lunedì 6 settembre 2010

Imposte inique

Checché ne dicano quelli che vorrebbero tassare tutto e di più, trovo scandaloso mettere imposte indiscriminate sulla casa dove si abita, sugli interessi bancari, sui frutti di investimenti.
Con "indiscriminate" mi riferisco a imposte che non distinguino tra investimenti speculativi e investimenti cautelativi. Chi ricava il suo reddito da speculazioni finanziarie è giusto che paghi imposte su tale reddito, naturalmente al netto di eventuali perdite: è in qualche modo un reddito da lavoro o d'impresa e come tale va tassato.
Ma quando si fa un altro lavoro - qualsiasi altro lavoro - e il reddito derivante viene giustamente tassato non vi è giustificazione per ulteriori imposte.
Se uno spende tutto quello che guadagna in pranzi, alberghi, gioielli, vino, liquori, divertimenti o per i suoi vizi nessuno si sogna di fargli pagare altra Irpef oltre all'IVA compresa nel prezzo di qualsiasi bene o servizio acquisti. Se invece risparmia e i suoi soldi li spende per malta, mattoni, tegole, muratori, artigiani vari, per tutto quello che serve per farsi una casa
comprese le relative tasse e imposte, perchè mai dovrebbe poi pagare un'imposta per il solo fatto di averla?
E se invece affida i suoi risparmi a una banca o a un agente finanziario perchè deve pagare imposta sulla parte di reddito risparmiato che riesce a sottrarre all'inflazione? Non solo non dovrebbe subire ulteriore tassazione ma lo si dovrebbe premiare per il contributo che dà agli investimenti produttivi del paese e ai conseguenti prelievi fiscali sui redditi che produranno; gli si dovrebbe anche riconoscere un rimborso dell'imposte pagate sugli importi non sottratti all'inflazione, un reddito fasullo. Invece non solo si tassano le "non perdite" dei redditi risparmiati ma si colpiscono anche quelli correnti -
non adeguando i limiti per aliquote, esenzioni, detrazioni - considerandoli più consistenti, più ricchi e quindi più tassabili se solo limitano la perdita del loro potere d'acquisto,
Se lo Stato facesse bene il suo dovere di far pagare a tutti le giuste imposte e tasse non si troverebbe a pretenderne di ingiuste né a distinguere tra ricchi e poveri nel fornire i suoi servizi: se tutti hanno pagato il dovuto in ragione al reddito percepito tutti hanno diritto a beneficiare dello stesso trattamento senza ulteriori distinzioni,
evitando così di appesantire la burocrazia e favorire i furbi.

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