"Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".
Questo sta scritto nella Costituzione italiana che dicono essere la più bella del mondo.
Uno capisce che il concorso alle spese pubbliche deve aumentare se la capacità contributiva aumenta e diminuire se diminuisce. Ma la Costituzione va letta, citata, interpretata: chi può lo fa nel modo per lui più conveniente e legifera o non legifera di conseguenza.
Se c'è anche un minimo di inflazione i prezzi aumentano, le spese pubbliche aumentano ma se il reddito nominale parimenti aumenta la capacità contributiva reale rimane immutata, il contributo alle spese aumenta ma rimane in ragione della capacità contributiva. Se però si è tassati quando si supera un certo limite di reddito nominale, superando quel limite per effetto dell'inflazione c'è aumento di tassazione senza aumento di capacità contributiva. Se poi il reddito nominale aumenta meno dell'inflazione si ha un aumento della tassazione con diminuzione della capacità contributiva. Ho un ragionevole dubbio che questo non sia conforme al dettato della Costituzione, ma questo accade in Italia e chi tanto la cita e difende nulla dice.
Quando la somma delle due pensioni non superava 36151.98 euro due coniugi ultra65 non pagavano la tassa sanitaria (ticket). Ma la minore delle due ha avuto un aumento corrispondente all'inflazione e la maggiore no e la capacità contributiva totale è diminuita. La somma ora supera quel limite e devono pagare la tassa.
"Il sistema tributario è informato a criteri di progressività", ma non credo possa essere interpretato nel senso che la tassazione deve comunque progredire nel tempo o che deve aumentare con il diminuire della capacità contributiva..
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