Equità fiscale
- si consideri il reddito dichiarato, notoriamente per molti non corrispondente al reddito reale, per concedere benefici economico-fiscali;
- si fissino massimali sotto i quali si hanno grossi benefici mentre con un solo euro in più non se ne ha nessuno, col risultato che chi dichiara un euro in meno può così disporre di molti euro in più;
- i massimali di reddito, ammesso che siano stabiliti con giusti criteri, rimangano immutati per decenni nonostante l'inflazione, diventando del tutto incoerenti con l'effettiva capacità d'acquisto e contributiva;
- i limiti di reddito per essere considerati a carico siano inferiori a quelli esenti da imposta, con la conseguenza che le spese sostenute da chi supera il primo ma non il secondo non sono detraibili nè da lui nè da un familiare;
- si prevedano agevolazioni fiscali sotto forma di credito d'imposta escludendo dai benefici proprio le persone con più basso reddito;
- le istruzioni fornite per la compilazione delle dichiarazione dei redditi richiedano specifica competenza in materia, inducano le persone comuni in errore, costringano a rivolgersi ai CAF per giustificarne il costo (esempio: "convivente" comunemente non significa "avente la stessa residenza anagrafica" ma che vive normalmente insieme);
- si consideri il reddito familiare per escludere da benefici ma non si consideri le spese familiari per goderne;
- la moglie non separata sia sempre e in ogni caso da considerare nel nucleo familiare quando la famiglia ne ha un danno (reddito familiare) mentre non lo è quando ne avrebbe un vantaggio se non a certe condizioni (reddito, residenza);
- la famiglia fondata sul matrimonio tutelata dalla Costituzione - per le norme su lamentate - sia fiscalmente penalizzata.
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Nell' illusione che vengano presi i provvedimenti opportuni, quanto sopra è stato inviato a: urpdfp@funzionepubblica.it
Scritto il 19/05/2009 alle 05:38 nella Fisco, Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Trofei
Di solito chi viene arrestato cerca di nascondere la faccia davanti alle telecamere, magari non per vergogna ma solo per potere continuare - dopo qualche giorno - a riprendere il suo lavoro senza essere riconosciuto.
Di solito, ma non sempre ed ovunque.
Mi ha colpito vedere spesso arrestati napoletani (uomini e donne) che mentre sono accompagnati alle auto dai poliziotti sorridono e salutano gaiamente gli amici, come fosse una cosa di cui vantarsi, un trofeo da mostrare a tutti, un blasone delinquenziale.
Non so se sono io di un altro tempo o solo di un altro luogo.
Scritto il 17/05/2009 alle 09:56 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Discriminati
"Razzista" sembra sia oggi un insulto come un altro, dato a proposito e a sproposito, senza attinenza con la realtà, un insulto di moda contro chi non la pensa come te.
Quello che sarebbe legittima richiesta di equità se riguardasse solo italiani diventa razzismo se riguarda anche stranieri, quello che si ritiene giusto nei confronti di qualcuno è razzismo nei confronti di altri.
E così si è "razzisti" quando si chiede il rispetto della legaltà da parte anche dei nuovi arrivati, quando si chiede parità di trattamento, quando si qualificano le persone per per quello che effettivamente e magari orgogliosamente sono (cinesi, lapponi, rumeni).
E' razzista il cittadino che protesta perchè l'appartamento comunale viene assegnato all'ultimo arrivato anzichè alla sua famiglia che da generazioni lo chiede e paga imposte e tasse nel Comune.
E' razzista la mamma che si lamenta perchè paga esorbitanti imposte per permettere a chi imposte non ne paga, non ne ha mai pagate e forse non ne pagherà mai, di portare i suoi figli all'asilo mentre lei dovrà arrangiarsi con madre, suocera, sorelle e baby sitter.
E' razzista chi da sempre si vede la paga decurtata per contribuire al Servizio Sanitario e si lamenta di dovere pagare ticket ed aspettare per ore al Pronto Soccorso diventato l'ambulatorio del medico di base di persone esentate da imposte e ticket.
Non è razzismo cacciare dall' Italia gli americani ma lo è cacciare i terroristi islamici, non è razzismo obbligare i cittadini italiani a dare le proprie generalità ma lo è farlo con gli immigrati, non è razzismo chiedere ai commercianti italiani di rispettare le regole e pagare le tasse lo è chiederlo agli stranieri.
A meno che non si aboliscano frontiere e sovranità territoriale, non è serio negare che esista un problema immigrazione e non si fa l'interesse del Paese contestando sempre e comunque le soluzioni prese dagli avversari politici accusandoli di razzismo.
C'è immigrazione regolare, regolata e quella irregolare, clandestina: si fa un torto agli immigrati regolari trattando allo stesso modo l'una e l'altra, favorendo di fatto quella clamdestina: perchè osservare procedure magari lunghe e complicate se basta infischiarsene, violare ogni norma e accedere subito agli stessi diritti? Non trovo scandaloso che chi non è regolarmente nel Paese possa ususfruire del servizio scolastico o sanitario ma con la possibilità di essere identificato ed espulso: giusto avere cura di malati e minori ma senza privilegi e impunità.
Preferire i disonesti agli onesti capita spesso in Italia ma rimane una cosa ingiusta.
Non mi pare quindi razzismo ma solo rispetto della legalità e della equità che anche i clandestini siano tenuti a fornire correttamente le proprie generalità, la propria residenza come tutti gli altri. Anche al Pronto Soccorso, all'asilo, alla scuola; oppure nessuno deve farlo: lo status di clandestino non deve costituire un privilegio nei confronti di tutti gli altri, immigrati regolari compresi. Chi vuole entrare e vivere in un Paese lo faccia secondo le sue leggi: è piuttosto strano che per tema di discriminare chi le viola si discrimini chi le osserva.Naturalmente si può anche pensare che non esiste la sovranità territoriale, che chiunque può andare dove vuole, fare quello che gli pare, non rispettare regola alcuna. Questo però deve valere per tutti: non servono parlamenti, leggi, esercito, marina con navi per respingere o soccorrere barconi, poliziotti, giudici, carceri: non serve niente di niente e non servono quindi imposte e tasse. Ognuno fa quello che gli riesce: chi vuole dare letto e cibo a 100, 1000 persone lo fa, chi è senza soldi se li prende dove ci sono, chi ha voglia di lavorare lavora, chi ha voglia di delinquere delinque e i funzionari dell'ONU o d'Europa che vogliono salvare il mondo intero lo fanno a loro spese. Se questo si vuole, lo si dica.
Più realisticamente, in un Paese limitato e con risorse limitate anche l'immigrazione non può che essere limitata; anche se fosse fisicamente possibile farci stare tutti i diseredati del mondo il risultato non sarebbe che vivremmo tutti meglio ma che vivremmo tutti peggio.
Ci sono politici che auspicano un' Italia senza frontiere, un felice paese cocktail di lingue, religioni, culture come l'America multietnica di Obama, senza dire quanto più grandi e ricchi siano gli USA, che fine hanno fatto gli autoctoni, che gli africani vi sono arrivati controvoglia, che i migranti non venivano e non vengono accolti sempre e comunque. Oltretutto se tutti i Paesi divenissero multietnici il mondo finirebbe di esserlo e si perderebbero quei valori che si vogliono acquisire, valori oggi alla portata di tutti.
Altri dicono che sì, non possiamo accogliere tutti ma non dobbiamo nemmeno respingerli senza dare loro la possibilità di godere da noi qualche mese di vitto, alloggio e cure e poi potersene girare liberamente per l'Europa; invece di gridare allo scandalo perchè il governo ha fatto e applicato un accordo per riportare i clandestini donde sono partiti, sarebbe più costruttivo riconoscere che era anche obiettivo e vanto del governo precedente.
Contestano poi che respingendo in massa gli arrivi in massa non si consente l'asilo politico a chi ne avrebbe diritto. E' un po' contradditorio che con questa scusa si accoglino migliaia di clandestini: se questo davvero volessero dovrebbero scoraggiare il più possibile l'arrivo degli irregolari invece protestare quando viene fatto. E' come aggiungere tonnellate di sabbia sicuramente non aurifera alla sabbia aurifera e poi cercarvi l'oro. E le organizzazioni internazionali che contestano la stessa cosa dovrebbero spiegare come una persona ritenuta degna di presiedere una conferenza sui diritti umani non sia affidabile in materia di diritti di clandestini e rifugiati (o viceversa).
Scritto il 16/05/2009 alle 10:34 nella immigrati , Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Vorrei votare
Vorrei votare la sinistra, ma non saprei proprio per chi: PD, IDV(?), Rifondazione Comunisti Italiani, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra e Libertà, NonsSoChiAltro.
A sentirli ognuno dice male dell'altro, ognuno è peggio dell'altro.
Non ci capisco niente: forse non andrò a votare, in attesa di schiarirmi le idee.
Scritto il 11/05/2009 alle 18:49 nella Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Chi sbaglia e chi paga
Leggo su il Gazzettino
Venezia. Denunciò le mazzette,
perseguitato dai colleghi: risarcito
Impiegato prima distaccato in vari uffici e poi confinato
in un sottoscala. L'Ufficio imposte pagherà 30 mila euro
Siccome i soldi dell' Ufficio Imposte sono, appunto, soldi delle imposte che noi paghiamo, mi par di capire che alla fine dei conti a pagare sarò anch'io.
Se sbaglio devo pagare, se sbaglia l' Ufficio Imposte (o qualsiasi altro Ufficio pubblico) invece pure?
Scritto il 11/05/2009 alle 13:45 nella Giustizia | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Ciàcole
Una volta in Veneto erano "ciàco'e" ora nel mondo sono "gossip", ma sempre di quello si tratta. Mentre un tempo si facevano fra quattro mura con la tacita intesa che lì dovevano restare - salvo poi passare di quattro mura in quattro mura - ora si sbandierano ai quattro venti, anzi a milioni di telespettatori e internauti.
Sinceramente non m'interessa un niente assoluto se Tizio che fino a ieri si accompagnava con Tizia oggi sia intimo di Sempronia mentre Tizia dorme con Sempronio alternandolo con Licia - compagna di Orazio - e non riesco proprio a capire come ci si possa appassionare a questo squallore; ma a nessuno importa che non me ne importi: non sono nel campione auditel.
Anche quando le "ciacole" riguardano il capo del governo sarei propenso a pensare che sono fatti suoi, ma sapere come stanno le cose forse mi aiuta a conoscerlo meglio e capire se può meritare la mia fiducia.
"La moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto" e Cesare più della moglie, ma troverei più dignitoso per tutti che i problemi famigliari fossero possibilmente risolti in famiglia. Auguri.
Scritto il 04/05/2009 alle 15:55 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Se rinascessi
Se dovessi rinascere vorrei fare il magistrato. Sono umano e posso sbagliare: qualsiasi altro lavoro facessi un magistrato potrebbe condannarmi per i miei errori; non è detto che succeda subito e sempre, non è detto che poi sconterei la pena, ma potrebbe capitare. Se invece fossi magistrato potrei condannare ma non essere condannato. Non rischierei di fare ponti o case che crollano, di provocare incidenti o danni facendo cose materiali e se provocassi danni a qualcuno o alla società - mandando ingiustamente in galera una persona o lasciandola ingiustamente libera - non dovrei renderne conto: altri pagherebbero i danni e la mia carriera non ne risentirebbe.
Ho notizia di un magistrato al quale non sono bastati quindici mesi per motivare una sentenza con conseguente scadenza dei termini di carcerazione preventiva e messa in libertà degli interessati, già 9 anni fa era successa una cosa simile, un giudice in otto anni non è riuscito a scrivere una sentenza.
Se fossi magistrato non dovrei pagare per mia negligenza e nemmeno vergognarmene: serve più organico, più personale ausiliario, più soldi, stipendi migliori, più tempo di carcerazione preventiva; di sicuro non necessita più impegno, più coscienza, più dedizione, meno ferie, meno pause caffè, meno impegni extra.
Oggi vedo anche "Gioielliere spara e ferisce rapinatore" e la cosa mi indigna: è mai possibile che uno si permetta di sparare prima di essere ammazzato? Se rinato facessi il gioielliere rischierei di morire o provocare ad altri infortuni sul lavoro, ma se divenissi magistrato rischierei solo di condannare quel gioielliere che non si è accertato di essere morto, prima di sparare.
Ma potrei anche diventare un laborioso e onesto magistrato come tanti: non so se lo vorrei.
Scritto il 17/04/2009 alle 16:37 nella Attualità, Giustizia, Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Leggi in TV
In TV o alla radio tutti - giornalisti, politici, sindacalisti, esperti - quando citano una legge ne indicano sempre solo il numero. Dicono Legge 300 e si deve capire Legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori), dicono Legge 40 e si deve intendere 40/2004 (Procreazione assistita). Dal contesto si può anche capire l' argomento e - sapendo quale legge lo disciplina - di quale legge si tratta, ma si deve conoscere argomento e legge. Di leggi n. 300 o 40 non esistono solo le due suddette: in rete ho trovato anche Legge 300/1998 (ricostruzione Albania), 300/2000 (Ratifica atti internazionali), 300/2003 (Protezione civile); Legge 40/1999 (trasposro pubblico), 40/2001 (tutela minori figli di detenute), 40/2005 (elezioni amministrative). Forse sarebbe bene che, con un po' di fatica e molta chiarezza in più, quei signori citassero le leggi in modo univoco, almeno con numero e anno: chi li ascolta potrebbe più facilmente risalire alla fonte e farsi una sua idea in merito.
Scritto il 08/04/2009 alle 00:15 nella Diritto, Politica, Radio e televisione | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Parametri fissi
Passano gli anni, qualcosa cambia e qualcosa resta immutato: quando i numeri non indicarono più migliaia di lire ma euro, quelli dei prezzi rimasero immutati, quello della pensione si dimezzò. Mentre il mio reddito nominale è aumentato di un 20% ma quello reale è diminuito, i parametri reddituali sono rimasti immutati ma sono divenuti incongrui pur restando iniqui.
Ne prendo due ad esempio: quello sotto il quale nella mia regione sono esentati da tassa sanitaria (ticket) i bambini sotto i 6 e gli anziani sopra i 65 anni di età e quello sopra il quale non si è considerati familiari a carico.
Chiaramente sono stati calcolati in milioni di lire: 70 il primo, 5,5 il secondo, diventati rispettivamente 36151.98 e 2840.51 euro, valori assurdi che li datano al secolo scorso.
Parametri iniqui perché non hanno correttivi che impediscano un reddito reale inferiore con reddito nominale superiore: se questo è 36152 euro non si dovrebbe pagare più di 2 centesimi di ticket, per un familiare con reddito di 2841€ il beneficio dovrebbe essere ridotto di soli 49 centesimi.
I massimali si riferiscono al reddito lordo, ticket e benefici sono netti: anche questo è iniquo e ingannevole.
I 70 milioni di reddito familiare lordo sono 1000 euro netti ciascuno, nel caso di due coniugi.
I 5,5 milioni sono 218 euro mensili, meno del rimborso spese per un giorno a Roma di un senatore.
Nel reddito familiare si sommano i redditi dei coniugi; se un coniuge guadagna più di 218 euro mensili l' altro coniuge non può considerarlo a carico e detrarre le spese per lui sostenute; se uno guadagna meno di 8000 euro annui non ha IRPEF da pagare; se non ha Irpef da pagare non può evidentemente detrarre spese dall' IRPEF; se un coniuge guadagna più di 2840.51 ma meno di 8000 euro né lui nè il coniuge possono detrarre le spese sostenute.
Nel caso di coniugi si considera il reddito familiare per escludere entrambi da benefici, ma le "spese familiari" non si considerano detraibili dal reddito familiare: un ulteriore disincentivo al matrimonio e spregio della Costituzione Italiana (Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.) da molti invocata e difesa solo quando fa comodo.
Parametri incongrui perché se erano congrui dieci anni fa non lo possono essere ora. Accettando gli indici ISTAT, se allora i limiti erano 70 e 5,5 milioni di lire ora dovrebbero essere 44000 o 3500 euro, arrotondando. Se dieci anni fa godeva di alcuni benefici perchè il suo reddito era ben al di sotto dei limiti previsti, se il reddito consisteva e consiste nella sola pensione rivalutata in misura inferiore all'inflazione, se non è cambiata la legge, se il suo tenore di vita è peggiorato una persona non può sapere di non avere più diritto a quei benefici ed essere punito per non avere pensato e verificato quanto subdolo e ingiusto possa essere lo Stato.
Anche se i parametri reddittuali fossero sempre congrui, mi piacciono poco: richiedono burocrazia, rendono più vantaggiose le dichiarazioni menzognere, fanno pagare di più chi più ha pagato. L'imposta progressiva già fa pagare più che proporzianalmente chi ha maggior reddito; se venisse severamente applicata ogni ulteriore discriminazione sarebbe superflua e ingiusta. Non vedo perché una persona che ha pagato tutto il dovuto di imposta debba pagare più degli altri di tassa scolastica, mensa, asilo, eccetera e non essere trattata come tutti gli altri: sarebbe tutto più semplice ed anche più giusto, solo meno demagogico. Chi può spesso non si rivolge alle strutture pubbliche e non paga la tassa, normale o maggiorata: meglio far pagare la giusta imposta a tutti e poi nessuna discriminazione; non si può far pagare il biglietto di entrata solo a chi ha già pagato l'abbonamento.
Scritto il 07/04/2009 alle 16:02 nella Fisco | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Ritorni
Torna marzo, torna la primavera, tornano le rondini (forse), torna l' ora legale, torno a cambiare l' ora negli orologi e apparecchi di casa, tornano a dirci che risparmieremo un sacco di energia e un sacco di soldi, torno a chiedermi come.
Ma sul mio orologio non cambio l' ora: torno a dirmi che sono cambiati tutti gli orari e a pensare quello che già scrissi (VEDI).
Scritto il 28/03/2009 alle 17:18 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
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