martedì 13 settembre 2011

Giornalisti

Se fossi un giornalista italiano per il pubblico italiano scriverei in italiano. Alla radio, in TV o sulla stampa vorrei non usare - per quanto possibile - voci straniere, per farmi capire da tutti gli italiani anche da quelli che per qualsiasi ragione non parlano inglese o magari lo parlano troppo bene per capire il mio. Eviterei termini  stranieri a meno che non siano talmente specifici di quella lingua da essere intraducibili: non me ne viene in mente nessuno e non credo siano moltissimi.
Usarli senza necessità potrebbe voler dire che io non ne conosco il significato o non so renderlo in italiano, manifestando la mia ignoranza ma anche pigrizia (perché non mi curo di conoscerlo e farlo conoscere) ed egoistico spreco del tempo altrui obbligando molti a fare quello che potrei fare io per tutti.
Oppure si potrebbe pensare che saprei benissimo esprimermi in italiano ma trovo più prestigioso e distinto farlo in lingua straniera: una mia vanità, un vezzo ma anche arroganza e disprezzo verso chi mi ascolta o legge, ritenendo che chi non mi capisce non merita di capirmi.
Ai giornalisti può anche succedere che importi meno farsi capire dai loro lettori che chiedere ed ottenere la sovvenzione statale. Non vale la pena  sfaticarsi per trovare la parola italiana evitando il copia e incolla dei termini inglesi: quel lavoro lo possono fare i lettori se vogliono e se non vogliono peggio per loro, tanto le imposte le pagano comunque e le sovvenzioni arrivano.
Dovendo leggere i giornali italiani con accanto il dizionario inglese-italiano, tanto varrebbe che imparassi l'inglese e leggessi The Times. Non lo farò e continuerò a sorbirmi dai giornalisti italiani anche "exit strategy", sperando che loro imparino l'italiano.




Wikio

Nessun commento:

Posta un commento