mercoledì 16 maggio 2018

Assurdità.

Le leggi, pur originate da logiche politiche diverse, non dovrebbero essere in contrasto con la logica razionale. E invece spesso sono assurde, irrazionali, illogiche e inique.

Limiti di reddito
È assurdo che nel 2018 siano ancora validi valori di reddito calcolati nel 93 del secolo scorso, ai tempi della lira.
L'avvento dell'euro ha cambiato non poco il valore dei redditi percepiti. Per esperienza comune quello che costava 1000 lire è costato da subito 1 euro e per l'indice ISTAT in questi 25 anni il costo della vita è passato da 100 a più di 150.
Ma i limiti di reddito per beneficiare di agevolazioni fiscali sono rimasti esattamente quelli che erano, ovviamente oggi espressi in euro al cambio di 1936,27, come se quello che allora si aveva con mille lire oggi si potesse avere con 52 centesimi di euro.
E così quelli che erano importi evidentemente tondi (70 mln, 5.5 mln, ecc.) sono diventati ridicoli valori "arrotondati" al centesimo che manifestano la loro vetustà: 36151.98, 2840.51, ecc. .

Aspettando
È assurdo che nel 2018 siano ancora validi valori di reddito calcolati nel 1993.
Sul sito del Ministero della Salute per anni c'è stato: "il problema dell'adeguamento dei limiti di reddito al costo della vita è da tempo all'attenzione di questo ministero e del governo tutto". Non so se c'è ancora, ma in 25 anni non sono riusciti ad affrontare e tanto meno a risolvere il problema, che tuttavia avrà sempre la loro attenzione chissà per quanto tempo ancora. 

La trappola
È assurdo che nel 2018 i limiti di reddito per benefici fiscali siano sempre quelli calcolati in base al costo della vita di 25 anni fa.
Anche se  nel 1993 fossero stati correttamente calcolati, nel 2018 non possono che risultare inadeguati perché il valore reale non corrisponde più alla capacità contributiva di allora. Anche se si vogliono maggiori entrate è assurdo non aggiornare i parametri limitandosi ad aspettare che l'inflazione faccia il suo corso e che la gente diventando in realtà più povera finisca col diventare nominalmente più ricca, superi i limiti e non abbia più diritto alle agevolazioni. È una trappola, un modo subdolo e vigliacco di affrontare il problema.
La regola è stata "non facciamo niente e tutti quelli con agevolazioni per basso reddito avranno fra 5, 25 o 50 anni il reddito nominale che supererà il limite mentre il reddito reale diminuirà: saranno più poveri ma più tassati".
Se sapendosi più poveri non si accorgeranno di essere diventati ricchi per il fisco e non più esenti, saranno anche considerati evasori "furbetti" e sanzionati.
Per rispetto verso i contribuenti sarebbe meglio dire esplicitamente che si abbassano i limiti (reali) perchè i costi  aumentano e da tutto il mondo arrivano persone da assistere e curare gratuitamente e che non pagano nemmeno imposte e tasse.

Reddito familiare
Per il calcolo dell'imposta e delle detrazioni si considera il reddito personale. Se uno non supera 8000€ di reddito lordo annuo non può beneficiare delle riduzioni d'imposta per spese detraibili non avendo imposta da pagare. È un modo per favorire i meno poveri fra i poveri, favorire chi ha possibilità e non chi ha necessità.
Se con tale reddito vive solo dovrà rassegnarsi a pagare cose e servizi più cari di chi ha reddito superiore o familiari che possono godere in sua vece dei benefici fiscali. Ma se quel reddito supera euri 2840,51 nessun familiare puo farlo. In pratica se il reddito di una persona è compreso tra 2840.51 e 8000 euri lordi annui le "spese deraibili" ad essa relative non sono detraibili da nessuno. È evidentemente un'assurda iniquità. Ma ancor più iniquo e assurdo è il fatto che per determinare il diritto all'esenzione dal pagamento del ticket sanitario non si considera il reddito personale ma quello familiare. Una persona ultra65nne è esente da ticket se il suo reddito lordo annuo non supera 36151,98€ ma non è esente se è sposata e sommando al suo il reddito del coniuge supera quel limite. Anche se entrambi i coniugi devono pagare i tiket uno solo ha riduzione dell'Irpef per le proprie spese.

Tassa matrimoniale
Due persone conviventi ultra65nni non sposate (fratelli, compagni, amanti o altro) non pagano ticket se singolarmente non superano il limite di reddito previsto mentre due persone sposate lo pagano con reddito medio appena superiore alla metà di quello. Non so se le nuove unioni sottostanno alla stessa regola valida per le vecchie coppie di sposi: forse no, forse non hanno l'età, forse hanno alti redditi individuali; di fatto non hanno protestato come loro sanno.  
È anche assurdo fare la somma dei redditi per avere un importo tassabile e non la somma delle spese detraibili fatte con quella somma per aver l'importo deducibile.
La nostra Costituzione recita "Art.31 - La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose" e per famiglia intende "Art.29 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societa ` naturale fondata sul matrimonio." e con "matrimonio" i padri costituenti non pensavano a quelle stravaganti, effimere e sterili unioni oggi di moda.
La norma vigente penalizza invece il matrimonio favorendo con una tassa matrimoniale i non sposati e penalizza le famiglie numerose non considerando il numero dei componenti nel calcolo del limite di reddito esente. Una famiglia non ha la stessa capacità contributiva se con 100 deve provvedere a una, tre o a cinque persone.
Non capisco come un Presidente della Repubblica garante del rispetto della Costituzione possa avere avallato una tale assurdità.

Progressività
"Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita ` contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività"
Sarà per questo che quando il reddito supera anche di un solo centesimo quei limiti eterni di 36151.98 euro le persone prima esenti pagano centinaia di euro di tassa sanitaria, compresi 10 euro fissi per ogni ricetta per consentire le esenzioni a chi non li supera. Anche a prescindere dall'assurda disparità di trattamento dei coniugati per i quali il limite scende a 18076 di reddito lordo medio pro-capite, mi sembra un modo un po' distorto, esagerato e capzioso di applicare la norma, un'altra assurdità.
Se il reddito lordo è un euro sopra i limiti esenti la capacità contributiva non può essere più di tanto superiore a quella di un contribuente esente. Si dovrebbe quindi pagare non più del netto corrispondente a un euro lordo. Non considerando netto e detrazioni, se il reddito supera di 500 euro il limite e le tasse da pagare sono 1000 euro chi è tenuto a pagare avrà un reddito di 500 euro inferiore a quello di chi è esente. Non è nemmeno progressività ma solo altra assurdità.
Anche la progressività dell'Irpef comporta aliquote superiori non per aumentata capacità contributiva ma per il mancato adeguamento dei limiti al costo della vita. Anche questo calcolo è punitivo per le famiglie. A parità di reddito lordo complessivo è più tassata la famiglia in cui uno dei coniugi per badare ai figli deve rinunciare ad un lavoro retribuito o accontentarsi di uno poco remunerativo mentre l'altro sarà tassato con aliquote più alte. Resta comunque l'iniquo trattamento per i redditi da 2840.51 e 8000 euro annui

Interesse
Nonostante l'attuale norma che per l'esenzione dal ticket fa riferimento a limiti di reddito calcolati 25 anni fa, penalizza le coppie sposate, prevede una tassazione esageratamente progressiva sia palesemente assurda e iniqua, nessuno sembra interessarsene.
I casi sono due: o gli interessati sono tanti o sono pochi. 
Se sono tanti porvi rimedio e renderla meno assurda comporta una spesa notevole, insostenibile dal governo e magari sanzionabile da Bruxelles. 
Se sono pochi non vale la pena interessarsene perché non comporta molti voti riconoscenti. 
Io propendo per quest'ultima ipotesi: il problema riguarda un'esigua minoranza ed è ben più piccolo dei grandi problemi interni o internazionali. Un'inezia di cui non occuparsi. Sarà così, ma resta un'iniqua assurdità e per le poche o tante persone coinvolte è tutt'altro che un piccolo problema. 
Ma chi se ne frega.



 

 

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