principale in periferia di un Comune di 5000 abitanti mentre tu ne paghi meno di 40 in centro di uno di oltre 50000 per qualcosa che ti pare equivalente, non sai se sei fortunato o sbagli a fare i conti. Vai in rete, cerchi i siti dei due comuni per le aliquote, quello dove ti danno il valore catastale degl'immobili e quello dove calcolano l'IMU , controlli, ricontrolli e ti pare tutto giusto, ma ti resta il dubbio.
Trovi l'indirizzo e-mail del Servizio comunale per l'IMU, vorresti verificare il conteggio ma ti rispondono che non effettuano controlli preventivi sui calcoli operati dai contribuenti: e se poi pagano il giusto, come li possono sanzionare? Oltre a minori entrate non ci sarebbe lavoro per molte altre persone.
mercoledì 28 novembre 2012
Classe dirigente
Cosa possiamo aspettarci da una classe dirigente di persone nemmeno capaci di usare parole italiane. Se avessero idee proprie le chiamerebbero nella propria lingua e invece importano concetti e termini stranieri e non fanno nemmeno lo sforzo di cercare il corrispondente italiano non perché non esiste ma solo perché loro non lo conoscono e non faticano per trovarlo. Per questo politici e giornalisti dicono sempre e solo welfare, stalking, election day, surgery, day hospital, spending review, fiscal compact, question time, spread, default, ticket (va con tutto, come il prezzemolo), convention, endorsement, on line, establishment, class action, road map, eccetera. Con quale esattezza di pronuncia lo si dovrebbe chiedere a inglesi o americani, secondo le preferenze.
Ripetono a pappagallo frasi e termini sentiti per la prima volta in inglese perchè non li conoscono in italiano o li hanno dimenticati o li ritengono plebei, sono dei "miserioni", direbbe mia madre, cioè pigri che non vogliono fare la fatica di cercarli oppure si vergognano a usarli e costringono i connazionali a cercarseli nel dizionario inglese-italiano. Un vecchio contadino che conosceva benissimo come dire in dialetto lavori, utensili e tutto quanto gli era usuale si sforzava di trovare il termine italiano quando parlava con i "foresti" e viceversa cercava il termine dialettale quando parlava ai suoi di cose apprese in italiano: solo se non c'era o non lo conosceva nessuno usava quel termine come l'aveva udito.
Pare che la nostra classe dirigente non conosca un sacco di cose, non le sappia chiamare col loro nome o con uno che ne renda l'idea: se lo sapesse con gli italiani userebbe il termine italiano e il termine straniero con gli stranieri o magari entrambi per ampliare le conoscenze altrui e manifestare le proprie.
E invece capiterà che la vecchia cara mamma sarà solo mom perchè così la chiamano le figlie di Obama e visto che non valgono più le regole di pronuncia nostrane non ci sarà più Jésus ma Gìsus, non viceversa ma vais-verso, non Diàna ma Daiàna, non Janus ma Genas (avevamo gennaio), non mobile ma mobail e plas oltra.
Ripetono a pappagallo frasi e termini sentiti per la prima volta in inglese perchè non li conoscono in italiano o li hanno dimenticati o li ritengono plebei, sono dei "miserioni", direbbe mia madre, cioè pigri che non vogliono fare la fatica di cercarli oppure si vergognano a usarli e costringono i connazionali a cercarseli nel dizionario inglese-italiano. Un vecchio contadino che conosceva benissimo come dire in dialetto lavori, utensili e tutto quanto gli era usuale si sforzava di trovare il termine italiano quando parlava con i "foresti" e viceversa cercava il termine dialettale quando parlava ai suoi di cose apprese in italiano: solo se non c'era o non lo conosceva nessuno usava quel termine come l'aveva udito.
Pare che la nostra classe dirigente non conosca un sacco di cose, non le sappia chiamare col loro nome o con uno che ne renda l'idea: se lo sapesse con gli italiani userebbe il termine italiano e il termine straniero con gli stranieri o magari entrambi per ampliare le conoscenze altrui e manifestare le proprie.
E invece capiterà che la vecchia cara mamma sarà solo mom perchè così la chiamano le figlie di Obama e visto che non valgono più le regole di pronuncia nostrane non ci sarà più Jésus ma Gìsus, non viceversa ma vais-verso, non Diàna ma Daiàna, non Janus ma Genas (avevamo gennaio), non mobile ma mobail e plas oltra.
lunedì 26 novembre 2012
Se invece
Se invece di fare le primarie si facessero le eliminatorie?
Considerato che i partiti in Italia sono più o meno tanti quante le squadre ammesse al torneo finale e che le legislature durano più o meno quanto una squadra resta campione del mondo, forse per designare chi per cinque anni deve governare e chi stare all'opposizione si dovrebbe adottare la procedura prevista nel calcio per stabilire chi per quattro anni è campione del mondo e chi vicecampione.
Beh, più o meno sappiamo tutti come funziona il campionato del mondo di calcio.
Facciamo lo stesso con la politica: suddividiamo a sorte tutti i candidati in 8 gironi elettorali, mettiamo al posto di "partita" confronto elettorale diretto e al posto dei gol i voti presi. In verità i candidati possono essere più d'uno per ogni partito, ma per comodità supponiamo che siano 32 e chiamiamo partito ogni "corrente".
Con 32 candidati in ogni girone sono 4 e i confronti sono 6, in totale 6 x 8 = 48 confronti e 48 è il numero massimo di voti esprimibili da ciascun votante nella fase a gironi. Se si fa un confronto al giorno servono 48 giornate elettorali, ma si possono fare in tre giornate dove ogni candidato si oppone ad un unico avversario, in una sola giornata dove si oppone a tutti tre gli avversari nel girone o altrimenti. Si può far pagare 2 euro una tantum per tutte le elezioni o 2 euro per ciascuna elezione o per ciascun voto espresso e così magari eliminare il finanziamento pubblico ai partiti. In ogni confronto chi vince ha 3 grandivoti, chi pareggia 1, chi perde 0. I primi due candidati con maggior numero di grandivoti in ciascun girone passano alla fase ad eliminazione diretta: ottavi di finale (16 candidati e 8 confronti), quarti (8 e 4), semifinale (4 e 2), finale 3°||4° (2 e 1) e finale 1°||2° (2 e 1), in tutto altri 16 confronti, 16 elezioni, 16 voti ed eventualmente 16 2euro. Complessivamente 64 confronti con relativa votazione.
Alla fine l'ultimo vincitore sarà Presidente del Consiglio dei Ministri e il suo partito avrà il 52,5% dei seggi mentre l'ultimo sconfitto sarà capo dell'opposizione e avrà il 40% dei seggi, il terzo classificato ne avrà il 7,5%.
Semplice, o no?
Considerato che i partiti in Italia sono più o meno tanti quante le squadre ammesse al torneo finale e che le legislature durano più o meno quanto una squadra resta campione del mondo, forse per designare chi per cinque anni deve governare e chi stare all'opposizione si dovrebbe adottare la procedura prevista nel calcio per stabilire chi per quattro anni è campione del mondo e chi vicecampione.
Beh, più o meno sappiamo tutti come funziona il campionato del mondo di calcio.
Facciamo lo stesso con la politica: suddividiamo a sorte tutti i candidati in 8 gironi elettorali, mettiamo al posto di "partita" confronto elettorale diretto e al posto dei gol i voti presi. In verità i candidati possono essere più d'uno per ogni partito, ma per comodità supponiamo che siano 32 e chiamiamo partito ogni "corrente".
Con 32 candidati in ogni girone sono 4 e i confronti sono 6, in totale 6 x 8 = 48 confronti e 48 è il numero massimo di voti esprimibili da ciascun votante nella fase a gironi. Se si fa un confronto al giorno servono 48 giornate elettorali, ma si possono fare in tre giornate dove ogni candidato si oppone ad un unico avversario, in una sola giornata dove si oppone a tutti tre gli avversari nel girone o altrimenti. Si può far pagare 2 euro una tantum per tutte le elezioni o 2 euro per ciascuna elezione o per ciascun voto espresso e così magari eliminare il finanziamento pubblico ai partiti. In ogni confronto chi vince ha 3 grandivoti, chi pareggia 1, chi perde 0. I primi due candidati con maggior numero di grandivoti in ciascun girone passano alla fase ad eliminazione diretta: ottavi di finale (16 candidati e 8 confronti), quarti (8 e 4), semifinale (4 e 2), finale 3°||4° (2 e 1) e finale 1°||2° (2 e 1), in tutto altri 16 confronti, 16 elezioni, 16 voti ed eventualmente 16 2euro. Complessivamente 64 confronti con relativa votazione.
Alla fine l'ultimo vincitore sarà Presidente del Consiglio dei Ministri e il suo partito avrà il 52,5% dei seggi mentre l'ultimo sconfitto sarà capo dell'opposizione e avrà il 40% dei seggi, il terzo classificato ne avrà il 7,5%.
Semplice, o no?
venerdì 23 novembre 2012
Patrimoniali
In principio era ICI, Imposta Comunale sugli Immobili. Venne Prodi e ne ridusse il peso, venne poi Berlusconi che la abolì per tutte le prime case non di lusso: molti dissero, dicono, sostengono, ripetono che Prodi l'abolì per i poveri e Berlusconi per i ricchi, ma nessuno finora mi ha provato e fatto capire che fu così. Idearono una nuova imposta detta IMU, che tutti dicevano significare Imposta Municipale Unica ed essere quello che significava. Ma prima che fosse applicata venne il Salvatore che lasciò l'acronimo IMU ma cambiò tempi, fine e titolo: ora significa Imposta Municipale Propria ed è già in vigore. Perchè si chiami Propria io proprio non lo so e non lo capisco, considerato che non pare proprio che appartenga tutta ai Municipi. Non so nemmeno perché non sia più Comunale ma Municipale: io penso ancora che Municipio sia la sede del Comune, ma dicono che a Roma le circoscrizioni si chiamano municipi.
Ad ogni modo, tanto per non negare dubbi e incertezze ai cittadini, nel mio comune questa imposta non si chiama IMU ma IMUP, appunto Imposta MUnicipale Propria.
Ad ogni modo, tanto per non negare dubbi e incertezze ai cittadini, nel mio comune questa imposta non si chiama IMU ma IMUP, appunto Imposta MUnicipale Propria.
mercoledì 21 novembre 2012
Andrea
Il
nome greco originario Andréas rappresenta la forma abbreviata di nomi
greci composti con anér-andròs, che significa "uomo, individuo di sesso
maschile, guerriero", oppure un derivato di andréia "forza, coraggio
virile".L'onomastico ricorre il 30 novembre in ricordo di s. Andrea martire. VEDI
La Cassazione dà il via libera al nome "Andrea" anche per le bambine VEDI
Per me, uno, se vuole, il figlio può chiamarlo Femminuccia e la figlia Maschiaccio, magari guadagnadosi così la loro riconoscenza eterna. Ma se la regola è che i maschi abbiano nomi maschili e le femmine nomi femminili da noi Andrea è maschile e Andreina femminile. Dire che se in Germania ci sono donne che si chiamano Andrea così si possono chiamare anche in Italia forse è perchè s'ignora o non si considera che là i maschi non si chiamano Andrea ma Andreas e non mi risultano donne che si chiamino Andreas: è come dire che se in Italia voglio latte freddo lo chiedo kalt, perchè così in Germania capiscono che non lo voglio caldo ma di frigo.
In casa poi la chiamino come meglio credono (Andrea, Aa, Drea, Rea, A), ma nei documenti italiani - stando alle regole - dovrebbe risultare un nome inequivocabilmente femminile, almeno fino a quando non si dovrà usare solo il codice fiscale o non verrà abolita ogni distinzione di genere. Ma si sa, in Italia le regole sono fatte per non essere osservate e - coi tempi che corrono - dobbiamo rinunciare alla nostra sovranità (come dice il nostro capo di stato), alla nostra lingua, alla nostra identità e ai nostri nomi.
Per me, uno, se vuole, il figlio può chiamarlo Femminuccia e la figlia Maschiaccio, magari guadagnadosi così la loro riconoscenza eterna. Ma se la regola è che i maschi abbiano nomi maschili e le femmine nomi femminili da noi Andrea è maschile e Andreina femminile. Dire che se in Germania ci sono donne che si chiamano Andrea così si possono chiamare anche in Italia forse è perchè s'ignora o non si considera che là i maschi non si chiamano Andrea ma Andreas e non mi risultano donne che si chiamino Andreas: è come dire che se in Italia voglio latte freddo lo chiedo kalt, perchè così in Germania capiscono che non lo voglio caldo ma di frigo.
In casa poi la chiamino come meglio credono (Andrea, Aa, Drea, Rea, A), ma nei documenti italiani - stando alle regole - dovrebbe risultare un nome inequivocabilmente femminile, almeno fino a quando non si dovrà usare solo il codice fiscale o non verrà abolita ogni distinzione di genere. Ma si sa, in Italia le regole sono fatte per non essere osservate e - coi tempi che corrono - dobbiamo rinunciare alla nostra sovranità (come dice il nostro capo di stato), alla nostra lingua, alla nostra identità e ai nostri nomi.
mercoledì 14 novembre 2012
Colori e numeri
I più civili si preoccupano di eliminare gradini e mettere piani inclinati, di togliere ostacoli nei percorsi pedonali, di usare segnali acustici agli incroci, insomma di agevolare la vita a chi soffre qualche menomazioni. Si agevola chi non può camminare, chi non può vedere, chi non può sentire ma mai che si pensi a chi ha difficoltà a distinguere i colori.
Agli incroci si deve guardare il colore del semaforo, per la raccolta differenziata il colore del cassonetto, per il traffico il colore del codice, per il percorso da fare (es. ospedale) il colore del tracciato e così via. Magari per il semaforo uno sa alto=rosso=fermo, medio=giallo=attendere, basso=verde=passare ma per il resto se non è accompagnato da persona "normale" può avere delle difficoltà dove la maggioranza delle persone trova invece agevolazione. Anche chi non distingue facilmente i colori è a suo modo "diversamente abile" e non sarebbe per nulla complicato venirgli incontro. Basterebbe integrare i segnali a colori con un numero (o altro): 1 nel rosso, 2 nel giallo, 3 nel verde ecc. Chi è aiutato dai colori ed abituato ad essi continuerebbe come prima ignorando il numero, chi coi colori poco o tanto si perde vedrebbe il numero ignorando il colore.
Passerà quando si accende 1 e non passerà quando vede 3, saprà che la carta va nel cassonetto 1 e no nel 4, seguirà il percorso indicato con 6 e non quello con 5, saprà che il traffico è intenso con codice 4 e agevole con codice 0, e così via.
Non è detto di fare tutto e subito, ma ci si potrebbe almeno avviare su questa strada.
Agli incroci si deve guardare il colore del semaforo, per la raccolta differenziata il colore del cassonetto, per il traffico il colore del codice, per il percorso da fare (es. ospedale) il colore del tracciato e così via. Magari per il semaforo uno sa alto=rosso=fermo, medio=giallo=attendere, basso=verde=passare ma per il resto se non è accompagnato da persona "normale" può avere delle difficoltà dove la maggioranza delle persone trova invece agevolazione. Anche chi non distingue facilmente i colori è a suo modo "diversamente abile" e non sarebbe per nulla complicato venirgli incontro. Basterebbe integrare i segnali a colori con un numero (o altro): 1 nel rosso, 2 nel giallo, 3 nel verde ecc. Chi è aiutato dai colori ed abituato ad essi continuerebbe come prima ignorando il numero, chi coi colori poco o tanto si perde vedrebbe il numero ignorando il colore.
Passerà quando si accende 1 e non passerà quando vede 3, saprà che la carta va nel cassonetto 1 e no nel 4, seguirà il percorso indicato con 6 e non quello con 5, saprà che il traffico è intenso con codice 4 e agevole con codice 0, e così via.
Non è detto di fare tutto e subito, ma ci si potrebbe almeno avviare su questa strada.
lunedì 15 ottobre 2012
Pensione ai defunti
Com'è possibile che venga erogata la pensione INPS a persone defunte "anche da 25 anni"? Sembra non siano solo i cinesi in Italia ad essere immortali, come si narra. Magari 25 anni fa il Comune non aveva la carta per comunicare all'INPS il codice fiscale delle persone morte nel mese o nell'anno, ma chissà perchè non dovrebbe comunicarlo oggi con computer, web e tessera elettronica: come registra il decesso di qualcuno ne viene informato l'INPS che in pochi secondi sa se il defunto percepiva pensione e gliela sospende. Credo che un Comune venga sempre a sapere della morte di una persona se non altro perché - tranne nel caso di certi delitti e di cinesi, appunto - in qualche cimitero deve pure essere seppellito o cremato con tutto il contorno di certificati e autorizzazioni. Per il passato - se non è già stato fatto - non dovrebbe essere impossibile verificare almeno se sono vivi pensionati aventi più di 90 o 100 anni, prima che diventino maggioranza .
sabato 13 ottobre 2012
Preferenze
La discussione sulla legge elettorale non mi appassiona: l'attuale legge è criticata da quando è nata, da allora tutti dicono che va cambiata, da anni discutono su come cambiarla e se la cambieranno cominceranno a criticare la nuova legge e a discutere su come cambiarla.
Tuttavia ipotizzo dei calcoli.
Gli italiani sono circa 60 milioni, di cui 47,5 aventi diritto al voto, votando l'80% i votanti sono 38 milioni, gli eleggibili circa 1000: se tutti esprimessero una preferenza la media sarebbe di circa 38000 preferenze per ogni eletto e potrebbe andare con pogressione aritmetica da un minimo di 1 ad un massimo di 76000 o magari mediamente da 1000 preferenze per il 90% degli eletti a 371000 per il restante 10%. Se solo il 50% esprime una preferenza si ha media 19000 (da 1 a 38000 o 90% 1000 e 10% 181000), che diventa 57000 (da 1 a 114000 o 90% 1000 10% 561000) se le preferenze esprimibili sono tre. Ovviamente ferma restando la media, le preferenze individuali possono essere le più svariate tra 1 e il totale di preferenze meno il numero degli eletti.
Per evitare i brogli collegati a preferenze multiple basterebbe separare il voto alla lista dalle preferenze: una scheda per il primo più altre tre (piccole e tutte uguali) su ciascuna delle quali esprimere una preferenza. Pur non escludendo altri brogli, così non sarebbe possibile dare un significato alle varie combinazioni dei nomi.
Non essendo in grado di ben valutare i molti candidati continuerò a non dare preferenze, rimettendomi al giudizio di chi crede di saperlo fare o del partito preferito, sempre che ce ne sia uno.
Tuttavia ipotizzo dei calcoli.
Gli italiani sono circa 60 milioni, di cui 47,5 aventi diritto al voto, votando l'80% i votanti sono 38 milioni, gli eleggibili circa 1000: se tutti esprimessero una preferenza la media sarebbe di circa 38000 preferenze per ogni eletto e potrebbe andare con pogressione aritmetica da un minimo di 1 ad un massimo di 76000 o magari mediamente da 1000 preferenze per il 90% degli eletti a 371000 per il restante 10%. Se solo il 50% esprime una preferenza si ha media 19000 (da 1 a 38000 o 90% 1000 e 10% 181000), che diventa 57000 (da 1 a 114000 o 90% 1000 10% 561000) se le preferenze esprimibili sono tre. Ovviamente ferma restando la media, le preferenze individuali possono essere le più svariate tra 1 e il totale di preferenze meno il numero degli eletti.
Per evitare i brogli collegati a preferenze multiple basterebbe separare il voto alla lista dalle preferenze: una scheda per il primo più altre tre (piccole e tutte uguali) su ciascuna delle quali esprimere una preferenza. Pur non escludendo altri brogli, così non sarebbe possibile dare un significato alle varie combinazioni dei nomi.
Non essendo in grado di ben valutare i molti candidati continuerò a non dare preferenze, rimettendomi al giudizio di chi crede di saperlo fare o del partito preferito, sempre che ce ne sia uno.
venerdì 12 ottobre 2012
Equità (secondo Monti)
Se non capisco male, supponendo un'inflazione al 3% il blocco della perequazioni funziona cosi:
A) Pensione di 2305 euro mensili = 29,04€ di aumento mensile
= 70% del 3% su 1382,91
B) Pensione di 2304 euro mensili = 66.35€ di aumento mensile
= 100% del 3% su 1382,91
+ 90% del 3% su (2304-1382,91)
C) Pensione di 1382 euro mensili = 41,46€ di aumento mensile
= 100% del 3% su 1382
In pratica:
A ha un adeguamento dell' 1,26%, B del 2,88% e C del 3%
A ha un aumento lordo annuo di 377,52€, B di 862,55€, C di 538,98€
A subisce una perdita lorda di 521,43€, B di 36,00€, C di 0,00€
A avrà pensione lorda annua di 30.343€, B di 30.815€, C di 18.505€
e grazie all'iniquità intrinsica degli scaglioni
A che riceveva 13€ più di B avrà 472€ meno di B.
Ovviamente quisquilie anche per chi avesse solo lo stipendio (pardon, indennità) di senatore a vita.
Naturalmente, se vale quanto ha stabilito la Corte Costituzionale, le perdite di pensione equivalgono a imposta e non è ammissibile sia pagata solo dai pensionati.
giovedì 4 ottobre 2012
Popolo sovrano.
"Abbiamo la Costituzione più bella del mondo", "La costituzione non si cambia" dicono, proclamano. Ma non c'è nessuna necessità di cambiare la costituzione, basta ignorarne i punti sgraditi. Partiti e sindacati non sono proprio come i costituenti li pensavano, ma chi se ne frega. La sovranità appartiene al popolo, ma chi se ne frega. Il popolo sovrano consultato con referendum afferma che non vuole più sovvenzionare i partiti: ma chi se ne frega, basta cambiare nome ai finanziamenti e chiamarli rimborsi e tutto continua come prima, peggio di prima. Cambiano perfino il significato dei vocaboli italiani, chi se ne frega. Il rimborso - "Restituzione di denaro speso per interesse di altri" - viene dopo spese rimborsabili debitamente documentate, ma loro chiamano rimborso quello che attribuiscono ai partiti o ai gruppi consiliari (cioè a se stessi) in così larga misura da poter disporre - tolte tutte le spese per il partito, utili o inutili - di un sacco di denaro che chiunque di loro può usare come meglio crede. "La democrazia costa", "la politica costa". Quanto costi sembra non lo sappia nessuno: nel dubbio abbondano e si assegnano importi che non riescono nemmeno a sprecare per il solo partito e devono ricorrere a sprechi e vizi dei singoli. Non c'è lavoro, non so fare mestiere alcuno? Chi se ne frega, fondo un partito e arrivano soldi a palate. Chi non paga le "tasse" ruba, ma chi le paga è, volente o nolente, complice di ladri: imprecare contro chi non contribuisce alla tavolata conviviale e nulla dire contro chi ruba le vivande è indecente.
mercoledì 26 settembre 2012
Prima
Quando è evidente che i tributi pagati servono a fornire servizi necessari è giusto e doveroso che tutti li paghino, quando è evidente che servono per strapagare incapaci, per essere sprecati inutilmente o allegramente allora può magari essere giusto non pagarli per non incrementare sprechi e ruberei.
Prima di pretendere dai cittadini correttezza nei confronti dello stato e pagamento di tributi (imposte, tasse, accise) chi governa dovrebbe garantire ai cittadini che i loro soldi non verranno buttati o rubati: solo allora è credibile, solo allora potrà accusare chi non li paga di rubare ai concittadini senza essere sospettato di connivenza con chi ruba i soldi dei contribuenti appropriandosene, spendendoli malamente, lavorando poco o male. Con che faccia si può dare del ladro a chi si rifiuta di contribuire a ruberie d'ogni genere? con che faccia si può pretendere che un cittadino rinunci a gran parte del suo reddito di 20000 euro annui per consentire ad altri di spenderne 20000 al mese per tutto fuorché "per il bene del paese" - come amano dire - o di aggiungere un cospicuo vitalizio a un già alto reddito?
Molti anni fa qualcuno diceva "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.(Luca 6, 41-42)". Prima di pretendere pulizia in casa altrui chi governa faccia pulizia in "casa propria", provveda a rendere onesto lo Stato (politici e burocrati, leggi e fisco, nazionali e locali) e poi potrà chiedere onestà ai cittadini senza avere una faccia di bronzo per non arrossire.
Si assegnano essi stessi lavori leggeri e compensi pesanti, dicono di lavorare per il bene del paese, di essere al servizio dei cittadini ai quali impongono prelievi pesanti su redditi leggeri e guadagnati con fatica: l'esempio trascina e non meraviglia che chi il reddito non può darselo "ad libitum" cerchi almeno di evitare di farselo "rubare" da loro.
Prima di pretendere dai cittadini correttezza nei confronti dello stato e pagamento di tributi (imposte, tasse, accise) chi governa dovrebbe garantire ai cittadini che i loro soldi non verranno buttati o rubati: solo allora è credibile, solo allora potrà accusare chi non li paga di rubare ai concittadini senza essere sospettato di connivenza con chi ruba i soldi dei contribuenti appropriandosene, spendendoli malamente, lavorando poco o male. Con che faccia si può dare del ladro a chi si rifiuta di contribuire a ruberie d'ogni genere? con che faccia si può pretendere che un cittadino rinunci a gran parte del suo reddito di 20000 euro annui per consentire ad altri di spenderne 20000 al mese per tutto fuorché "per il bene del paese" - come amano dire - o di aggiungere un cospicuo vitalizio a un già alto reddito?
Molti anni fa qualcuno diceva "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.(Luca 6, 41-42)". Prima di pretendere pulizia in casa altrui chi governa faccia pulizia in "casa propria", provveda a rendere onesto lo Stato (politici e burocrati, leggi e fisco, nazionali e locali) e poi potrà chiedere onestà ai cittadini senza avere una faccia di bronzo per non arrossire.
Si assegnano essi stessi lavori leggeri e compensi pesanti, dicono di lavorare per il bene del paese, di essere al servizio dei cittadini ai quali impongono prelievi pesanti su redditi leggeri e guadagnati con fatica: l'esempio trascina e non meraviglia che chi il reddito non può darselo "ad libitum" cerchi almeno di evitare di farselo "rubare" da loro.
lunedì 10 settembre 2012
"Se mi sbaglio mi corrigerete"
Trovo: "la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni sale al 50 per cento, ma raddoppia anche il limite massimo di spesa pari a 96 mila euro per unità immobiliare."
Bellissima cosa, peccato che se una persona ha un reddito di 500 euro al mese e sopravvive solo perchè è proprietaria della casa in cui vive e che ha assoluta necessità di ristrutturazione, peccato che se anche riuscisse a trovare i 960 o 96000 euro per ristrutturarla non avrebbe nessuna detrazione fiscale: troppo povera, la detrazione spetta solo a chi ha abbastanza reddito da potersela permettere.
Bellissima cosa, peccato che se una persona ha un reddito di 500 euro al mese e sopravvive solo perchè è proprietaria della casa in cui vive e che ha assoluta necessità di ristrutturazione, peccato che se anche riuscisse a trovare i 960 o 96000 euro per ristrutturarla non avrebbe nessuna detrazione fiscale: troppo povera, la detrazione spetta solo a chi ha abbastanza reddito da potersela permettere.
lunedì 3 settembre 2012
Condivisione
Se da sette anni dicono che una legge (elettorale) è sbagliata, sbagliatissima, assolutamente da cambiare e in tutto questo tempo non si sono fatti un'idea di quella che vorrebbero, non se la faranno mai. Se invece l'idea se la sono fatta il problema è che la vogliono condivisa e non lo è . Se non sono riusciti a trovare un accordo in sette anni forse non l'hanno mai cercato e se non lo trovano dopo mesi che si dedicano solo a quello non lo troveranno mai. Dopo averci pensato tanto tempo le proposte non dovrebbero mancare: due, tre, cinque. Cinque proposte possono essere confrontate in un giorno, concediamo pure una settimana: se sono del tutto o in parte inconciliabili non si troverà mai l'accordo o si creerà un mostro per accontentare tutti senza accontentare nessuno. Approffittando del fatto che per non "finire nel baratro" qualsiasi cosa faccia viene approvata, il governo potrebbe fare una semplice norma: se una legge condivisa non viene approvata in tre mesi tutta la legge o i punti controversi vengono approvati per sorteggio. Potrebbe bastare una monetina.
sabato 1 settembre 2012
Generazioni
Davvero i "giovani" che dicono vivere peggio dei loro genitori vorrebbero vivere come loro? Lavorare 48 ore settimanali (salvo festività infrasettimanali) e 50 settimane all'anno per una paga appena sufficiente a vivere, spostarsi solo a piedi o in bici o in treno o in corriera o in autobus, comunicare a mezzo lettera o eccezionalmente per telefono, vivere 18 mesi in caserma, eccetera? Non che fossero infelici, ma così vivevano alla loro età moltissimi della mia età: hanno tutto il diritto di non sentirsi in colpa per gli sprechi altrui.
mercoledì 29 agosto 2012
Inaffidabile
Se a qualcuno anticipi il denaro per comprare due panettoni (o capre, biciclette, mattoni) e quando finalmente te lo ritorna con quel denaro puoi comprarti solo un panettone (o capra, bicicletta, mattone) o gli sei un grande amico o pensi che non meriti la tua fiducia e se ti chiede ancora del denaro pretendi elevato tasso di interesse e garanzie.
Dallo stipendio equivalente a una certa quantità di beni, lo Stato italiano (tramite INPS) ha prelevato una percentuale con l'intesa che dopo un certo numero di anni di prelievo e raggiunta una certa età sarebbe spettata una rendita corrispondente a una percentuale della quantità di beni suddetta, con la clausola vessatoria che oltre una certa quantità i beni divenivano sempre meno. In pratica le pensioni venivano rivalutate al 100% in base all'indice del costo della vita fino ad un certo limite e oltre no. Non è che l'indice misurasse il reale aumento della spesa del pensionato ma era pur sempre meglio di niente.
Ora per compiacere i mercati il governo ha deciso che non ci sarà alcun adeguamento per le pensioni oltre un limite non molto superiore alla spesa media mensile per persona (soglia di povertà per una famiglia di due persone), nemmeno quando per effetto dell'inflazione saranno ad essa inferiori: chi da lavoratore poteva comprare due panettoni e da pensionato uno in futuro ne comprerà mezzo o nessuno.
Credo che uno stato manifestamente inaffidabile per i suoi stessi cittadini non potrà essere considerato affidabile da nessuno, nemmeno dai mercati che per concedere prestiti chiederanno elevato tasso di interesse e garanzie.
giovedì 23 agosto 2012
Classe dirigente
Come posso pensare che amino, capiscano, aiutino gli italiani quelli che si vergognano di parlare italiano, di farsi capire dagli italiani? Dal Presidende del Consiglio all'ultimo dei giornalisti tutti a parlare di spending review, di welfare, di over 70 e under 30, di spread, di stalking come si vergognassero di chiamare le cose col nome che sempre hanno avuto e tutti capiscono, anche quelli che non hanno frequentato Bocconi o Oxford o Yale.
Si vergognano a usare termini italiani o non li conoscono? Invece di esibire da noi il loro inglese lo esibiscano dove lo usano o lì non viene abbastanza apprezzato?
Se amassero l'Italia amerebbero anche la lingua italiana e non la ridurrebbero ad un bastardo miscuglio solo perché non sanno scegliere fra i moltissimi termini (e sfumature) della nostra lingua quello più aderente al concetto che hanno conosciuto in inglese, limitando il vocabolo straniero (di solito mal pronunciato da moltissimi italiani) ai casi in cui davvero non esista equivalente nostrano. Se proprio vogliono far sapere che hanno appreso quel concetto in inglese lo indichino pure, tra parentesi: "lo scarto BTP/Bund (spread), la revisione della spesa (spending review), molestia (stalking)". Per over 70 e under 30 non occorreva scomodare gli inglesi: ragazzi sotto i 20 (a 30 non erano più ragazzi) e anziani sopra i 50 (gli ultrasettantenni erano vecchi) ci sono sempre stati anche da noi.
Si vergognano a usare termini italiani o non li conoscono? Invece di esibire da noi il loro inglese lo esibiscano dove lo usano o lì non viene abbastanza apprezzato?
Se amassero l'Italia amerebbero anche la lingua italiana e non la ridurrebbero ad un bastardo miscuglio solo perché non sanno scegliere fra i moltissimi termini (e sfumature) della nostra lingua quello più aderente al concetto che hanno conosciuto in inglese, limitando il vocabolo straniero (di solito mal pronunciato da moltissimi italiani) ai casi in cui davvero non esista equivalente nostrano. Se proprio vogliono far sapere che hanno appreso quel concetto in inglese lo indichino pure, tra parentesi: "lo scarto BTP/Bund (spread), la revisione della spesa (spending review), molestia (stalking)". Per over 70 e under 30 non occorreva scomodare gli inglesi: ragazzi sotto i 20 (a 30 non erano più ragazzi) e anziani sopra i 50 (gli ultrasettantenni erano vecchi) ci sono sempre stati anche da noi.
venerdì 17 agosto 2012
Ambiguità
Se è Tizio a intervistare Caio io dico "un'intervista di Tizio a Caio" altri dicono "un'intervista di Caio a Tizio". Ora se dicono "un'intervista di Rossi a Repubblica" mi infastidisce un po' ma capisco che il signor Rossi è stato intervistato da un giornalista del quotidiano "Repubblica" essendo molto improbabile il contrario, se invece dicono "un'intervista di Rossi a Bianchi" e ignoro quale di questi signori solitamente faccia interviste (cioè rivolga una serie di domande) e quale invece conceda interviste (cioè fornisca una serie di risposte) non capisco più chi sia l'intervistatore e chi l'intervistato, se Rossi ha fatto o concesso un'intervista a Bianchi. Forse sono io che continuo a sbagliare, forse è normale evoluzione della lingua o forse i cronisti fanno di tutto per essere ambigui e non farsi capire, anche quando non usano termini stranieri.
martedì 14 agosto 2012
Reciprocità.
"La fiducia è una cosa seria e bisogna meritarsela" e "l'esempio trascina" dicevano una vecchia pubblicità e un vecchio proverbio: credo che il prof. Monti non conosca o condivida nè l'una né l'altro.
Per essere credibili quando si aizzano i cittadini contro "gli evasori che rubano ai concittadini" bisognerebbe non essere sospettati di rubare. Pretendere troppe imposte conservando privilegi a sè stessi e alla propria casta o per sprecarle inutilmente non pare molto dissimile dal rubare vero e proprio che talvolta capita.
Per avere la fiducia degli onesti non si dovrebbe essere disonesti.
Non mi pare tanto onesto non aggiornare limiti di reddito fissati 20 anni fa, ai tempi della lira e non dell'euro, dell'indice del costo della vita a 100 e non a 150 e non mi pare onesto negare alla famiglia le detrazioni spettanti a un membro incapiente o comunque negare a chi non ha abbastanza reddito le agevolazioni concesse ai capienti.
E non mi pare onesto che le regole siano tali da obbligare un normale cittadino a rivolgersi con un costo aggiuntivo a commecialisti o CAF: tutta la macchina fiscale sembra fatta per premiare i furbi e punire gli ingenui, i primi riescono a pagare meno tributi mentre i secondi spesso ne pagano di più per non rischiare inique sanzioni in caso di errore.
Se poi capitano casi non infrequenti di persone pesantemente multate per non avere lo scontrino d'un bicchiere d'acqua di rubinetto o d'un caffé fatto da e per sè o d'una caramella data a un bimbo non meraviglia che la gente tifi per l'evasore e non per i tutori della legge. Questi magari sono convinti che sia solerzia quello che per i normali contribuenti è solo stupida arroganza, odiosa soperchieria.
Con questi autogol lo Stato chiede inutilmente la collaborazione dei cittadini: nessuna persona onesta se la sente di essere complice dello Stato-oppressore contro l'evasore-vittima. Se lo Stato appare come rapinatore il cittadino sta col rapinato, pensando che la prossima volta potrebbe toccare a lui. Se lo stato è diffidente dei cittadini i cittadini sono diffidenti dello stato, se li considera sempre e comunque disonesti tanto vale esserlo davvero.
Se il prof. Monti vuole cittadini rispettosi dello stato cominci a creare uno stato rispettoso dei cittadini, se vuole infondere nei cittadini il senso del dovere civico cominci coll'infondere allo stato il senso del dovere verso i cittadini.
Si dovrebbe pensare "noi siamo lo stato", ma non è così quando si percepisce che lo stato non è per noi ma contro di noi, che non agisce nel nostro interesse ma in quello di altri: quando lo stato sanziona chi si fa un caffè o manda in galera chi si difende dalle rapine e indennizza i rapinatori (anche questo è successo) la percezione è netta.
Per essere credibili quando si aizzano i cittadini contro "gli evasori che rubano ai concittadini" bisognerebbe non essere sospettati di rubare. Pretendere troppe imposte conservando privilegi a sè stessi e alla propria casta o per sprecarle inutilmente non pare molto dissimile dal rubare vero e proprio che talvolta capita.
Per avere la fiducia degli onesti non si dovrebbe essere disonesti.
Non mi pare tanto onesto non aggiornare limiti di reddito fissati 20 anni fa, ai tempi della lira e non dell'euro, dell'indice del costo della vita a 100 e non a 150 e non mi pare onesto negare alla famiglia le detrazioni spettanti a un membro incapiente o comunque negare a chi non ha abbastanza reddito le agevolazioni concesse ai capienti.
E non mi pare onesto che le regole siano tali da obbligare un normale cittadino a rivolgersi con un costo aggiuntivo a commecialisti o CAF: tutta la macchina fiscale sembra fatta per premiare i furbi e punire gli ingenui, i primi riescono a pagare meno tributi mentre i secondi spesso ne pagano di più per non rischiare inique sanzioni in caso di errore.
Se poi capitano casi non infrequenti di persone pesantemente multate per non avere lo scontrino d'un bicchiere d'acqua di rubinetto o d'un caffé fatto da e per sè o d'una caramella data a un bimbo non meraviglia che la gente tifi per l'evasore e non per i tutori della legge. Questi magari sono convinti che sia solerzia quello che per i normali contribuenti è solo stupida arroganza, odiosa soperchieria.
Con questi autogol lo Stato chiede inutilmente la collaborazione dei cittadini: nessuna persona onesta se la sente di essere complice dello Stato-oppressore contro l'evasore-vittima. Se lo Stato appare come rapinatore il cittadino sta col rapinato, pensando che la prossima volta potrebbe toccare a lui. Se lo stato è diffidente dei cittadini i cittadini sono diffidenti dello stato, se li considera sempre e comunque disonesti tanto vale esserlo davvero.
Se il prof. Monti vuole cittadini rispettosi dello stato cominci a creare uno stato rispettoso dei cittadini, se vuole infondere nei cittadini il senso del dovere civico cominci coll'infondere allo stato il senso del dovere verso i cittadini.
Si dovrebbe pensare "noi siamo lo stato", ma non è così quando si percepisce che lo stato non è per noi ma contro di noi, che non agisce nel nostro interesse ma in quello di altri: quando lo stato sanziona chi si fa un caffè o manda in galera chi si difende dalle rapine e indennizza i rapinatori (anche questo è successo) la percezione è netta.
giovedì 9 agosto 2012
E se si facesse il contrario?
Non so di società calcistiche che facciano pagare l'ingresso alle partite a chi ha già pagato l'abbonamento e facciano entrare gratis chi non l'ha pagato. Lo stato invece fa questo: chi ha dichiarato più reddito e pagato quindi più imposte deve pagare più tasse, chi ha dichiarato meno reddito e pagato meno imposte paga meno tasse. E se si facesse il contrario? Se per pagare meno o punto tasse anzichè dichiarare di avere un reddito inferiore a X si dovesse portare la denuncia dei redditi e dimostrare che si è già pagato imposta per più di Y? Si dice che non si devono fornire servizi gratis ai ricchi, che devono pagarseli e si dice anche che i ricchi sono una piccola minoranza nel paese: non sarà facendo pagare le prestazioni sanitarie a questa piccola minoranza che si risolvono i problemi della sanità italiana, tanto più che magari chi può permetterselo preferisce rivolgersi altrove. Forse sarebbe meglio e più semplice razionalizzare le spese, adeguare le imposte e fornire i servizi a tutti alle stesse condizioni. Oppure si fa entrare chi ha l'abbonamento e chi non l'ha paga il biglietto, si forniscono servizi a chi ha pagato le imposte e chi non le ha pagate paga una tassa o la pagherà quando potrà. Qualcuno magari nella denuncia dei redditi dichiarerà importi non percepiti e la guardia di finanza continuerà a dar la caccia ai furbetti, obbligandoli a pagare meno imposte (e più tasse).
Nota - La tassa, nell'ordinamento tributario italiano, è una somma dovuta dai privati cittadini allo stato e si differenzia dall'imposta in quanto applicata secondo il principio della controprestazione: essa cioè è legata a un pagamento di una somma di denaro, dovuta da un soggetto quale corrispettivo per la prestazione a suo favore di un servizio pubblico offerto da parte di un ente pubblico.
VEDI
Nota - La tassa, nell'ordinamento tributario italiano, è una somma dovuta dai privati cittadini allo stato e si differenzia dall'imposta in quanto applicata secondo il principio della controprestazione: essa cioè è legata a un pagamento di una somma di denaro, dovuta da un soggetto quale corrispettivo per la prestazione a suo favore di un servizio pubblico offerto da parte di un ente pubblico.
VEDI
domenica 5 agosto 2012
Regole
Vale questa regola: se è impossibile fare la cosa giusta, fare la cosa sbagliata più semplice.
Sbagliato per sbagliato non vale la pena complicarsi la vita.
Se le regole sono tanto complicate che è quasi impossibile osservarle, meglio ignorarle sapendo che comunque si faccia si sbaglia. Con una specie di terrorismo fiscale le occasioni non possono mancare per sanzionare una qualche infrazione: probabilmente nemmeno il più bravo degli agenti delle entrate o delle guardie di finanza può essere sicuro di passare un anno o un mese senza commetterne una.
Dicono che devono sempre essere emessi gli scontrini, ma in 50 anni mai una volta che chi vende carburante per auto me l' abbia dato. Probabilmente non sono tenuti a farlo e io non l'ho mai preteso né sono andato a leggermi tutto il corpus legis per accertarmi che così sia. D'accordo, ignorantia legis non excusat: ma voglio vivere la mia vita e non passarne mezza alla ricerca di una norma che dica una cosa e l'altra mezza ad accertarmi che non ce ne sia una che dica il contrario. Il modo più semplice di sbagliare è pensare che chi non mi dà scontrino lo fa perché sa di non doverlo dare, ritenendo che uno che fa un lavoro lo sappia fare a norma di legge. E così se in spiaggia, per strada o al mercato marocchini, cinesi, senegalesi mai mi danno scontrino penso che godano di extraterritorialità e ne siano esentati: di chiederlo non ci penso nemmeno, anche perché non saprei in quale lingua farlo, quasi sicuramente in una che non conosco e capisco. Nemmeno i venditori di prodotti agricoli del circondario o della regione confinante danno ricevuta e io non la chiedo per non sentirmi rispondere che non è dovuta e accertare se dicono il vero o il falso. Sicuramente alla regola "dare sempre ricevuta" esistono eccezioni che io ignoro e do per scontato che invece quelli delle categorie interessate conoscano e rispettino fedelmente. Tempo fa sentii dire che per certe categorie lo scontrino non era più dovuto, ma non so quali fossero queste categorie, se la voce era solo una voce, se é una norma vigente, se è mai esistita o è stata abrogata: sbagliato per sbagliato io mi fido di chi fa il suo mestiere. Quando mi danno lo scontrino lo conservo (da almeno 15 anni li tengo tutti infililati, mese per mese) e talvolta leggo "non valido ai fini fiscali": e allora, perché me lo danno? Probabilmente in paesi come Spagna e Portogallo dove regolarmente segnalano con l'accento tonico l'eccezioni alla regola di pronuncia (in Francia non hanno eccezioni ma indicano sempre le é e le è) se esistessero eccezioni alla regola "tutti devono emettere lo scontrino" lo segnalerebbero con l'obbligo per gli esenti di esporre un cartello "lo scontrino non è dovuto". Da noi invece le eccezioni non sono segnalate e io continuo ignorare se esistono veramente, a non chiedere scontrino o a dire Carcàre e Mallàre se non mi dicono che si dice Càrcare e Màllare. Io credo che questa ambiguità non sia involontaria, anzi serva allo scopo di terrorizzare i contribuenti come con le Strafexpedition della guardia di finanza.
Sbagliato per sbagliato non vale la pena complicarsi la vita.
Se le regole sono tanto complicate che è quasi impossibile osservarle, meglio ignorarle sapendo che comunque si faccia si sbaglia. Con una specie di terrorismo fiscale le occasioni non possono mancare per sanzionare una qualche infrazione: probabilmente nemmeno il più bravo degli agenti delle entrate o delle guardie di finanza può essere sicuro di passare un anno o un mese senza commetterne una.
Dicono che devono sempre essere emessi gli scontrini, ma in 50 anni mai una volta che chi vende carburante per auto me l' abbia dato. Probabilmente non sono tenuti a farlo e io non l'ho mai preteso né sono andato a leggermi tutto il corpus legis per accertarmi che così sia. D'accordo, ignorantia legis non excusat: ma voglio vivere la mia vita e non passarne mezza alla ricerca di una norma che dica una cosa e l'altra mezza ad accertarmi che non ce ne sia una che dica il contrario. Il modo più semplice di sbagliare è pensare che chi non mi dà scontrino lo fa perché sa di non doverlo dare, ritenendo che uno che fa un lavoro lo sappia fare a norma di legge. E così se in spiaggia, per strada o al mercato marocchini, cinesi, senegalesi mai mi danno scontrino penso che godano di extraterritorialità e ne siano esentati: di chiederlo non ci penso nemmeno, anche perché non saprei in quale lingua farlo, quasi sicuramente in una che non conosco e capisco. Nemmeno i venditori di prodotti agricoli del circondario o della regione confinante danno ricevuta e io non la chiedo per non sentirmi rispondere che non è dovuta e accertare se dicono il vero o il falso. Sicuramente alla regola "dare sempre ricevuta" esistono eccezioni che io ignoro e do per scontato che invece quelli delle categorie interessate conoscano e rispettino fedelmente. Tempo fa sentii dire che per certe categorie lo scontrino non era più dovuto, ma non so quali fossero queste categorie, se la voce era solo una voce, se é una norma vigente, se è mai esistita o è stata abrogata: sbagliato per sbagliato io mi fido di chi fa il suo mestiere. Quando mi danno lo scontrino lo conservo (da almeno 15 anni li tengo tutti infililati, mese per mese) e talvolta leggo "non valido ai fini fiscali": e allora, perché me lo danno? Probabilmente in paesi come Spagna e Portogallo dove regolarmente segnalano con l'accento tonico l'eccezioni alla regola di pronuncia (in Francia non hanno eccezioni ma indicano sempre le é e le è) se esistessero eccezioni alla regola "tutti devono emettere lo scontrino" lo segnalerebbero con l'obbligo per gli esenti di esporre un cartello "lo scontrino non è dovuto". Da noi invece le eccezioni non sono segnalate e io continuo ignorare se esistono veramente, a non chiedere scontrino o a dire Carcàre e Mallàre se non mi dicono che si dice Càrcare e Màllare. Io credo che questa ambiguità non sia involontaria, anzi serva allo scopo di terrorizzare i contribuenti come con le Strafexpedition della guardia di finanza.
giovedì 2 agosto 2012
Vanto e vantaggio
C'è gente che non osa mostrarsi nuda, altra che ama esibirsi; c'è gente che non vuole si sappia che beve o fuma troppo, altra che se ne vanta; c'è gente che si vergogna di certe cose e altra che di quelle stesse cose va orgogliosa, sinceramente o pretestuosamente, per vanto o per vantaggio. C'è chi si vanta di essere un bravo ladro, chi di evadere le tasse, chi di tradire il coniuge e chi di essere tradito. C'è chi si vanta di essere eccezionale, di non seguire la fondamentale regola di natura per la conservazione della specie e vuole che tutti lo sappiano, vuole che dai documenti anagrafici risulti che è frocio o lesbica, vuole financo il "matrimonio" (che non avendo alcuna possibilità naturale di creare una madre magari dovrebbe essere detto "seximonio"(1)) e rivendica il diritto ad avere "figli", delegando il dovere di fabbricarli all'umanità meno evoluta, alla gente ordinaria.
Ma ben venga il riconoscimento delle coppie di fatto: forse non servirà ai matrimoni di fatto che di fatto vogliono evitare le conseguenze del matrimonio regolamentato, potrebbe invece servire a chi è regolarmente sposato ma, a suo danno, è come se non lo fosse.
Oggi due persone sposate e conviventi da oltre 50 anni sono sempre considerate "famiglia" quando si tratta di sommare i redditi per escluderli da benefici fiscali o previdenziali, ma non sempre sono considerati "famiglia" per potere beneficiare delle esenzioni delle spese sostenute o per pagare un unico canone RAI: chiederanno di essere riconosciuti come coppia di fatto e potranno avere i vantaggi che sicuramente le coppie omosessuali con le loro mobilitazioni otterranno.
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(1) La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall'unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall' unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia.
(da VEDI)
Ma ben venga il riconoscimento delle coppie di fatto: forse non servirà ai matrimoni di fatto che di fatto vogliono evitare le conseguenze del matrimonio regolamentato, potrebbe invece servire a chi è regolarmente sposato ma, a suo danno, è come se non lo fosse.
Oggi due persone sposate e conviventi da oltre 50 anni sono sempre considerate "famiglia" quando si tratta di sommare i redditi per escluderli da benefici fiscali o previdenziali, ma non sempre sono considerati "famiglia" per potere beneficiare delle esenzioni delle spese sostenute o per pagare un unico canone RAI: chiederanno di essere riconosciuti come coppia di fatto e potranno avere i vantaggi che sicuramente le coppie omosessuali con le loro mobilitazioni otterranno.
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(1) La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall'unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall' unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia.
(da VEDI)
mercoledì 1 agosto 2012
I colpevoli
Se un negozio insiste a voler guadagnare troppo i clienti se ne vanno e chi resta paga la merce sempre più cara, se una gazzella sfugge al leone un'altra finisce per essere divorata, se uno non si lascia rapinare viene rapinato qualcun altro, se uno non paga le imposte altri le pagano maggiorate.
Il cliente che paga prezzi più alti dovrebbe dare la colpa a quelli che li evitano, la gazzella divorata a quella sfuggita, il rapinato a chi non si lascia rapinare così come chi paga troppe imposte da la colpa a chi non le paga. Io non posso non pagare le imposte e ovviamente vorrei che tutti le pagassero. Ma se anche potessi avrei difficoltà morale a non pagarle. Questa difficoltà un tempo assoluta lo diventa sempre meno: se lo stato si comporta come il negozio o il leone o il rapinatore capisco il cittadfino che si comporta di conseguenza.
Io vorrei essere onesto con lo Stato (inteso in tutte le sue componenti) ma vorrei che lo Stato fosse onesto con me. La caterva di norme fiscali spesso ambigue sembra fatta apposta per favorire i furbi e danneggiare gli onesti. Pagare il giusto non è un'impresa semplice: si rischia di pagare ingiustamente di più o di pagare involontariamente di meno, essere sanzionati e alla fine pagare di più ed essere considerati "dichiaranti infedeli", ossia disonesti evasori. Molti allora possono pensare che conviene pagare volontariamente di meno, un vantaggioso rischio calcolato.
Il cittadino deve sentire il dovere di pagare i servizi forniti dalla Stato, ma lo Stato (e chi lo rappresenta) deve sentire il dovere di fornire servizi adeguati e senza sprechi. Se così non è non ha assolutamente l'autorità morale per condannare chi evade le imposte: prima di chiedere onestà agli altri deve essere onesto.
Anche il cittadino più civico pur pagando le tasse le paga con rabbia se considera che metà del suo lavoro è per sè e metà va allo Stato e mentre a lui restano si e no 1000 euro al mese scopre che dirigenti statali non si accontentano di 1000 euro al giorno, quanto meritati si vede da com'è l'Italia.
Con rabbia paga il canone RAI pensando a stipendi e cachet milionari (in euro), pensando agli sprechi con risultati discutibili e con più rabbia quando si pretendendono due canoni da chi già ne paga uno mentre un utente su due non ne paga nessuno.
Fa bene Monti a dichiarare guerra agli evasori, ma se paghiamo così tanto non è solo perché ci sono tanti evasori: se pagassero tutti si troverebbe sempre il modo di spendere tutto. È normale che lui voglia che tutti paghino tanto, lui ne beneficia e gli servono per governare. Peccato che i soldi dei cittadini servano anche per mantenere privilegi e sprechi: sarebbe meglio abolire questi prima di chiedere ulteriori sacrifici a chi non ha privilegi e non può sprecare.
Forse è vero che se non ci fossero evasori si pagherebbero meno imposte, ma è sicuramente vero che si pagherebbero comunque meno imposte se i governi avessero la diligenza del buon pater familias e forse ci sarebbero anche meno evasori.
Il cliente che paga prezzi più alti dovrebbe dare la colpa a quelli che li evitano, la gazzella divorata a quella sfuggita, il rapinato a chi non si lascia rapinare così come chi paga troppe imposte da la colpa a chi non le paga. Io non posso non pagare le imposte e ovviamente vorrei che tutti le pagassero. Ma se anche potessi avrei difficoltà morale a non pagarle. Questa difficoltà un tempo assoluta lo diventa sempre meno: se lo stato si comporta come il negozio o il leone o il rapinatore capisco il cittadfino che si comporta di conseguenza.
Io vorrei essere onesto con lo Stato (inteso in tutte le sue componenti) ma vorrei che lo Stato fosse onesto con me. La caterva di norme fiscali spesso ambigue sembra fatta apposta per favorire i furbi e danneggiare gli onesti. Pagare il giusto non è un'impresa semplice: si rischia di pagare ingiustamente di più o di pagare involontariamente di meno, essere sanzionati e alla fine pagare di più ed essere considerati "dichiaranti infedeli", ossia disonesti evasori. Molti allora possono pensare che conviene pagare volontariamente di meno, un vantaggioso rischio calcolato.
Il cittadino deve sentire il dovere di pagare i servizi forniti dalla Stato, ma lo Stato (e chi lo rappresenta) deve sentire il dovere di fornire servizi adeguati e senza sprechi. Se così non è non ha assolutamente l'autorità morale per condannare chi evade le imposte: prima di chiedere onestà agli altri deve essere onesto.
Anche il cittadino più civico pur pagando le tasse le paga con rabbia se considera che metà del suo lavoro è per sè e metà va allo Stato e mentre a lui restano si e no 1000 euro al mese scopre che dirigenti statali non si accontentano di 1000 euro al giorno, quanto meritati si vede da com'è l'Italia.
Con rabbia paga il canone RAI pensando a stipendi e cachet milionari (in euro), pensando agli sprechi con risultati discutibili e con più rabbia quando si pretendendono due canoni da chi già ne paga uno mentre un utente su due non ne paga nessuno.
Fa bene Monti a dichiarare guerra agli evasori, ma se paghiamo così tanto non è solo perché ci sono tanti evasori: se pagassero tutti si troverebbe sempre il modo di spendere tutto. È normale che lui voglia che tutti paghino tanto, lui ne beneficia e gli servono per governare. Peccato che i soldi dei cittadini servano anche per mantenere privilegi e sprechi: sarebbe meglio abolire questi prima di chiedere ulteriori sacrifici a chi non ha privilegi e non può sprecare.
Forse è vero che se non ci fossero evasori si pagherebbero meno imposte, ma è sicuramente vero che si pagherebbero comunque meno imposte se i governi avessero la diligenza del buon pater familias e forse ci sarebbero anche meno evasori.
sabato 21 luglio 2012
Province.
E alla fine - pare - le province non saranno più le stesse.
Io sono affezionato alle mie quattro province dove via via sono vissuto.
Dicono che le province sono costose e inutili e vanno abolite. Dicono che sono troppe e vanno ridotte. Chissà se la Francia con le sue 22 regioni e 101 dipartimenti e 61 milioni di abitanti nel territorio europeo ha gli stessi problemi. I numeri sono piuttosto simili a quelli italiani: se dipendesse dai numeri avrebbe i nostri stessi problemi, se non li ha forse è perché sono meglio gestiti.
Forse le province italiane non sono inutili, forse non sono nemmeno troppe ma solo troppo costose e male organizzate: non serve abolire province storico-geografiche, basta abolire i costi, ridurre i costosi apparati che oggi si identificano con la provincia e che forse è proprio quello che molti non vogliono.
Lasciando immutati i confini delle province storico-geografiche basterebbe riunirne alcune e assegnare una nuova identificazione, diciamo zona.
Esempio:
Zona 1 (Piemonte 1) : Pr. Torino
Zona 2 (Piemonte 2) : Pr. Cuneo
Zona 3 (Piemonte 3) : Pr. Biella, Vercelli
Zona 4 (Piemonte 4) : Pr. Alessandria, Asti
Zona 5 (Piemonte 5) : Pr. Novara, Verbano-Cusio-Ossola
Zona 6 (Liguria 1) : Pr. Imperia, Savona
Zona 7 (Liguria 2) : Pr. Genova, La Spezia
Le competenze riviste e corrette delle attuali province passano alle Zone e i cittadini si sentiranno e diranno di essere della Zona X o della provincia N, secondo i gusti.
Ovviamente ci sarà la lotta per l'assegnazione o la ripartizione delle sedi, ma ci sarebbe comunque e a me non importa.
Io sono affezionato alle mie quattro province dove via via sono vissuto.
Dicono che le province sono costose e inutili e vanno abolite. Dicono che sono troppe e vanno ridotte. Chissà se la Francia con le sue 22 regioni e 101 dipartimenti e 61 milioni di abitanti nel territorio europeo ha gli stessi problemi. I numeri sono piuttosto simili a quelli italiani: se dipendesse dai numeri avrebbe i nostri stessi problemi, se non li ha forse è perché sono meglio gestiti.
Forse le province italiane non sono inutili, forse non sono nemmeno troppe ma solo troppo costose e male organizzate: non serve abolire province storico-geografiche, basta abolire i costi, ridurre i costosi apparati che oggi si identificano con la provincia e che forse è proprio quello che molti non vogliono.
Lasciando immutati i confini delle province storico-geografiche basterebbe riunirne alcune e assegnare una nuova identificazione, diciamo zona.
Esempio:
Zona 1 (Piemonte 1) : Pr. Torino
Zona 2 (Piemonte 2) : Pr. Cuneo
Zona 3 (Piemonte 3) : Pr. Biella, Vercelli
Zona 4 (Piemonte 4) : Pr. Alessandria, Asti
Zona 5 (Piemonte 5) : Pr. Novara, Verbano-Cusio-Ossola
Zona 6 (Liguria 1) : Pr. Imperia, Savona
Zona 7 (Liguria 2) : Pr. Genova, La Spezia
Le competenze riviste e corrette delle attuali province passano alle Zone e i cittadini si sentiranno e diranno di essere della Zona X o della provincia N, secondo i gusti.
Ovviamente ci sarà la lotta per l'assegnazione o la ripartizione delle sedi, ma ci sarebbe comunque e a me non importa.
domenica 8 luglio 2012
Euri
Trovo "... ogni detenuto costa 3,60 euri....dovendo campare con 429 euri al mese ..." (VEDI) e approvo.
Se a Biella dicono "un chilo, due chilo" capisco che dicano "un chilo un euro, due chilo due euro".
Posso capire che per chilogrammi/chilogrammo si dica chilo, per biciclette/bicicletta si dica bici, ma se per 1 gatto+1 gatto dico 2 gatti per un 1 euro+1 euro dico 2 euri.
Se a Biella dicono "un chilo, due chilo" capisco che dicano "un chilo un euro, due chilo due euro".
Posso capire che per chilogrammi/chilogrammo si dica chilo, per biciclette/bicicletta si dica bici, ma se per 1 gatto+1 gatto dico 2 gatti per un 1 euro+1 euro dico 2 euri.
giovedì 5 luglio 2012
Gemelli
Aldo e Bruno sono fratelli gemelli. Hanno fatto le stesse scuole ottenendo gli stessi risultati, vivono nella stessa casa, fanno lo stesso lavoro. Aldo guadagna al mese qualcosa più di Bruno; nell'orario di lavoro Aldo può fare pause-bar, pause-chiacchiere, pause-spesa, pause-telefono e altre, Bruno no; Aldo ha più giorni di ferie di Bruno; Aldo è sicuro che - lavori bene o male, ci sia o no la crisi, abbia o non abbia qualcosa da fare - fino a quando non avrà la pensione avrà comunque il suo stipendio, Bruno no.
L'orario settimanale di lavoro di Aldo è 35 ore, quello di Bruno 40: ne consegue che Aldo è pagato il 14% più di Bruno e per fare il lavoro di 7 Bruni ci vogliono 8 Aldi, senza considerare altro.
Aldo è occupato nella Pubblica Amministrazione, Bruno no: stipendio contributi e imposte di Aldo sono pagati anche con le imposte trattenute a Bruno.
L'orario settimanale di lavoro di Aldo è 35 ore, quello di Bruno 40: ne consegue che Aldo è pagato il 14% più di Bruno e per fare il lavoro di 7 Bruni ci vogliono 8 Aldi, senza considerare altro.
Aldo è occupato nella Pubblica Amministrazione, Bruno no: stipendio contributi e imposte di Aldo sono pagati anche con le imposte trattenute a Bruno.
domenica 17 giugno 2012
Corruzione.
Se non ci fossero disonesti disposti a farsi corrompere non ci sarebbero corruttori, non ci sarebbe corruzione ma al massimo inutili tentativi di corruzione. Se dipendesse da me non prevederei alcuna pena per i corruttori ma sarei severissimo con i corrotti, che se non sono palesemente rei di concussione sono perlomeno colpevoli di istigare la corruzione, di lasciare intendere che ci stanno, come le puttane. Se fosse per tutti evidente che i pubblici dipendenti sono onesti servitori dello Stato al servizio dei cittadini e che sempre e comunque ognuno avrà tutto e solo quello che gli spetta la corruzione di pubblici funzionari sarebbe inutile e inesistente. Molti anni fa leggevo che è giusto pagare lautamente i magistrati perchè altrimenti sarebbero facilmente corruttibili. Ho sempre pensato che se uno è onesto non si lascia corrompere né con poco né con molto, se è disonesto avere uno stipendio alto gli consente semplicemente di pretendere di più: magari potrà essere corrotto solo da ricchi ma resta un disonesto, lautamente retribuito e lautamente corruttibile.
Funzionari che ritengono il loro non trascurabile stipendio semplicemente dovuto per avere vinto un concorso o comunque essere entrati nella pubblica amministrazione mentre per fare il loro lavoro, per rendere ai cittadini il giusto servizio pensano di dovere essere ulteriormente incoraggiati, quando accettano doni andrebbero non solo licenziati ma anche interdetti per sempre dai pubblici uffici. Rimarebbero solo gli onesti e non sarebbe possibile alcuna corruzione, ma dev'esserci qualche superiore senza peccato che scagli la prima pietra.
Wikio
Funzionari che ritengono il loro non trascurabile stipendio semplicemente dovuto per avere vinto un concorso o comunque essere entrati nella pubblica amministrazione mentre per fare il loro lavoro, per rendere ai cittadini il giusto servizio pensano di dovere essere ulteriormente incoraggiati, quando accettano doni andrebbero non solo licenziati ma anche interdetti per sempre dai pubblici uffici. Rimarebbero solo gli onesti e non sarebbe possibile alcuna corruzione, ma dev'esserci qualche superiore senza peccato che scagli la prima pietra.
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mercoledì 13 giugno 2012
Matrimoni.
Così parlò Pier Luigi Bersani: «Non è accettabile che in Italia non si sia ancora introdotta una legge
che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali,
conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico».
Da molto tempo esiste il matrimonio inteso come ufficializzazione dell'unione uomo/donna, da molto tempo si vive in questo errore. Già pensare che dall'unione uomo/donna possano nascere dei figli va contro ogni logica: un tempo i figli nascevano sotto i cavoli nei paese dei cavoli, portati dalle cicogne nel paese delle cicogne e ora si fanno in laboratorio. È per questo che in Italia nascono sempre meno figli: ci sono troppo pochi cavoli, troppo poche cicogne e troppo pochi laboratori. Gli antichi credevano che il matrimonio servisse per garantire ai cavoli di crescere: l'uomo vangava la terra e la donna innaffiava l'orto, senza rendersi conto che i cavoli possono benissimo crescere anche se ad occuparsi di loro sono due uomini o due donne. Oggi naturalmente basta un laboratorio gestito da un cumputer ed è del tutto indifferente che a servirsene sia un uomo, una donna o un altro robot.
C'è gente che ancora pensa che invece i figli possano nascere altrimenti, che abbiano bisogno di molto tempo per rendersi autonomi e che per questo da moltissimo tempo da queste parti si sia pensato al matrimonio e a chiamare "famiglia" quello che ne deriva: un insieme di uomo, donna ed eventuali figli.
"Se non sono uomo e donna non possono nascere figli, se non nascono figli una nazione cessa di esistere entro breve tempo. Quando un coniuge dedica tutte le sue forze in un lavoro retribuito non può occuparsi della casa e dei figli, quando l' altro dedica tutte le sue forze alla cura di casa, coniuge e figli non può fare lavoro retribuito: retribuzione e pensione del primo dipende dal lavoro del secondo, quando entrambi concorrono alla loro formazione entrambi ne hanno diritto. Una società deve occuparsi degli individui che la formano, se questo compito lo assolve la famiglia vantaggiosamente per i suo i componentie e per la società essa è utile alla società e va tutelata nel suo insieme: più che dovuta la pensione di reversibilità al coniuge superstite.
Capitava un tempo che il matrimonio durasse tutta la vita, che le donne avessero più figli, che i lavori in casa fossero più faticosi e richiedessero più tempo, capitava che ne restasse molto poco per un lavoro retribuito e che magari nemmeno ci fosse. Se ora non è più così per il futuro si potrebbe ragionare diversamente, ma non per il passato: nel suo interesse lo Stato aveva assicurato un certo trattamento e in base a quello la gente aveva fatto le sue scelte.
Ora molti matrimoni durano quel che durano, i lavori domestici richiedono meno tempo o si possono evitare, ci sono più soldi e meno figli: meglio pochi che niente. La famiglia uomo-donna-figli è utile alla società, le "famiglie" uomo-uomo o donna-donna cosa danno alla soicietà oltre alle annuali carnevalate? Perché mai lo stato deve preoccuparsene?" Così pensano.
Naturalmente invece le coppie diversamente procreative reclamano a gran voce uguali diritti delle famiglie attuali, magari non pensando di farsi carico di eguali doveri. Vogliono il matrimonio, poi si accorgeranno che, se non cambiano le regole, due anziani non sposati possono beneficiare dell'esenzione delle tasse sanitarie (ticket) se ognuno di loro ha un reddito di 36151 euro all'anno mentre se sono sposati nessuno dei due ha diritto all'esenzione se insieme superano quella cifra: 36151 l'uno e 2 euro l'altro o 18076 euro ciascuno.
Solitamente si parla di "coppie di fatto" e "famiglie di fatto", ma non è la stessa cosa se si tratta di etero o omosessuali.
Da sempre ufficializzare un'unione significa prendersi davanti a tutti degli obblighi da rispettare. Un accordo da rispettare a garanzia del coniuge, dei figli, dei parenti, della società. Se il matrimonio omosessuale non è previsto da noi è perché - a torto o a ragione - non lo si ritiene utile alla società e gli interessi dei singoli possono sempre essere tutelati con accordi, contratti personali o disposizioni testamentarie che lo stato può o potrà riconoscere e garantire, a tutti i cittadini.
Diverso è il caso di eterosessuali. Potrebbero avere la stessa utilità delle famiglie regolarmente formate ma non possono o non vogliono assumersene gli impegni che a quelle competono. Ci sono casi in cui non possono perché vincolati da precedenti impegni che vogliono ignorare e casi in cui semplicemente non vogliono avere vincoli, per interesse, per essere liberi di fare quello che vogliono, per evitare di essere danneggiati dalle norme vigenti. Non possono pretendere di avere quello che non vogliono: se non vogliono essere una famiglia regolarmente riconosciuta non possono pretendere di essere riconosciuti in tutto e per tutto come famiglia "fondata sul matrimonio", come recita la nostra Costituzione.
Wikio
Da molto tempo esiste il matrimonio inteso come ufficializzazione dell'unione uomo/donna, da molto tempo si vive in questo errore. Già pensare che dall'unione uomo/donna possano nascere dei figli va contro ogni logica: un tempo i figli nascevano sotto i cavoli nei paese dei cavoli, portati dalle cicogne nel paese delle cicogne e ora si fanno in laboratorio. È per questo che in Italia nascono sempre meno figli: ci sono troppo pochi cavoli, troppo poche cicogne e troppo pochi laboratori. Gli antichi credevano che il matrimonio servisse per garantire ai cavoli di crescere: l'uomo vangava la terra e la donna innaffiava l'orto, senza rendersi conto che i cavoli possono benissimo crescere anche se ad occuparsi di loro sono due uomini o due donne. Oggi naturalmente basta un laboratorio gestito da un cumputer ed è del tutto indifferente che a servirsene sia un uomo, una donna o un altro robot.
C'è gente che ancora pensa che invece i figli possano nascere altrimenti, che abbiano bisogno di molto tempo per rendersi autonomi e che per questo da moltissimo tempo da queste parti si sia pensato al matrimonio e a chiamare "famiglia" quello che ne deriva: un insieme di uomo, donna ed eventuali figli.
"Se non sono uomo e donna non possono nascere figli, se non nascono figli una nazione cessa di esistere entro breve tempo. Quando un coniuge dedica tutte le sue forze in un lavoro retribuito non può occuparsi della casa e dei figli, quando l' altro dedica tutte le sue forze alla cura di casa, coniuge e figli non può fare lavoro retribuito: retribuzione e pensione del primo dipende dal lavoro del secondo, quando entrambi concorrono alla loro formazione entrambi ne hanno diritto. Una società deve occuparsi degli individui che la formano, se questo compito lo assolve la famiglia vantaggiosamente per i suo i componentie e per la società essa è utile alla società e va tutelata nel suo insieme: più che dovuta la pensione di reversibilità al coniuge superstite.
Capitava un tempo che il matrimonio durasse tutta la vita, che le donne avessero più figli, che i lavori in casa fossero più faticosi e richiedessero più tempo, capitava che ne restasse molto poco per un lavoro retribuito e che magari nemmeno ci fosse. Se ora non è più così per il futuro si potrebbe ragionare diversamente, ma non per il passato: nel suo interesse lo Stato aveva assicurato un certo trattamento e in base a quello la gente aveva fatto le sue scelte.
Ora molti matrimoni durano quel che durano, i lavori domestici richiedono meno tempo o si possono evitare, ci sono più soldi e meno figli: meglio pochi che niente. La famiglia uomo-donna-figli è utile alla società, le "famiglie" uomo-uomo o donna-donna cosa danno alla soicietà oltre alle annuali carnevalate? Perché mai lo stato deve preoccuparsene?" Così pensano.
Naturalmente invece le coppie diversamente procreative reclamano a gran voce uguali diritti delle famiglie attuali, magari non pensando di farsi carico di eguali doveri. Vogliono il matrimonio, poi si accorgeranno che, se non cambiano le regole, due anziani non sposati possono beneficiare dell'esenzione delle tasse sanitarie (ticket) se ognuno di loro ha un reddito di 36151 euro all'anno mentre se sono sposati nessuno dei due ha diritto all'esenzione se insieme superano quella cifra: 36151 l'uno e 2 euro l'altro o 18076 euro ciascuno.
Solitamente si parla di "coppie di fatto" e "famiglie di fatto", ma non è la stessa cosa se si tratta di etero o omosessuali.
Da sempre ufficializzare un'unione significa prendersi davanti a tutti degli obblighi da rispettare. Un accordo da rispettare a garanzia del coniuge, dei figli, dei parenti, della società. Se il matrimonio omosessuale non è previsto da noi è perché - a torto o a ragione - non lo si ritiene utile alla società e gli interessi dei singoli possono sempre essere tutelati con accordi, contratti personali o disposizioni testamentarie che lo stato può o potrà riconoscere e garantire, a tutti i cittadini.
Diverso è il caso di eterosessuali. Potrebbero avere la stessa utilità delle famiglie regolarmente formate ma non possono o non vogliono assumersene gli impegni che a quelle competono. Ci sono casi in cui non possono perché vincolati da precedenti impegni che vogliono ignorare e casi in cui semplicemente non vogliono avere vincoli, per interesse, per essere liberi di fare quello che vogliono, per evitare di essere danneggiati dalle norme vigenti. Non possono pretendere di avere quello che non vogliono: se non vogliono essere una famiglia regolarmente riconosciuta non possono pretendere di essere riconosciuti in tutto e per tutto come famiglia "fondata sul matrimonio", come recita la nostra Costituzione.
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martedì 12 giugno 2012
Art.31
Art.31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Forse finalmente qualcuno ha letto l'art.31 della Costituzione e pensa che sia tempo di attuarlo: il governo forse farà norme a favore della famiglia. Con quelle attualmente in vigore non sembra che la Repubblica la agevoli, anzi. Già per considerare a carico un familiare, questi deve avere un reddito annuo inferiore a 2840.51 euro, cioè alle 5.500.000 stabilite due decenni fa e rimaste immutate nonostante euro e inflazione. E se non è a carico non si hanno detrazioni, nemmeno per spese detraibili.
Si suppone quindi che con 219 euro al mese (per 13 mensilità) uno possa tranquillamente vivere del proprio reddito e sostenere tutte le sue spese. Se però il suo reddito non arriva a 577 euro al mese ha il vantaggio di non pagare imposte ma deve accollarsi tutte le spese senza agevolazione alcuna: troppo povero. Nella stessa situazione si trova anche chi non ha familiari che si addossino le sue spese, ma fra pensionati di più di 65 anni il singolo si trova avantaggiato. Per agevolare la famiglia hanno infatti pensato al "reddito familiare" per cui se una famiglia di 5 persone ha reddito 100, quelle persone sono considerate molto più ricche di un singolo con reddito 80. Con pensione mensile fino a 2780 euro lordi (1870 netti) il singolo è esente da tasse sanitarie (ticket) mentre devono pagarle due coniugi se la somma delle loro pensioni è 2781 euro/mese lordi, ossia 1055 netti ciascuno se eguali. Anche questi limiti di reddito sono gli stessi da 20 anni.
Sempre per agevolare la famiglia - "fondata sul matrimonio", dice la Costituzione - hanno stabilito che convivente non è "• Chi vive more uxorio" come dice il vocabolario, ma "chi ha residenza anagrafica nello stesso comune", per cui due coniugi - legalmente sposati, non separati e viventi more uxorio - che per qualsiasi ragione abbiano residenza anagrafica diversa non sono considerati familiari conviventi e l'uno non può detrarre dall'imponibile fiscale le spese detraibili sostenute per il coniuge incapiente.
Sempre per agevolare la famiglia "Il Ministero delle Finanze ha discrezionalmente ritenuto di adottare in materia di canone la nozione anagrafica di famiglia": mentre in teoria dovrebbe essere pagato un solo canone per famiglia, i coniugi di cui sopra per l'Agenzia delle Entrate non sono più una famiglia e devono pagare due volte la tassa Rai. Ma se non sono famiglia l'uno non può beneficiare del canone pagato dall'altro e così, in ciascuna delle due residenze con TV in cui vivono, ognuno deve pagare il suo canone - veda o non veda la TV - e di canoni magari ne dovranno pagare quattro.
Wikio
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Forse finalmente qualcuno ha letto l'art.31 della Costituzione e pensa che sia tempo di attuarlo: il governo forse farà norme a favore della famiglia. Con quelle attualmente in vigore non sembra che la Repubblica la agevoli, anzi. Già per considerare a carico un familiare, questi deve avere un reddito annuo inferiore a 2840.51 euro, cioè alle 5.500.000 stabilite due decenni fa e rimaste immutate nonostante euro e inflazione. E se non è a carico non si hanno detrazioni, nemmeno per spese detraibili.
Si suppone quindi che con 219 euro al mese (per 13 mensilità) uno possa tranquillamente vivere del proprio reddito e sostenere tutte le sue spese. Se però il suo reddito non arriva a 577 euro al mese ha il vantaggio di non pagare imposte ma deve accollarsi tutte le spese senza agevolazione alcuna: troppo povero. Nella stessa situazione si trova anche chi non ha familiari che si addossino le sue spese, ma fra pensionati di più di 65 anni il singolo si trova avantaggiato. Per agevolare la famiglia hanno infatti pensato al "reddito familiare" per cui se una famiglia di 5 persone ha reddito 100, quelle persone sono considerate molto più ricche di un singolo con reddito 80. Con pensione mensile fino a 2780 euro lordi (1870 netti) il singolo è esente da tasse sanitarie (ticket) mentre devono pagarle due coniugi se la somma delle loro pensioni è 2781 euro/mese lordi, ossia 1055 netti ciascuno se eguali. Anche questi limiti di reddito sono gli stessi da 20 anni.
Sempre per agevolare la famiglia - "fondata sul matrimonio", dice la Costituzione - hanno stabilito che convivente non è "• Chi vive more uxorio" come dice il vocabolario, ma "chi ha residenza anagrafica nello stesso comune", per cui due coniugi - legalmente sposati, non separati e viventi more uxorio - che per qualsiasi ragione abbiano residenza anagrafica diversa non sono considerati familiari conviventi e l'uno non può detrarre dall'imponibile fiscale le spese detraibili sostenute per il coniuge incapiente.
Sempre per agevolare la famiglia "Il Ministero delle Finanze ha discrezionalmente ritenuto di adottare in materia di canone la nozione anagrafica di famiglia": mentre in teoria dovrebbe essere pagato un solo canone per famiglia, i coniugi di cui sopra per l'Agenzia delle Entrate non sono più una famiglia e devono pagare due volte la tassa Rai. Ma se non sono famiglia l'uno non può beneficiare del canone pagato dall'altro e così, in ciascuna delle due residenze con TV in cui vivono, ognuno deve pagare il suo canone - veda o non veda la TV - e di canoni magari ne dovranno pagare quattro.
Wikio
giovedì 7 giugno 2012
Curricula
Ora che in Italia ben pochi studiano latino quasi tutti dicono i curricula. Nel dizionario (vedi) trovo "curriculum s.m.s. neutro lat. (pl. curricula); in it. s.m. (pl.orig.), anche adatt. curricolo o curriculo" ma nessuno dice curriculi o curricoli, per non sfigurare.
Di solito i termini latini, come i termini stranieri, in italiano restano invariati e cosi era anche per curriculum in un dizionario di qualche tempo fa. Tra quelli terminanti in "um" solo per pochi altri è previsto il plurale originale in "a": organistrum, organum, unicum. Per continuum trovo "s. neutro lat.; in it. s.m. (solo sing.)". Per "medium" si dice "media", ma all'inglese. Per tutti gli altri non si usa il plurale in "a" ma restano invariati: album, auditorium, criterium, delirium tremens, forum, magnum, memorandum, oleum, optimum, plenum, solarium. Per ossa e corna (cornua) non si usa al singolare il neutro latino ŏs e cornu[m].
Chissà se si dice "ho letto curricula, mi porti la pila curriculorum" et cetera.
PS - Vedo che c'è ancora qualcuno che scrive "quei 90 curriculum .. sceneggiata penosa dei curriculum" VEDI
Wikio
Di solito i termini latini, come i termini stranieri, in italiano restano invariati e cosi era anche per curriculum in un dizionario di qualche tempo fa. Tra quelli terminanti in "um" solo per pochi altri è previsto il plurale originale in "a": organistrum, organum, unicum. Per continuum trovo "s. neutro lat.; in it. s.m. (solo sing.)". Per "medium" si dice "media", ma all'inglese. Per tutti gli altri non si usa il plurale in "a" ma restano invariati: album, auditorium, criterium, delirium tremens, forum, magnum, memorandum, oleum, optimum, plenum, solarium. Per ossa e corna (cornua) non si usa al singolare il neutro latino ŏs e cornu[m].
Chissà se si dice "ho letto curricula, mi porti la pila curriculorum" et cetera.
PS - Vedo che c'è ancora qualcuno che scrive "quei 90 curriculum .. sceneggiata penosa dei curriculum" VEDI
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domenica 3 giugno 2012
Registrazioni.
Se non capisco è sicuramente per colpa mia che mi limito a leggere i titoli. Posso immaginare le ragioni di un registro delle coppie omosessuali (avere della famiglia tradizionale i diritti senza i doveri) non le capisco per le coppie di fatto uomo-donna (vedi).
Per queste esiste già - e non da ieri - una istituzione chiamata matrimonio con le sue regole. Se due vogliono essere una famiglia accettano quelle regole con un semplice sì e una firma, davanti a testimoni, al parroco o al sindaco o a chi ne fa le veci, se non vogliono accettare quelle regole non vedo perché vogliono essere considerati famiglia.
Se uno vede in un negozio una cosa che vuole assolutamente avere o la compra o la ruba: nel primo caso ne diventa legittimo proprietario, nel secondo illegittimo possessore. C'è una terza possibilità: la compra senza pagare l'IVA. Per il negoziante è legittimo proprietario, per lo Stato meno: questo mi pare il caso di una coppia che potrebbe legittimamente sposarsi, non lo fa ma vuole essere considerata sposata.
Wikio
giovedì 10 maggio 2012
Informazioni
L'Agenzia delle Entrate ha anche un sito nel quale dovrebbe essere possibile effettuare una "Richiesta di informazioni via e-mail".
Volevo chiedere informazioni su come calcolare l'IMU nel caso di due appartamenti situati in comuni diversi nei quali abitualmente - un po' nell'uno e un po' nell'altro - vivono assieme due coniugi, ognuno proprietario esclusivo dell'appartamento in cui ha la residenza anagrafica e in uno dei quali vive anche una loro figlia.
Devono pagare due canoni Rai e niente detrazioni per le spese di ristrutturazione della casa del coniuge incapiente perché per il Fisco non sono conviventi e non sono famiglia, almeno quando ad esso conviene.
Molte volte ho tentato di inviare la richiesta, ma aperto il sito ho sempre trovato:
"È stato raggiunto il numero massimo di mail ricevibili.
La preghiamo di riprovare nei prossimi giorni o di contattare il CAM attraverso gli altri canali di informazione e assistenza (Call center, SMS)".
Una volta, per la verità, ho trovato un modulo da compilare con Cognome, Nome, Codice Fiscale, Indirizzo e-mail e - naturalmente - la richiesta di informazioni. Dopo averlo accuratamente compilato ho scelto INVIO ed è apparso l'avviso di cui sopra: forse non sono stato veloce abbastanza.
A me pare che quel sito sia lì pro-forma, per dimostrare che anche l'Agenzia delle Entrate come tutte le Aziende serie ascolta i suoi "clienti" ed è pronta a fornire tutte le informazioni che desiderano. In realtà all'Agenzia delle Entrate - come spesso accade nel servizio pubblico - non interessa un fico secco fornire informazioni in modo che il contribuente assolva correttamente il suo dovere: se per errore paga di più tanto meglio, se paga di meno verrà sanzionato e finirà col pagare di più, se paga il giusto è solo un cittadino molto bravo o molto fortunato e può capitare.
Wikio
Volevo chiedere informazioni su come calcolare l'IMU nel caso di due appartamenti situati in comuni diversi nei quali abitualmente - un po' nell'uno e un po' nell'altro - vivono assieme due coniugi, ognuno proprietario esclusivo dell'appartamento in cui ha la residenza anagrafica e in uno dei quali vive anche una loro figlia.
Devono pagare due canoni Rai e niente detrazioni per le spese di ristrutturazione della casa del coniuge incapiente perché per il Fisco non sono conviventi e non sono famiglia, almeno quando ad esso conviene.
Molte volte ho tentato di inviare la richiesta, ma aperto il sito ho sempre trovato:
"È stato raggiunto il numero massimo di mail ricevibili.
La preghiamo di riprovare nei prossimi giorni o di contattare il CAM attraverso gli altri canali di informazione e assistenza (Call center, SMS)".
Una volta, per la verità, ho trovato un modulo da compilare con Cognome, Nome, Codice Fiscale, Indirizzo e-mail e - naturalmente - la richiesta di informazioni. Dopo averlo accuratamente compilato ho scelto INVIO ed è apparso l'avviso di cui sopra: forse non sono stato veloce abbastanza.
A me pare che quel sito sia lì pro-forma, per dimostrare che anche l'Agenzia delle Entrate come tutte le Aziende serie ascolta i suoi "clienti" ed è pronta a fornire tutte le informazioni che desiderano. In realtà all'Agenzia delle Entrate - come spesso accade nel servizio pubblico - non interessa un fico secco fornire informazioni in modo che il contribuente assolva correttamente il suo dovere: se per errore paga di più tanto meglio, se paga di meno verrà sanzionato e finirà col pagare di più, se paga il giusto è solo un cittadino molto bravo o molto fortunato e può capitare.
Wikio
giovedì 3 maggio 2012
La mia opinione
Il Governo chiede la nostra opinione su come sprecare meno e ci invita a compilare un modulo con nome, cognome, e-mail, indirizzo (VEDI).
Intanto io non farei questa richiesta. Fa perdere tempo per trovarla e compilarla e per esperienza tutti sappiamo quanto sono tenute in considerazione le risposte dei cittadini: referendum insegnano.
Ma se proprio vuole sapere la mia opinione dico che licenzierei tutti i burocrati superpagati e inefficienti e assumerei giovani di buona volontà e capacità. Se quelli esistenti non costassero troppo e non fossero inefficienti non saremmo nella situazione in cui siamo. I giovani costerebbero sicuramente meno: mancano magari di esperienza, ma non è un gran male. Se l'esperienza serve ad evitare gli errori commessi è buona cosa, ma se serve per ripetere all'infinito gli stessi errori ben venga gente inesperta ma capace di proporre nuove idee e nuove soluzioni. Non mi pare buona cosa continuare come si è sempre fatto o peggio.
Lo spreco non è solo nel tempo passato al bar o in lavori inutili dai dipendenti pubblici: è spreco anche far perdere inutilmente tempo ai cittadini.
Già per dare il richiesto parere sulla spending review un italiano deve cercare cosa mai sia 'sta roba. Non siamo in India, non siamo mai stati colonia inglese e per non usare i dialetti e capirci fra noi ci hanno insegnato l'italiano: sarà stato sbagliato, ma così è stato e tutti avremmo capito "revisione della spesa". Poi deve cercare in Internet il questionario e non tutti sono cresciuti a pane e internet. Se in Google metti "governo+spanding review+modulo" compare la sfilza di tutti quelli che hanno scritto su questa cosa: per trovare il modulo sono andato su un articolo di giornale e lì ho cercato e trovato il link .
Sarebbe anche un risparmio non costringere i cittadini a rivolgersi a commercialisti, enti, patronati, sindacati per fare cose che potrebbero benissimo fare bene e in poco tempo se solo non fossero rese complicate e oscure. Ogni volta che si fanno semplificazioni ci ritroviamo con maggiori complicazioni. Un tempo compilavo la denuncia dei redditi , la imbustavo, la spedivo o consegnavo all'Ufficio imposte. Mi bastava un programmino nel PC e avevo tutto. Ora che è tutto semplificato, che tutto é digitalizzato e informatizzato, che c'è internet devo recarmi in un Caf (quanti ce ne sono, quanto ci costano?), fare la fila, spiegare questo e quello, aspettare qualche tempo, ritornare e rifare la fila per ritirare l'elaborato e sapere quanto ho pagato in più o in meno, sperando sia tutto giusto.
Per l'IMU m'informo e trovo che si deve usare il mod.F24. Non so cosa sia, cerco e di link in link lo trovo (VEDI) . Cercando ancora scopro dove posso ritirare questo mod.F24 .
Vado in banca, una folla e nessun mod.F24 in vista; vado alla Posta, altra folla ma anche un bancone libero: chiedo e mi danno il modulo. Ma forse non quello aggiornato, non c'è IMU ma ICI: che sia un'altra furbata del Fisco per consentire ai contribuenti di sbagliare ed essere sanzionati?
Wikio
Intanto io non farei questa richiesta. Fa perdere tempo per trovarla e compilarla e per esperienza tutti sappiamo quanto sono tenute in considerazione le risposte dei cittadini: referendum insegnano.
Ma se proprio vuole sapere la mia opinione dico che licenzierei tutti i burocrati superpagati e inefficienti e assumerei giovani di buona volontà e capacità. Se quelli esistenti non costassero troppo e non fossero inefficienti non saremmo nella situazione in cui siamo. I giovani costerebbero sicuramente meno: mancano magari di esperienza, ma non è un gran male. Se l'esperienza serve ad evitare gli errori commessi è buona cosa, ma se serve per ripetere all'infinito gli stessi errori ben venga gente inesperta ma capace di proporre nuove idee e nuove soluzioni. Non mi pare buona cosa continuare come si è sempre fatto o peggio.
Lo spreco non è solo nel tempo passato al bar o in lavori inutili dai dipendenti pubblici: è spreco anche far perdere inutilmente tempo ai cittadini.
Già per dare il richiesto parere sulla spending review un italiano deve cercare cosa mai sia 'sta roba. Non siamo in India, non siamo mai stati colonia inglese e per non usare i dialetti e capirci fra noi ci hanno insegnato l'italiano: sarà stato sbagliato, ma così è stato e tutti avremmo capito "revisione della spesa". Poi deve cercare in Internet il questionario e non tutti sono cresciuti a pane e internet. Se in Google metti "governo+spanding review+modulo" compare la sfilza di tutti quelli che hanno scritto su questa cosa: per trovare il modulo sono andato su un articolo di giornale e lì ho cercato e trovato il link .
Sarebbe anche un risparmio non costringere i cittadini a rivolgersi a commercialisti, enti, patronati, sindacati per fare cose che potrebbero benissimo fare bene e in poco tempo se solo non fossero rese complicate e oscure. Ogni volta che si fanno semplificazioni ci ritroviamo con maggiori complicazioni. Un tempo compilavo la denuncia dei redditi , la imbustavo, la spedivo o consegnavo all'Ufficio imposte. Mi bastava un programmino nel PC e avevo tutto. Ora che è tutto semplificato, che tutto é digitalizzato e informatizzato, che c'è internet devo recarmi in un Caf (quanti ce ne sono, quanto ci costano?), fare la fila, spiegare questo e quello, aspettare qualche tempo, ritornare e rifare la fila per ritirare l'elaborato e sapere quanto ho pagato in più o in meno, sperando sia tutto giusto.
Per l'IMU m'informo e trovo che si deve usare il mod.F24. Non so cosa sia, cerco e di link in link lo trovo (VEDI) . Cercando ancora scopro dove posso ritirare questo mod.F24 .
Vado in banca, una folla e nessun mod.F24 in vista; vado alla Posta, altra folla ma anche un bancone libero: chiedo e mi danno il modulo. Ma forse non quello aggiornato, non c'è IMU ma ICI: che sia un'altra furbata del Fisco per consentire ai contribuenti di sbagliare ed essere sanzionati?
Wikio
martedì 1 maggio 2012
Comunanze
L'acqua del torrente, il valore della pensione, il prezzo della benzina, la spiga nel polsino, il peso del nostro corpo, la spesa pubblica hanno in comune che vanno bene in un senso ma faticano o non possono andare nell'altro: acqua e valore tendono a scendere, il resto a salire.
L'acqua del torrente va solo verso il basso: arriva al mare, evapora ma raramente torna da dove è partita.
La pensione vale sempre meno, non è pensabile il contrario.
Il prezzo della benzina sale per mille motivi e quasi mai scende.
La spiga infilata nel polsino della manica sale fino alla spalla, difficilmente esce al polso.
Quattro feste bastano per crescere di peso, la quaresima non basta per tornare come prima.
La spesa pubblica cresce facilmente e difficilmente cala: per farla crescere bastano politici qualsiasi, per farla calare chissà se basteranno tecnici e supertecnici.
Wikio
L'acqua del torrente va solo verso il basso: arriva al mare, evapora ma raramente torna da dove è partita.
La pensione vale sempre meno, non è pensabile il contrario.
Il prezzo della benzina sale per mille motivi e quasi mai scende.
La spiga infilata nel polsino della manica sale fino alla spalla, difficilmente esce al polso.
Quattro feste bastano per crescere di peso, la quaresima non basta per tornare come prima.
La spesa pubblica cresce facilmente e difficilmente cala: per farla crescere bastano politici qualsiasi, per farla calare chissà se basteranno tecnici e supertecnici.
Wikio
giovedì 26 aprile 2012
Leggendo in Italia
Vocaboli presi qua e là in giornali italiani in rete: immigrati vecchi e nuovi, integrati o no.
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appeal - il suo ..
assist - l'.. dell’interlocutore
austerity
beauty contest - il principio del «..» .
big - taglia «..»
bipartisan - consenso ..
black and white - Bersani in .. e maniche di camicia
blak list
Bomber
boutique - una delle .. più prestigiose
brand - un ..
budget ridotto
burlesque
call center
career day - Il kit che ho scelto per il primo ..
change - regime ..
chef - lo ..
choc - una cura ..
climber – free ..
comfort
community organization della sinistra radicale
compact - Fiscal ..
competitor internazionali.
contact center in outsourcing
credit crunch
default - generazione del ..
egg crunch
élite - l’.. della mia Europa
escort orgogliose di non essere prostitute
ésprit - rifarsi a un ..
establishment - controllabile dall’.. media-toghe
fiction - location per ..
Fiscal compact
fun - un comizio di successo è ..
gossip - rubriche dei..
governance - uno “sforzo aggiuntivo” rispetto al Six pack sulla .. economica
grand commis - il ..
grandeur - mix indecoroso di ..
guilty
hairstyle - un nuovo ..
hardware - L’.. militare del “pooling and sharing”
homeless - povero e ..
indignados
information technology - l’impiegato di settore “..”
intelligentzia
job seeker - un giovane “..”
joint venture - una .. partecipata anche da Enel
kermesse
kit - Il .. che ho scelto per il primo career day
Lady Spread poteva scendere
leader – i .. sindacali
leadership stanche
leggings
lobby - sfiora le cricche e le..
location - uno delle principali .. dell'evento
love - “I ..”
Low profile
marketing - un pacchetto per ..
mass media - i “.. italiani”
mèches - calde ..
miniquad - Cade dal .., bimbo in coma
mix indecoroso di grandeur
no global
not guilty
nouvelle droite - la .. italiana
offshoring - contraria all’..
outsourcing - contact center in ..
partners - relazioni con i principali ..
performance - la ..-comizio
pooling and sharing - L’hardware militare del “..”
premier in tilt
regime change
residence - smantellare i sanitari di un ..
Restitution day - “..”, l’hanno chiamato
review - spending ..
road map
Save the children
shock - uno..
distruttivoshow elettorale itinerante
Six pack - uno “sforzo aggiuntivo” rispetto al .. sulla governance economica
slogan - i propri ..
special relationship con il Regno Unito
spending review
spread - concentrato sullo ..
sprint - uno .. realizzato
stalking
status symbol
stencil - 46.. riutilizzabili
testimonial eccellenti
tilt - premier in ..
trash
trend - confermare il .. al ribasso
welfare - il nostro ..
Youdem - la tv satellitare di partito ..
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