Non vorrei che poi vi fossero le solite esenzioni in ragione del reddito, perché sono quasi certo che in pratica sono in ragione della furberia.
Ritengo che esenzioni in ragione del reddito siano possibili:
- in un paese dove il reddito è certo;
- se non sono "tutto o niente", cioè tutto con reddito è X e niente con X+1;
- se X è calcolato come reddito pro-capite medio familiare;
- se X viene rivalutato in base all'inflazione;
- se spettano solo a chi ha la cittadinanza.
Se altissima è la percentuale di evasione fiscale altissimo è il numero di persone delle quali non si conosce il vero reddito.
Se una tassa 10 non si paga con reddito 100 e si paga con reddito 101, in realtà il povero disporrà di 100 e il ricco di 91.
Se il limite di reddito per pagare o non pagare una tassa era ritenuto equo non lo è più dopo anni di inflazione: se era equo 100 perché con 100 si poteva vivere, quando per vivere serve 105 è equo 105 (o era iniquo prima).
Se si considera il reddito personale o il reddito familiare senza tener conto del numero di persone che vivono di quel reddito, non paga chi ha reddito 100 tutto per sè e pagano due coniugi che vivono con pensioni di 50 e 51.
Non sono misoxeno, ma mi pare giusto evitare che stranieri vengano attratti in gran numero dalla gratuità di servizi, forniti solo grazie ai tributi e ai sacrifici di generazioni di locali.
Se chi ha più reddito paga più imposte, non vedo perché debba pagare anche più tasse. Si facciano pagare le imposte e poi le tasse per i servizi richiesti le paghino o non le paghino tutti senza discriminazioni reddittuali: sarebbe più semplice, più equo e non si premierebbero i più furbi.
Se tutti devono pagare una tassa, chi non la vuol pagare rinunci al servizio (penso alle mense scolastiche). Se non si può rinunciare al servizio (penso al servizio sanitario) a chi è povero venga addebitata e la pagherà quando sarà ricco o non la pagherà mai se morirà povero.
Wikio
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