mercoledì 26 settembre 2012

Prima

Quando è evidente che i tributi pagati servono a fornire servizi necessari è giusto e doveroso che tutti li paghino, quando è evidente che servono per strapagare incapaci, per essere sprecati inutilmente o allegramente allora può magari essere giusto non pagarli per non incrementare sprechi e ruberei.
Prima di pretendere dai cittadini correttezza nei confronti dello stato e pagamento di tributi (imposte, tasse, accise) chi governa dovrebbe garantire ai cittadini che i loro soldi non verranno buttati o rubati: solo allora è credibile, solo allora potrà accusare chi non li paga  di rubare ai concittadini senza essere sospettato di connivenza con chi ruba i soldi dei contribuenti appropriandosene, spendendoli malamente, lavorando poco o male. Con che faccia si può dare del ladro a chi si rifiuta di contribuire a ruberie d'ogni genere? con che faccia si può pretendere che un cittadino rinunci a gran parte del suo reddito di 20000 euro annui per consentire ad altri di spenderne 20000 al mese per tutto fuorché "per il bene del paese" - come amano dire - o di aggiungere un cospicuo vitalizio a un già alto reddito?

Molti anni fa qualcuno diceva "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.(Luca 6, 41-42)". Prima di pretendere pulizia in casa altrui chi governa faccia pulizia in "casa propria", provveda a rendere onesto lo Stato (politici e burocrati, leggi e fisco,  nazionali e locali) e poi potrà chiedere onestà ai cittadini senza avere una faccia di bronzo per non arrossire.
Si assegnano essi stessi lavori leggeri e compensi pesanti, dicono di lavorare per il bene del paese, di essere al servizio dei cittadini ai quali impongono  prelievi pesanti su redditi leggeri e guadagnati con fatica: l'esempio trascina e non meraviglia che chi il reddito non può darselo "ad libitum" cerchi almeno di evitare di farselo "rubare" da loro.

lunedì 10 settembre 2012

"Se mi sbaglio mi corrigerete"

Trovo: "la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni sale al 50 per cento, ma raddoppia anche il limite massimo di spesa pari a 96 mila euro per unità immobiliare."
Bellissima cosa, peccato che se una persona ha un reddito di 500 euro al mese e sopravvive solo perchè è proprietaria della casa in cui vive e che ha assoluta necessità di ristrutturazione, peccato che se anche riuscisse a trovare i 960 o 96000 euro per ristrutturarla non avrebbe nessuna detrazione fiscale: troppo povera, la detrazione spetta solo a chi ha abbastanza reddito da potersela permettere.

 

lunedì 3 settembre 2012

Condivisione

Se da sette anni dicono che una legge (elettorale) è sbagliata, sbagliatissima, assolutamente da cambiare e in tutto questo tempo non si sono fatti un'idea di quella che vorrebbero, non se la faranno mai. Se invece l'idea se la sono fatta il problema è che la vogliono condivisa e non lo è . Se non sono riusciti a trovare un accordo in sette anni forse non l'hanno mai cercato e se non lo trovano dopo mesi che si dedicano solo a quello non lo troveranno mai. Dopo averci pensato tanto tempo le proposte non dovrebbero mancare: due, tre, cinque. Cinque proposte possono essere confrontate in un giorno, concediamo pure una settimana: se sono del tutto o in parte inconciliabili non si troverà mai l'accordo o si creerà un mostro per accontentare tutti senza accontentare nessuno. Approffittando  del fatto che per non "finire nel baratro" qualsiasi cosa faccia viene approvata, il governo potrebbe fare una semplice norma: se una legge condivisa non viene approvata in tre mesi tutta la legge o i punti controversi vengono approvati per sorteggio. Potrebbe bastare una monetina.
 

sabato 1 settembre 2012

Generazioni

Davvero i "giovani" che dicono vivere peggio dei loro genitori vorrebbero vivere come loro? Lavorare 48 ore settimanali (salvo festività infrasettimanali) e 50 settimane all'anno per una paga appena sufficiente a vivere, spostarsi solo a piedi o in bici o in treno o in corriera o in autobus, comunicare a mezzo lettera o eccezionalmente per telefono, vivere 18 mesi in caserma, eccetera? Non che fossero infelici, ma così vivevano alla loro età moltissimi della mia età: hanno tutto il diritto di non sentirsi in colpa per gli sprechi altrui.