mercoledì 26 gennaio 2011

Non è la RAI

Da molto tempo ormai non mi attraggono più gli spettacoli da arena gladiatoria, dove si gode nel vedere gente combattere e ferirsi anche se non a sangue. Della trasmissione del signor Gad Lerner so solo quello che è stato ritrasmesso nei telegiornali: non so quindi se le accuse lanciate dal signor Berlusconi siano gratuiti insulti o giustificata reazione ad insulti subiti. Tendo per questa seconda ipotesi, ben sapendo che certi conduttori televisivi si sentono in diritto di insultare e di non essere insultati: la chiamano libertà d'informazione. Non esprimo quindi giudizi sulla trasmissione perché è su La7, un canale privato: nessuno mi obbliga a guardarla, nessuno mi obbliga a comprare i prodotti pubblicizzati, nessuno mi obbliga a pagarla.
Così non è per altre trasmissioni del cosidetto "servizio pubblico" che gradirei meno faziose, più obiettive e possibilmente anche da me guardabili. Per queste devo pagare due canoni: una per gli apparecchi che sono nella residenza anagrafica di mia moglie e uno per quelli nella mia; siccome però - vivendo insieme - possiamo entrambi disporre degli uni e degli altri, mi aspetto che la RAI pretenda da ciascuno di noi il pagamente di un altro canone in quanto "famigliari anagraficamente non conviventi" che dispongono di apparecchi radio-televisivi. Quattro canoni per trasmissioni che non guardo o per "rewind" (è più bello detto in inglese, come "escort"), cioè per cose già fatte, mi sembra un po' troppo.
Ma tant'è: ai partiti politici non bastano i "rimborsi"che si sono assegnati (rimborso suona diverso da finanziamento) ma vogliono disporre anche di televisioni obbligando per legge i cittadini a pagare un'imposta RAI, meglio quattro. "La democrazia è politica e la politica costa, se i partiti non fossero sovvenzionati solo i ricchi potrebbero fare politica e sedere in parlamento", affermano: chissà perché io devo vivere con 1200 euro al mese e a loro non ne bastano 20 mila, chissà perché la politica non dev'essere solo dei ricchi ma chi fa politica deve essere (diventare) ricco.


Wikio

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