martedì 5 ottobre 2010

Estraneo

Man mano che il tempo passa sempre più mi sento estraneo al parlare che mi circonda. Non tanto per quella bolla in cui si trova l'anziano signore della pubblicità, quella che scoppia grazie all'apparecchio pubblicizzato: un po' forse ma molto più perché le parole che sento sono sempre meno quelle d'un tempo. Capisco, o credo di capire, il senso di quello che si dice ma il modo in cui viene detto non è quello cui ero abituato, quello che userei. È come mangiare una pietanza che non ha più il gusto che aveva un tempo, fatta con ingredienti che non hanno più lo stesso sapore, da mani che non sono più quelle di allora.
Molte parole sono state sostituite da termini foresti che dicono la stessa cosa, altre hanno assunto un diverso significato: parole che capisco ma che sono estranee a un pezzo della mia vita. Se devo raccontare di mia madre fatico a dire che alla mattina faceva shopping: per tutta la sua vita e per gran parte della mia andava semplicemente a fare la spesa. Se poi dicessi che "usciva con Giovanni e faceva shopping" molti penserebbero che aveva una relazione adulterina con Giovanni di notte e andava per boutique di giorno mentre vorrei solo dire che "quando Giovanni usciva di casa per andare al lavoro, lei usciva per fare la spesa giornaliera".
Sembra - ma la cosa per me resta incerta - che quando si dice che qualcuno esce con qualcuna in realtà s'intenda dire che insieme entrano in un ristorante, in un una camera, in un letto. Rifacendomi al significato ereditario del verbo, per me vorrebbe semplicemente dire che escono a fare una passeggiata: omnia munda mundis.
Un'altra cosa che da molto tempo mi disorienta è sentire frasi del tipo  "sarà aperto un tavolo, presieduto dal prefetto", "Chiuso il tavolo della farmaceutica." o "Guatemala: rotto il tavolo di dialogo in tema minerario".
A casa mia apro e allungo il tavolo quando abbiamo ospiti a pranzo; andando per campeggi aprivo il tavolo quando arrivavo e lo chiudevo quando partivo: non mi è mai capitato di rompere volontariamente un tavolo.
Invece sembra che quando personaggi importanti devono riunirsi per discutere di qualcosa prima devono aprire un tavolo: non credo sia come quello che usavo in campeggio (di solito sono in molti) e le sedie sono già aperte o non sono pieghevoli. Una volta aperto il tavolo rimane così per diverso tempo e quando hanno finito di discutere se si lasciano amichevolmente lo richiudono per la prossima volta, altrimenti lo rompono; mai che rompino le trattative, le discussioni, le riunioni: quelle magari continuano ma rompono il tavolo. Loro rompono e noi - spesso - paghiamo.  

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