Per loro è un vanto, per me è una vergogna. È una vergogna che, per non rischiare di essere compromesso, un partito ripudi persone che stimava brave, fedeli e fidate, che le abbandoni al proprio destino sapendole innocenti o non si assuma le proprie responsabilità pensandole colpevoli, che faccia questo per continuare ad apparire perfetto e vantarsi della propria superiorità morale.
Mi ricordo di tempi in cui quasi quotidianamente si aveva notizia di importanti membri che si autoaccusavano, facevano autocritica, si addossavano ogni infamia e finivano in manicomio, in carcere, nei gulag o sul patibolo coperti di ignominia: ma il Partito restava immacolato. Non succedeva in Italia, ma succedeva e non mi pareva cosa di cui vantarsi.
Penso anche ai film in cui l'agente sotto copertura mai dirà per chi lavora, ai ragazzi imbottiti di dinamite mandati a morire per la Causa, ai genitori che mandano minorenni a rubare confidando nella loro impunibilità e omertà, pronti comunque a disconoscerli: sicuramente non è il caso delle vicende attuali, ma a questo penso per associazione d'idee.
Passando di sigla in sigla qualcosa è andato perduto del vecchio Partito, ma qualcosa è anche rimasto e non scordo il Primo che si sacrificò per esso, il Greganti.
Wikio
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