Tempo fa leggevo titoli scadalizzati perché la metà dei redditi dichiarati dagli italiani è sotto i 10000 euro annui, evidenziando mendacità ed evasione fiscale. Non ho letto gli articoli, ma mi meravigliavo dello scandalo considerato che in casa mia è realtà: il mio reddito è sopra ma quello di mia moglie ben al di sotto di 10000 euro, uno su due come nello scandalo. Forse nel testo avrei potuto capire che erano esclusi i redditi esenti da "dichiarazione".
Ora trovo che il 72% dei pensionati (altra fonte dice 8 milioni) riceve meno di 1000 euro al mese (46% meno di 500 e 26% tra 500 e 1000: media meno di € 9000 all'anno) e che mediamente le donne percepiscono 5200 meno degli uomini, cosa che può rattristare ma non meravigliare. Le donne vanno in pensione cinque anni prima degli uomini e questo "diritto irrinunciabile" ha il suo costo: una pensione inferiore almeno del 10%. Inoltre, molte delle donne attualmente pensionate non hanno "lavorato" sempre: matrimonio e famiglia erano una cosa seria e importante e hanno preferito o dovuto privilegiare la famiglia rispetto al lavoro retribuito. Tutti invocano la Costituzione, ma ricordano solo gli aticoli che gli convengono: chi cita l'art. 21 non cita l'art.15 o viceversa e l'articolo che prevede la tutela della famiglia è quasi dimenticato. Non c'era denatalità, non c'erano asili nido né tutti gli elettromestici e aiuti d'oggi, non tutte avevano una madre cui affidare i figli, non tutte trovavano lavoro: se il marito aveva un impiego che permettesse di vivere con parsimonia, potevano preferire badare alla famiglia, alla casa, crescere "bene" i figli occupandosene personalmente e, perchè no, curarsi del marito permettendogli di sacrificarsi nel lavoro e guadagnare di più. Questo può oggi apparire impensabile, ma - basandomi sulla mia limitata esperienza personale - penso che allora ci fosse meno egoismo, meno "necessità" di consumare, divertirsi, stordirsi, drogarsi e più spirito di sacrificio, senso di responsabilità, solidità e solidarietà familiare.Il marito lavorava e loro erano "casalinghe" cioè facevano un lavoro gravoso e impegnativo senza retribuzione e contribuzione, magari potevano versare contributi volontari, ma la pensione maturata restava bassa. Giustizia vorrebbe che, avendo concorso al "benessere" della famiglia e permesso al marito di guadagnare stipendio e pensione ne fossero contitolari e partecipi. Questo in pratica succede nella mia famiglia e credo in molte altre, in tutte quelle intese come "unità" con impegni, doveri e rispetto reciproci. Ma non è previsto e nemmeno tutelato dalla legge, per la quale non esiste un diritto della famiglia ma tanti diritti individuali. Prevede sì, almeno per ora, la pensione di reversibilità riconoscendo in qualche modo la compartecipazione di un coniuge alla formazione della pensione dell'altro, ma non riconosce un "reddito" familiare se non per penalizzare. Una famiglia di 5 persone con reddito 50000 dovrebbe essere tassata come 5 persone con reddito 10000, indipendentemente dal numero dei componenti che concorrono con entrate e spese a formare quel reddito; invece si tiene conto del reddito familiare solo se permette l'esclusione da esenzioni o riduzioni di tasse (ticket). Naturalmente dovrebbe essere ben chiaro cosa s'intendende per famiglia meritevole della particolare attenzione della Costituzione, con giustizia equità chiarezza e senza finzioni burocratiche esclusivamente formali, magari precisando se il matrimonio ha tuttora valore legale o è solo occasione di risate (da risi/risa), mangiate, bevute e gogliardate.
Si parla di conflitto generazionale, si dice che i giovani pagano per i vecchi e che staranno peggio di loro. Sarà vero, ma forse è solo parzialmente vero. Molti dei pensionati attuali hanno cominciato a lavorare giovanissimi, anche a meno di 14 anni, con scarsa retribuzione e nessuna contribuzione, 48 ore di lavoro alla settimana, due settimane di ferie e 17 festività all'anno; la pensione di vecchiaia a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini pare meritata.
Certo fra i pensionati ci sono anche quelli che lavoravano una ventina d'ore alla settimana, avevano tre mesi di ferie e vacanze varie all'anno, si lamentavano per il basso stipendio e sono andati in pensione prima dei 40 anni: è sempre dura rifiutare o abolire privilegi.
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