Mi sono sempre piaciuti gli asparagi, ma ormai sono anni che non ne mangio, che mi sono sconsigliati dal medico.
A primavera sparaxi e ovo. Un uovo sodo schiacciato con la forchetta e condito con olio e sale, un'asparago schiacciato sopra con la forchetta, un boccone dopo l'altro iniziando dalla punta e finendo dove non era più tenero e mangiabile.
Vivendo a Vicenza e poi a Valdagno per me gli asparagi erano bianchi, bianchi e grossi. Venivano coltivati nelle sparexare, vanexe speciali atte a farli crescere sotto terra e quando spuntavano dal terreno venivano estratti con apposito attrezzo. Così mi diceva la morosa che conosceva la sparexara di qualcuno del paese, io non ne ho mai viste.
Poi ho scoperto che altrove l'asparago bianco era una rarità sconosciuta o quasi e che gli asparagi erano verdi. A Biella trovavo solo asparagi verdi più o meno grossi.
Alla fine sono giunto a Savona e li ho scoperto gli asparagi viola, gli asparagi violetti d'Albenga. Qui i prodotti alimentari se non sono locali hanno meno valore e così ci sono le albicocche di Valleggia (SV), gli asparagi di Albenga (SV), i carciofi di Albenga (SV), ecc.
Anche i carciofi d'Albenga sono violetti.
A maggio, dopo i fioretti, c'erano i carciofi anch'essi mangiati con l'uovo, come gli asparagi, una foglia alla volta intinta nell'uovo sodo schiacciato con la forchetta e condito.
Ora quello che annunciava la primavera potrei trovarlo tutto l'anno e non so se è meglio.
Nessun commento:
Posta un commento