Se non ci fossero disonesti disposti a farsi corrompere non ci sarebbero corruttori, non ci sarebbe corruzione ma al massimo inutili tentativi di corruzione. Se dipendesse da me non prevederei alcuna pena per i corruttori ma sarei severissimo con i corrotti, che se non sono palesemente rei di concussione sono perlomeno colpevoli di istigare la corruzione, di lasciare intendere che ci stanno, come le puttane. Se fosse per tutti evidente che i pubblici dipendenti sono onesti servitori dello Stato al servizio dei cittadini e che sempre e comunque ognuno avrà tutto e solo quello che gli spetta la corruzione di pubblici funzionari sarebbe inutile e inesistente. Molti anni fa leggevo che è giusto pagare lautamente i magistrati perchè altrimenti sarebbero facilmente corruttibili. Ho sempre pensato che se uno è onesto non si lascia corrompere né con poco né con molto, se è disonesto avere uno stipendio alto gli consente semplicemente di pretendere di più: magari potrà essere corrotto solo da ricchi ma resta un disonesto, lautamente retribuito e lautamente corruttibile.
Funzionari che ritengono il loro non trascurabile stipendio semplicemente dovuto per avere vinto un concorso o comunque essere entrati nella pubblica amministrazione mentre per fare il loro lavoro, per rendere ai cittadini il giusto servizio pensano di dovere essere ulteriormente incoraggiati, quando accettano doni andrebbero non solo licenziati ma anche interdetti per sempre dai pubblici uffici. Rimarebbero solo gli onesti e non sarebbe possibile alcuna corruzione, ma dev'esserci qualche superiore senza peccato che scagli la prima pietra.
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domenica 17 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
Matrimoni.
Così parlò Pier Luigi Bersani: «Non è accettabile che in Italia non si sia ancora introdotta una legge
che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali,
conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico».
Da molto tempo esiste il matrimonio inteso come ufficializzazione dell'unione uomo/donna, da molto tempo si vive in questo errore. Già pensare che dall'unione uomo/donna possano nascere dei figli va contro ogni logica: un tempo i figli nascevano sotto i cavoli nei paese dei cavoli, portati dalle cicogne nel paese delle cicogne e ora si fanno in laboratorio. È per questo che in Italia nascono sempre meno figli: ci sono troppo pochi cavoli, troppo poche cicogne e troppo pochi laboratori. Gli antichi credevano che il matrimonio servisse per garantire ai cavoli di crescere: l'uomo vangava la terra e la donna innaffiava l'orto, senza rendersi conto che i cavoli possono benissimo crescere anche se ad occuparsi di loro sono due uomini o due donne. Oggi naturalmente basta un laboratorio gestito da un cumputer ed è del tutto indifferente che a servirsene sia un uomo, una donna o un altro robot.
C'è gente che ancora pensa che invece i figli possano nascere altrimenti, che abbiano bisogno di molto tempo per rendersi autonomi e che per questo da moltissimo tempo da queste parti si sia pensato al matrimonio e a chiamare "famiglia" quello che ne deriva: un insieme di uomo, donna ed eventuali figli.
"Se non sono uomo e donna non possono nascere figli, se non nascono figli una nazione cessa di esistere entro breve tempo. Quando un coniuge dedica tutte le sue forze in un lavoro retribuito non può occuparsi della casa e dei figli, quando l' altro dedica tutte le sue forze alla cura di casa, coniuge e figli non può fare lavoro retribuito: retribuzione e pensione del primo dipende dal lavoro del secondo, quando entrambi concorrono alla loro formazione entrambi ne hanno diritto. Una società deve occuparsi degli individui che la formano, se questo compito lo assolve la famiglia vantaggiosamente per i suo i componentie e per la società essa è utile alla società e va tutelata nel suo insieme: più che dovuta la pensione di reversibilità al coniuge superstite.
Capitava un tempo che il matrimonio durasse tutta la vita, che le donne avessero più figli, che i lavori in casa fossero più faticosi e richiedessero più tempo, capitava che ne restasse molto poco per un lavoro retribuito e che magari nemmeno ci fosse. Se ora non è più così per il futuro si potrebbe ragionare diversamente, ma non per il passato: nel suo interesse lo Stato aveva assicurato un certo trattamento e in base a quello la gente aveva fatto le sue scelte.
Ora molti matrimoni durano quel che durano, i lavori domestici richiedono meno tempo o si possono evitare, ci sono più soldi e meno figli: meglio pochi che niente. La famiglia uomo-donna-figli è utile alla società, le "famiglie" uomo-uomo o donna-donna cosa danno alla soicietà oltre alle annuali carnevalate? Perché mai lo stato deve preoccuparsene?" Così pensano.
Naturalmente invece le coppie diversamente procreative reclamano a gran voce uguali diritti delle famiglie attuali, magari non pensando di farsi carico di eguali doveri. Vogliono il matrimonio, poi si accorgeranno che, se non cambiano le regole, due anziani non sposati possono beneficiare dell'esenzione delle tasse sanitarie (ticket) se ognuno di loro ha un reddito di 36151 euro all'anno mentre se sono sposati nessuno dei due ha diritto all'esenzione se insieme superano quella cifra: 36151 l'uno e 2 euro l'altro o 18076 euro ciascuno.
Solitamente si parla di "coppie di fatto" e "famiglie di fatto", ma non è la stessa cosa se si tratta di etero o omosessuali.
Da sempre ufficializzare un'unione significa prendersi davanti a tutti degli obblighi da rispettare. Un accordo da rispettare a garanzia del coniuge, dei figli, dei parenti, della società. Se il matrimonio omosessuale non è previsto da noi è perché - a torto o a ragione - non lo si ritiene utile alla società e gli interessi dei singoli possono sempre essere tutelati con accordi, contratti personali o disposizioni testamentarie che lo stato può o potrà riconoscere e garantire, a tutti i cittadini.
Diverso è il caso di eterosessuali. Potrebbero avere la stessa utilità delle famiglie regolarmente formate ma non possono o non vogliono assumersene gli impegni che a quelle competono. Ci sono casi in cui non possono perché vincolati da precedenti impegni che vogliono ignorare e casi in cui semplicemente non vogliono avere vincoli, per interesse, per essere liberi di fare quello che vogliono, per evitare di essere danneggiati dalle norme vigenti. Non possono pretendere di avere quello che non vogliono: se non vogliono essere una famiglia regolarmente riconosciuta non possono pretendere di essere riconosciuti in tutto e per tutto come famiglia "fondata sul matrimonio", come recita la nostra Costituzione.
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Da molto tempo esiste il matrimonio inteso come ufficializzazione dell'unione uomo/donna, da molto tempo si vive in questo errore. Già pensare che dall'unione uomo/donna possano nascere dei figli va contro ogni logica: un tempo i figli nascevano sotto i cavoli nei paese dei cavoli, portati dalle cicogne nel paese delle cicogne e ora si fanno in laboratorio. È per questo che in Italia nascono sempre meno figli: ci sono troppo pochi cavoli, troppo poche cicogne e troppo pochi laboratori. Gli antichi credevano che il matrimonio servisse per garantire ai cavoli di crescere: l'uomo vangava la terra e la donna innaffiava l'orto, senza rendersi conto che i cavoli possono benissimo crescere anche se ad occuparsi di loro sono due uomini o due donne. Oggi naturalmente basta un laboratorio gestito da un cumputer ed è del tutto indifferente che a servirsene sia un uomo, una donna o un altro robot.
C'è gente che ancora pensa che invece i figli possano nascere altrimenti, che abbiano bisogno di molto tempo per rendersi autonomi e che per questo da moltissimo tempo da queste parti si sia pensato al matrimonio e a chiamare "famiglia" quello che ne deriva: un insieme di uomo, donna ed eventuali figli.
"Se non sono uomo e donna non possono nascere figli, se non nascono figli una nazione cessa di esistere entro breve tempo. Quando un coniuge dedica tutte le sue forze in un lavoro retribuito non può occuparsi della casa e dei figli, quando l' altro dedica tutte le sue forze alla cura di casa, coniuge e figli non può fare lavoro retribuito: retribuzione e pensione del primo dipende dal lavoro del secondo, quando entrambi concorrono alla loro formazione entrambi ne hanno diritto. Una società deve occuparsi degli individui che la formano, se questo compito lo assolve la famiglia vantaggiosamente per i suo i componentie e per la società essa è utile alla società e va tutelata nel suo insieme: più che dovuta la pensione di reversibilità al coniuge superstite.
Capitava un tempo che il matrimonio durasse tutta la vita, che le donne avessero più figli, che i lavori in casa fossero più faticosi e richiedessero più tempo, capitava che ne restasse molto poco per un lavoro retribuito e che magari nemmeno ci fosse. Se ora non è più così per il futuro si potrebbe ragionare diversamente, ma non per il passato: nel suo interesse lo Stato aveva assicurato un certo trattamento e in base a quello la gente aveva fatto le sue scelte.
Ora molti matrimoni durano quel che durano, i lavori domestici richiedono meno tempo o si possono evitare, ci sono più soldi e meno figli: meglio pochi che niente. La famiglia uomo-donna-figli è utile alla società, le "famiglie" uomo-uomo o donna-donna cosa danno alla soicietà oltre alle annuali carnevalate? Perché mai lo stato deve preoccuparsene?" Così pensano.
Naturalmente invece le coppie diversamente procreative reclamano a gran voce uguali diritti delle famiglie attuali, magari non pensando di farsi carico di eguali doveri. Vogliono il matrimonio, poi si accorgeranno che, se non cambiano le regole, due anziani non sposati possono beneficiare dell'esenzione delle tasse sanitarie (ticket) se ognuno di loro ha un reddito di 36151 euro all'anno mentre se sono sposati nessuno dei due ha diritto all'esenzione se insieme superano quella cifra: 36151 l'uno e 2 euro l'altro o 18076 euro ciascuno.
Solitamente si parla di "coppie di fatto" e "famiglie di fatto", ma non è la stessa cosa se si tratta di etero o omosessuali.
Da sempre ufficializzare un'unione significa prendersi davanti a tutti degli obblighi da rispettare. Un accordo da rispettare a garanzia del coniuge, dei figli, dei parenti, della società. Se il matrimonio omosessuale non è previsto da noi è perché - a torto o a ragione - non lo si ritiene utile alla società e gli interessi dei singoli possono sempre essere tutelati con accordi, contratti personali o disposizioni testamentarie che lo stato può o potrà riconoscere e garantire, a tutti i cittadini.
Diverso è il caso di eterosessuali. Potrebbero avere la stessa utilità delle famiglie regolarmente formate ma non possono o non vogliono assumersene gli impegni che a quelle competono. Ci sono casi in cui non possono perché vincolati da precedenti impegni che vogliono ignorare e casi in cui semplicemente non vogliono avere vincoli, per interesse, per essere liberi di fare quello che vogliono, per evitare di essere danneggiati dalle norme vigenti. Non possono pretendere di avere quello che non vogliono: se non vogliono essere una famiglia regolarmente riconosciuta non possono pretendere di essere riconosciuti in tutto e per tutto come famiglia "fondata sul matrimonio", come recita la nostra Costituzione.
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martedì 12 giugno 2012
Art.31
Art.31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Forse finalmente qualcuno ha letto l'art.31 della Costituzione e pensa che sia tempo di attuarlo: il governo forse farà norme a favore della famiglia. Con quelle attualmente in vigore non sembra che la Repubblica la agevoli, anzi. Già per considerare a carico un familiare, questi deve avere un reddito annuo inferiore a 2840.51 euro, cioè alle 5.500.000 stabilite due decenni fa e rimaste immutate nonostante euro e inflazione. E se non è a carico non si hanno detrazioni, nemmeno per spese detraibili.
Si suppone quindi che con 219 euro al mese (per 13 mensilità) uno possa tranquillamente vivere del proprio reddito e sostenere tutte le sue spese. Se però il suo reddito non arriva a 577 euro al mese ha il vantaggio di non pagare imposte ma deve accollarsi tutte le spese senza agevolazione alcuna: troppo povero. Nella stessa situazione si trova anche chi non ha familiari che si addossino le sue spese, ma fra pensionati di più di 65 anni il singolo si trova avantaggiato. Per agevolare la famiglia hanno infatti pensato al "reddito familiare" per cui se una famiglia di 5 persone ha reddito 100, quelle persone sono considerate molto più ricche di un singolo con reddito 80. Con pensione mensile fino a 2780 euro lordi (1870 netti) il singolo è esente da tasse sanitarie (ticket) mentre devono pagarle due coniugi se la somma delle loro pensioni è 2781 euro/mese lordi, ossia 1055 netti ciascuno se eguali. Anche questi limiti di reddito sono gli stessi da 20 anni.
Sempre per agevolare la famiglia - "fondata sul matrimonio", dice la Costituzione - hanno stabilito che convivente non è "• Chi vive more uxorio" come dice il vocabolario, ma "chi ha residenza anagrafica nello stesso comune", per cui due coniugi - legalmente sposati, non separati e viventi more uxorio - che per qualsiasi ragione abbiano residenza anagrafica diversa non sono considerati familiari conviventi e l'uno non può detrarre dall'imponibile fiscale le spese detraibili sostenute per il coniuge incapiente.
Sempre per agevolare la famiglia "Il Ministero delle Finanze ha discrezionalmente ritenuto di adottare in materia di canone la nozione anagrafica di famiglia": mentre in teoria dovrebbe essere pagato un solo canone per famiglia, i coniugi di cui sopra per l'Agenzia delle Entrate non sono più una famiglia e devono pagare due volte la tassa Rai. Ma se non sono famiglia l'uno non può beneficiare del canone pagato dall'altro e così, in ciascuna delle due residenze con TV in cui vivono, ognuno deve pagare il suo canone - veda o non veda la TV - e di canoni magari ne dovranno pagare quattro.
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La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Forse finalmente qualcuno ha letto l'art.31 della Costituzione e pensa che sia tempo di attuarlo: il governo forse farà norme a favore della famiglia. Con quelle attualmente in vigore non sembra che la Repubblica la agevoli, anzi. Già per considerare a carico un familiare, questi deve avere un reddito annuo inferiore a 2840.51 euro, cioè alle 5.500.000 stabilite due decenni fa e rimaste immutate nonostante euro e inflazione. E se non è a carico non si hanno detrazioni, nemmeno per spese detraibili.
Si suppone quindi che con 219 euro al mese (per 13 mensilità) uno possa tranquillamente vivere del proprio reddito e sostenere tutte le sue spese. Se però il suo reddito non arriva a 577 euro al mese ha il vantaggio di non pagare imposte ma deve accollarsi tutte le spese senza agevolazione alcuna: troppo povero. Nella stessa situazione si trova anche chi non ha familiari che si addossino le sue spese, ma fra pensionati di più di 65 anni il singolo si trova avantaggiato. Per agevolare la famiglia hanno infatti pensato al "reddito familiare" per cui se una famiglia di 5 persone ha reddito 100, quelle persone sono considerate molto più ricche di un singolo con reddito 80. Con pensione mensile fino a 2780 euro lordi (1870 netti) il singolo è esente da tasse sanitarie (ticket) mentre devono pagarle due coniugi se la somma delle loro pensioni è 2781 euro/mese lordi, ossia 1055 netti ciascuno se eguali. Anche questi limiti di reddito sono gli stessi da 20 anni.
Sempre per agevolare la famiglia - "fondata sul matrimonio", dice la Costituzione - hanno stabilito che convivente non è "• Chi vive more uxorio" come dice il vocabolario, ma "chi ha residenza anagrafica nello stesso comune", per cui due coniugi - legalmente sposati, non separati e viventi more uxorio - che per qualsiasi ragione abbiano residenza anagrafica diversa non sono considerati familiari conviventi e l'uno non può detrarre dall'imponibile fiscale le spese detraibili sostenute per il coniuge incapiente.
Sempre per agevolare la famiglia "Il Ministero delle Finanze ha discrezionalmente ritenuto di adottare in materia di canone la nozione anagrafica di famiglia": mentre in teoria dovrebbe essere pagato un solo canone per famiglia, i coniugi di cui sopra per l'Agenzia delle Entrate non sono più una famiglia e devono pagare due volte la tassa Rai. Ma se non sono famiglia l'uno non può beneficiare del canone pagato dall'altro e così, in ciascuna delle due residenze con TV in cui vivono, ognuno deve pagare il suo canone - veda o non veda la TV - e di canoni magari ne dovranno pagare quattro.
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giovedì 7 giugno 2012
Curricula
Ora che in Italia ben pochi studiano latino quasi tutti dicono i curricula. Nel dizionario (vedi) trovo "curriculum s.m.s. neutro lat. (pl. curricula); in it. s.m. (pl.orig.), anche adatt. curricolo o curriculo" ma nessuno dice curriculi o curricoli, per non sfigurare.
Di solito i termini latini, come i termini stranieri, in italiano restano invariati e cosi era anche per curriculum in un dizionario di qualche tempo fa. Tra quelli terminanti in "um" solo per pochi altri è previsto il plurale originale in "a": organistrum, organum, unicum. Per continuum trovo "s. neutro lat.; in it. s.m. (solo sing.)". Per "medium" si dice "media", ma all'inglese. Per tutti gli altri non si usa il plurale in "a" ma restano invariati: album, auditorium, criterium, delirium tremens, forum, magnum, memorandum, oleum, optimum, plenum, solarium. Per ossa e corna (cornua) non si usa al singolare il neutro latino ŏs e cornu[m].
Chissà se si dice "ho letto curricula, mi porti la pila curriculorum" et cetera.
PS - Vedo che c'è ancora qualcuno che scrive "quei 90 curriculum .. sceneggiata penosa dei curriculum" VEDI
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Di solito i termini latini, come i termini stranieri, in italiano restano invariati e cosi era anche per curriculum in un dizionario di qualche tempo fa. Tra quelli terminanti in "um" solo per pochi altri è previsto il plurale originale in "a": organistrum, organum, unicum. Per continuum trovo "s. neutro lat.; in it. s.m. (solo sing.)". Per "medium" si dice "media", ma all'inglese. Per tutti gli altri non si usa il plurale in "a" ma restano invariati: album, auditorium, criterium, delirium tremens, forum, magnum, memorandum, oleum, optimum, plenum, solarium. Per ossa e corna (cornua) non si usa al singolare il neutro latino ŏs e cornu[m].
Chissà se si dice "ho letto curricula, mi porti la pila curriculorum" et cetera.
PS - Vedo che c'è ancora qualcuno che scrive "quei 90 curriculum .. sceneggiata penosa dei curriculum" VEDI
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domenica 3 giugno 2012
Registrazioni.
Se non capisco è sicuramente per colpa mia che mi limito a leggere i titoli. Posso immaginare le ragioni di un registro delle coppie omosessuali (avere della famiglia tradizionale i diritti senza i doveri) non le capisco per le coppie di fatto uomo-donna (vedi).
Per queste esiste già - e non da ieri - una istituzione chiamata matrimonio con le sue regole. Se due vogliono essere una famiglia accettano quelle regole con un semplice sì e una firma, davanti a testimoni, al parroco o al sindaco o a chi ne fa le veci, se non vogliono accettare quelle regole non vedo perché vogliono essere considerati famiglia.
Se uno vede in un negozio una cosa che vuole assolutamente avere o la compra o la ruba: nel primo caso ne diventa legittimo proprietario, nel secondo illegittimo possessore. C'è una terza possibilità: la compra senza pagare l'IVA. Per il negoziante è legittimo proprietario, per lo Stato meno: questo mi pare il caso di una coppia che potrebbe legittimamente sposarsi, non lo fa ma vuole essere considerata sposata.
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