La secchia
I fatti di questi giorni mi hanno ricordato mia nonna, quando in casa non c'erano i rubinetti dell'acqua. Prendeva la secchia, andava alla pompa, la riempiva e la riportava in cucina. Un giorno si accorse che per quanto faticasse l'acqua non bastava più come prima: la secchia, un pò in alto, aveva un buco e perdeva. Così doveva riempirla meno per non sprecare lavoro e acqua, ma appena passò il calderaio la fece riparare, senza chiedere a studenti o professori.
Scritto il 31/10/2008 alle 09:40 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Scuola
Non sono un esperto di scuola, ma penso che quelli che si dichiarano tali siano più che a sufficienza. Mi pare tuttavia di capire che non ci siano soldi da sprecare e che ci siano sprechi da eliminare; chi si lamenta dei "tagli" non vede sprechi e ritiene che si debba continuare così, tanto paga Pantalon. Credo anche di capire che chi spesso lamenta "illegalità diffusa" e "assenza dello Stato in intere regioni", giustifichi l'illegale occupazione di strade, ferrovie, scuole, università in nome della libertà di manifestare, anche quando questa libertà diventa un sopruso di pochi sui molti. Se, come dicono, a "protestare" è la maggioranza, trovo ancor più incoerente che chi si dichiara difensore delle minoranze non condanni i molti che conculcano la libertà dei pochi. Spesso chi viola le norme non viene giustamente punito, ma se a violarle sono in molti sembra che l'impunità debba essere garantita: si tratti di tifosi, studenti o lavoratori.
Le persone che dalla scuola ricevono uno stipendio sono tante, per alcuni troppe: non meraviglia che difendino interessi corporativi. Si ritengono malpagate: per confronti quantitativi si dovrebbe conoscere il rapporto "stipendio annuo/ore lavorate annue"; nei confronti qualitativi pare non eccellino. Dicono che lottano per "la scuola" e che con loro sono studenti e genitori. Sicuramente i giovani di oggi sono informati, ma vedendo protestare bambini di 3-8 anni non credo sappiano quali sono i migliori provvedimenti per la scuola e mi sorge il dubbio che non siano i piccoli al livello dei grandi, ma viceversa.
Scritto il 26/10/2008 alle 16:25 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
25 ottobre
Forse la mia memoria mi tradisce (capita), ma mi par di ricordare che quando, molto tempo fa, fu proclamata per domani 25 ottobre 2008 una grande manifestazione del PD (con o senza DP, Di Pietro) non si sapeva bene quale fosse l' oggetto della manifestazione se non un generico "contro il governo". Ricordare l' anniversario della Rivoluzione d'Ottobre (25 ottobre per il calendario giuliano, 7 novembre per il gregoriano) forse non era il caso, ma non si può nemmeno organizzare un grande raduno senza uno scopo, un obiettivo definito, da poter proclamare e scrivere sugli striscioni. Per questo le contestazioni contro le proposte Gelmini cadono a fagiolo e qualche dubbio che non si tratti di pura casualità non mi pare del tutto stravagante.
Scritto il 26/10/2008 alle 16:24 nella Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Tutti gli anni
Tutti gli anni, due volte all'anno sento elogiare il grande risparmio energetico derivante dall' ora legale.
Tutti gli anni, due volte all'anno brontolo e impreco contro chi mi fa spostare avanti o indietro tanti orologi; non tutti, perché quelli personali (da polso, bici o auto) al tramonto dell'equinozio d'autunno segnano sempre 6 o 18.
La storia del risparmio energetico mi sembra una favola: è ovvio che d'estate si consumi meno energia, tra ferie, vacanze, passeggiate e notti più brevi; con l'ora legale c'è sì un'ora di luce in più dopo le 12, ma anche una in meno prima, non si ferma il sole; chi va per funghi non riesce a farlo prima del lavoro, chi va per locali notturni deve aspettare di più la notte e gli spagnoli si adeguano a ora legale e stare più a ovest posticipando di due ore i loro orari.
E ora che le giornate si accorciano, fanno arrivare notte un'ora prima, mentre forse sarebbe il caso (per quelli come me che non si alzano presto al mattino) di "aggiungere" adesso un'ora di luce serale a compenso della naturale anticipazione del tramonto. Ammettendo che ci "regalino" un'ora di sole, lo fanno quando ce n'è fin troppo e ce lo tolgono quando scarseggia. MI spieghino poi dove risparmiano energia se luci, macchinari, televisori ed elettrodomestici vari funzionano per lo stesso numero di ore con o senza ora legale.
Scritto il 26/10/2008 alle 13:03 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Forse no
A quanto pare il vecchio blog non è morto: é solo latitante per Firefox. Provare QUI . Ad ogni modo è stato aggiunto a questo.
Scritto il 10/10/2008 alle 10:07 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Antirazzismo razzista.
Troppe volte chi si dichiara antirazzista è animato da odio e intolleranza, proprio come i razzisti.
NOTA. Nel tentativo di risolvere un problema, il post originale è stato eliminato; sono comunque riportati i commenti ricevuti (dall'ultimo al primo).
- Occorre considerare prima di tutto che l'atteggiamento mentale che definiamo un po' impropriamente "razzista" é -in realtà- un atteggiamento di diffidenza ed avversione verso chiunque percepiamo come diverso dai nostri standard, ma per qualsiasi aspetto, non solo per la razza (intesa come etnia). E' pertanto evidente che anche chi si proclama "antirazzista" può tranquillamente covare inconfessati (o anche evidenti) sentimenti di tipologia "razzista", anche in misura maggiore di coloro verso i quali lancia le sue accuse, solo che tali sentimenti sono semplicemente indizzati verso gruppi e soggetti diversi. Inoltre é parimenti "razzista" l'atteggiamento di coloro che per confutare le assurde pretese di "superiorità di razza" finiscono con il ribaltarle, cadendo nel medesimo errore (solo a parti invertite!). La ragioni ed i torti, i comportamenti giusti o sbagliati, sono legati alla persona e del tutto indipendenti dalle sue appartenenze: dunque la responsabilità é personale, non aggravata e neppure attenuata dal fatto di appartenere ad un determinato gruppo. Il vero problema é riuscire a vivere i nostri rapporti sociali senza subordinarli a pregiudizi di "appartenenza", sia essa di etnia, di nazionalità, di religione, di sesso, di credo politico etc.: questo é molto, ma molto più difficile del generico "antirazzismo" legato al classico concetto del "colore della pelle". │Sergio
- Mi piacerebbe che si discutesse una questione tanto delicata non con semplici battuta o dicendo "sono d'accordo o no"... Io credo che ognuno di noi dovrebbe non guardare solo i giornali ma ascoltare la gente, ascoltare i discorsi dei politici. Io ho potuto assistere ahimè di persona a certi gesti e ho ascoltato parole che se non erano razziste qualcuno mi dovrebbe spiegare come li dobbiamo chiamare. Certo è che quando il clima è esasperato si rischia di far di tutta un'erba un fascio... Vorrei che uscissimo dagli slogan ed entrassimo nella estrema complessità del problema. Non condiviamo l'estremismo di certe posizioni, bene, allora argomentiamo, discutiamo, ma non neghiamo alcuni fatti, alcuni pericoli. Persino Fini che è di destra ha avuto questa sensibilità e ha denunciato un pericolo i deriva razzista... │Giulia - http://sapervedere.splinder.com/
- un po' come ognuno di voi...! │Razzista
- Se ne è parlato anche sul mio blog in abbondanza (qui: http://bertola.eu/nearatree/?p=1216 ) e ovviamente non tutti concordano: l'antirazzismo (nato per motivi assolutamente importanti) è diventato col tempo in varie persone una specie di religione assolutista, che effettivamente tende all'intolleranza e a costruire argomenti simmetrici rispetto a quelli dei razzisti. │vb - http://bertola.eu/nearatree/
- Razzismo o Antirazzismo cominciano parlando di TOLLERANZA....cioè.... "Non mi piaci ma ...ti tollero"...Frase che in se ha tutto. da più di 40 anni si è usata tale parola, che in realtà sostituisce la vera parola "Rispetto umano" Rispettando enonSOLO tollerando ci si può finalmente incontrare da simili ed ugualmente validi. │ nico freccero - http://web.comhem.se/nicofre/
- Concordo pienamente. │ irenespagnuolo - i.spagnuolo@alice.it
- E' verissimo. Ciao. │Paolo
- Sono perfettamente d'accordo col principio sopra esposto e lo scrissi, ancora nel 1993, nel saggio "Xenofobia, Razzismo e Mistificazioni", pubblicato a mia cura, ma che è stato boicottato come altre mie opere (non tutti a soli 29 anni ricevono premi e propaganda di tutti i generi...), reperibile in varie biblioteche, anche universitarie. Del resto, il razzismo, come ideologia che vede l'esistenza di razze superiori ad altre sul piano biologico e culturale, non si limita ad una razza singola (bianca o indoariana), ma anche a razze d'altro genere e a razze miste, come oggi è di moda, quando si esalta come superiore la "razza" di tipo multietnico. Anche la confusione tra xenofobia e razzismo (la prima è paura per lo straniero, dunque senso di inferiorità e non di superiortà...) è segno di pura ignoranza e di assoluto arbitrio . │Manlio Tummolo
- Confermo e quoto. Pensiamo a quelli dei centri sociali che si definiscono pacifisti e non razzisti, poi bruciano le bandiere USA, di ISraele e si dichiarano antisemiti. O quelli che hanno una strana forma di razzismo: guardano con un occhio particolare le persone di colore o straniere, nel senso che tutto ciò che fanno questi, anche rubare, ammazzare, etc, è giustificato, compreso. Mentre agli stranieri non frega nulla di tutto ciò, non vogliono essere considerati razze speciali, nè in negativo, nè in positivo, ma semplici persone, come noi, coi loro pregi e difetti, distinguendo chi fra loro è onesto da chi delinque. Ma i nostri razzisti all'incontrario non lo capiscono... Così i sei ragazzi di colore, quasi tutti spacciatori, massacrati in Campania dalla camorra, NON da un commando di naziskin, sono vittime del razzismo, e NON come invece è della criminalità organizzata, della droga e della sua vendita... Mentre i due ragazzi napoletani uccisi tempo fa sempre dalla camorra per gli stessi motivi erano delinquenti... Mah. │Max
Scritto il 10/10/2008 alle 01:36 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
E' morto un blog?
Si chiamava "ciacole e altro" e non c'è più.
Non so dove ho sbagliato, ma è morto. Forse.
Scritto il 10/10/2008 alle 01:10 | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
"Se potessi aver ..."
Non ci sarà accordo sul quanto, ma nessuno nega che i prezzi siano aumentati. La mia pensione lorda è aumentata del 12% in sei anni; devo ritenere che il costo della vita sia lievitato almeno altrettanto. In effetti l'indice Istat del costo della vita è passato da 100 nel 1995, a 115 nel 2001, a 135 nel 2008. Quasi tutto è cresciuto, dai prezzi dei generi di prima necessità alle indennità parlamentari, con poche eccezioni: costi telefonici, parametri reddituali e poco altro.
Forse mi sbaglio, ma non mi pare che negli ultimi 10 anni siano cambiati i limiti per essere considerati fiscalmente a carico o quelli per poter beneficiare dell'esenzione dai ticket sanitari. Si parla spesso di agevolare i "meno abbienti", ma se già ora è escluso da questi chi non arriva alla quarta settimana si finirà con escludere anche chi può permettersi un solo pasto al mese. Per fortuna nel 1946 c'è stata la rottura con il passato, altrimenti i parametri sarebbero rimasti quelli di allora e per i nostri governanti sarebbe ricco chiunque "potesse avere 1000 lire al mese", come di cantava un tempo, cioè mezzo euro.
Scritto il 08/10/2008 alle 12:43 nella Politica | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Merce introvabile
Quando non c'è la possibilità di trovare sul mercato quello che ti serve, se ne sei capace lo fai da te. Fino a non molti decenni fa le donne facevano le tagliatelle in casa, ora lavorano in qualche posto e le tagliatelle le comprano al supermercato: è più comodo e vantaggioso. E così per molte altre cose che uomini o donne facevano da sè nell'impossibilità di averle altrimenti e ben lieti di poterle ora trovare belle e pronte a minor costo e magari di migliore qualità.
Non diversa è la cosa parlando di giustizia: escludendo delinquenti e violenti, la gran parte dei cittadini è ben felice di avere giustizia dallo Stato. Non si aspettano Giustizia assoluta ma che sia fatto quanto umanamente possibile per far osservare le regole, senza eccezioni per bianchi, neri o altro. Anche per questo si pagano le imposte, a questo dovrebbero servire polizia, carabinieri, caserme, magistrati, tribunali, guardie carcerarie, carceri e tutto il resto.
Ma se chi non rispetta le regole rimane impunito e si sente incoraggiato a persistere, se lo Stato nonostane il costoso apparato non fornisce la merce "giustizia", allora, per avere ciò che si cerca e non si trova, si tenta con il fai da te.
Scritto il 04/10/2008 alle 13:30 nella Politica | Permalink | Commenti (2) | TrackBack (0)
Enel per amico
Un tempo ti facevano girare da uno sportello all'altro, ora è tutto cambiato: ti fanno girare da un sito internet ad un altro, da un numero verde ad un altro, ma il risultato è sempre lo stesso: se hai qualche lagnanza non trovi a chi esprimerla.
Ed eccomi qua, sperando.
La vecchia Enel ti manda un plico in cui ti illustrano tutti i vantaggi di una certa offerta; ti sembrano convincenti, accetti e cominciano i guai.
Già aderirvi è più complicato di quanto dicono, poi passi da un Enel ad un altro Enel con cui il primo non ha niente a che spartire. Prima avevi regolarmente le bollette in Internet, ora non più.
Ricevi comunicazione che è stata emessa la bolletta e che puoi trovarla con un clic. Lo fai e non trovi niente: il tuo codice cliente (copiato dalla comunicazione ricevuta) non esiste. Sei sul sito di altro Enel: per le informazioni ti rimanda al sito di Enel. Vi trovi un numero verde, lo chiami e dopo qualche tempo ti informano che il numero di altro Enel è, per l'appunto, un altro. Chiami una volta e dopo un infinito numero di "rimanga in linea per non perdere la precedenza acquisita" parli con un operatore e ... cade la linea. Così per tre volte. Alla quarta vieni a sapere che hanno dei problemi con il sito internet, che se vuoi avere una copia cartacea della fattura devi fare un fax, che non si sa se il sito funzionerà prima che passino i dodici mesi durante i quali la fattura sarà conservata nel web, che non ti possono garantire che tu non possa più avere la fattura. Tutto semplice.
Mi parrebbe normale che se non puoi fornire il servizio in Internet, ti scusi col cliente e gli mandi la fattura cartacea fintanto che rimane il problema: ma forse è troppo normale.
Scritto il 03/10/2008 alle 12:17 | Permalink | Commenti (1) | TrackBack (0)
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