Ho letto (qui) che la Camera ha deciso di estendere l'assistenza sanitaria integrativa a "spose" di deputate e "sposi" di deputati. Ho sempre sentito dire che leggi ad personam e conflitto d'interessi sono cose abominevoli, ma forse non è così se riguardano un Ivan o una Paola e non un Silvio.
Siamo in periodi di vacche grasse e come dice il proverbio "Melius abundare quam deficere", niente di male se si da a chi già ha, tanto ce n'è per tutti. Si dirà che l'assistenza integrativa i deputati se la pagano con i propri soldi, sorvolando sul fatto che i loro soldi sono soldi nostri che si sono graziosamente assegnati sicuramente anche considerando le ritenute da farci pagare loro tramite.
Forse siamo i soli, ma mia moglie ed io non abbiamo alcuna assistenza sanitaria integrativa, anzi per le sue spese sanitarie non abbiamo nemmeno gli usuali sgravi fiscali perché ha reddito troppo alto per essere a mio carico sebbene troppo basso per avere imposta capiente per detrazioni. Pretendere lo stesso trattamente degli "eletti" forse sarebbe troppo, ma magari si potrebbe avere almeno l'assistenza ordinaria, quella che pare spetti a qualsiasi persona per il solo fatto di trovarsi anche casualmente sul suolo italico. Ma contrariamente a queste persone, noi - avendo pagato per decenni contributi e imposte come anche i nostri genitori avevano fatto - abbiamo una pensione ciascuno e siamo tenuti a pagare la tassa sanitaria, il ticket, per due motivi:
1. Non siamo coppia di fatto ma legalmente sposati da oltre 50 anni e quindi il reddito familiare di riferimento è dato dalla somma dei nostri redditi.
2. La somma dei nostri redditi supera il limite di 36151,98€ lordi annui.
Se non fossimo sposati nessuno di noi due supererebbe il limite, mentre la somma che nel secolo scorso era ben al di sotto di 70 milioni di lire lorde annue ora supera gli equivalenti 36151,98€ (70000000/1936,27) per effetto dell'adeguamento al costo della vita, inferiore al reale aumento per le pensioni ma inesistente per il limite. Per quanto poco quelle salgono se questo resta fermo è inevitabile che prima o poi venga raggiunto.
Considerato che tutti dicono di amare e osservare la Costituzione Italiana, nel testo in mio possesso devono esserci degli errori perché trovo:
"Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio
Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose."
Evidentemente manca un non prima di riconosce e di agevola a meno che con "matrimonio" nel linguaggio dell'epoca s'intendesse "coppia di fatto" o magari "coppia di fatto omosessuale" che però forse contrasterebbe con "famiglie numerose". In questo caso "adempimento dei compiti" sarebbe un altro errore, perchè per le coppie unisex sento sempre parlare solo di "diritti".
Chissà s'è impegno più gravoso e meritevole crescere tre figli o partecipare tutti gli anni alla sfilata gay: io non conosco il secondo.
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