Art.31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Forse finalmente qualcuno ha letto l'art.31 della Costituzione e pensa che sia tempo di attuarlo: il governo forse farà norme a favore della famiglia. Con quelle attualmente in vigore non sembra che la Repubblica la agevoli, anzi. Già per considerare a carico un familiare, questi deve avere un reddito annuo inferiore a 2840.51 euro, cioè alle 5.500.000 stabilite due decenni fa e rimaste immutate nonostante euro e inflazione. E se non è a carico non si hanno detrazioni, nemmeno per spese detraibili.
Si suppone quindi che con 219 euro al mese (per 13 mensilità) uno possa tranquillamente vivere del proprio reddito e sostenere tutte le sue spese. Se però il suo reddito non arriva a 577 euro al mese ha il vantaggio di non pagare imposte ma deve accollarsi tutte le spese senza agevolazione alcuna: troppo povero. Nella stessa situazione si trova anche chi non ha familiari che si addossino le sue spese, ma fra pensionati di più di 65 anni il singolo si trova avantaggiato. Per agevolare la famiglia hanno infatti pensato al "reddito familiare" per cui se una famiglia di 5 persone ha reddito 100, quelle persone sono considerate molto più ricche di un singolo con reddito 80. Con pensione mensile fino a 2780 euro lordi (1870 netti) il singolo è esente da tasse sanitarie (ticket) mentre devono pagarle due coniugi se la somma delle loro pensioni è 2781 euro/mese lordi, ossia 1055 netti ciascuno se eguali. Anche questi limiti di reddito sono gli stessi da 20 anni.
Sempre per agevolare la famiglia - "fondata sul matrimonio", dice la Costituzione - hanno stabilito che convivente non è "• Chi vive more uxorio" come dice il vocabolario, ma "chi ha residenza anagrafica nello stesso comune", per cui due coniugi - legalmente sposati, non separati e viventi more uxorio - che per qualsiasi ragione abbiano residenza anagrafica diversa non sono considerati familiari conviventi e l'uno non può detrarre dall'imponibile fiscale le spese detraibili sostenute per il coniuge incapiente.
Sempre per agevolare la famiglia "Il Ministero delle Finanze ha discrezionalmente ritenuto di adottare in materia di canone la nozione anagrafica di famiglia": mentre in teoria dovrebbe essere pagato un solo canone per famiglia, i coniugi di cui sopra per l'Agenzia delle Entrate non sono più una famiglia e devono pagare due volte la tassa Rai. Ma se non sono famiglia l'uno non può beneficiare del canone pagato dall'altro e così, in ciascuna delle due residenze con TV in cui vivono, ognuno deve pagare il suo canone - veda o non veda la TV - e di canoni magari ne dovranno pagare quattro.
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