sabato 30 gennaio 2010

Da 01/12/2009 a 30/01/2010

Chi può non vuole, chi vuole non può.

Un tempo i bambini facevano i capricci, volevano qualcosa solo perché gli veniva negata e quando la ottenevano non sapevano che farsene, non gli interessava più. Molti bimbi italiani non hanno più modo di desiderare qualcosa, l'hanno prima. Gli adulti invece possono ancora pretendere quello che gli viene rifiutato, rifiutandolo se gli è permesso.
Un uomo e una donna che possono unirsi in matrimonio non lo fanno; due persone dello stesso sesso che non lo possono, lo pretendono. Forse se lo potessero lo rifiuterebbero.
Fatico a capire entrambi i comportamenti.
Il matrimonio è pur sempre fondamento della famiglia, come dice la nostra Costituzione, troppo spesso invocata o ignorata secondo opportunità. Una famiglia presuppone almeno la possibilità di figli e i figli umani non sono come quelli dei pesci, non sono in grado di sopravvivere senza cure parentali, hanno bisogno degli adulti per molto tempo, possibilmente di una famiglia stabile. L'unione di un uomo e una donna può essere per interesse, per diletto, per procreare, per crescere figli, per tutto questo, per un capriccio passeggero, per un impegno duraturo. Se si pensa ad un duraturo impegno reciproco e a figli si dovrebbe pensare al matrimonio.
Si può fare anche senza, ma sarebbe come guidare l'auto (magari benissimo) senza patente, senza un documento che certifica la capacità di farlo.
Al contrario, una coppia dello stesso sesso non può generare figli propri e cadono tutti i presupposti di famiglia e di matrimonio. Parificare l'unione omosessuale al matrimonio sarebbe come dare la patente di guida a chi non sa e non saprà mai guidare, che si compra l'auto solo per godimento estetico. Proprietà dell'auto e patente di guida sono cose diverse; matrimonio e convivenza omosessuale pure
A volte penso che si voglia il matrimonio per poter divorziare, il lavoro per poter scioperare o (come quel tale della storiella) la zappa non per zappare ma per potervisi appoggiare.

Scritto il 30/01/2010 alle 19:11 nella Costume

Dicono

È sicuramente colpa mia, che non mi sono informato, che non ho voglia di documentarmi perchè in ogni caso non potrei cambiare le cose.
Ma nella mia ignoranza quello che mi si dice mi sembra a volte illogico.
Da decenni dicono che con l'ora legale si risparmia un sacco di elettricità, un sacco di soldi. Come questo avvenga non l'ho ancora capito: non è che la gente invece di accendere la luce vada a letto perchè sono le ventidue e non le ventuno, anzi. Quelli che prima aspettavano le 21 per andare in discoteca o accendere il televisore con l'ora legale aspettano le 22 e smettono come prima due, tre o sei ore dopo. Quelli che lavorano di notte quando è buio accendono la luce (le macchine consumano la stessa energia ci sia o no luce) e la spengono quando non serve: se ci sono sei ore di buio sarà accesa per sei ore, a cominciare dalle 21 con l'ora solare o dalle 22 con l'ora legale. Mi chiedo anche come fanno a sapere che si consuma meno o di più se al massimo possono far confronti con quello che succedeva da marzo a ottobre 40 anni fa (uso numeri inventati, per esemplificare) o fra i consumi immediatamente precedenti e seguenti l'inizio dell'ora legale.
In questi giorni penso a un'altra cosa che ci ripetono continuamente: la terra si sta riscaldando. Sicuramente sarà vero, ma io intanto devo far funzionare a lungo la caldaia, uscire poco e coprirmi molto. Alla TV vedo città coperte di neve, tanta gente infreddolita e solo qualche coraggioso o fortunato che fa il bagno in mare.
Ricordo infine quante volte ho sentito dire che gli immigrati sono una fortuna per il nostro paese, qualsiasi immigrato: nero, giallo, bianco, lavoratore o meno, regolare o meno; sono giovani e fanno figli. Anche questo sarà senz'altro vero, ma mi sorge il dubbio che si voglia vedere - o più probabilmente far veder - solo il lato positivo. Si parla d'integrazione; perchè gli italiani si integrino con gli altri, forse nelle scuole si abolirà l'italiano, si parlerà solo inglese: l'italiano si userà solo in casa, sarà il dialetto di tutti quelli che non parlano dialetto. Anche ammettendo che tutti gli stranieri siano buoni (siamo quasi tutti d'accordo che ci bastano i cattivi nostrani) e giovani, anche loro possono ammalarsi e invecchiare e dovranno essere curati e accuditi. Più che giusto, ma se lavorano in nero, se non lavorano, se quelli che contribuiscono alla spesa pubblica sono molto meno di quelli che non lo fanno, allora i costi possono superare i benefici, con costi e disagi aggiuntivi per i contribuenti. È questione di equità: non si dovrebbe dare diritti a tutti senza imporre doveri, per rispetto di chi sopporta doveri magari senza poter far valere diritti. Se si devono aspettare ore al Pronto Soccorso e mesi per analisi o interventi, forse il nostro sistema sanitario non è attrezzato per curare l'intero mondo: è giusto curare chi è in Italia, ma dopo averlo curato non è inumano o razzista allontanarlo se vi è illegalmente. È solo far rispettare la legalità, come far pagare le imposte o la multa a chi deve.
E fanno figli e avranno bisogno di asili, di scuole, di cure, di soldi. Tutto questo costa, ma sicuramente costa meno di quanto gli adulti contribuiscano alla spesa, altrimenti non sarebbe così certo che più gente arriva più fortunati siamo. Per nutrirli e vestirli servono altri soldi: bisognerà aiutare le loro famiglie e finalmente, per non sembrare razzisti, saranno concessi anche in questo paese quegli aiuti, quelle agevolazioni che le famiglie italiane aspettano da decenni e che forse anch'esse avranno.
E si creeranno nuovi posti di lavoro per dare lavoro a nuovi immigrati oltre a quelli che verranno per fare quello che gli italiani e i vecchi immigrati non vorrannno più fare e l'Italia, dicono, sarà sempre più prospera e ricca. Chissà.

Scritto il 12/01/2010 alle 14:41 nella Politica


Rewind

RAI Due annuncia orgogliosa il programma REWIND, cioè nel 2010 farà vedere copia dei programmi già trasmessi e già da noi pagati negli anni precedenti. Pare però che non basti inviare copia delle ricevute di versamento per avere una riduzione, ma che si debba pagare il canone 2010 aumentato e per intero: come se al ristorante si dovesse pagare di più per rimangiarci il cibo che abbiamo già pagato, mangiato e digerito.

Scritto il 04/01/2010 alle 16:15 nella Radio e televisione


Paradisi

Se al termine di questa vita dovessi andare in paradiso, vorrei che fosse quello di mia mamma e delle mie nonne. Vorrei trovarmi in compagnia dei martiri, dei santi e di tutte quelle brave persone che in vita loro hanno agito per il bene del prossimo, hanno tribolato per il bene degli altri. Se invece mi trovassi con gente che per guadagnarsi il paradiso e la compagnia di belle donne ha fatto male al prossimo e ucciso persone innocenti, allora non mi sentirei in paradiso.

Scritto il 02/01/2010 alle 10:46


Palestrati

Ho visto tanti bei giovanotti e giovanotte che invece di andare a sudare in palestra si sono offerti volontari per spalare la neve dai marciapiedi. Poi mi sono svegliato.

Scritto il 26/12/2009 alle 09:06 nella Attualità | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Vorrei volare

In queste giornate di neve e gelo sentivo inviti a non usare l'auto, pressanti inviti. Oggi il gelo è meno gelido e sono uscito; a piedi, da bravo cittadino osservante delle regole ed anche degli inviti delle autorità. Per fortuna non dovevo fare molta strada, perchè non solo i marciapiedi erano ben innevati ma gli accessi ai marciapiedi erano ostruiti dalla montagna di neve tolta dalla strada per favorire le vetture. Qualcuno avrà pure l'autorità di far togliere la neve dai marciapiedi e creare varchi nei cumoli creati dagli spazzaneve stradali, a meno che non si coinsideri cittadino degno di attenzione solo chi usa l'auto. Se le autorità non hanno questa autorità, non invitino a non usare l'auto ma a starsene a casa, se non si sa volare.

Scritto il 22/12/2009 alle 11:56 nella Attualità


Briciole

Se fossi donna
"Posso divenire medico sindaco o ministro, ma sono e resto donna; sono pari ma non identica all'uomo, non sono e non sarò un uomo, non confondetemi con un medico, un sindaco o un ministro uomo."

Tasse sanitarie (in italiano dette Ticket)
Il limite di redditi lordo per godere delle esenzioni è immutato dai tempi della lira: e lo stipendio dei politici pure?

Sogno un Paese
in cui non sia sempre necessario ricorrere ad un avvocato o ad un fiscalista per sapere quelle che è giusto fare o non fare, senza esserne certi.

Agenzia delle Entrate (estensivamente detta Fisco)
Il cittadino deve essere onesto con il Fisco: ma il Fisco è onesto con il cittadino?

Signor guardia.
Il ministro Carfagna, il sindaco Moratti, la ministra Carfagna, la sindaco Moratti, la signora ministro Carfagna, il sindaco signora Moratti, signor ministro (alla Carfagna), signora sindaco (alla Moratti), eccetera: ma non mi pare d'avere mai sentito dire signor guardia, il guardia o il guardio (però c'è il guardiacaccia e il guardiano).

In dubio pro Fisco
Le norme sono tante, poco chiare, contradditorie, talvolta una trappola per far pagare all'ingenuo interessi, sanzioni e altro. Il dilemma è: rinuncio al beneficio che credo mi mi spetti o corro il rischio di cadere nella trappola?
Troppo ricchi
Quando ha avuto l'età per benificiare dell'esenzione dal ticket il loro reddito familiare era ben al disotto del massimo consentito. Da allora lui e la moglie continuano ad avere come unica entrata la loro pensione, ma stanno per superare quel limite: forse le pensioni sono state rivalutate troppo e sono diventati ricchi, forse.

(E non possono farci niente, aumenteranno le pensioni, diverranno più poveri e avranno meno soldi: se superano il limite di 100 e spendono 1000 di sanità si troveranno con 900 in meno)


Scritto il 20/12/2009 alle 13:11 nella Fisco, Lingua, Politica, Salute e benessere


Partita doppia

Abbiamo inventato la Partita Doppia contabile e abbiamo la doppia partita calcistica, due squadre che si incontrano due volte nel campionato di calcio. Ma non ci fermiamo li.
Abbiamo doppie assemblee legislative che si occupano per almeno due volte dello stesso disegno di legge, doppie corti di giustizia che si occupano in merito allo stesso reato, per avere una sentenza dobbiamo aspettare almeno il doppio degli altri; abbiamo il doppio lavoro, il doppio stipendio, la doppia pensione, le auto posteggiate in doppia fila, la doppia vita, il doppio senso nostrano e il doppio sesso importato, la doppia mensilità a dicembre, l'euro che vale il doppio delle mille lire e il costo delle merci almeno raddoppiato (con il numero sul cartellino del prezzo rimasto quello di prima); abbiamo polizia e carabinieri, guardie di finanza e guardie forestali, regioni e province, ecc., ecc., ecc.
Non c'è dubbio: siamo esperti in doppiezza e più si è esperti più si è importanti.


Scritto il 12/12/2009 alle 20:11 nella Politica


Ticket

Leggendo sul Giornale di Vicenza l'articolo "Ticket, truffa all'Ulss? Il processo è da rifare" ho ripensato a quello che segnalo da anni. Giusta o iniqua che sia c'è una tassa sulla salute, un contributo da pagare per le prestazioni del Servizio Sanitario detto (chissà perché) ticket, con relative esenzioni collegate al reddito.
È opinione corrente che molti non dichiarino il reddito reale, così di fatto spesso non si favoriscono i meno abbienti ma i più furbi mentre i ricchi onesti il più delle volte non si avvalgono del servizio sanitario pubblico e non pagano ticket. Meglio sarebbe - a mio parere - non mettere tasse, far pagare le giuste necessarie imposte, punire chi non le paga e chi abusa del Servizio Sanitario.
Ma ammesso che sia giusto pagare la tassa e giusto collegare l'esenzioni al reddito, resta un'ingiustizia palese: il limite di reddito fissato. Questo non è 36 mila euro come scritto nell'articolo, ma 36151,98 euro. Il che dimostra evidentemente che tale importo è stato stabilito prima dell'euro e corrisponde a 70 milioni delle vecchie lire, tondi tondi.
D'allora ne è passato del tempo: quello che pagavo 1000 lire ora pago 2 euro; politici, magistrati e tutti coloro che hanno potuto si sono adeguati il reddito, perfino la mia pensione è aumentata del 20% e sono certo che è aumentata meno del costo della vita.
Ma il limite di reddito familiare per beneficiare dell' esenzione dal ticket è tuttora fermo ai 70 milioni di lire lordi annui, cioé 36151,98 euro. Così mentre si è generosi con chiunque voglia curarsi in Italia purchè straniero e non lavori regolarmente non si trovano fondi per adeguare quel limite di reddito che se era equo dieci anni fa non lo può essere ora e viceversa. Una coppia di pensionati ogni anno deve verificare che l' aumento inadeguato delle loro pensioni non le abbia portate a livello tale da superare il limite, un tempo ritenuto irraggiungibile ma sempre più vicino: più diventano poveri e più sono considerati ricchi indegni dell'esenzione. Sempre ammettendo che sia giusto porre un limite è ingiusto non usare criteri di gradualità: non dovrebbe verificarsi il caso che se uno ha un reddito superiore al limite finisca con averlo più basso. Una persona che guadagni 36152 euro lordi non è più ricca di una che guadagna 2 centesimi in meno e non dovrebbe pagare più di 2 centesimi di ticket. Altra peculiarità - se non sbaglio - sta nel fatto che il limite è quello sia che si tratti di famiglia di una, due o cinque persone: mentre una persona con 36 mila euro può star bene, altrettanto bene non sta se con quella somma devono vivere in due e meno ancora se in cinque. Con strana coerenza, mentre si deve sempre sommare al proprio il reddito del coniuge per stabilire il reddito familiare non è sempre detto che si possano sommare alle proprie le spese sostenute per il coniuge, nemmeno quando questi ha un reddito insufficiente per operare detrazioni fiscali. Naturalmente - in barba alla Costituzione - una coppia di fatto ha il limite di reddito che è il doppio di una coppia sposata. Non so se quei signori dell'articolo siano truffatori, ma so che sul prospetto che ti danno da firmare non è precisato come si debba calcolare il reddito, che ho chiesto precisazioni anche alla mia Regione senza avere risposta ed ho dovuto cercarle in Internet. Nel dubbio si dovrebbe rinunciare ai propri diritti, perché non vale "in dubio pro reo" ma "in dubio pro eo (Stato, Fisco)": se hai torto paghi tu, se hai ragione paghiamo tutti.

Scritto il 04/12/2009 alle 19:09 nella Fisco


Minareti

Minareti: gli Svizzeri non li vogliono nel loro paese e il mondo insorge. Campanili: i musulmani non li vogliono nel loro paese, ma va bene così. Equità vorrebbe che venissero accettate le richieste di erigere una moschea con minareto in paesi che mai le hanno avute (lottando a lungo perchè non gli venissero imposte), a condizione che venissero accettate le richieste di erigere una chiesa con campanile in paesi che non le hanno mai avute (o che le hanno distrutte per sostituirle con moschee e minareti). Pretendere senza dare è arroganza, prepotenza.
Si può, anzi si deve, dire che ci sono paesi musulmani mentre non si deve dire che ci sono paesi cristiani, ma solo democratici: il che equivale a dire che ci sono paesi democratici e paesi musulmani, e non va detto.
Non vorrei che la presenza di moschee e minareti facesse considerare paesi musulmani i paesi europei e che diventassero come quelli. Essere tolleranti non significa cedere agli intolleranti, essere contro la violenza non significa disarmare la polizia e lasciare campo libero ai violenti: resto del parere che l'ospitante non deve offendere l'ospite ma anche che l'ospitato deve adattarsi agli usi della casa e non imporre i propri, non pretendere che sia tolta una croce e messo un minareto. Essere buoni va bene, ma essere tre volte buoni si è mona, dicevano dalle mie parti. Magari poter erigere minareti è più che giusto e coerente con i nostri principi, ma non so se rinunciare al presepio, ai canti di Natale, al simbolo della croce, a vedere la faccia della gente, a tutelare le donne e a quant'altro possa non piacere appieno ai nuovi arrivati - ospiti graditi o indesiderati - sia essere buoni o tre volte buoni.

Scritto il 01/12/2009 alle 17:54 nella Attualità

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