E non si vergognano nemmeno. Un'azienda può anche dare stipendi astronomici, se chi li percepisce ritiene di meritarseli e non si vergogna ad essere superpagato. Può farlo se nonostante stipendi esagerati riesce a stare sul mercato, probabilmente sono giustificati dai risultati. Se il prodotto è buono e la gente lo compra e paga volentieri il prezzo, va benissimo dare il giusto compenso a chi se lo merita, possibilmente senza esagerare per non offendere gli altri. Ma la RAI senza il canone sarebbe fuori mercato. Senza l'imposta pagata dai cittadini non potrebbe sopravvivere alla sua opulenza. Cinque anni fa entrò nel linguaggio dei politici un termine inglese: "spending review".
Riempiva la bocca dei politici, ma lasciava vuote le tasche dei cittadini. Chi si aspettava riduzione della spesa pubblica pensa significhi invece "spendi di più". Ci vuole una bella faccia tosta proclamarsi in difesa dei più deboli, richiedere contributi per questa o quella opera benefica, condannare chi non paga il canone, non paga le imposte. Con che faccia si può pretendere spudoratamente da chi guadagna si e no 1000 euro al mese di contribuire immotivatamente a pagare stipendi 10, 20, 50, 100 volte tanto? Chi non paga ingiuste imposte non è sicuramente più da biasimare di chi da quelle imposte ricava ingiuste retribuzioni.
giovedì 28 luglio 2016
venerdì 15 luglio 2016
Uccideteli
Se io riferendomi ai musulmani scrivessi o proclamassi "Uccideteli tutti ovunque li incontriate" sicuramente sarei tacciato di "islamofobia", sarei incriminato per istigazione all'odio razziale e probabilmente condannato. Se un'associazione o un partito avesse sul suo programma o statuto quella frase riferendosi a neri o cinesi sarebbe considerato pericoloso razzista e messo fuori legge.
Nel Corano, libro sacro dell'Islam che un vero musulmano considera scritto da Dio tramite il profeta Maometto e quindi da osservare senza obiezioni o dubbi, riferendosi a tutti i non musulmani sta scritto:
È indiscutibilmente istigazione all'odio razziale religioso. ma noi non solo non mettiamo fuori legge questa religione, ma la difendiamo, inventiamo l'islamofobia, auspichiamo la creazione di moschee dove inculcare quei concetti che in ogni altra organizzazione sociale la farebbero definire associazione a delinquere. E parimenti tolleriamo l'odio contro gli ebrei e chi considera eroi i terroristi assassini palestinesi.
“Sciagurati cittadini, quale così grande follia? Credete partiti i nemici? O stimate alcun dono dei Danai privo d’inganni? Così conoscete Ulisse? O chiusi in questo legno si tengono nascosti Achei, o questa macchina è fabbricata a danno delle nostre mura, per spiare le case e sorprendere dall’alto la città, o cela un’altra insidia: Troiani, non credete al cavallo. Di qualunque cosa si tratti, ho timore dei Danai anche se recano doni. » (Publio Virgilio Marone, Eneide, libro II, vv. 40-50)
Da millenni sappiamo la storia dei nemici inconsciamente accolti dentro le mura di Ilio che ne causarono la distruzione. Eppure continuiamo ad accogliere quelli che si dichiarano nostri nemici, che vogliono la nostra distruzione, che invece di impedirne lo sbarco sul nostro territorio andiamo a raccogliere quasi sul loro. Si presentano come profughi, c'ingannano e ci prendono in giro e noi come i troiani non vogliamo vedere l'inganno. Si dice che - in fin dei conti - non sono moltissimi, come non moltissimi erano i greci dentro il cavallo. Ma vogliono la nostra distruzione, vogliono imporci la loro visione del mondo, vogliono conquistarci. Lo hanno tentato per secoli, ma allora in Europa c'erano gli europei cristiani. Bruxelles, capitale dell'Eurapa, è caposaldo islamico; Parigi e Vienna se non lo sono lo saranno; Roma è nel mirino. Europa, addio
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Nel Corano, libro sacro dell'Islam che un vero musulmano considera scritto da Dio tramite il profeta Maometto e quindi da osservare senza obiezioni o dubbi, riferendosi a tutti i non musulmani sta scritto:
191. Uccideteli ovunque li incontriate,
193. Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah
Sura II Al-Baqara (La Giovenca)
È indiscutibilmente istigazione all'odio razziale religioso. ma noi non solo non mettiamo fuori legge questa religione, ma la difendiamo, inventiamo l'islamofobia, auspichiamo la creazione di moschee dove inculcare quei concetti che in ogni altra organizzazione sociale la farebbero definire associazione a delinquere. E parimenti tolleriamo l'odio contro gli ebrei e chi considera eroi i terroristi assassini palestinesi.
“Sciagurati cittadini, quale così grande follia? Credete partiti i nemici? O stimate alcun dono dei Danai privo d’inganni? Così conoscete Ulisse? O chiusi in questo legno si tengono nascosti Achei, o questa macchina è fabbricata a danno delle nostre mura, per spiare le case e sorprendere dall’alto la città, o cela un’altra insidia: Troiani, non credete al cavallo. Di qualunque cosa si tratti, ho timore dei Danai anche se recano doni. » (Publio Virgilio Marone, Eneide, libro II, vv. 40-50)
Da millenni sappiamo la storia dei nemici inconsciamente accolti dentro le mura di Ilio che ne causarono la distruzione. Eppure continuiamo ad accogliere quelli che si dichiarano nostri nemici, che vogliono la nostra distruzione, che invece di impedirne lo sbarco sul nostro territorio andiamo a raccogliere quasi sul loro. Si presentano come profughi, c'ingannano e ci prendono in giro e noi come i troiani non vogliamo vedere l'inganno. Si dice che - in fin dei conti - non sono moltissimi, come non moltissimi erano i greci dentro il cavallo. Ma vogliono la nostra distruzione, vogliono imporci la loro visione del mondo, vogliono conquistarci. Lo hanno tentato per secoli, ma allora in Europa c'erano gli europei cristiani. Bruxelles, capitale dell'Eurapa, è caposaldo islamico; Parigi e Vienna se non lo sono lo saranno; Roma è nel mirino. Europa, addio
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sabato 14 maggio 2016
Misteri sanitari
Parlano di servizio sanitario pubblico, che si occupa della salute di chi si trova in Italia: autoctoni che da generazioni pagano tasse e imposte, allogeni capitati qui senza arte né parte che mai hanno versato un centesimo, anzi. Per questi ultimi e per molti altri, forse la maggioranza, il servizio é gratuito (cioè pagato da chi paga imposte e tassa), essendo a vario titolo esentati dal concorrere alla spesa con la tassa detta ticket.
A qualcuno può anche capitare di credersi esente senza esserlo e magari erroneamente attestarlo.
Gli danno un modulo da firmare dichiarando di avere età superiore a 65 anni e di appartenere ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 36.151,98 euro.
Ha più di 65 anni, immagina che quel limite di reddito non sia mensile ma annuo però nessuno sa ben dirgli come si calcoli.
Cercando nel web trova:
Non è legalmente separato dalla moglie che però, avendo residenza anagrafica in altro Comune, per l'Agenzia delle Entrate non fa parte del suo nucleo famigliare, non è a suo carico e non può beneficiare di detrazioni fiscali per le spese per lei sostenute.
Capisce che per il fisco il coniuge fa sempre parte del nucleo familiare se questo comporta maggiori oneri e ne fa parte solo a certe condizioni se può comportare benefici. Parendogli la cosa piuttosto illogica per il senso comune vorrebbe avere chiarimenti, ma non trova chi glieli fornisca.
Per qualche tempo prima la cosa non lo preoccupava più di tanto. Trovava discriminante che i non sposati potessero essere esentati dalla tassa sanitaria (ticket) con reddito fino a 36151,98 euro mentre due coniugi solo se non raggiungono quel limite in due, cioè 18076 pro-capite. Ma anche sommando il suo reddito con quello della moglie non raggiungeva quel limite e non aveva bisogno di cure mediche particolari. Col passare del tempo però mentre i prezzi salivano diventando sempre più povero anche la pensione sua e quella della moglie crescevano. Non abbastanza da neutralizzare l'aumento dei prezzi ma bastantemente per superare in due quei i 36151,98 euro lordi annui, invariati dal 1995.
Pur avendo molti dubbi in merito si rassegna a pagare il ticket: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare ». Qualsiasi sia la tariffa per il servizio ci sono sempre 10 euro fissi da pagare in più per ogni ricetta: se possono tassarti ti tartassano e se hai poco più del reddito esente fai presto con qualche prescrizione ad averne parecchio meno.
Un brutto giorno è colpito da infarto. Gli viene detto che per questo può avere "esenzione dal ticket per patologia", la chiede e l'ottiene.
Pensa che questa esenzione valga per tutte le cure connesse con la sua patologia e poi scopre che non deve pagare tassa per l'elettrocardiogramma ma deve pagarla per la visita di controllo, sebbene entrambe riguardino la stessa malattia e siano collegate tra loro.
E si convince che conviene non essere italiani o comunque non avere mai pagato imposte.
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A qualcuno può anche capitare di credersi esente senza esserlo e magari erroneamente attestarlo.
Gli danno un modulo da firmare dichiarando di avere età superiore a 65 anni e di appartenere ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 36.151,98 euro.
Ha più di 65 anni, immagina che quel limite di reddito non sia mensile ma annuo però nessuno sa ben dirgli come si calcoli.
Cercando nel web trova:
- 2. Cosa si intende per reddito complessivo del nucleo familiare?
- Il reddito del nucleo familiare è dato dalla somma dei singoli redditi complessivi prodotti dai componenti il nucleo.
Il nucleo familiare è costituito dall’ interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari fiscalmente a carico. E’ assolutamente irrilevante il fatto che i diversi componenti convivano.
- Il reddito del nucleo familiare è dato dalla somma dei singoli redditi complessivi prodotti dai componenti il nucleo.
Capisce che per il fisco il coniuge fa sempre parte del nucleo familiare se questo comporta maggiori oneri e ne fa parte solo a certe condizioni se può comportare benefici. Parendogli la cosa piuttosto illogica per il senso comune vorrebbe avere chiarimenti, ma non trova chi glieli fornisca.
Per qualche tempo prima la cosa non lo preoccupava più di tanto. Trovava discriminante che i non sposati potessero essere esentati dalla tassa sanitaria (ticket) con reddito fino a 36151,98 euro mentre due coniugi solo se non raggiungono quel limite in due, cioè 18076 pro-capite. Ma anche sommando il suo reddito con quello della moglie non raggiungeva quel limite e non aveva bisogno di cure mediche particolari. Col passare del tempo però mentre i prezzi salivano diventando sempre più povero anche la pensione sua e quella della moglie crescevano. Non abbastanza da neutralizzare l'aumento dei prezzi ma bastantemente per superare in due quei i 36151,98 euro lordi annui, invariati dal 1995.
Pur avendo molti dubbi in merito si rassegna a pagare il ticket: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare ». Qualsiasi sia la tariffa per il servizio ci sono sempre 10 euro fissi da pagare in più per ogni ricetta: se possono tassarti ti tartassano e se hai poco più del reddito esente fai presto con qualche prescrizione ad averne parecchio meno.
Un brutto giorno è colpito da infarto. Gli viene detto che per questo può avere "esenzione dal ticket per patologia", la chiede e l'ottiene.
Pensa che questa esenzione valga per tutte le cure connesse con la sua patologia e poi scopre che non deve pagare tassa per l'elettrocardiogramma ma deve pagarla per la visita di controllo, sebbene entrambe riguardino la stessa malattia e siano collegate tra loro.
E si convince che conviene non essere italiani o comunque non avere mai pagato imposte.
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sabato 9 aprile 2016
La trappola
Lo stato italiano ha messo una trappola in cui prima o poi cadranno molti cittadini.
Mostrando magnanimità e comprensione nel lontano 1994 stabilì che "A decorrere dal 1° gennaio 1995 sono esentati dalla partecipazione alla spesa sanitaria di cui ai commi 14 e 15 i cittadini di età inferiore a sei anni e di età superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a lire 70 milioni (€ 36.151,98)."
Da allora sono passati più di 20 anni e quel limite non è stato mai aggiornato e forse non lo sarà mai, anche se da anni si trova nel sito del Ministero della Salute "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo."
A prescindere dall'iniquità di considerare il limite egualmente valido sia per un "nucleo familiare" costituito da una sola persona che per uno di due o dieci, è del tutto evidente che se il reddito aumenta con l'aumentare dell'indice del costo della vita mentre il limite oltre il quale cessa l'esenzione resta invariato, prima o poi tutti i redditi sotto tale limite finiranno per superarlo e dovranno essere pagate più tasse senza alcun aumento del potere d'acquisto. Di regola succede che sono considerati fiscalmente più ricchi pur essendo in realtà più poveri.
Il grafico sottostante evidenzia che mentre il limite k resta invariato i redditi a, b, c rivalutati in base all'inflazione dal 1995 al 2016 finiranno per superarlo:
k era 36.151.98 euro nel 1995 (70.000.000 lire), resta 36.151,98
a era 25.306 euro nel 1995 (49.000.000 lire, 70% di k) è 36.239 nel 2011
b era 21.691 euro nel 1995 (42.000.000 lire, 60% di k) sarà 36.773 nel 2022
c era 18.076 euro nel 1995 (35.000.000 lire, 50% di k) sarà 36.311 nel 2031
Ovviamente non è la stessa cosa e non c'è la stessa capacità conributiva se con 36.000 euro lordi annui deve vivere una sola persona oppure due, una coppia con un figlio oppure una con tre figli, ma per il fisco italiano invece sì.
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Mostrando magnanimità e comprensione nel lontano 1994 stabilì che "A decorrere dal 1° gennaio 1995 sono esentati dalla partecipazione alla spesa sanitaria di cui ai commi 14 e 15 i cittadini di età inferiore a sei anni e di età superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a lire 70 milioni (€ 36.151,98)."
Da allora sono passati più di 20 anni e quel limite non è stato mai aggiornato e forse non lo sarà mai, anche se da anni si trova nel sito del Ministero della Salute "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo."
A prescindere dall'iniquità di considerare il limite egualmente valido sia per un "nucleo familiare" costituito da una sola persona che per uno di due o dieci, è del tutto evidente che se il reddito aumenta con l'aumentare dell'indice del costo della vita mentre il limite oltre il quale cessa l'esenzione resta invariato, prima o poi tutti i redditi sotto tale limite finiranno per superarlo e dovranno essere pagate più tasse senza alcun aumento del potere d'acquisto. Di regola succede che sono considerati fiscalmente più ricchi pur essendo in realtà più poveri.
Il grafico sottostante evidenzia che mentre il limite k resta invariato i redditi a, b, c rivalutati in base all'inflazione dal 1995 al 2016 finiranno per superarlo:
k era 36.151.98 euro nel 1995 (70.000.000 lire), resta 36.151,98
a era 25.306 euro nel 1995 (49.000.000 lire, 70% di k) è 36.239 nel 2011
b era 21.691 euro nel 1995 (42.000.000 lire, 60% di k) sarà 36.773 nel 2022
c era 18.076 euro nel 1995 (35.000.000 lire, 50% di k) sarà 36.311 nel 2031
Ovviamente non è la stessa cosa e non c'è la stessa capacità conributiva se con 36.000 euro lordi annui deve vivere una sola persona oppure due, una coppia con un figlio oppure una con tre figli, ma per il fisco italiano invece sì.
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mercoledì 16 marzo 2016
8 marzo
L'8 marzo tutti dicono di essere dalla parte delle donne, di difendere le donne e che
devono cessare violenze e ingiustizie contro le donne. E poi? Poi c'è magari
qualcuno che si preoccupa di quelle donne con la pensione che non arriva ai 500
euro al mese? Donne che quand'erano giovani non trovavano lavoro o non
potevano lavorare per badare a figli e famiglia ma che ora hanno quella poca
pensione solo grazie ai contributi volontari e al lavoro fatto quando i
figli eran cresciuti.
Nemmeno 500 euro mensili, forse poco più di quanto la generosa Italia dà a chiunque arrivato da qualsiasi parte del mondo abbia più di 65 anni e viva in Italia senza mai avervi lavorato e contribuito purché dichiari di continuare a viverci senza lavorare e senza contribuire.
Donne che hanno molto meno della metà di quanto lo stato spende per l'accoglienza di ogni straniero ne faccia richiesta ma più del doppio di quanto lo stato italiano consideri sufficiente perché una donna possa vivere autonomamente senza l'aiuto di familiari, cioè 2840,51€ lordi annui. E nessuno trova indecoroso e anacronistico questo antico limite superato il quale nessuno può considerarla a proprio carico e beneficiare di eventuali agevolazioni fiscali.
Per lo stato italiano mentre per lo straniero servono almeno 35 euro al giorno una cittadina italiana può benissimo vivere con 7,78 euri giornalieri senza l'aiuto del marito o altri. E se nessuno in famiglia può avere le agevolazioni fiscali esistenti, questa donna dovrà far quadrare i conti con meno risorse familiari.
Poiché disponendo di un tale reddito (2841€ annui) una donna può benissimo campare senza aiuti, il marito ovviamente non può addurre spese per la moglie che a sua volta non ha abbastanza reddito imponibile e imposta per godere di eventuali benefici fiscali.
Pur affermando la donna autosufficiente con 7,78 euri giornalieri e non a carico del marito lo stato ritiene che la moglie possa disporre liberamente del reddito del coniuge e quindi sia conseguentemente ricca della sua ricchezza tanto da essere esclusa dalle esenzioni che spettano a chi magari è più ricco di lei ma non ha coniuge o ha coniuge più povero e di dovere anche pagare le tasse sanitarie (il concorso alla spesa sanitaria detto ticket) che suoi coetanei più capienti non sono tenuti a pagare.
Cosi capita che le donne tanto ipocritamente osannate e sostenute a parole l'8 di marzo si trovino tutto l'anno ad accontentarsi del poco che hanno e dipendere dal marito per pagare ticket, spese ordinarie e straordinarie senza nemmeno poter godere delle agevolazioni concesse a stranieri e ai concittadini con reddito maggiore. E gli stessi che dicono di difendere le donne in realtà si preoccupano di più di accontentare omosessuli possibilmente ricchi e disposti a spendere un capitale per comprare un figlio che di aiutare (o almeno non penalizzare) madri di famiglia che con un reddito misero per aver anteposto la crescita dei figli all'agiatezza personale. E mentre pensano di ridurre la pensione di reversibilità per le vedove madri parlano di concederla al sodale superstite. Chissà se per compensare gli omofili di non so quali sacrifici patiti a vantaggio della comunità o del guadagno perso per partecipare alle orgogliose parate gay e per punire le anziane madri per non avere preteso a suo tempo più possibilità, maggiore tutela e aiuto.
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Nemmeno 500 euro mensili, forse poco più di quanto la generosa Italia dà a chiunque arrivato da qualsiasi parte del mondo abbia più di 65 anni e viva in Italia senza mai avervi lavorato e contribuito purché dichiari di continuare a viverci senza lavorare e senza contribuire.
Donne che hanno molto meno della metà di quanto lo stato spende per l'accoglienza di ogni straniero ne faccia richiesta ma più del doppio di quanto lo stato italiano consideri sufficiente perché una donna possa vivere autonomamente senza l'aiuto di familiari, cioè 2840,51€ lordi annui. E nessuno trova indecoroso e anacronistico questo antico limite superato il quale nessuno può considerarla a proprio carico e beneficiare di eventuali agevolazioni fiscali.
Per lo stato italiano mentre per lo straniero servono almeno 35 euro al giorno una cittadina italiana può benissimo vivere con 7,78 euri giornalieri senza l'aiuto del marito o altri. E se nessuno in famiglia può avere le agevolazioni fiscali esistenti, questa donna dovrà far quadrare i conti con meno risorse familiari.
Poiché disponendo di un tale reddito (2841€ annui) una donna può benissimo campare senza aiuti, il marito ovviamente non può addurre spese per la moglie che a sua volta non ha abbastanza reddito imponibile e imposta per godere di eventuali benefici fiscali.
Pur affermando la donna autosufficiente con 7,78 euri giornalieri e non a carico del marito lo stato ritiene che la moglie possa disporre liberamente del reddito del coniuge e quindi sia conseguentemente ricca della sua ricchezza tanto da essere esclusa dalle esenzioni che spettano a chi magari è più ricco di lei ma non ha coniuge o ha coniuge più povero e di dovere anche pagare le tasse sanitarie (il concorso alla spesa sanitaria detto ticket) che suoi coetanei più capienti non sono tenuti a pagare.
Cosi capita che le donne tanto ipocritamente osannate e sostenute a parole l'8 di marzo si trovino tutto l'anno ad accontentarsi del poco che hanno e dipendere dal marito per pagare ticket, spese ordinarie e straordinarie senza nemmeno poter godere delle agevolazioni concesse a stranieri e ai concittadini con reddito maggiore. E gli stessi che dicono di difendere le donne in realtà si preoccupano di più di accontentare omosessuli possibilmente ricchi e disposti a spendere un capitale per comprare un figlio che di aiutare (o almeno non penalizzare) madri di famiglia che con un reddito misero per aver anteposto la crescita dei figli all'agiatezza personale. E mentre pensano di ridurre la pensione di reversibilità per le vedove madri parlano di concederla al sodale superstite. Chissà se per compensare gli omofili di non so quali sacrifici patiti a vantaggio della comunità o del guadagno perso per partecipare alle orgogliose parate gay e per punire le anziane madri per non avere preteso a suo tempo più possibilità, maggiore tutela e aiuto.
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lunedì 22 febbraio 2016
Senza risposta
Mi sono rivolto all'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) della Regione Piemonte e all'URP della Regione Liguria sperando di avere una risposta alle domande in merito ad evidente contraddizione tra quanto specifica l'Agenzia delle Entrate nelle istruzioni per la compilazione del mod. 730 e quanto precisa l'ASL per la compilazione della dichiarazione per l'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket). Il testo della mail inviata ai due Enti praticamente ricalca il dubbio già espresso nel precedente post .
In sintesi , nel caso di coniugi A e B non legalmente ed effettivamente separati con reddito lordo di 3151,99€ A e 33000,00€ B posso capire:
1. A non è fiscalmente a carico di B per le detrazioni Irpef perché il reddito lordo di A supera 2840,81€ ma concorre al reddito familiare "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" e A e B non sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria in quanto il reddito familiare supera 36151,98€.
2. Il reddito di A concorre al reddito familiare ma è da considerarsi a carico di B perché è " da considerarsi a carico" " il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale"
3. A non concorre al reddito familiare perché "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico)" e per A non spettano le detrazioni perché il suo reddito lordo supera 2840,81.
Considerato poi che per la P.A. non sono comunque "conviventi" i coniugi che hanno residenza in Comuni diversi, chiedo se conseguentemente sono da considerare "legalmente ed effettivamente separati" e i loro redditi non cumulabili.
Il caso ipotizzato si riferisce all'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket) di due coniugi oltre i 65 anni di età, ma ovviamente vale anche per quella di un figlio di due giovani coniugi minore di sei anni.
Il problema riguarda anche le tanto publicizzate detrazioni per spese energetiche o di ristrutturazione che A non può fare perché incapiente e B perchè A non è a carico o anagraficamente "convivente".
Come sempre "piove sul bagnato": ottantaeuro e detrazioni vanno solo a chi ha sufficiente reddito.
Dalla Regione Liguria non ho avuto risposta mentre dalla Regione Piemonte ho avuto il consiglio di rivolgermi ad altro indirizzo della Regione (cosa che oggi ho fatto) oppure a un CAF (che mi pare come se per risolvere dubbi religiosi il parroco mi consigliasse di rivolgermi alla perpetua).
Se, come penso, la risposta giusta è la n.1 si deve riconoscere che lo Stato considera l'unità familiare esistente quando la famiglia deve dare e inesistente quando deve avere, senza alcun senso di equità e coerenza si considerano "familiari" i ricavi e non i costi. Tutto questo senza badare al fatto che i limiti di reddito di riferimento sono stati calcolati più di venti anni fa e mai rivalutati. Anche ammettendo che fossero giusti, congrui ed equi allora non possono assolutamente esserlo oggi dopo che il costo della vita è aumentato più del 50%.
Ma, a quanto pare, di queste cose nessuno si preoccupa: magari cominceranno a preoccuparsene se e quando riguarderanno anche le unioni omosessuali, la famiglia e gli artt.29 e 31 della Costituzione non contano nulla.
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In sintesi , nel caso di coniugi A e B non legalmente ed effettivamente separati con reddito lordo di 3151,99€ A e 33000,00€ B posso capire:
1. A non è fiscalmente a carico di B per le detrazioni Irpef perché il reddito lordo di A supera 2840,81€ ma concorre al reddito familiare "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" e A e B non sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria in quanto il reddito familiare supera 36151,98€.
2. Il reddito di A concorre al reddito familiare ma è da considerarsi a carico di B perché è " da considerarsi a carico" " il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale"
3. A non concorre al reddito familiare perché "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico)" e per A non spettano le detrazioni perché il suo reddito lordo supera 2840,81.
Considerato poi che per la P.A. non sono comunque "conviventi" i coniugi che hanno residenza in Comuni diversi, chiedo se conseguentemente sono da considerare "legalmente ed effettivamente separati" e i loro redditi non cumulabili.
Il caso ipotizzato si riferisce all'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket) di due coniugi oltre i 65 anni di età, ma ovviamente vale anche per quella di un figlio di due giovani coniugi minore di sei anni.
Il problema riguarda anche le tanto publicizzate detrazioni per spese energetiche o di ristrutturazione che A non può fare perché incapiente e B perchè A non è a carico o anagraficamente "convivente".
Come sempre "piove sul bagnato": ottantaeuro e detrazioni vanno solo a chi ha sufficiente reddito.
Dalla Regione Liguria non ho avuto risposta mentre dalla Regione Piemonte ho avuto il consiglio di rivolgermi ad altro indirizzo della Regione (cosa che oggi ho fatto) oppure a un CAF (che mi pare come se per risolvere dubbi religiosi il parroco mi consigliasse di rivolgermi alla perpetua).
Se, come penso, la risposta giusta è la n.1 si deve riconoscere che lo Stato considera l'unità familiare esistente quando la famiglia deve dare e inesistente quando deve avere, senza alcun senso di equità e coerenza si considerano "familiari" i ricavi e non i costi. Tutto questo senza badare al fatto che i limiti di reddito di riferimento sono stati calcolati più di venti anni fa e mai rivalutati. Anche ammettendo che fossero giusti, congrui ed equi allora non possono assolutamente esserlo oggi dopo che il costo della vita è aumentato più del 50%.
Ma, a quanto pare, di queste cose nessuno si preoccupa: magari cominceranno a preoccuparsene se e quando riguarderanno anche le unioni omosessuali, la famiglia e gli artt.29 e 31 della Costituzione non contano nulla.
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giovedì 21 gennaio 2016
Il dubbio
Ho un dubbio che non so risolvere e non so a chi posso rivolgermi per risolverlo.
Nelle istruzioni per la compilazione del modello 730 trovo:
Sono considerati familiari a carico dal punto di vista fiscale:
il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; ecc.
I familiari possono essere considerati a carico solo se non dispongono di un reddito proprio superiore 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibiliNel modulo per la richiesta di "Esenzione partecipazione spesa sanitaria" (ticket) trovo
DICHIARA
E01 □ di avere età superiore a 65 anni con reddito familiare lordo, riferito all’anno precedente, non superiore a Euro 36.151,98
Il reddito è’ dato dalla somma dei redditi riferiti all’anno precedente di tutti i componenti del nucleo familiare.
Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico).Si ribadisce che sono da considerarsi a carico i familiari per i quali .. spettano le detrazioni per carichi di famiglia, vale a dire quando non possiedano redditi propri di ammontare superiore a € 2840,51 al lordo degli oneri deducibili, i seguenti membri del nucleo familiare:
- il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale - ecc.
Nel caso di coniugi A e B non legalmente ed effettivamente separati con reddito lordo di 3151,99€ A e 33000.00€ B posso capire:
- A non è fiscalmente a carico di B per le detrazioni Irpef perché il reddito lordo di A supera 2840,81€ ma concorre al reddito familiare "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" e A e B non sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria in quanto il reddito familiare supera 36151,98€.
- Il reddito di A concorre al reddito familiare ma è da considerarsi a carico di B perché è " da considerarsi a carico" " il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale"
- A non concorre al reddito familiare perché "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico)" e per A non spettano le detrazioni il suo reddito lordo supera 2840.81.
La n. 2 è valida se "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" è l'eccezione alla regola e si deve intendere che sono da considerarsi a carico i familiari con reddito non superiore a 2840,81€ e
"il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale"
La n. 3 è valida se "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia" e per A non spettano se non vale "indipendentemente dalla sua situazione reddituale"
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venerdì 15 gennaio 2016
Unioni incivili
Non so, ma pare che le nuove unioni civili aspirino alle stesse "tutele" costituzionali delle vecchie unioni incivili.
E cosi scopriranno che se un membro della coppia ha mediamente ben 236,71 euri al mese (2840,52 annui) l'altro non potrà considerarlo a suo carico. Sicuramente lo Stato ritiene che con un reddito di 7,89€ giornalieri un italiano possa provvedere a tutte le sue necessità mentre per quelle di un allogeno non ne bastano 35, più di quattro volte tanto.
Considerato che quel limite è in vigore da almeno 21 anni (era 5.500.000 lire nel 1995) è da ritenere che, inflazione o no, lo sarà anche nei prossimi trenta.
E scopriranno che quando avranno più di 65 anni, mentre i non uniti sono esenti da ticket se hanno mediamente meno di 3012,67 euri lordi al mese (36151,98 annui), se un membro della coppia guadagna mensilmente 237 euri basta che l'altro ne guadagni 2276 lordi (33312 annui) e nessuno dei due sarà esente dal pagamento dei ticket, superando insieme 36151.98 euro lordi annui (2840+33312), stesso limite già in vigore 1995 (lire 70.000.000).
Non essendo ciò abbastanza strano per il legislatore, scopriranno non solo di pagare tasse che altri con reddito doppio non pagano
("esenti per reddito") ma che eventuali spese sanitarie di quello che guadagna 237 euri al mese non potranno in alcun modo essere in parte recuperate: nè da lui perché non ha imposta irpef da cui detrarle né dall'unito perché non è fiscalmente a suo carico.
E si accorgeranno che di questa assurda iniquità non si preoccupa nessuno: ma se la cosa riguarderà anche gli uniti civili sapranno sicuramente come fare perché tutti allora se ne occupino.
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E cosi scopriranno che se un membro della coppia ha mediamente ben 236,71 euri al mese (2840,52 annui) l'altro non potrà considerarlo a suo carico. Sicuramente lo Stato ritiene che con un reddito di 7,89€ giornalieri un italiano possa provvedere a tutte le sue necessità mentre per quelle di un allogeno non ne bastano 35, più di quattro volte tanto.
Considerato che quel limite è in vigore da almeno 21 anni (era 5.500.000 lire nel 1995) è da ritenere che, inflazione o no, lo sarà anche nei prossimi trenta.
E scopriranno che quando avranno più di 65 anni, mentre i non uniti sono esenti da ticket se hanno mediamente meno di 3012,67 euri lordi al mese (36151,98 annui), se un membro della coppia guadagna mensilmente 237 euri basta che l'altro ne guadagni 2276 lordi (33312 annui) e nessuno dei due sarà esente dal pagamento dei ticket, superando insieme 36151.98 euro lordi annui (2840+33312), stesso limite già in vigore 1995 (lire 70.000.000).
Non essendo ciò abbastanza strano per il legislatore, scopriranno non solo di pagare tasse che altri con reddito doppio non pagano
("esenti per reddito") ma che eventuali spese sanitarie di quello che guadagna 237 euri al mese non potranno in alcun modo essere in parte recuperate: nè da lui perché non ha imposta irpef da cui detrarle né dall'unito perché non è fiscalmente a suo carico.
E si accorgeranno che di questa assurda iniquità non si preoccupa nessuno: ma se la cosa riguarderà anche gli uniti civili sapranno sicuramente come fare perché tutti allora se ne occupino.
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