Mi pare pacifico che mentre i giovani hanno buone possibilità di diventare vecchi, i vecchi non hanno assolutamente nessuna possibilità di diventare giovani. Non capisco il risentimento degli attuali giovani verso chi più non lo è, considerato che loro saranno i vecchi del futuro. I "giovani" di 40 anni forse non pensano che quelli che ora di anni ne hanno 75 alla loro età avevano già lavorato per 20-25 anni e che per più di 40 anni hanno pagato contributi per avere una pensione. Se poi i contributi che pagavano sono serviti invece per pagare le pensioni ai loro padri non se ne può fare una colpa. Altro consueto addebito è che la loro pensione non è contributiva ma retributiva. In realtà questa tiene sì conto delle ultime retribuzioni ma anche del numero di contributi versati, se non del loro ammontare. Sono sempre stato contrario a un sistema pensionistico che ha permesso a non pochi furbetti di gonfiare la loro pensione gonfiando le ultime retribuzioni, specialmente nel settore pubblico o semipubblico. Sarebbe stato molto più equo un sistema che considerava i contributi versati purchè equamente rivalutati. Avendo avuto problemi negli ultimi anni di lavoro, io credo di essere stato danneggiato dal calcolo su retribuzione reale inferiore rispetto a quella percepita negli anni precedenti, ma sarebbe stato peggio considerare senza equa rivalutazione i contributi versati nei miei primi anni di lavoro, quando la mia retribuzione era l'equivalente di 18,08 euro al mese, lavorando 44 ore alla settimana per 50 settimane all'anno. Non credo che i giovani attuali la accetterebbero, ma molti di quei vecchi egoisti non se la sentivano di rifiutarla.
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