lunedì 11 marzo 2013

La valvola

Due vasche comunicanti: una riceve acqua da una fonte l'altra da un'altra, chi usa l'una non usa l'altra. Quando una fonte ha più acqua l'altra ne ha meno, ma il livello dell'acqua è uguale e sufficiente in entrambe le vasche, sempre. Se però nel condotto che collega le vasche si mette una valvola e l'acqua passa a senso unico, una vasca può restarne senza.
Così se  notizie, informazioni, sensazioni, opinioni, idee,  arrivassero al cervello da dritta e da manca rispettivamente in due zone diverse ma comunicanti, sarebbe indifferente giudicare con una o l'altra, ma una valvola mentale posta fra le due zone renderebbe questo impossibile: in una ci sarebbe solo quello che viene da dritta o da manca.
Mi viene da pensare che una valvola così, più o meno efficiente, più in certi ambiti meno in altri, sia abbastanza diffusa. 
Con una valvola mentale analoga può capitare di ritenere  giusta, corretta, buona una cosa se viene da una parte e ingiusta, sbagliata, cattiva la stessa cosa se viene dall'altra.

venerdì 8 marzo 2013

Stupore

Mi meraviglia che si meraviglino del successo M5s.
Ma dove sono vissuti finora?  Con referendum diciamo no al finanziamento pubblico dei partiti e quelli invece l'aumentano cambiandogli il nome, la gente fa sacrifici pagando fior di tasse e loro con quelle vivono agiatamente, quello che una famiglia deve far bastare due settimane loro lo spendono in una sera dicendosi preoccupati per quelli "che non arrivano alla fine del mese" ma senza fare qualcosa, dicono che la legge elettorale fa schifo ma si guardano bene dal cambiarla, sono strapagati per fare un lavoro ma a farlo chiamano e pagano i "tecnici".
Supponiamo che quelli siano nei partiti A e B. Se su 100 elettori 20 non votano mai e 30 per punirli non vanno a votare, A e B con 26 e 24 voti hanno 52% e 48%  e dei non votanti in realtà se ne infischiano. Ma se arriva C (fosse pure Diavolo) quei 30 lo votano sapendo che  il voto conta e allora A con 26 voti è 32,5%, B con 24 è 30% e C con 30 è 37,5% : A e B sentono la botta e forse capiscono la lezione.

   

lunedì 4 marzo 2013

Intercalari

Stamattina 4 marzo su la7 ad Omnibus c'erano Federico Geremicca, Francesco Cundari, Angela Mauro, Marco Valerio Lo Prete e , collegati, Federico Fubini e Piergiorgio Corbetta; conduceva Alessandra Sardoni. 
Sta parlando Geremicca e ogni poche parole sento dire "diciamo", ne conto 23 in quell'intervento. Quasi contagiata anche la Sardoni inserisce un "diciamo" nel commento.  Incuriosito noto che pure Cundari e Mauro usano quell'intercalare piuttosto frequentemente. Lo Prete parla meno, ma mi pare che tre o quattro volte lo dica anche lui, una volta Corbetta e nessuna Fubini. Più o meno, quasi tutti intercalavano il loro dire con "diciamo", come quando in una discussione c'è qualcuno che tartaglia prima o poi quasi tutti  tartagliano, chi più e chi meno, o se in un gruppo di persone uno sbadiglia o ride alla lunga quasi tutti lo imitano. In quella discussione tutti hanno usato "diciamo": molto Geremicca, meno Cundari e Mauro, poco Lo Prete, Sardoni, Corbetta: solo Fubini credo non l'abbia fatto. Ad ogni modo chi volesse accertarsi e contare quanti "diciamo" ha detto ognuno di loro, se ne ha voglia può sempre farlo rivedendo la trasmissione su sito di la7
 E meno male che, da persone educate e rispettose dei telespettatori,  hanno adoperato solo quell'intercalare e non altri molto in voga attualmente fra giovani ed ex giovani, non solo nelle osterie o nelle caserme o luoghi particolari com'era un tempo ma ovunque: casa, scuola, piazza, ufficio, tribune, comizi, televisioni, giornali, libri, eccetera.