Senza telefono
"Non voglio che i Magistrati siano privati di strumenti indispensabili per scoprire i reati, condannare i colpevoli e far trionfare la Giustizia: non voglio che sia abolita la tortura né limitata la carcerazione preventiva, perché è meglio un innocente in prigione che un delinquente in libertà. Anzi, meglio incarcerare tutti gli italiani perchè sicuramente hanno commesso qualche reato o lo commetteranno se restano liberi. Magistrati esclusi."
Scritto il 20/05/2010 alle 20:58 nella Politica
Capire
Alla mia età è un po' dura. Non mi ritengo tanto vecchio da vivere fuori dal mondo e solo di ricordi, ma mi è sempre più difficile capire quello che la gente dice o scrive. Non perché sia tonto, sordo o cieco (bastano gli occhiali per leggere) ma perché ogni giorno m'imbatto in parole sconosciute. A volte sono parole nuove per concetti nuovi, il più delle volte però non spiegati. Chi scrive forse dà per scontato che chi legge sappia il significato o forse non gli interessa farsi capire. Se fossero parole italiane potrei magari trovarne uno approssimativo basandomi sulla radice comune ad altre parole dal significato noto. Sono invece parole angloamericane e spesso acronimi o termini composti in quella lingua. Come Internet, ma meno male che c'è: quando leggo un termine sconosciuto posso sempre cercarlo lì e trovarne la spiegazione. Non è detto che se poi lo sento dire, subito lo riconosca. Abituato alla grafia italiana, su quelle parole ho l'unica certezza che non si pronunciano mai come sono scritte: ogni altro modo potrebbe andar bene. Non ho studiato inglese in gioventù e dopo non mi ha mai attratto quella lingua, parlata sì nell'intero mondo ma forse proprio per questo imbastardita e storpiata come credo sempre sia stata una lingua franca. Di molte parole scritte ho imparato il significato ma di nessuna sono certo di sapere l'esatta pronuncia. Una pubblicità mostra persone anziane che non capiscono i discorsi altrui: si suggerisce di acquistare un apparecchio acustico, ma magari abbisognano di un traduttore simultaneo.
I termini per nuove cose materiali o immateriali necessariamente ci arrivano da chi per primo queste cose scopre o inventa e per infiniti motivi chi le inventa usa la lingua inglese. Non sarebbe male che chi scrive in italiano, per farsi capire dagli italiani non specialisti della materia usasse termini nostrani o ne spiegasse il significato.
Invece capita non solo che nessuno fa il minimo sforzo in tal senso, ma l'indolenza degli scriventi è tale che - forse per ignoranza - il più delle volte usano termini per capire i quali non è necessaria Wikipedia ma basta benissimo un dizionario inglese-italiano. Loro non lo usano, lo devono fare i lettori.
Così oggi tutti parlano di welfare, di ticket o di trolley come se in italiano non fossero mai esistite parole perfettamente idonee a significare la stessa cosa, parole antiche in un'accezione moderna. Magari non sanno né scriverle né pronunciarle correttamente, ma moltissimi usano solo parole straniere e forse moltissimi, almeno fra gli anziani, faticano a capirle e a volere cake per dolce.
Perfino in chiesa il vecchio caro Jesus Christus è ora detto Gisas Craist: anche l'idea di rendere la liturgia più comprensibile abolendo il latino sta andando a farsi benedire.
Scritto il 23/04/2010 alle 18:11 nella Lingua
Un'imposta gradita.
Non amo particolarmente imposte, tasse e regole difficilmente applicabili, però ....
Però non mi spiacerebbe che fosse messa un'imposta del 500% sulle bombolette spray che tanti buontemponi usano imbrattando case, muri, monumenti. Forse in questo modo se ne venderebbero di meno e il ricavato dell'imposta potrebbe essere destinato al risarcimento delle spese per ripristinare lo status quo ante. Naturalmente la sovrattassa non andrebbe applicata sugli acquisti per usi più intelligenti, basta trovare come.
Scritto il 05/04/2010 alle 18:44 nella Ambiente
Prima o poi.
Prima o poi si arriverà al matrimonio gay e al riconoscimento delle coppie di fatto: finalmente anche loro potranno "godere" delle discriminazioni e di tutti gli svantaggi riservati alle coppie regolarmente sposate.
O magari finalmente verranno abolite le penalizzazioni e considerato il quoziente familiare: loro gridano più forte i loro "diritti" e si fanno ascoltare.
Sempre che le famiglie di vecchio tipo siano equiparate alle nuove.
Scritto il 05/04/2010 alle 13:26 nella Politica
Non votano
E poi si meravigliano che la gente non va a votare. Si è passati dal 70,5 del 2005 al 64,2 del 2010: meno 6,3% sul totale degli aventi diritto, ma in pratica delle persone che hanno votato nelle precedenti elezioni regionali dieci hanno votato anche nel 2010 e una no, una diminuizione del 10%.
Ma anche il lamentarsi del calo della partecipazione forse fa parte di quello che dicono ai telespettatori, ma in cuor loro sono felici di poter "lavorare" rendendo conto al minor numero di persone possibile, di fare i loro interessi senza troppi controllori.
Fatico non poco a fidarmi di gente che mi vuole convincere della verità che in un metro quadrato ci stanno comodamente dalle dieci alle venti persone, come affermano spudoratamente ogni qual volta organizzano una qualche adunata in piazze romane circondate da antichi palazzi e non da camper pronti a spostarsi a seconda del numero dei partecipanti dichiarati.
Questo prima delle elezioni. Ad elezioni avvenute invece tutti hanno vinto, o meglio tutti ci dicono d'avere vinto. Mi piacerebbe sapere se quello che dicono in TV al popolo bue lo ripetono nelle riunioni di partito: se cosi fosse potrebbero passare di sconfitta in sconfitta credendosi vittoriosi. Se hanno avuto una diminuizioni di consensi rispetto alle precedenti consultazioni trovano sicuramente un'elezione in cui sono andati peggio e confrontano i risultati con quella, se hanno perso qualche milione di voti ma hanno vinto in quattro comuni di 500 abitanti citano questa grande vittoria. A quanto ci dicono, vincono sempre e comunque mentre gli avversari perdono sempre e comunque, a prescindere dalla realtà dei risultati.
Non capisco come possano pensare che la gente comune, anche la più affezionata al partito creda sempre e comunque alle panzane che raccontano, che non si accorga che si arrampicano sugli specchi, che stiracchiano Costituzione, Leggi, fatti, numeri e risultati elettorali per adattarli alle loro convenienze: forse sono meno furbi di quanto si credono.
Scritto il 29/03/2010 alle 23:02 nella Politica
Mi piace l'Italia
Sono felice di vivere in Italia. È un paese bellissimo, dove quello che è scritto sui giornali non va detto al telefono, dove - a spese dello Stato - possiamo leggere cosa fa nel letto e nel cesso chiunque, dove chi tende trappole agli avversari vi finisce dentro per "par condicio", dove chi ferma l'autopompa dei pompieri può anche insultarli perchè non spengono l'incendio, dove la Costituzione viene spesso agitata e talvolta applicata, se conviene.
Nemmeno da confrontare con l'URSS di un tempo quando nelle case si era spiati e denunciati da portieri e vicini, ora si sa tutto quello che dici anche se in aperta campagna parli di tua suocera: tutto viene ascoltato, registrato, verbalizzato e messo nella stampa; c'è solo l'impossibilità di essere spediti in qualche Siberia, per mancanza di spazio.
Purtroppo ora possiamo sapere quello che uno pensa di qualcuno o di qualcosa solo se lo dice, ma i progressi della tecnica sono esponenziali e presto - finalmente - potremo sapere anche quello che pensa: finalmente pensar male e agire bene sarà più grave del parlare bene e agire male.
Scritto il 17/03/2010 alle 10:34
Anziani
Se chiamano giovani persone di 45 anni, una di 65 non può essere detta anziana ma - al massimo - matura, come era definita una di 45 anni quando i giovani non ne avevano più di 25. Oggigioro a 10 anni non sono più bambini ma restano giovani fino a 50 e non diventeranno mai vecchi, credono.
Apprendo con piacere che nemmeno io posso essere definito anziano: gli anziani non usano Internet, dicono, e non usando Internet sono informati solo dalla televisione, tranne quelli che possono permettersi anche i giornali cartacei.
Magari non sapranno usare il Web ma sicuramente tutti gli anziani conoscono appieno, per averli adoperati fin da piccoli, termini quali "troiler, shopper, welfare, triage, media (letto midia), share, week end, ticket, car,day hospital, day surgery, spoils system, fiction, stalking, class action, question time, show, tax day, baby sitter, ecc. ". Ma non capirebbero "carrello, borsa, benessere, priorità, quota, fine settimana, tassa, auto, ospedale giornaliero, chirurgia ambulatoriale, spoliazione (sistema dello spoglio), finzione, persecuzione, azione collettiva, interrogazioni o interpellanze (parlamentari), spettacolo, giornata antitasse, bambinaia, ecc.": per questo in TV, supermercati, documenti e luoghi pubblici non li usano.
Scritto il 08/03/2010 alle 23:11 nella Costume
Bulli e bulle
Perché no?
Perché se mio padre mi picchia e fa il prepotente con me non posso fare altrettanto con i più deboli di me?
Perché se qualsiasi cosa faccia nessuno mi punisce non dovrei fare qualsiasi cosa? Genitori, insegnanti, chiunque osasse sarebbe punito, per legge.
Conosco una bimba che si è presa dalla mamma un sonoro schiaffone sul sedere solo perchè ha attraversato la strada sfuggendole di mano: a quella sciagurata mamma è andata bene che non l'ha vista un vigile, ma a quella povera bimba è rimasta la fobia di sfidare il traffico.
Perché se i miei genitori pensano solo a se stessi non posso infischiarmene di loro? Perchè se mio padre beve, mia mamma fuma o entrambi si concedono vizi e vizietti io dovrei essere virtuoso? Perché se i miei genitori non si rispettano io dovrei rispettare i miei compagni e compagne.
Perché non dovrei - se ne ho voglia - rubare, ferire e magari anche uccidere avendo buone probabilità di non essere scoperto e, se scoperto, di dovere pagare poco o niente per quello che ho fatto, se dicono che non sarò punito nemmeno da Dio?
Perchè non dovrei entrare in casa altrui ad arraffare denaro o altro sapendo che chi vuole impedirmelo rischia più di me di finire in galera?
Perché dovrei lavorare onestamente se altrimenti posso guadagnare di più, con meno fatica e rischi? Perché devo sgobbare io se qualche fesso lo fa per me?
Bulli, bulle, prepotenti, delinquenti: perché no?
Un tempo dicevano perché è peccato, la tua coscienza lo vieta, Dio ti punisce; quel tempo è passato.
Scritto il 08/02/2010 alle 11:35 nella Costume
Entrate e uscite
"In una vasca con X litri d'acqua, ogni minuto da un rubinetto ne entrano Y litri e da un foro sul fondo ne escono Y+Z: in quanto tempo si svuoterà la vasca?"
Più o meno questo era uno dei miei primi problemini scolastici.
Non molto diverso è il problema di ogni governo: se le spese superano le entrate le casse statali si svuotano. Perchè questo non accada o si riducono le spese o si aumentano le entrate, o si apre il rubinetto o si restringe il foro d'uscita. Supponiamo che il rubinetto sia alimentato da una vasca più alta e più grande in cui tutta la comunità versa secchi d'acqua prelevata da un pozzo e che l'acqua che esce dal foro sul fondo serva per dissetare la gente, irrigare i campi, abbeverare il bestiame, serva alla comunità. Se qualcuno fa il furbo e non contribuisce a versare nella vasca superiore l'acqua del pozzo (che ipotizziamo inesauribile) merita il biasimo di tutti perché costringe gli altri a maggior lavoro o a ridurre la disponibilità di acqua. Ma se un altro fa nascostamente un altro foro nella vasca per usare l'acqua a suo vantaggio o facendola disperdere in terre incolte, questi non è meno riprovevole di chi non contribuisce a rifornire di acqua le vasche. Per la comunità il risultato è esattamente uguale: o maggior lavoro o minore disponibilità.
Chissà perché molti che s'indignano contro coloro che evadono le imposte, li additano come nemici pubblici, come parassiti indegni, non fanno altrettanto contro chi magari le imposte dice di pagarle (in realtà le paga con le imposte pagate da quelli che pagano il suo stipendio) ma spreca il denaro sudato da altri. Forse perché sono fra quelli?
Scritto il 31/01/2010 alle 00:16