mercoledì 9 giugno 2010

Province

Non so se sia bene o male abolire le province, tutte o solo alcune. Pare che verranno abolite quelle con meno di 200 mila abitanti e noto una stranezza. Vercelli che fino a 15-20 anni fa era una provincia con circa 360 mila abitanti è ora divisa in quelle di Biella e di Vercelli, ognuna con meno di 200 mila abitanti. Fosse restata unica non rischierebbe di sparire, invece le due attuali dovrebbero confluire in quelle limitrofe: penso Novara per Vercelli e Torino per Biella. Biella però potrebbe sopravvivere perchè prevalentemente montana e annettersi Vercelli: si tornerebbe così all'antico, ma con ruoli invertiti. Tutto un po' strano.
Se l'ente è inutile vanno abolite tutte le province, se è utile può non esserlo quando comprende Biella e Susa lontana 150 Km oppure, come si è ritenuto, Vercelli (agricola) e Biella (industriale).
Non vedo poi un gran risparmio nell'accorpamento di sole 4 province né uno scandalo nella loro sopravvivenza: ben più scandalosi sono i privilegi delle varie caste (politici, magistrati, giornalisti, burocrati, ecc.) e delle regioni a statuto speciale. Queste sì che mi piacerebbe fossero abolite, non come regioni ma come speciali. Se poi Valle d'Aosta (regione-provincia con 127 mila abitanti) e Trentino-Alto Adige vogliono essere Francia e Austria sempre Europa sono, se Sardegna e Sicilia vogliono diventare africane pazienza, spero che Friuli-Venezia Giulia resti Italia.

Una volta che le regioni italiane avranno pari diritti e doveri, se diventeranno responsabili delle loro entrate e spese potranno giudicare ed essere giudicate dai loro abitanti sull'opportunità o meno di creare o abolire province: se la Sardegna può permettersi di avere Carbonia-Iglesias (130 mila abitanti), Medio Campidano (103 mila), Ogliastra (53 mila), Olbia-Tempio (154 mila) forse anche il Piemonte può tenersi Vercelli (180 mila), Biella (187 mila), Verbania-Cusio-Ossola (163 mila) senza chiedere nulla ad altri, né pareri né quattrini.

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