Anche se fuori c'è un sole invitante, ubbidendo a uno dei tanti DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, cioé di chi è solitamente detto Premier o Presidente del Consiglio o Giuseppe Conte o Conte o anche Giuseppi) e agli infiniti inviti (raccomandazioni o precetti) televisivi me ne resto chiuso in casa, per il bene comune e mio. E così faccio da un mese e più.
In uno di questi ultimi giorni ho pensato di fare una fugassa ripescando la ricetta da me scritta nel 1984 a imitazione di quella mai saputa di mia suocera. Non lo facevo da oltre cinque anni, cioè da quando, secondo mia moglie, era fra i cibi sconsigliatemi dai medici.
Ma visto che in casa avevo tutti gli ingredienti necessari ho fatto due "fugasse". Non "focacce" alla ligure (fugasse, in ligure), ma "fugasse" alla veneta.

E così ho fatto quanto dovevo usando tutto il tempo necessario a impastarla e farla lievitare. Per la cottura ho regolato la temperatura col timer: 5 minuti acceso e 5 minuti spento. Peccato che a metà cottura rispondendo a una telefonata di mio figlio e ho perso un po' i conti.
È venuta così: sembra un po' bruciacchiata ma vi assicuro che era ottima, anche a parere di moglie e figlia.
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