venerdì 18 marzo 2022

Ucraina

 Sono decenni che sento parlare di eguaglianza fra maschi e femmine, sono anni che sento parlare di indifferenza dei sessi, che sento dire essere solo una convenzione e che si è maschi o femmine a seconda delle proprie preferenze o di come ci si sveglia al mattino, che sento discutere seriamente se si debba usare la desinenza maschile o femminile o meglio nessuna desinenza. E lo chiamano progresso.

Ora scopro che l'Ucraina è un popolo di retrogradi, che lì le femmine sono donne e i maschi sono uomini secondo natura, che donne e bambini devono andare in salvo e gli uomini restare (volenti o nolenti?) a combattere per difendere la nazione, l'identità nazionale, la Patria.

Tutte cose aborrite dai progressisti: le nazioni non esistono,  Patria è oscena parola obsoleta, identità nazionale è razzismo. Ci dicono che  quelli che scappano dall'Africa fuggono da guerre. Sembra che colà usi così: gli uomini fuggono le donne restano, tanto non contano nulla. Pare che in Ucraina la pensino diversamente.

Anche nel resto d'Europa un tempo la si pensava così: donne e bambini vanno salvati per salvare la vita del popolo,  prima le donne e i bambini, la Patria va difesa, gli uomini sono uomini e le donne donne  con pari doveri e diritti ma non necessariamente gli stessi.

Naturalmente esistono sempre le eccezioni. 




 

 

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