lunedì 25 maggio 2015

Matrimoni

I matrimoni tra uomo e donna sono sempre meno, anche perché in molti casi lo stato non tutela la "famiglia" ma la perseguita. In compenso cresce la richiesta di matrimonio tra uomo e uomo, donna e donna e magari un domani tra uomo e uomini, donna e donne, e cani, e gatti, e orsi, e canarini, ecc.: basta vi sia un legame affettivo. Da molto tempo e in molti luoghi si è ritenuto necessario un riconoscimento pubblico dell'unione uomo-donna (premessa della procreazione) considerando il lungo tempo necessario per l'autonomia dei cuccioli umani e l'opportunità di consentire loro di vivere in un ambiente il più possibile stabile e protettivo. Il matrimonio (civile o religioso con valore civile) serviva a riconoscere pubblicamente "la famigia" e i diritti e doveri interni ed esterni dei suoi componenti. Se aveva un senso il matrimonio quando i fini erano la conservazione della specie e dei beni, quando era considerato interesse della comunità tutelare la famiglia e la sua durata, forse ora non lo è più. Ai matrimoni improvvisati seguono divorzi veloci, i figli sono un peso che non tutti sopportano o un lusso che non tutti si possono permettere, ordinandoli al supermercato se non si possono avere naturalmente. Non c'è motivo che la comunità si occupi di tutelare quello che non c'è: estendere il matrimonio civile a tutti lo rende una pagliacciata, lo si abolisca per tutti e siamo tutti uguali senza distinzioni. Per chi vuole una cosa seria c'è il matrimonio religioso, sempre che non cambi anche quello.

Per avere pane ci vuole farina e acqua (e altro): con  farina e farina o acqua e acqua (e altro) si avrà qualcosa che nessuno si sogna di chiamare pane. Per avere matrimonio ci vuole uomo e donna: con uomo e uomo o donna e donna si avrà qualcosa che sarebbe almeno opportuno non chiamare matrimonio, per non creare confusione.

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