martedì 14 agosto 2012

Reciprocità.

"La fiducia è una cosa seria e bisogna meritarsela" e "l'esempio trascina" dicevano una vecchia pubblicità e un vecchio proverbio: credo che il prof. Monti non conosca o condivida nè l'una né l'altro.
Per essere credibili quando si aizzano i cittadini contro "gli evasori che rubano ai concittadini" bisognerebbe non essere sospettati di rubare. Pretendere troppe imposte conservando privilegi a sè stessi e alla propria casta o per sprecarle inutilmente non pare molto dissimile dal rubare vero e proprio che talvolta capita.

Per avere la fiducia degli onesti non si dovrebbe essere disonesti.
Non mi pare tanto onesto non aggiornare limiti di reddito fissati 20 anni fa, ai tempi della lira e non dell'euro, dell'indice del costo della vita a 100 e non a 150 e non mi pare onesto negare alla famiglia le detrazioni spettanti a un membro incapiente o comunque negare a chi non ha abbastanza reddito le agevolazioni concesse ai capienti. 
E non mi pare onesto che le regole siano tali da obbligare un normale cittadino a rivolgersi con un costo aggiuntivo a commecialisti o CAF: tutta la macchina fiscale sembra fatta per premiare i furbi e punire gli ingenui, i primi riescono a pagare meno tributi mentre i secondi spesso ne pagano di più per non rischiare inique sanzioni in caso di errore. 

Se poi capitano casi non infrequenti di persone pesantemente multate per non avere lo scontrino d'un bicchiere d'acqua di rubinetto o d'un caffé fatto da e per sè o d'una caramella data a un bimbo non meraviglia che la gente tifi per l'evasore e non per i tutori della legge. Questi magari sono convinti che sia solerzia quello che per i normali contribuenti è solo stupida arroganza, odiosa soperchieria. 
Con questi autogol lo Stato chiede inutilmente la collaborazione dei cittadini: nessuna persona onesta se la sente di essere complice dello Stato-oppressore contro l'evasore-vittima. Se lo Stato appare come rapinatore il cittadino sta col rapinato, pensando che la prossima volta potrebbe toccare a lui. Se lo stato è diffidente dei cittadini i cittadini sono diffidenti dello stato, se li considera sempre e comunque disonesti tanto vale esserlo davvero. 

Se il prof. Monti vuole cittadini rispettosi dello stato cominci a creare uno stato rispettoso dei cittadini, se vuole infondere nei cittadini il senso del dovere civico cominci coll'infondere allo stato il senso del dovere verso i cittadini. 

Si dovrebbe pensare "noi siamo lo stato", ma non è così quando si percepisce che lo stato non è per noi ma contro di noi, che non agisce nel nostro interesse ma in quello di altri: quando lo stato sanziona chi si fa un caffè o manda in galera chi si difende dalle rapine e indennizza i rapinatori (anche questo è successo) la percezione è netta.

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