Auto vecchie
Non sono più giovane e la mia auto ha la sua età. Tra assicurazione e bollo mi costa la tredicesima. Poi ogni due anni il collaudo e ogni anno il controllo dei fumi di scarico, il bollino blu. Ciò nonostante non potrò circolare in città perchè la mia auto inquina (credo tuttavia di inquinare meno io in un anno che altri in un giorno). La uso pochissimo, ma qualche volta è comodo averla per andare da figli e nipoti o a cercar funghi.
Ora devo scegliere tra:
. spendere un bel po' di quattrini per comperare un'auto EuroX ,di cui non sento alcun bisogno, da usare per qualche giorno all'anno e lasciare sulla strada per tutto il resto del tempo e che forse l'anno prossimo sarà inutilizzabile perchè non è EuroX+1;
. portare alla demolizione la mia cara vettura e privarmi di una costosa comodità;
. sopportare gli aumenti imposti da un governo, che dopo la finta di colpire i ricchi possessori di fuoristrada ha poi colpito i poveri pensionati con vecchie auto e già ora con un costo altissimo per chilometro percorso, e rischiare qualche multa qualora avessi necessità di andare in centro.
Ora devo scegliere tra:
. spendere un bel po' di quattrini per comperare un'auto EuroX ,di cui non sento alcun bisogno, da usare per qualche giorno all'anno e lasciare sulla strada per tutto il resto del tempo e che forse l'anno prossimo sarà inutilizzabile perchè non è EuroX+1;
. portare alla demolizione la mia cara vettura e privarmi di una costosa comodità;
. sopportare gli aumenti imposti da un governo, che dopo la finta di colpire i ricchi possessori di fuoristrada ha poi colpito i poveri pensionati con vecchie auto e già ora con un costo altissimo per chilometro percorso, e rischiare qualche multa qualora avessi necessità di andare in centro.
Dei DiCo
DICO: DIritti dei COnviventi. Devo capire che i conviventi hanno solo diritti mentre lo Stato e la società hanno solo il dovere di soddisfare quei diritti? In questo forse sta la differenza con la famiglia tradizionale, in cui i doveri sono la premessa agli eventuali diritti.
Equiparare le coppie di fatto eterosessuali, le unioni gay, le convivenze nonno-nipote non mi pare abbia molto senso.
Le prime hanno scelto di non sottostare a vincoli che ritengono insopportabili, rinunciando implicitamente ai diritti che ne conseguono, o viceversa di conservare vantaggi che altrimenti perderebbero. Può essere che i vincoli siano troppo stretti o i vantaggi importanti (e allora dovrebbero essere modificati per non creare discriminazione penalizzante per chi invece è regolarmente sposato secondo la legge vigente), ma può anche essere che le norme vadano bene così come sono.
Si può non accettare il matrimonio cattolico, sacro, unico, con obbligo di fedeltà reciproca, con impegno di accogliere ed allevare i figli, indissolubile vita natural durante; ma le leggi dello Stato riguardano il matrimonio civile, laico, con impegni meno severi e possibilità di finire in divorzio a certe condizioni, cercando però di tutelare figli e ex coniuge.
Forse ora si pensa a matrimoni precari, tendenti a riconoscere diritti individuali sempre più ampi e doveri sempre più ristretti. Si potrebbe abolire il matrimonio civile e divorzio e offrire agli interessati una serie di pacchetti di convivenza, con vincoli e diritti diversificati, da scegliere secondo lo stato d'animo degli acquirenti: dal matrimonio cattolico "equiparato", a quello civile a tempo indeterminato o a scadenza rinnovabile o a scadenza, alla convivenza per un week-end. A mobilità e precarietà del lavoro corrispondere mobilità e precarietà della famiglia. Oppure si potrebbe abolire ogni ingerenza dello stato nella vita dei singoli, liberi di congiugersi ed eventualmente procreare figli randagi, di pensare solo a sè stessi o di osservare obblighi morali o religiosi, di regolare o meno i loro rapporti economici in base a norme di diritto civile. Vedremo.
Per quanto riguarda le unioni omosessuali fatico a vedere in esse un
fondamento della società, se non altro perchè naturalmente escluse dal concorrere alla sopravvivenza della stessa, impossibile senza artifici o unioni eterosessuali. Non vedo quindi per quale motivo lo Stato dovrebbe intromettersi nei rapporti affettivi o semplicemente sessuali privati, che privati dovrebbero restare e come tali rispettati. Credo che i sentimenti più sono profondi meno necessitino di essere esposti e imposti; temo che tutta la pubblicità gay miri impudicamente solo a benefici economici da ottenere senza nulla dare. La famiglia, tendenzialmente, si basa sull'altruismo delle cure parentali; le coppie omosessuali, almeno da come si esibiscono nelle piazze, sembrano basarsi sulla somma di due egoismi: nulla danno e nulla dovrebbero richiedere alla società, ma possono dare ai partiti il loro voto.
Le coppie eterosessuali sono "di fatto" e non "di diritto" per loro libera scelta o per obblighi precedenti liberamente assunti; le convivenze nonno-nipote come tante altre, rientrano semplicemente nell'ordinario concetto di famiglia e di parentela e come tali vanno tutelate; le convivenze di gruppi etereogenei o di persone dello stesso sesso in collegi e monasteri non pare richiedano nuove norme. Senza ambiguità e ipocrisie il vero oggetto del disegno di legge rimane introdurre nell'ordinamento giuridico le unioni "more uxorio" omosessuali e di questo si dovrebbe discutere. Se questa personale intima convivenza diventa un soggetto giuridico riconosciuto, non ci si dovrà limitare alle sole coppie, ma indistintamente anche ai trii, ai quartetti, ai quintetti e a quant'altro , magari estendendo il concetto di famiglia, con buone ragioni, a cani, gatti o canarini affettivamente conviventi.
Dicono che l'Italia è fra i pochi stati in Europa senza una legge in materia, ma questo non è necessariamente un male: anche Svizzera e Gran Bretagna erano fra le poche nazioni europee non invase dal terzo Reich, e non era un male.
Equiparare le coppie di fatto eterosessuali, le unioni gay, le convivenze nonno-nipote non mi pare abbia molto senso.
Le prime hanno scelto di non sottostare a vincoli che ritengono insopportabili, rinunciando implicitamente ai diritti che ne conseguono, o viceversa di conservare vantaggi che altrimenti perderebbero. Può essere che i vincoli siano troppo stretti o i vantaggi importanti (e allora dovrebbero essere modificati per non creare discriminazione penalizzante per chi invece è regolarmente sposato secondo la legge vigente), ma può anche essere che le norme vadano bene così come sono.
Si può non accettare il matrimonio cattolico, sacro, unico, con obbligo di fedeltà reciproca, con impegno di accogliere ed allevare i figli, indissolubile vita natural durante; ma le leggi dello Stato riguardano il matrimonio civile, laico, con impegni meno severi e possibilità di finire in divorzio a certe condizioni, cercando però di tutelare figli e ex coniuge.
Forse ora si pensa a matrimoni precari, tendenti a riconoscere diritti individuali sempre più ampi e doveri sempre più ristretti. Si potrebbe abolire il matrimonio civile e divorzio e offrire agli interessati una serie di pacchetti di convivenza, con vincoli e diritti diversificati, da scegliere secondo lo stato d'animo degli acquirenti: dal matrimonio cattolico "equiparato", a quello civile a tempo indeterminato o a scadenza rinnovabile o a scadenza, alla convivenza per un week-end. A mobilità e precarietà del lavoro corrispondere mobilità e precarietà della famiglia. Oppure si potrebbe abolire ogni ingerenza dello stato nella vita dei singoli, liberi di congiugersi ed eventualmente procreare figli randagi, di pensare solo a sè stessi o di osservare obblighi morali o religiosi, di regolare o meno i loro rapporti economici in base a norme di diritto civile. Vedremo.
Per quanto riguarda le unioni omosessuali fatico a vedere in esse un
fondamento della società, se non altro perchè naturalmente escluse dal concorrere alla sopravvivenza della stessa, impossibile senza artifici o unioni eterosessuali. Non vedo quindi per quale motivo lo Stato dovrebbe intromettersi nei rapporti affettivi o semplicemente sessuali privati, che privati dovrebbero restare e come tali rispettati. Credo che i sentimenti più sono profondi meno necessitino di essere esposti e imposti; temo che tutta la pubblicità gay miri impudicamente solo a benefici economici da ottenere senza nulla dare. La famiglia, tendenzialmente, si basa sull'altruismo delle cure parentali; le coppie omosessuali, almeno da come si esibiscono nelle piazze, sembrano basarsi sulla somma di due egoismi: nulla danno e nulla dovrebbero richiedere alla società, ma possono dare ai partiti il loro voto.
Le coppie eterosessuali sono "di fatto" e non "di diritto" per loro libera scelta o per obblighi precedenti liberamente assunti; le convivenze nonno-nipote come tante altre, rientrano semplicemente nell'ordinario concetto di famiglia e di parentela e come tali vanno tutelate; le convivenze di gruppi etereogenei o di persone dello stesso sesso in collegi e monasteri non pare richiedano nuove norme. Senza ambiguità e ipocrisie il vero oggetto del disegno di legge rimane introdurre nell'ordinamento giuridico le unioni "more uxorio" omosessuali e di questo si dovrebbe discutere. Se questa personale intima convivenza diventa un soggetto giuridico riconosciuto, non ci si dovrà limitare alle sole coppie, ma indistintamente anche ai trii, ai quartetti, ai quintetti e a quant'altro , magari estendendo il concetto di famiglia, con buone ragioni, a cani, gatti o canarini affettivamente conviventi.
Dicono che l'Italia è fra i pochi stati in Europa senza una legge in materia, ma questo non è necessariamente un male: anche Svizzera e Gran Bretagna erano fra le poche nazioni europee non invase dal terzo Reich, e non era un male.
360°
Mi è capitato di sentire personaggi politici ed anche giornalisti auspicare, pretendere, promettere o constatare "una svolta a 360°", probabilmente ritenendo insufficiente una di soli 180°. Spero che qualche bambino voglia spiegare a questi signori e signore dove ci si trova dopo una tale svolta. Ma forse sono io a non capire.
Il treno di Prodi
Il Governo Prodi sopravvive.
La supponenza, la protervia della sinistra italiana sono solo pari alla sua presunzione. Come si fa a dire l'Italia vuole questo e quello, parlare a nome dell'Italia quando si è una parte minoritaria di una coalizione che è maggioranza solo per uno 0.06%, magari dovuto al caso, alla fortuna, o al fatto che un italiano su 1700 non ha votato perchè era ammalato o aveva impegni che riteneva prioritari o si trovava fuori del comune di residenza o che ha sbagliato a fare il segno sulla scheda o altro. Bastava un nonnulla per avere il risultato invertito.
Ma dicono con enfasi che hanno VINTO le elezioni e che LORO sono il Paese.
E invece di ringraziare la buonasorte che gli ha concesso una maggioranza consistente alla Camera e tutelare anche i meno fortunati (all'opposizione), vogliono tutto il potere come se davvero rappresentassero TUTTO il Paese e incolpano la malizia della destra che non gli ha consentito la stessa maggioranza al Senato. Tacciono al loro popolo che il Senato non è la Camera perchè così vuole la Costituzione, che la legge elettorale è stata modificata in tal senso su richiesta del Presidente Ciampi. Non dicono che se Camera e Senato fossero identici
sarebbe ancora più assurdo di quanto già non sia far votare due volte una legge in due sovrabbondanti rami del Parlamento. Hanno preferito cancellare con un referendum anzichè correggere in aula la riforma costituzionale tendente a porre rimedio alle storture vigenti: era stata fatta dalla Destra e pertanto SBAGLIATA. Anche la riforma da loro fatta con la maggioranza di qualche voto dicono che è sbagliata, ma lo dicono con il consueto ritardo e non gli serve di lezione; intanto rimane.
Non può fare molta strada un treno in cui il macchinista della locomotiva di testa voglia andare a Milano, quello della locomotiva di coda a Napoli e il capotreno accontentare l'uno e l'altro, con un unico obiettivo comune: stare sul treno.
Io penso che le difficoltà dipendano dalla difformità degli obiettivi, dall'esito del voto, dall' odio contro Berlusconi che se serve da collante per la coalizione impedisce il dialogo con l'altra metà degli italiani. Ma se invece dipende esclusivamente dalla legge elettorale, mi piacerebbe conoscere quale sarebbe stato il risulto con la legge precedente, fermi restando i voti ricevuti.
Mi preoccupa il concetto di democrazia manifestato da molti esponenenti di questa maggioranza, che dicono unita (coesa) e che quindi dovrei ritenere condiviso. Hanno dichiarato "voto per questo governo solo perchè altrimenti torna Berlusconi". E' un'esplicita ammissione di essere minoranza nel Paese e di non volere rispettare la volontà dei cittadini. Reclamano il voto popolare contro la base di Vicenza, ma negano agli italiani il diritto di scegliersi il governo che desiderano. D'altro canto è lo stesso concetto che manifestavano nei paesi "democratici" dell'est Europa: una volta al governo libere elezioni erano del tutto inutili.
La supponenza, la protervia della sinistra italiana sono solo pari alla sua presunzione. Come si fa a dire l'Italia vuole questo e quello, parlare a nome dell'Italia quando si è una parte minoritaria di una coalizione che è maggioranza solo per uno 0.06%, magari dovuto al caso, alla fortuna, o al fatto che un italiano su 1700 non ha votato perchè era ammalato o aveva impegni che riteneva prioritari o si trovava fuori del comune di residenza o che ha sbagliato a fare il segno sulla scheda o altro. Bastava un nonnulla per avere il risultato invertito.
Ma dicono con enfasi che hanno VINTO le elezioni e che LORO sono il Paese.
E invece di ringraziare la buonasorte che gli ha concesso una maggioranza consistente alla Camera e tutelare anche i meno fortunati (all'opposizione), vogliono tutto il potere come se davvero rappresentassero TUTTO il Paese e incolpano la malizia della destra che non gli ha consentito la stessa maggioranza al Senato. Tacciono al loro popolo che il Senato non è la Camera perchè così vuole la Costituzione, che la legge elettorale è stata modificata in tal senso su richiesta del Presidente Ciampi. Non dicono che se Camera e Senato fossero identici
sarebbe ancora più assurdo di quanto già non sia far votare due volte una legge in due sovrabbondanti rami del Parlamento. Hanno preferito cancellare con un referendum anzichè correggere in aula la riforma costituzionale tendente a porre rimedio alle storture vigenti: era stata fatta dalla Destra e pertanto SBAGLIATA. Anche la riforma da loro fatta con la maggioranza di qualche voto dicono che è sbagliata, ma lo dicono con il consueto ritardo e non gli serve di lezione; intanto rimane.
Non può fare molta strada un treno in cui il macchinista della locomotiva di testa voglia andare a Milano, quello della locomotiva di coda a Napoli e il capotreno accontentare l'uno e l'altro, con un unico obiettivo comune: stare sul treno.
Io penso che le difficoltà dipendano dalla difformità degli obiettivi, dall'esito del voto, dall' odio contro Berlusconi che se serve da collante per la coalizione impedisce il dialogo con l'altra metà degli italiani. Ma se invece dipende esclusivamente dalla legge elettorale, mi piacerebbe conoscere quale sarebbe stato il risulto con la legge precedente, fermi restando i voti ricevuti.
Mi preoccupa il concetto di democrazia manifestato da molti esponenenti di questa maggioranza, che dicono unita (coesa) e che quindi dovrei ritenere condiviso. Hanno dichiarato "voto per questo governo solo perchè altrimenti torna Berlusconi". E' un'esplicita ammissione di essere minoranza nel Paese e di non volere rispettare la volontà dei cittadini. Reclamano il voto popolare contro la base di Vicenza, ma negano agli italiani il diritto di scegliersi il governo che desiderano. D'altro canto è lo stesso concetto che manifestavano nei paesi "democratici" dell'est Europa: una volta al governo libere elezioni erano del tutto inutili.
Coppie e copie
Tizio vive da 1/1 a 16/7 (197 gg) a Savona e da 17/7 a 31/12 (168 gg) a Biella;
Tizia vive da 1/1 a 17/6 (168 gg) a Savona e da 18/6 a 31/12 (197 gg) a Biella.
E' giusto che Tizio abbia residenza Savona e Tizia a Biella?
Se la risposta è SI, proseguo.
A Savona Tizia vive nella residenza di Tizio, a Biella Tizio vive nella residenza di Tizia; Tizio e Tizia vivono insieme 168 giorni a Savona e 168 giorni a Biella, cioè 336 su 365 giorni (92%).
E' giusto considerarli conviventi?
Se la risposta è SI, proseguo.
Per l'Agenzia delle Entrate Tizio e Tizia non sono conviventi e non riconosce loro le agevolazioni spettanti se conviventi. Tizio e Tizia sono legalmente sposati da 50 anni, non hanno mai chiesto divorzio o separazione, nè espresso intenzione di chiederla. Se passa la legge Pollastrini-Bindi, Tizio e Tizia potranno essere riconosciuti come coppia di fatto e beneficiare delle relative agevolazioni?
Se la risposta è NO vuol dire che aspetteranno qualche legge Galletti-Dindi che riconosca anche agli originali i diritti delle copie.
Tizia vive da 1/1 a 17/6 (168 gg) a Savona e da 18/6 a 31/12 (197 gg) a Biella.
E' giusto che Tizio abbia residenza Savona e Tizia a Biella?
Se la risposta è SI, proseguo.
A Savona Tizia vive nella residenza di Tizio, a Biella Tizio vive nella residenza di Tizia; Tizio e Tizia vivono insieme 168 giorni a Savona e 168 giorni a Biella, cioè 336 su 365 giorni (92%).
E' giusto considerarli conviventi?
Se la risposta è SI, proseguo.
Per l'Agenzia delle Entrate Tizio e Tizia non sono conviventi e non riconosce loro le agevolazioni spettanti se conviventi. Tizio e Tizia sono legalmente sposati da 50 anni, non hanno mai chiesto divorzio o separazione, nè espresso intenzione di chiederla. Se passa la legge Pollastrini-Bindi, Tizio e Tizia potranno essere riconosciuti come coppia di fatto e beneficiare delle relative agevolazioni?
Se la risposta è NO vuol dire che aspetteranno qualche legge Galletti-Dindi che riconosca anche agli originali i diritti delle copie.
Scritto il 12/02/2007 alle 11:41
Doc.vari 18/10/2016
Doc.vari 18/10/2016
Coerenza
Se l'incoerenza è una virtù, nessuno è più virtuoso dei compagni della sinistra.
Si dicono pacifisti e scendono in piazza con spranghe e bastoni, sono al governo e fanno opposizione, vogliono un' Italia aperta a tutti ma esclusi gli americani, si dicono antirazzisti e sono antisemiti, affermano la supremazia della società sull'individuo e si fanno paladini degli individualismi più esasperati, rifiutano crocefissi e canti natalizi perchè offendono i musulmani e vogliono il matrimonio fra omosessuali, aborrito dagli islamici. Alla incoerenza individuale si aggiunge l'incoerenza fra le varie componenti della maggioranza: ex-comunisti ferventi liberisti e comunisti statalisti, ex-antiamericani ed antiamericani ex-filosovietici, gente che l'11/9/01 inorridiva e gente che esultava, ex-baciapile ed ex-mangiapreti, eccetera. Tutti insieme per il bene del Paese, come dicono loro, o per avere prebende e pensione, come pensano altri.
Si dicono pacifisti e scendono in piazza con spranghe e bastoni, sono al governo e fanno opposizione, vogliono un' Italia aperta a tutti ma esclusi gli americani, si dicono antirazzisti e sono antisemiti, affermano la supremazia della società sull'individuo e si fanno paladini degli individualismi più esasperati, rifiutano crocefissi e canti natalizi perchè offendono i musulmani e vogliono il matrimonio fra omosessuali, aborrito dagli islamici. Alla incoerenza individuale si aggiunge l'incoerenza fra le varie componenti della maggioranza: ex-comunisti ferventi liberisti e comunisti statalisti, ex-antiamericani ed antiamericani ex-filosovietici, gente che l'11/9/01 inorridiva e gente che esultava, ex-baciapile ed ex-mangiapreti, eccetera. Tutti insieme per il bene del Paese, come dicono loro, o per avere prebende e pensione, come pensano altri.
Impunità di Stato, l’hit parade dei fannulloni - Corriere della Sera
Link: Impunità di Stato, l’hit parade dei fannulloni - Corriere della Sera.
Leggendo l'articolo di Rizzo e Stella, mi chiedo perchè scandalizzarsi tanto se qualcuno non trova doveroso pagare le imposte?
Leggendo l'articolo di Rizzo e Stella, mi chiedo perchè scandalizzarsi tanto se qualcuno non trova doveroso pagare le imposte?
Reddito, imposte, tasse
Se non ho capito male, il limite di reddito familiare sotto il quale le persone di età superiore ai 65 anni possono beneficiare delle esenzioni dalle tasse sulla salute (ticket) è rimasto di 70 milioni di lire, ossia 36152 euro.
Si può discutere se sia giusto creare un confine tra chi deve pagare e chi no, sulla congruità del limite, sulla equità di trattamenti molto diversi con differenze minime di reddito, sul fatto che si riferisca a reddito familiare anche quando non si ricomoscono detrazioni familiari, se debba esistere o no una tassa sulla salute e su molto altro ancora.
Se si ritiene che lo Stato debba farsi carico della salute dei cittadini allora tutti dovrebbero beneficiare dello stesso trattamento, concorrendo ognuno col pagamento delle imposte in ragione del proprio reddito. Se il servizio fosse gratuito, le risorse destinate alla riscossione delle tasse (ticket) potrebbero invece essere utilizzate per far pagare a tutti imposte eque e necessarie.
Forse è giusto far pagare una tassa per evitare abusi, ma se è pagata uniformemente grava in misura decrescente col crescere del reddito e in ogni caso per nulla su chi ha un reddito che gli permette di non usare la sanità pubblica.
Anche ammettendo la necessità di un limite discriminante non vedo con quale criterio possa essere fissata la sua congruità. Sarebbe equo solo se consentisse a chi ha un reddito lordo di poco superiore lo stesso reddito netto di chi lo ha inferiore: se con 100 di lordo ho 90 di netto non è equo che con 101 abbia 80. Comunque, un importo giusto ed equo in un certo momento difficilmente lo è altrettanto un anno o dieci anni dopo.
Riferirsi poi alla somma dei redditi dei coniugi e non concedere a uno dei due le detrazioni non usufruibili per incapienza dall'altro, considerandoli famiglia quando è a loro danno e individui quando sarebbe a loro vantaggio, è perlomeno incoerente.
Ritornando al limite di reddito, constato semplicemente che è rimasto quello ante euro quando tutti dicono che non si può vivere come allora con un reddito rimasto quello di allora e se era giusto prima è sbagliato adesso e viceversa. In altre parole, più si diventa poveri più il fisco ci considera ricchi, anche quando si impoverisce per maggiori imposte e tasse. Si è fatto l'adeguamento della tassa RAI, delle sanzioni pecuniarie, del bollo, di mille altre imposte e tasse e di qualsiasi altra cosa che porti soldi allo stato ma non i limiti che ne smorzano la voracità. Chi aveva 1000 lire al mese negli anni ' 30 era un ricco, se i limiti in questione fossero stati fissati allora probabilmente oggi pagherebbero il ticket tutti quelli che al mese guadagnano l'equivalente in euro, circa 50 centesimi.
Si può discutere se sia giusto creare un confine tra chi deve pagare e chi no, sulla congruità del limite, sulla equità di trattamenti molto diversi con differenze minime di reddito, sul fatto che si riferisca a reddito familiare anche quando non si ricomoscono detrazioni familiari, se debba esistere o no una tassa sulla salute e su molto altro ancora.
Se si ritiene che lo Stato debba farsi carico della salute dei cittadini allora tutti dovrebbero beneficiare dello stesso trattamento, concorrendo ognuno col pagamento delle imposte in ragione del proprio reddito. Se il servizio fosse gratuito, le risorse destinate alla riscossione delle tasse (ticket) potrebbero invece essere utilizzate per far pagare a tutti imposte eque e necessarie.
Forse è giusto far pagare una tassa per evitare abusi, ma se è pagata uniformemente grava in misura decrescente col crescere del reddito e in ogni caso per nulla su chi ha un reddito che gli permette di non usare la sanità pubblica.
Anche ammettendo la necessità di un limite discriminante non vedo con quale criterio possa essere fissata la sua congruità. Sarebbe equo solo se consentisse a chi ha un reddito lordo di poco superiore lo stesso reddito netto di chi lo ha inferiore: se con 100 di lordo ho 90 di netto non è equo che con 101 abbia 80. Comunque, un importo giusto ed equo in un certo momento difficilmente lo è altrettanto un anno o dieci anni dopo.
Riferirsi poi alla somma dei redditi dei coniugi e non concedere a uno dei due le detrazioni non usufruibili per incapienza dall'altro, considerandoli famiglia quando è a loro danno e individui quando sarebbe a loro vantaggio, è perlomeno incoerente.
Ritornando al limite di reddito, constato semplicemente che è rimasto quello ante euro quando tutti dicono che non si può vivere come allora con un reddito rimasto quello di allora e se era giusto prima è sbagliato adesso e viceversa. In altre parole, più si diventa poveri più il fisco ci considera ricchi, anche quando si impoverisce per maggiori imposte e tasse. Si è fatto l'adeguamento della tassa RAI, delle sanzioni pecuniarie, del bollo, di mille altre imposte e tasse e di qualsiasi altra cosa che porti soldi allo stato ma non i limiti che ne smorzano la voracità. Chi aveva 1000 lire al mese negli anni ' 30 era un ricco, se i limiti in questione fossero stati fissati allora probabilmente oggi pagherebbero il ticket tutti quelli che al mese guadagnano l'equivalente in euro, circa 50 centesimi.
Rotatorie
Le rotatorie alla francese a molti piacciono a molti altri no, ma ormai sono ovunque e tutti le conoscono. Ma non a tutti è chiaro come ci si debba comportare: qualcuno pensa che semplicemente si deve dare la precedenza a chi viene dalla strada a sinistra o comunque da sinistra anzichè da destra mentre qualcun altro pensa invece che la precedenza l'abbia chi si trova nella rotatoria su chi deve entrarvi. Per i primi chi proviene da una strada alla loro destra deve comunque dargli la precedenza ed entrano a tutta velocità nella rotatoria, spesso accodandosi ai veicoli che li precedono, preoccupandosi solo di avere la sinistra libera. Gli altri pensano che entrare nella rotatoria sia come immettersi in una strada con diritto di precedenza, rallentano, ma sono convinti che chi sta per entrarvi da una strada a sinistra non ha diritto di precedenza. Sarebbe opportuno chiarire chi ha torto.
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