sabato 31 marzo 2012

Redditi 2010

"Metà degli italiani sotto i 15 mila euro. Uno su tre non supera i 10 (mila) euro l'anno. La media è 19.250 euro. In dieci milioni non pagano l'Irpef."
Si può anche dire "Metà degli italiani sopra i 15 mila euro, due su tre supera i 10, 35 milioni pagano l'Irpef" e sinceramente non vedo lo scandalo. Mia moglie ed io siamo due italiani: io percepisco più di 15000 euro all'anno, mia moglie 6000 e nel nostro caso è perfettamente vero che metà degli italiani è sotto (o sopra) i 15000. Mia moglie fa anche parte di quei 10 milioni di italiani che non pagano Irpef e conseguentemente non possono beneficiare di agevolazioni detraibili da Irpef, tipo spese straordinarie per la casa, risparmio energetico, eccetera. Non può nemmeno beneficiare delle detrazioni per spese mediche né posso farlo io non essendo lei fiscalmente a mio carico superando un limite stabilito vent'anni fa, quando con 1000 lire potevi comprare quello che oggi non puoi avere con 1 euro.
A parole tutti sono contro l'evasione fiscale, specialmente quelli che non possono evadere. Tutti devono pagare il giusto, il problema è che non vedo quale sia il giusto. Se il mio vicino che guadagna quanto me paga 50 sento il dovere di pagare anch'io 50, ma se penso che i nostri 50 servono a permettere al politico tale o al suo amico di spendere allegramente 1000 penso che né io né il mio vicino dovremmo pagare quei 50. Non so quanti siano convinti che il Fisco sia giusto, che le imposte che paghiamo sia il giusto dovuto per i servizi che abbiamo, non so se il Fisco continuerebbe ad avere il gettito attuale se le imposte non fossero trattenute sulla busta paga ma versate da tutti in base al reddito denunciato, non so se il Fisco ha mai desiderato essere considerato come la buona madre di famiglia cui i figli danno parte del loro reddito perché provveda alle necessità comuni e non come il padre ubriacone che lo pretende per andarsi ad ubriacare. Anche dove la madre amministra bene i soldi che riceve ci sarà qualche figlio che non sente il dovere di contribuire, ma dove il padre pretende di avere i soldi dai figli solo il più santo di loro non cercherà di contribuire il meno possibile. Forse per far cambiare la mentalità agli italiani si deve prima cambiare la mentalità del fisco, forse se il Fisco cessasse di mostrare solo la faccia feroce del rapinatore gli italiani non lo vedrebbero più come tale e considererebbero un dovere morale pagare le imposte e immorale chiunque non lo faccia, senza più provare per lui un po' di simpatia e molta invidia.



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lunedì 26 marzo 2012

Lavoratori

"Non è giusto equiparare lavoratori pubblici e privati perché c'è una sostanziale differenza: i lavoratori pubblici sono assunti mediante concorso mentre i privati per colloquio, presentazione di curriculum o conoscenza. Io volevo fare il professore: ho dedicato tre anni per vincere il concorso, rinunciando a più immediate offerte nel privato".  Così (audio) un ascoltatore di Rai3:  che spocchia! 

Mi par di capire che per quel professore chi vince un concorso pubblico entra nel regno dei beati, conquista una volta per tutte il diritto allo stipendio, alla pensione, alle ferie, a lamentarsi del troppo lavoro e della poca retribuzione. I pubblici dipendenti di ruolo non sono più uomini, ma semidei che possono lavorare o non lavorare, fare bene o male i loro compiti, essere di utilità o danno. Gli altri devono limitarsi a pagar loro stipendio e tasse e non hanno alcun diritto di pretendere che un insegnante sia un bravo insegnante, un magistrato un bravo magistrato: lui ha vinto il concorso e tanto deve bastare. Sarà per questo che abbiamo la migliore giustizia, il miglior sistema scolastico, la più efficiente burocrazia del mondo.


La sostanziale differenza che rende gli italiani non tutti uguali davanti alla legge sta nel fatto che uno viene assunto secondo determinati criteri di selezione e non secondo altri. Ma non è detto che solo nel pubblico si selezionino i migliori: colloquio, curriculum, conoscenze possono permettere di scegliere perfettamente la persona giusta, non capisco perché chi ha vinto un concorso non dovrebbe sottostare alle regole come chi invece è stato assunto perché giudicato competente da persona competente, nel pubblico o nel privato.


Ma anche se così fosse non si può pretendere di essere considerati intoccabili perché si è superato un'esame per quanto difficile: uno non  può pretendere di non essere soggetto al Codice Stradale solo perché ha superato l'esame e ottenuto la patente di guida.




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mercoledì 14 marzo 2012

Due conti

Se 1000 è la mia pensione lorda del 2011,  l'Irpef pagata è 250 e il netto è 750: acquisto merce per 330 + 70 di IVA,  investo 200 in A e 150 in B.
Dopo un anno A vale 206, B vale 145, totale 351 (+1)
; sul plusvalore di A pago (206-200)*20%=1,2 d'imposta: col netto 349.8 acquisto beni per 286.8 + 63 di IVA
Quello che costava 100 nel 2011 dopo un anno costa 103.6, quindi a valori 2011 A+B vale a  351*100/103.6=338.8 e la merce 286,8/1,036=276,8 (-10).

Sulla differenza 338.8finale-350iniziale= -11.2 <0 l'imposta è 1,2/0=infinito%
Su 1000 di pensione lorda le imposte sono 250+70+1,2+63=384.2=38.42%  

Ho acquistato beni per 330+276.8 = 606.8 = 1000lordo-384.2imposte-10inflazione+1investimenti 
Sui beni acquistati  le imposte sono 384.2/606.8 = 63.31% 
cioè 100 per me e 63 per lo stato.

A questo vanno aggiunte tasse, accise, bolli, canone Rai e balzelli vari.

Se il conteggio è giusto non mi par tanto giusto.



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lunedì 12 marzo 2012

Uelfar

TV, La7, Omnibus - Stamattina ho sentito almeno mille volte la parola "uèlfar". 

Per curiosità sono andato in Wikipedia e ho aperto la pagina WELFARE in inglese e in quella pagina ho poi scelto l'edizione nelle varie lingue.  Questi i risultati:


Welfare
  • Deutsch    = Wohlfahrt
  • Español    = Bienestar
  • Français   = Prestation sociale
  • Italiano   = Benessere
  • Nederlands = Uitkering
  • Português  = Estado de bem-estar social
  • Simple English = Welfare is an idea form economics and Social Security.
 Ho poi cercato la pagina Welfare State, da lì sono passato a quella in spagnolo e da questa alle altre.



Welfare State
  • Español = Estado del bienestar  
  • Deutsch = Wohlfahrtsstaat
  • Français = État-providence
  • Italiano = Stato sociale
  • Nederlands = Welvaartsstaat
  • Português = Estado de bem-estar social


Credo non avere quasi mai sentito dire da politici e giornalisti italiani qualcosa di diverso da uèlfar o visto scritto qualcosa di diverso da Welfare.

Wikipedia non è la Legge di Mosè, ma questo ho trovato e non so se in  Spagna, Germania, Francia, Olanda, Portogallo politici e giornalisti in realtà dicono sempre UELFAR e scrivono sempre WELFARE come in Italia.


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mercoledì 7 marzo 2012

7,78 euro al giorno

Meno di 1,14 euro all'ora x 8 ore al giorno x 6 giorni alla settimana x 52 settimane all'anno,
meno di 7,78 euro al giorno per 365 giorni all'anno,
meno di  237 euro al mese per 12 mesi all'anno,
meno di  219 euro al mese per 13 mensilità all'anno,
meno di 2840,51 euro all'anno
deve guadagnare una persona per essere ritenuta non economicamente autosufficiente e quindi poter essere considerata fiscalmente a carico di qualcun'altro secondo la legge italiana, legge approvata da persone che ritengono di non poter vivere con meno di 60000 euro netti all'anno (5000 al mese per 12 mesi, 21 volte 237), spesate, agevolate, con altre indennità e altri redditi.

Con 7,80 euro al giorno uno può cavarsela benissimo da solo, come se la cavava vent'anni fa con lo stesso importo: 15100 lire .



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martedì 6 marzo 2012

Strano Paese

Strano Paese è l'Italia. Un Paese dove si grida quasi al miracolo se la Guardia di Finanza scopre abitazioni, magazzini, garage, uffici che da anni sono sotto gli occhi di tutti, ma non figurano negli elenchi ufficiali. Chissà quante volte sindaco, carabinieri, guardie comunali, forestali, di finanza, eccetera sono passati davanti a quei fabbricati: non possono essere gli unici a non averli visti nascere e crescere. Per quei fabbricati magari sono state  richieste e ottenute autorizzazioni statali, comunali, provinciali, dei VVFF e di chissà chi altro; avranno avuto allacciamenti a luce, gas, acqua, telefono; e nessuno a verificare che esistessero. Dovrei esultare perché finalmente sono state scoperte e invece mi rattristo pensando che le stesse persone che ora le hanno viste  per anni non hanno voluto vedere niente.
Strano paese l'Italia dove se qualcuno muore si fanno denunce e si chiedono autorizzazioni ma i parenti possono continuare a percepire la pensione: chissà perché se uno è morto per il Comune non lo è anche per tutta l'amministrazione e per l'INPS. Ho sentito dire che esiste qualcosa chiamato Internet e che da tempo non si usano più i piccioni viaggiatori per le comunicazioni, chissà se lo sanno gli amministratori di questo strano paese.

Strano paese l'Italia dove per anni finti ciechi hanno la patente e percepiscono pensioni ed indennità, dove perfino magistrati presentano certificato di malattia per  partecipare a gare veliche, dove tutti si scandalizzano per l'illegalità altrui e ignorano la propria .


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giovedì 1 marzo 2012

Equità secondo Monti

equo [è-quo] agg. Di cosa, che ubbidisce a un criterio di giustizia (vedi)
iniquo [i-nì-quo] agg. Che agisce senza equità.(vedi)

Rigore, equità e crescita sono i tre principi che Mario Monti ha indicato quali pilastri del suo governo: ne deduco che vanno considerati equi tutti i suoi provvedimenti.
È equo non adeguare le pensioni a venire al già avvenuto aumento del costo della vita e che magari anno dopo anno il pensionato possa comprare sempre meno fino a non poter comprare nulla, tanto non  può scioperare.
È equo tassare la casa acquistata coi risparmi di una vita su quello che resta dopo che lo Stato ha prelevato la sua ingorda parte del denaro onestamente e faticosamente guadagnato.  Se uno è talmente scemo d'avere onestamente lavorato e pagato imposte e tasse e poi - invece di spendere in vizi, bagordi, lotterie, grattaevinci -  comprato la casa per sè e la sua famiglia è equo tassarlo per la sua dabbenaggine.
E se invece di comprarsi la casa ha pensato di accantonare un po' di denaro per i tempi delle vacche magre peggio per lui: è più che equo tassare eventuali interessi che non coprono nemmeno l'inflazione. Cosa pretende? Se invece di comprarsi un  paio di scarpe che non gli servivano quando costavano 100 ha messo da parte quei 100 che ora con gli interessi sono diventati 105, cosa pretende? di potersi comprare quelle scarpe di cui ora ha assoluto bisogno e costano 120 senza pagare imposta sui 5 che ha guadagnato? Delle somme onestamente guadagnate, abbondantemente tassate, stupidamente non sprecate
doveva perdere 20 ed ha perso solo 15 : è equo tassare le mancate perdite e l'evidente stupidità.
Naturalmente non tutta l'equità esistente è opera di Monti, qualcuno l'aveva già introdotta e giustamente lui si limita a non eliminarla. Così i limiti di reddito per essere considerati fiscalmente a carico sono equi da vent'anni, immutati nel valore e sempre più equi col crescere del costo della vita. Invece i limiti di reddito per le esenzioni dalle tasse sanitarie sono doppiamente equi: oltre essere immutati da vent'anni sono gli stessi se con quel reddito deve vivere una sola persona o in due o tre. Ma pare che Monti voglia risolvere il problema: per evitare discriminazioni i limiti saranno portati a livelli tali che se uno ha meno di quel reddito non gli resta comunque molto da vivere.
Se l'equità di Monti è tutta simile a quella esemplificata, spero davvero che diventi iniquo.


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