mercoledì 13 giugno 2012

Matrimoni.

Così parlò Pier Luigi Bersani: «Non è accettabile che in Italia non si sia ancora introdotta una legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali, conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico».

Da molto tempo esiste il matrimonio inteso come ufficializzazione dell'unione uomo/donna, da molto tempo si vive in questo errore. Già pensare che dall'unione uomo/donna possano nascere dei figli va contro ogni logica: un tempo i figli nascevano sotto i cavoli nei paese dei cavoli, portati dalle cicogne nel paese delle cicogne e ora si fanno in laboratorio. È per questo che in Italia nascono sempre meno figli: ci sono troppo pochi cavoli, troppo poche cicogne e troppo pochi laboratori. Gli antichi credevano che il matrimonio servisse per garantire ai cavoli di crescere: l'uomo vangava la terra e la donna innaffiava l'orto, senza rendersi conto che i cavoli possono benissimo crescere anche se ad occuparsi di loro sono due uomini o due donne. Oggi naturalmente basta un laboratorio gestito da un cumputer ed è del tutto indifferente che a servirsene sia un uomo, una donna o un altro robot.
C'è gente che ancora pensa che invece i figli possano nascere altrimenti, che abbiano bisogno di molto tempo per rendersi autonomi e che per questo da moltissimo tempo da queste parti si sia pensato al matrimonio e a chiamare "famiglia" quello che ne deriva: un insieme di uomo, donna ed eventuali figli.

"Se non sono uomo e donna non possono nascere figli, se non nascono figli una nazione cessa di esistere entro breve tempo. Quando un coniuge dedica tutte le sue forze in un lavoro retribuito non può occuparsi della casa e dei figli, quando l' altro dedica tutte le sue forze alla cura di casa, coniuge e figli non può fare lavoro retribuito: retribuzione e pensione del primo dipende dal lavoro del secondo, quando entrambi concorrono alla loro formazione entrambi ne hanno diritto.  Una società deve occuparsi degli individui che la formano, se questo compito lo assolve la famiglia vantaggiosamente per i suo i componentie e per la società essa è utile alla società e va tutelata nel suo insieme: più che dovuta la pensione di reversibilità al coniuge superstite. 
Capitava un tempo che il matrimonio durasse tutta la vita, che le donne avessero più figli, che i lavori in casa fossero più faticosi e richiedessero più tempo, capitava che ne restasse molto poco per un lavoro retribuito e che magari nemmeno ci fosse. Se ora non è più così per il futuro si potrebbe ragionare diversamente, ma non per il passato: nel suo interesse lo Stato aveva assicurato un certo trattamento e in base a quello la gente aveva fatto le sue scelte.
Ora molti matrimoni durano quel che durano, i lavori domestici richiedono meno tempo o si possono evitare, ci sono più soldi e meno figli:  meglio pochi che niente. La famiglia uomo-donna-figli è utile alla società, le "famiglie" uomo-uomo o donna-donna cosa danno alla soicietà oltre alle annuali carnevalate? Perché mai lo stato deve preoccuparsene?" Così pensano.

Naturalmente invece le coppie diversamente procreative reclamano a gran voce uguali diritti delle famiglie attuali, magari non pensando di farsi carico di eguali doveri. Vogliono il matrimonio, poi si accorgeranno che, se non cambiano le regole, due anziani non sposati possono beneficiare dell'esenzione delle tasse sanitarie (ticket) se ognuno di loro ha un reddito di 36151 euro all'anno mentre se sono sposati nessuno dei due ha diritto all'esenzione se insieme superano quella cifra: 36151 l'uno e 2 euro l'altro o 18076 euro ciascuno.


Solitamente si parla di "coppie di fatto" e "famiglie di fatto", ma non è la stessa cosa se si tratta di etero o omosessuali.
Da sempre ufficializzare un'unione significa prendersi davanti a tutti degli obblighi da rispettare. Un accordo da rispettare a garanzia del coniuge, dei figli, dei parenti, della società. Se il matrimonio omosessuale non è previsto da noi è perché - a torto o a ragione - non lo si ritiene utile alla società e gli interessi dei singoli possono sempre essere tutelati con accordi, contratti personali o disposizioni  testamentarie che lo stato può o potrà riconoscere e garantire, a tutti i cittadini.

Diverso è il caso di eterosessuali. Potrebbero avere la stessa utilità delle famiglie regolarmente formate ma non possono o non vogliono assumersene gli impegni che a quelle competono. Ci sono casi in cui non possono perché vincolati da precedenti impegni che vogliono ignorare e  casi in cui semplicemente non vogliono avere vincoli, per interesse, per essere liberi di fare quello che vogliono, per evitare di essere danneggiati dalle norme vigenti. Non possono pretendere di avere quello che non vogliono: se non vogliono essere una famiglia regolarmente riconosciuta non possono pretendere di essere riconosciuti in tutto e per tutto come famiglia "fondata sul matrimonio", come recita la nostra Costituzione.



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